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4.9 La Fondazione Ferragamo

4.9.2 Aspetti patrimoniali della Fondazione

Le informazioni circa la dotazione patrimoniale della Fondazione sono contenute nell’articolo 5 dello Statuto. Esso è composto dalle donazioni in denaro effettuate dai Fondatori Promotori e dai Fondatori, dai beni mobili e immobili acquisiti dalla Fondazione a qualsiasi titolo. Sono inoltre parte integrante del patrimonio della Fondazione le erogazioni liberali fatte a beneficio di essa da parte di qualsiasi ente che specifichi nella causale la volontà di incrementare il patrimonio. Anche i contribuiti da parte degli enti pubblici nazionali e sovranazionali vengono considerati parte del fondo di dotazione. In termini contabili l’esercizio finanziario viene compiuto con cadenza annuale ed è compito del Consiglio d’Amministrazione quello di approvare il bilancio preventivo entro il 31 dicembre e quello a consuntivo entro il 30 giugno.

L’articolo 6 dello Statuto vieta espressamente la spartizione degli utili o avanzi di gestione durante l’attività della Fondazione, qualora la distribuzione e la destinazione degli stessi non siano stabiliti da norma giuridica.

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Conclusioni

Nel corso di questo lavoro si sono indagati i presupposti e le motivazioni che spingono le aziende ad intraprendere iniziative a sostegno del mondo dell’arte. Il concetto di Corporate Social Responsibility, in questo senso, funge da quadro e, unitamente agli standard di valutazione dell’accountability, permette di valutare la performance aziendale in un contesto più ampio, che va oltre la semplice produzione di profitto. Alla luce dei dati raccolti si evidenzia, innanzitutto, che entrambe le realtà oggetto dei casi studio si confermano in continua crescita dal punto di vista economico – finanziario (cfr. tab. 3, pag. 28). Qualcuno potrebbe obiettare che c’è una sproporzione tra il Gruppo Lvmh e la Ferragamo S.p.a., ma bisogna considerare che il primo ha un portafoglio brand che contiene settanta marchi e che, come si è visto all’interno del caso studio dedicato, parte delle risorse finanziarie utilizzate provengono dal capitale dell’intero Gruppo, allo stesso modo l’azienda con sede a Firenze sceglie costantemente d’investire sul marchio di famiglia, arrivando a destinare la quasi totalità delle erogazioni liberali a iniziative che hanno a che fare con il mondo dell’arte.

Da questo punto di vista è bene fare una considerazione anche in merito all’approccio alla gestione. Nel caso del Gruppo LVMH la figura di Bernard Arnault riveste un ruolo di primo piano e, a dispetto del caso Ferragamo, ha scelto di intraprendere un percorso che è stato implementato nel corso del tempo, prova ne sia la costruzione della Fondazione all’interno del Jardin d’Acclimatation. In questo senso emerge chiaramente il senso degli affari che da sempre muove il magnate francese. Tale aspetto non deve essere letto come negativo, bensì serve a rafforzare l’argomentazione secondo cui delle elevate competenze manageriali possono produrre benefici non indifferenti all’interno delle istituzioni museali. La famiglia Ferragamo, invece, ha saputo sfruttare con intelligenza quanto era già in loro possesso – Palazzo Spini Feroni e l’eredità artigianale del fondatore – scegliendo di investire nella realizzazione di un archivio che contenga tutto lo storico della produzione. Per ciò che attiene i percorsi espositivi organizzati dal

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Museo, questi, come si è visto, cambiano ogni anno, mantenendo come costante quella di dedicare la prima sala all’esposizione di prodotti realizzati dallo stesso Ferragamo.

Si evince che i due approcci sono molto diversi, tuttavia dal secondo caso studio emerge che la strategia adottata dall’azienda di Firenze, è vincente perché, oltre ad assolvere il compito di custode dei valori e delle artigianalità che ne hanno fatto grande il nome, è riuscita a costruire un solido rapporto con l’intera realtà cittadina e con i partner istituzionale con cui talvolta collabora.

A conclusione del lavoro di ricerca è quindi possibile affermare che le modalità con cui un’azienda può dare il proprio contributo allo sviluppo artistico e culturale sono molteplici e i due modelli proposti sono entrambi ottime soluzioni in un’ottica di ridefinizione del management delle arti.

Per quello che riguarda il caso italiano, osservando in particolare la vastità e l’eterogeneità del patrimonio artistico presente, è auspicabile che le attività legate alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio artistico optino sempre più per soluzioni manageriali in cui competenze in ambito economico e artistico si combinano. A tal proposito sarebbe opportuno un impegno maggiore anche sotto il profilo normativo, attraverso l’adozione di norme che vadano ad ampliare quanto viene fatto attraverso l’Art Bonus, che prevede agevolazioni fiscali per le donazioni fatte a sostegno della cultura.

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Elenco delle figure

Figura 13: Curva di Engel per i beni di lusso. [Fonte: Spallino M. et alii “Le peculiarità del mercato del lusso].

Figura 14: Il ciclo di vita del lusso. [Fonte: Adattamento da “Il neo – lusso, marketing e consumi di qualità in tempi di crisi”].

Figura 15: Le cinque forze di Porter. [Fonte: www.google.it].

Figura 16: Grafico Trading up e Trading down. [Fonte: “Il neo lusso, Marketing e consumi di qualità in tempi di crisi”].

Figura 5: Valore su scala mondiale del settore dal 1995 al 2013. [Fonte: Spallino M. et alii “Le peculiarità del mercato del lusso”].

Figura 6: Schema esemplificativo dei brand appartenenti al gruppo. [Fonte: Document de Reference dell'anno fiscale 2015].

Figura 7: Immagine della Fondazione Vuitton. Si notano le dodici vele trasparenti e la forma che ricorda quella di un veliero. [Fonte: www.vivaparigi.com].

Figura 8: Organigramma relativo alla Fondazione, aggiornato al settembre 2016. [Fonte: www.fondationvuitton.fr].

Figura 9: Dati relativi al numero di impiegati all'interno del Gruppo. [Fonte: Document de Reference anno 2015].

Figura 10: Struttura del capitale del Gruppo. [Fonte: Sito istituzionale Lvmh]. Figura 11: Veduta di via Tornabuoni, a sinistra palazzo Spini Feroni. [Fonte: www.intoscana.it].

Figura 12: Diffusione su scala globale dei negozi Ferragamo. [Fonte: Bilancio di Sostenibilità dell'azienda per l'anno 2015].

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Elenco delle tabelle

Tabella 1: Top 10 dei brand del lusso. [Fonte: Global power of Luxury Goods - 2015].

Tabella 2: Principali categorie merceologiche dei beni di lusso. [Fonte: Busacca 2006].

Tabella 3: Indice Europeo dei beni di lusso – dic.2016 [Fonte: savignypartners.com].