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4 Riassorbimento del 60% sacco vitellino e del 0% della goccia oleosa

2.3 Alimentazione larvale.

2.3.3 Allevamento intensivo delle prede vive.

2.3.3.2 Artemia salina.

Ordine: Anostraca Famiglia : Artemida Genere : Artemia Specie: Artemia salina

L’Artemia salina è stata a lungo ritenuta l’unica rappresentante del genere Artemia. Solo recentemente, osservando le differenze tra gli

esemplari di varie parti del mondo, è stata riconosciuta l’esistenza di varie specie con geni, metodi riproduttivi e fisiologia diversa.

Le Artemie mostrano un’elevata capacità di adattamento a condizioni estreme, come una salinità maggiore di 200 ppt. La loro permeabilità corporea al sale è minore rispetto a quella di altri micro-crostacei: l’Artemia assorbe l’acqua dalla parte mediana del corpo e espelle il sale con le feci, così può mantenere i corretti valori osmotici anche in un ambiente

iperosmotico. Sono organismi filtratori non selettivi e quindi si nutrono di micro particelle di origine biologica, come batteri, micro-alghe e detriti organici di grandezza fruibile. Dal punto di vista dell’allevamento, la migliore caratteristica di Artemia salina è la

produzione di uova durevoli, dette cisti, al cui interno vi è l’embrione in diapausa (stato di quiescenza) allo stadio di gastrula da cui, dopo 24-36 ore di incubazione sono ottenuti i naupli. Inoltre la resistenza delle cisti all’anossia ne consente lo stoccaggio in contenitori sigillati, rendendo molto più pratiche le operazioni di trasporto e conservazione. Le cisti sono prodotte quando le condizioni ambientali sono sfavorevoli al fine di proteggere

l’embrione da temperature inadatte, disidratazione, eccessiva salinità e carenza di ossigeno e rimangono in questa forma di resistenza sino a quando le condizioni non tornano favorevoli allo sviluppo.

Alla schiusa le larve di artemia, dette naupli, hanno una taglia di circa 400-500um, in 18- 24 ore mutano nella forma larvale successiva, più grande, i metanaupli.

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In condizioni ottimali raggiungono lo stadio di adulti (lunghezza circa10mm) in circa 8 giorni e sopravvivono per vari mesi, riproducendosi al ritmo di 300 naupli o cisti ogni 4 gg. Gli adulti hanno un corpo allungato, con due occhi complessi, un tratto digestivo lineare, antennule sensoriali e undici paia di toracopodi funzionali. I maschi sono facilmente distinguibili per un paio di tenaglie sulla testa, corrispondenti al secondo paio di antenne, mentre le femmine presentano l’apertura genitale intorno all’undicesimo paio di toracopodi. La riproduzione è sia di tipo partogenetico che bisessuale; a seconda delle condizioni

ambientali, favorevoli o non, le femmine si comportano da individui ovovivipari o

altrimenti ovipari (Jan Vos,1979). Quindi nel primo caso, le uova sono trattenute all’interno dell’utero sino alla completa formazione dell’embrione (4-5gg) e i naupli al primo stadio sono partoriti nell’acqua dalla femmina, mentre nel secondo le uova vengono rilasciate direttamente sotto forma di cisti di resistenza.

In acquacoltura, l’allevamento dell’Artemia salina si basa su due metodi: la produzione di naupli e metanaupli e la produzione di biomassa.

I naupli vengono facilmente prodotti tramite la schiusa delle cisti in apposite vasche;

l’incubazione e la schiusa avvengono dopo circa 24 ore a 30°C, in acqua salata e ben areata, ed esposta a luminosità elevata.

La produzione di biomassa richiede invece alcuni i giorni in quanto è necessario arrivare al completo sviluppo degli adulti. Questi poi vengono utilizzati come alimento fresco o congelati e riutilizzati in seguito nell’alimentazione dei pesci. Tuttavia questo metodo di produzione è stato abbandonato negli ultimi anni in quanto la formulazione di mangimi artificiali specifici per l’acquacoltura

ha sostituito l’impiego di esemplari adulti di Artemia salina.

