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Approcci, metodologie e strumenti formativi impiegati nella SIM

Mariadaniela Sfarra

3. Approcci, metodologie e strumenti formativi impiegati nella SIM

L’approccio didattico utilizzato nella SIM non è assimilabile al tradizionale modello di insegnamento scolastico, anzi, ne prende le distanze applicando un modello orizzontale di educazione, in cui sia gli educatori che gli edu- candi sono soggetti dell’evento educativo e si fanno partecipi di una stessa soggettività narrante. La didattica mira a mettere a disposizione le strutture comunicative e quegli elementi che permettono all’individuo di costruire relazioni con il mondo e di interagirvi, rendendo possibile l’espressione della propria e unica irripetibile identità. I principali riferimenti teorico-pedagogici a cui la SIM si ispira sono la pedagogia antiautoritaria di Paulo Freire e quella Montessoriana. Il carattere autogestito della scuola viene allargato anche alla didattica per cui si sceglie di non utilizzare libri di grammatica o libri di testo specifici ma di prediligere il ricorso a materiali autoprodotti così che le attività didattiche siano il più possibile aderenti al vissuto quotidiano degli educandi. Tale pratica appare dalle interviste come uno tra i principali punti di forza che contribuisce a determinare la complessiva efficacia formativa delle attività della scuola. Un ex studente della scuola racconta:

L’aspetto più importante trasmesso dalla SIM è che la lingua si può imparare non soltanto in modo tradizionale, con lezioni frontali, banchi, cattedra e lavagna, ma si può apprendere stimolando la conoscenza fra le persone e permettendo loro di esprimere la propria identità attraverso quello che riescono a dire o scrivere. Nella SIM si dà spazio ad ogni singola persona che la frequenta, le viene data la possibilità di raccontare la propria storia, di esprimere i propri interessi, le proprie opinioni. Adesso sono insegnante in un liceo linguistico, e ho l’impressione che per alcuni insegnanti gli alunni siano dei contenitori vuoti da riempire di sapere, senza possibilità per loro di esprimersi o di avere delle idee. Alla SIM invece sono gli studenti a “produrre” il materiale che poi diventa la lingua italiana “comune”, quella che serve a tutti per comunicare tra di noi, dal pakistano al peruviano. Certo per i livelli più bassi questa è una sfida ma anche in questo caso l’auto-narrazione resta sempre l’obiettivo prioritario (Stud.5).

Alcuni dei materiali prodotti durante l’anno vengono affissi alle pareti, e possono essere ripresi nel tempo per ripassare alcuni argomenti, altri ancora invece possono confluire ne “L’illegante”. Quest’ultimo è il giornale della scuola, prodotto e stampato alla fine del corso, è la traccia di un percorso di scrittura collettiva e partecipata di chi frequenta la SIM e affronta i temi che attraversano tale esperienza. L’ambiente, le pareti riempite, i materiali prodotti sono la testimonianza visibile dello svolgimento di un processo di crescita.

La scuola di italiano con migranti (SIM)

La programmazione didattica è realizzata ispirandosi al Metodo freiriano. Come il pedagogista brasiliano impo- stava la lezione a partire da un tema generatore, anche la SIM individua un macro-tema da affrontare ogni mese che viene declinato in modo diverso nelle varie lezioni e nei vari livelli. Spiega un intervistato:

L’argomento del mese è sia una scusante per eventuali spiegazioni grammaticali, sia un buon terreno di partenza per confronti interculturali e momenti di auto-narrazione (Ins.2).

La sequenza con cui gli italofoni hanno scelto di programmare i temi durante l’anno è sempre la stessa e rispon- de ad una visione dell’apprendimento linguistico come acquisizione progressiva di strumenti per il racconto di sé, della propria storia personale, che si realizza attraverso il rapporto dialettico soggetto-mondo. L’esito del processo di auto-narrazione dovrebbe essere quello di guidare la persona verso la costituzione di un “io collet- tivo” che non si limiti ad una semplice presa d’atto della dinamica di scontro soggetto-mondo ma che la superi costruendo possibilità alternative suscettibili di modificare l’interazione con la realtà, di cui il progetto SIM è un esempio di risultato auspicabile. Queste idee sono riassunte nel seguente schema:

Fonte: Sito web Scuola Italiano Con Migranti. Disponibile al link https://simxm24.noblogs.org /[28/06/2020]

Gli strumenti didattici utilizzati dagli educatori della SIM per costruire le lezioni sono numerosi e diversificati. Per esigenze di sintesi ne descriveremo solo alcuni, tutti costruiti sulla dimensione “del fare”, fortemente valorizzata dal paradigma pedagogico montessoriano che agevolerebbe la rielaborazione e la memorizzazione a livello cognitivo delle proprietà della lingua oggetto di studio (Cambi, 2005). Gli alfabetari mobili, le scatole gramma- ticali, la simbologia per l’analisi logica, consentono di semplificare le strutture linguistiche e di rendere evidente la loro possibilità di combinarsi le une con le altre dando origine ad ulteriori macrostrutture. Non utilizzando testi di grammatica veri e propri e prediligendo un approccio induttivo allo studio delle regole grammaticali, gli educatori ricorrono ai simboli grammaticali messi a punto dalla Montessori. Ad esempio, la “famiglia del nome” viene spiegata attraverso il modello relazionale familiare. Questo, noto a tutti, consentirà allo studente, che usa un alfabeto diverso dal nostro, una più facile comprensione e memorizzazione della regola grammaticale. 4. Conclusioni

La Scuola di Italiano CON Migranti di Xm24 ha ricoperto un ruolo di vettore di integrazione e di socialità nel quartiere della Bolognina in cui ad oggi si conta il maggior numero di residenti migranti.

Alcuni di questi hanno trovano nella scuola un luogo che, oltre a consentire loro di apprendere la lingua, gli ha permesso di stringere relazioni sentendosi integrati in un contesto che invece li vorrebbe respingere ad ogni costo. L’azione della SIM, attraverso la diffusione delle proprie pratiche, prova ad intercettare i bisogni sociali del territorio e a sperimentare interventi innovativi che garantiscano un effettivo diritto di migrazione ai migranti, riconoscendoli non come vittime o criminali ma in quanto soggetti dotati di intenzionalità a cui devono essere garantite tutele lavorative e diritti di partecipazione politica e sociale. Uno studente spiega:

Alla fine, quando rifletto sulla possibilità che la SIM mi ha dato di fare attività politica, penso che la cosa “più politica” che abbia cambiato in me sia la realizzazione concreta di un’apertura verso gli altri e il superamento di tutte le paure che provavo all’inizio quando appena arrivato uscivo da casa. Viviamo in una società dove la paura dirige i voti e le scelte delle persone, e invece la SIM è uno strumento che prova a rompere i muri, a distribuire conoscenza e amicizia (Stud.1).

La particolarità di questa esperienza sta nel portare avanti un percorso linguistico che si configura come intrin- secamente politico: un atto di costruzione di conoscenza e di saperi che ha come obiettivo l’emancipazione e l’autodeterminazione di coloro che vivono ai margini della società promuovendo la trasformazione della realtà attraverso una prassi educativa problematizzante.

La scuola di italiano con migranti (SIM)

Note