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4 MATERIALI E METODI

4.2 Aree di campionamento

Dal momento che la Riserva Naturale di Montefalcone è stata percorsa dal fuoco sia nel 2001 sia nel 2009 e allo stesso tempo presenta al suo interno anche aree non percorse da incendio da almeno 40 anni, si è ritenuta essere un luogo adatto per svolgere questo studio. È stata presa in considerazione anche la Località Cerretti per un’analisi degli effetti del fuoco sulla microfauna edafica subito dopo l’incendio e nei primi mesi successivi al passaggio del fuoco.

Le aree scelte per effettuare i campionamenti del suolo ricadono tutte all’interno della Riserva Naturale, tranne quella in Località Cerretti (Fig.10). Le aree sono state posizionate sia nelle pinete di pino marittimo percorse da incendio, sia nei boschi misti di latifoglie a prevalenza di specie quercine percorsi da incendio. Per confronto sono state selezionate anche delle aree di controllo situate in boschi di pino e in boschi di latifoglie non percorsi da incendio.

Per il soprassuolo occupato dal pino marittimo sono state individuate le seguenti aree di interesse:

1) Area controllo (non percorsa dal fuoco da almeno 40 anni): 2 punti di campionamento del suolo;

2) Area incendiata nel 2001: 2 punti di campionamento del suolo; 3) Area incendiata nel 2009: 2 punti di campionamento del suolo;

4) Area incendiata sia nel 2001 sia nel 2009: 4 punti di campionamento del suolo.

Per quel che riguarda la pineta situata in località Cerretti percorsa dall’incendio nel 2012 sono stati scelti 2 diversi punti di campionamento, mentre i punti di controllo associati a quest’area sono gli stessi utilizzati per le superfici incendiate nel 2001, 2009 e 2001/2009, situati all’interno della Riserva Naturale.

Per il soprassuolo occupato da boschi misti di latifoglie a prevalenza di specie quercine le aree individuate sono state così suddivise:

1) Area controllo (non percorsa da incendio da almeno 40 anni): 2 punti di campionamento del suolo;

2) Area controllo riferita all’incendio del 2009: 2 punti di campionamento del suolo;

3) Area incendiata nel 2001: 2 punti di campionamento del suolo; 4) Area incendiata nel 2009: 2 punti di campionamento del suolo;

5) Area incendiata sia nel 2001 sia nel 2009: 2 punti di campionamento del suolo. Per il controllo delle superfici di latifoglie percorse dal fuoco si sono scelte due diverse tipologie di aree controllo: una con caratteristiche più simili alle aree incendiate nel 2001 e 2001/2009 (esposizione, pendenza, specie arboree ecc.) e una con caratteristiche maggiormente affini all’area percorsa nel 2009 e definita Area Controllo 2009.

Di seguito si riporta una descrizione della copertura forestale presente nelle aree incendiate oggetto di questo studio.

4.2.1 Pineta di pino marittimo

In località Cerretti, la vegetazione presente prima di essere percorsa dal fuoco era rappresentata prevalentemente da pino marittimo e da un piano dominato costituito da specie quercine, corbezzolo e ginestra spinosa o dei carbonai. Immediatamente dopo il

l’incendio, il soprassuolo risultava caratterizzato per lo più dal piano dominante, danneggiato dal passaggio del fuoco e da qualche esemplare di ginestra, mentre il suolo risultava totalmente ricoperto da uno strato di cenere di color grigio-biancastro. A cinque mesi dall’incendio le chiome dei pini rimasti in piedi risultano parzialmente secche e il suolo risulta ormai totalmente ricoperto da felci (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn) (Fig.11).

Nella Riserva di Montefalcone, l’area di controllo è situata nella Contrada Bosco Rastrello ad un’altitudine di circa 80 m s.l.m. La vegetazione è caratterizzata da una pineta coetanea di pino marittimo di circa 80-85 anni con struttura monoplana e chiome disposte a un’altezza di circa 20 m (Fig.12). Il sottobosco è rappresentato da esemplari di erica, pungitopo, agrifoglio e felci con sporadica rinnovazione di querce, orniello e pino. Il primo punto di campionamento scelto per rappresentare l’area controllo è situato nella parte sud-orientale dell’Unità Colturale 33* del Piano di Gestione del Consorzio Forestale delle Cerbaie (2012-2026) (Tavaglini et al., 2011 b), mentre il secondo nella parte occidentale dell’Unità Colturale 35.

L’area percorsa dall’incendio nel 2001 (Fig.13) si trova in una zona pianeggiante ad un’altitudine di circa 40 m s.l.m. nella contrada del Bosco del Marchese, all’interno dell’Unità Colturale 11. É rappresentata da un novelleto di pino marittimo originatosi dopo l’incendio del 2001 con esemplari che raggiungono i 3 m di altezza e da numerosi arbusti (corbezzolo, ginestrone, ginestra dei carbonai, eriche) e felci.

L’area percorsa dall’incendio del 2009 si trova in una zona pianeggiante del Bosco Rastrello, ad un’altitudine di circa 80 m s.l.m.. L’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi esemplari di pino marittimo morti in piedi e da una densa copertura di felci (Fig.14). Numerosi sono anche gli esemplari morti a terra. Il primo punto scelto per rappresentare l’area incendiata nel 2009 si trova nella parte sud-orientale dell’Unità Colturale 32, mentre il secondo nella parte meridionale dell’Unità Colturale 31.