Figura 2.11 Fasi larvali di Artemia salina; a) nauplio; b) metanauplio

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Nell’allevamento delle larve di orata e altre specie di pesci pelagici l’utilizzo di naupli e metanaupli di artemia salina come cibo vivo è stato uno dei passi più importanti per lo sviluppo dell’acquacoltura marina. Insieme ai rotiferi, hanno sostituito, in breve tempo, tutte le altre specie di zooplancton utilizzate in precedenza, sia per la facilità dell’allevamento, per il minor costo di produzione e per la loro facile reperibilità. I naupli di Artemia salina sostituiscono gradualmente i rotiferi nell’alimentazione delle larve di Sparus aurata quando la taglia degli avannotti e soprattutto la dimensione della loro apertura buccale lo consente. In seguito, durante la loro crescita i naupli sono sostituiti da metanaupli, di taglia maggiore, utilizzati fintanto che non vengono sostituiti dai mangimi commerciali.

Da un punto di vista nutrizionale, i naupli appena schiusi, soprattutto se di lotti selezionati, sono un cibo adeguato per le larve di orata, in quanto hanno un valore nutritivo del 28% superiore rispetto agli adulti, mentre i metanaupli devono essere integrati per soddisfare i fabbisogni degli avannotti. I metanaupli arricchiti necessitano di altre 12-24 ore di sviluppo. Anche se le cisti d’artemia rimangono un prodotto piuttosto costoso, e la loro disponibilità sul mercato mostra ancora fluttuazioni, negli ultimi anni si sono susseguiti importanti progressi nella loro produzione: fonti di artemie sono state trovate in tutti i continenti, e i diversi ceppi classificati per il loro valore nutritivo e per l’efficienza di schiusa. Anche la standardizzazione delle procedure di schiusa e l’introduzione di nuove tecniche, come la decapsulazione delle cisti, hanno portato al miglioramento della percentuali di schiusa e della qualità dei naupli.

Il maggior difetto dell’Artemia salina come unico cibo in fase di sviluppo larvale è la scarsa standardizzazione in termini di valori nutrizionali. Per ovviare a ciò si utilizzano tecniche di arricchimento in acidi grassi essenziali PUFA n-3, sfruttandone la caratteristica di essere un organismo filtratore non selettivo. Quindi questa viene nutrita utilizzando specifici mangimi arricchiti in acidi grassi.

La constatazione della relazione diretta esistente tra il contenuto in PUFA n-3 delle Artemie e l’ottenimento di buone prestazioni negli avannotti (Sorgeloos et al., 1988; Lisac et al.,1986; Franicevic et al., 1987; Watanabe et al.,1982) ha portato alla ricerca di tecniche che permettano di condizionare la composizione chimica dei metanaupli in misura molto più precisa di quanto ottenibile con alimenti semplici, sfruttando la grande adattabilità fisiologica di cui essi sono dotati. I metodi diretti di arricchimento sono attualmente i più

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usati in quanto garantiscono una composizione chimica più costante e di maggiore valore nutritivo per le larve.

Sono additivi elaborati da ditte specializzate che vengono somministrati alle colture poche ore prima del loro impiego come alimento vivo per le larve. Questi arricchitori, come vengono genericamente denominati, sono costituiti da miscele di acidi grassi polinsaturi, vitamine, minerali, cui vengono talora aggiunti aminoacidi e possono essere in forma di microcapsule, micro particelle o emulsioni.

Dal punto di vista chimico gli arricchitori commerciali attualmente utilizzati risultano caratterizzati dal 25-40% di lipidi totali di cui il 18-40% è rappresentato da acidi grassi polinsaturi. Riferiti alla sostanza secca dell’additivo i valori in PUFAω3 risultano compresi tra il 6 e il 10%.

Oltre all’integrazione di PUFA ω 3 e vitamine essenziali, si possono utilizzare anche farmaci di profilassi che passano attraverso le artemie alle larve.

Generalmente nell’ alimentazione degli avannotti si utilizzano naupli di artemia appena schiusi ma ultimamente si sta valutando la possibilità di somministrare l’artemia in stadi giovanili. Questo porterebbe, data la maggiore taglia, ad un minore uso di cisti, l’apporto proteico aumenterebbe e i pesci spenderebbero meno energia per alimentarsi, di

conseguenza, quindi, potrebbe essere conveniente somministrare in un primo momento artemie di piccole dimensioni, favorendo così una più rapida transizione dai rotiferi, per poi passare a ceppi più grossi.

Le fasi larvali di Artemia sono ottenute in allevamento mediante incubazione delle cisti (uova in quiescenza con embrione in fase di gastrula). Le cisti, e quindi le forme larvali che ne derivano, sono di vario tipo, a seconda delle sottospecie e della zona di origine:

differiscono nella taglia dei naupli (caratteristica importante nella prima fase di

alimentazione degli avannotti), nei valori nutrizionali e nelle caratteristiche di gestione (FAO, 1999).

Per motivi di praticità sono classificati in:

- Cisti che producono naupli Instar I di piccola taglia ( di lunghezza media di 430μm al primo stadio larvale) e elevato livello di acidi grassi insaturi (n-3 HUFA), come ad esempio il sottotipo AF (INVE). Questo tipo di naupli permette un passaggio precoce dall’alimentazione a base di rotiferi a quella a base di Artemia.

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- Cisti che producono naupli Instar I di media grandezza (intorno ai 480μm),ed elevati livelli di n-3HUFA ( sottotipo AF480 della INVE). Questo tipo di naupli sono usati nel passaggio alla somministrazione di metanaupli (di taglia maggiore).

- Cisti che producono naupli Instar I di taglia grande (520μm) con scarso valore nutrizionale (bassi livelli di n-3HUFA) come il sottotipo EG della INVE. Queste cisti, che sono le più comuni ed economiche, sono usate esclusivamente per la produzione di metanaupli, utilizzati in maggior parte nelle ultime fasi

dell’alimentazione larvale prima dello svezzamento. È necessario provvedere ad un loro arricchimento per incrementare i valori di acidi grassi.

L’intero ciclo produttivo di naupli e metanaupli destinati all’alimentazione larvale consta di più fasi, a partire dalle cisti di Artemia salina (le forme di resistenza, che si trovano in commercio) :

- Disinfezione, reidratazione delle cisti (circa 2 ore); - Schiusa delle cisti (20-24 ore);

- Sviluppo dei naupli e maturazione allo stadio necessario per iniziare l’arricchimento (18-24 ore);

- Arricchimento dei metanaupli (12-24 ore).

Le cisti sono usualmente contaminate da batteri, spore funginee o altri microrganismi che potrebbero infettare gli avannotti se introdotti nelle vasche insieme ai naupli; è perciò necessario procedere alla disinfezione delle cisti prima della loro reidratazione e schiusa: la disinfezione è di norma fatta introducendo per alcuni minuti le cisti in una soluzione

commerciale di cloro, alla densità massima di 50g/lt, la durata del procedimento dipende dalla concentrazione di cloro attivo utilizzato.

La reidratazione delle cisti avviene subito dopo la disinfezione e in poche ore l’embrione in quiescenza si riattiva. In 20-24 ore si schiudono i primi naupli Instar I.

Le condizioni ottimali per l’incubazione delle cisti di Artemia sono:

- Vasca di forma conica, con rivestimento interno gelatinoso e una apertura

(finestrella) semi trasparente vicino al fondo, necessaria per raccogliere i naupli; - Acqua marina filtrata e sterilizzata, a salinità 35 ppt;

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- Temperatura dell’acqua 28-30°C;

- Buona areazione che consenta una forte corrente dell’acqua per mantenere le cisti in sospensione;

- Livello di ossigeno disciolto almeno 4 ppm;

- pH superiore a 8, se necessario per alzare il pH si può aggiungere bicarbonato di sodio (NaHCO3) in concentrazione di 1g/lt;

- Forte illuminazione (2000 lux); - Densità ottimale delle cisti: 2,5 g/lt.

Dopo la schiusa i naupli vengono raccolti e contati per poi essere trasferiti nelle vasche per l’arricchimento, già preparate idoneamente con il prodotto scelto come integratore.

L’arricchimento dei naupli inizia quando questi sono in grado di alimentarsi autonomamente, durante lo stadio larvale di naupli Instar II e Instar III.

I migliori risultati di arricchimento dell’Artemia sono ottenuti iniziando la somministrazione di integratore all’inizio della muta nella seconda fase larvale (Instar II) (Moretti et al.,

1999).

Il momento migliore per iniziare l’arricchimento dietetico con n-3PUFA si determina mediante l’osservazione dei naupli al microscopio, dalla diciottesima ora dopo la schiusa, controllando i campioni ad intervalli di un’ora, per monitorare il passaggio allo stadio desiderato. Lo stadio Instar II è caratterizzato dall’insorgenza del tratto gastrointestinale e dall’aumento di taglia dei naupli, da questa fase larvale è opportuno procedere

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CAPITOLO 3

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