L’area percorsa due volte dal fuoco, sia nel 2001 sia nel 2009 è situata in una zona pianeggiante nella Contrada del bosco del Marchese ad un’altitudine di circa 50-60 m s.l.m. La pineta che dominava l’area prima del 2001 è stata completamente distrutta dagli incendi, consentendo l’insediamento di una densa copertura costituita prevalentemente da leguminose (azotofissatrici) come la ginestra dei carbonai, da cisto e da erica, con sporadica rinnovazione di pino e pioppo. Il terreno in queste aree è inoltre

*La suddivisione del territorio in Comparti e Unità Colturali si può trovare nel prospetto delle superfici

ricoperto da una specie di muschio, comunemente chiamato fire moss (Ceratodon purpureus (Hedw.) Brid.), che tende ad invadere rapidamente le superfici percorse dal fuoco (Hilty et al., 2004) (Fig.15). Il primo punto scelto per rappresentare l’area percorsa due volte dal fuoco è collocato nella zona centro-orientale dell’Unità Colturale 32, mentre il secondo nella parte meridionale dell’Unità Colturale 31. Il terzo ed il quarto punto sono situati invece nella parte orientale dell’Unità Colturale 11.

(a) (b)

Figura 11: Immagini Località Cerretti nel marzo 2012 (a) e nel settembre 2012 (b).

Figura 13: Immagini relative all’area percorsa da incendio nel 2001.

Figura 14: Immagini relative all’area percorsa da incendio nel 2009.

4.2.2 Bosco misto di latifoglie

L’area controllo si trova a circa 20 m s.l.m. in una zona pianeggiante. Il piano dominato, di altezza 10-15 m, è costituito da carpino bianco, orniello e sorbo ciavardello, mentre quello dominante è costituito da specie quercine a prevalenza di cerro di età compresa tra i 40 e i 60 anni, avviati a fustaia. Il sottobosco è piuttosto diffuso ed è composto da pungitopo, agrifoglio, felce e rovo con una sporadica presenza di ginestra e rinnovazione di cerro. Nello strato erbaceo si riscontra la presenza di ciclamini, primule ed edera. Il primo punto di controllo è stata scelto in Località contrada del Marchese all’interno dell’Unità Colturale 17, mentre il secondo punto è situato nella Contrada Bottaccio, nell’Unità Colturale 36 (Fig.16).

L’area controllo associata all’incendio del 2009 è posizionata su un lieve pendio ed è paragonabile per tipologia di vegetazione all’area controllo precedentemente descritta se non per la presenza anche di eriche e corbezzolo nello strato arbustivo. L’area scelta è situata in Contrada Parco, all’interno dell’Unità Colturale 54 ad un’altitudine di circa 40 m s.l.m. (Fig.17).

L’area percorsa dall’incendio del 2001 si trova in una zona pianeggiante, a circa 40 m s.l.m. nella Contrada del Bosco del Marchese. La vegetazione è costituita prevalentemente da alcuni esemplari di cerro, rovere e castagno sopravvissuti all’incendio. Al di sotto dello strato dominante si sono affermati gruppi di rinnovazione di pino marittimo di circa 2 m di altezza e giovani polloni di cerro e orniello. Nel sottobosco è presente una fitta copertura di specie erbacee e arbustive: ginestrone, ginestra dei carbonai, erica scoparia, erica arborea, corbezzolo, rovo, cisto e felce (Fig.18). Il primo punto di campionamento scelto per rappresentare quest’area è situato nella pare centro-orientale del Unità Colturale 13, mentre il secondo in quella centro- occidentale dell’Unità Colturale 17.

L’area percorsa dall’incendio del 2009 è posizionata su un lieve pendio nella Contrada del Bosco Chiappone, all’interno dell’Unità Colturale 46 ad un’altitudine di circa 40 m s.l.m. (Fig.19). Il soprassuolo di latifoglie, di circa 60 anni di età, è costituito prevalentemente da cerro, rovere, orniello e ontano nero. Dal momento che dal 2009 ad oggi non è stato fatto alcun intervento sul soprassuolo sono ancora presenti alberi morti in piedi e a terra ed alcuni esemplari parzialmente danneggiati dal fuoco. Lo strato arbustivo è costituito da esemplari di ginestra, ginestrone, erica e cisto, mentre lo strato erbaceo da felci, rovi e leguminose con una sporadica presenza di muschio (fire moss) .

L’area percorsa due volte dall’incendio (2001 – 2009) si trova ad un’altitudine di circa 50 m s.l.m. su un lieve pendio, nella Contrada del Bosco Chiappone, all’interno dell’Unità Colturale 52. Lo strato superiore, sviluppato in altezza fino a circa 30 m, è composto da cerro, rovere e sporadici esemplari di pino marittimo. Il sottobosco è invece costituito perlopiù da specie arbustive ed erbacee: erica arborea, erica scoparia, ginestra, pungitopo, cisti, felci, rovi e muschio (fire moss). Le latifoglie presenti si trovano in un precario stato vegetativo e forniscono un grado di copertura scarso. Numerosi sono sia gli alberi morti in piedi sia quelli a terra. La rinnovazione è sporadica, a prevalenza di carpino bianco e specie quercine in stadio di plantule (Fig.20).

Figura 16: Immagini relative all’area controllo.

Figura 18: Immagini relative all’area incendiata nel 2001.

Figura 19: Immagini relative all’area incendiata nel 2009.

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