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Aspetti positivi del GAP

Sin dalla nascita delle prime civiltà la gestione delle acque, in ogni parte del mondo, ha preso varie forme e direzioni. Da sempre l’uomo non potendo fare a meno della risorsa più indispensabile in assoluto, ha cercato di fermare, immagazzinare, pulire e deviare l’acqua nello sforzo di ridurre la sua vulnerabilità. Le prime civiltà si svilupparono nelle regioni dove abbondavano piogge e corsi d’acqua; con le prime rudimentali tecniche di canalizzazione, come ad esempio i Qanat7 , sviluppati nell’antica Persia e poi diffusi in tutto il Medio Oriente fino all’Asia, fu possibile portare l’acqua anche nelle zone più aride permettendo lo sviluppo di città ed estendendo la superficie dei terreni coltivabili.

Il principio utilizzato nell’ideare il GAP è lo stesso rivisitato in veste moderna. Sfruttando la naturale pendenza dei fiumi e costruendo delle grandi dighe lungo il loro corso, l’acqua viene immagazzinata in grandi cisterne a cielo aperto dando vita a veri e propri laghi. Questa grande quantità di acqua raccolta viene poi rilasciata, da una certa altezza, e

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Termine arabo usato per indicare un antico sistema di canalizzazione delle acque che, catturate dalle pendici di un’altura, da una superficie o direttamente da una falda, venivano deviate attraverso una rete di cunicoli verticali sotterranei posti in pendenza in modo da evitarne

l’evaporazione. Con questo sistema era possibile trasferire le acque per una superficie molto estesa e in territori molto caldi. Inoltre la costante presenza di pozzi, a intervalli regolari, permetteva la formazione di oasi e città, fungendo da vero e proprio acquedotto.

incanalata verso condutture forzate: la potenza gravitazionale della massa d’acqua, trasformata in energia cinetica nella fase di rilascio, viene convertita in energia meccanica da una turbina e infine trasferita ad un generatore che la trasforma, a sua volta, in energia elettrica. Inoltre, dalle grandi riserve idriche raccolte attraverso lo sbarramento delle dighe, l’acqua viene deviata attraverso una fitta rete di canali utilizzati per gli impianti di irrigazione [48].

Funzionamento di una centrale idroelettrica

L’intero progetto GAP prevede la costruzione di 22 grandi dighe, 19 centrali idroelettriche e numerosi impianti di irrigazione per rifornire una superficie di 1,7 milioni di ettari. La potenza totale delle centrali installate è di circa 7500 MW, con una produzione di oltre 27 miliardi di kWh [48]. I progetti principali sono due: uno riguarda il Tigri e l’altro l’Eufrate.

Il progetto sul bacino dell’Eufrate genera una potenza di 5304W e una volta concluso irrigherà una superficie agricola di 1 milione di ettari attraverso 14 dighe e 11 centrali idroelettriche. La più importante costruzione dell’intero progetto GAP è la diga di Karababa, dalle dimensioni gigantesche, subito rinominata Diga Atatürk in onore

dell’omonimo fondatore della Repubblica di Turchia e divenuta sin dall’inizio simbolo del progetto. Nel 1978 il numero di turbine applicate alla centrale idroelettrica di questa diga venne incentivato da 7 a 8 aumentandone così la potenza (la produzione energetica passava dai 2100 MW a 2400 MW). La Diga Atatürk è stata terminata nell’Agosto del 1990 ed è la sesta al mondo per grandezza (ha una capacità di 48,7 miliardi m³ ed è alta 169 m dal letto del fiume). L’acqua raccolta nel suo bacino raggiunge la pianura Şanlιurfa-Harran attraverso due grandi tunnel paralleli lunghi 26,4 km e con diametro di 7,62 m: questo sistema di irrigazione a tunnel è il più grande nel suo genere e si dirama attraverso una rete di canali che costituiscono 6 schemi completi per l’irrigazione del 54% ti tutte le aree coltivabili del GAP comprendendo i seguenti schemi: lo Siverek-Hilvan (160 000 ettari), lo schema di pompaggio di Bozova (69 000 ettari), il Suruc-Baziki (146 500 ettari), il Mardin-Ceylanpinar ( 335 000 ettari) e lo schema Urfa-Harran ( 141 000 ettari). I tunnel sono stati completati nel 1997 e l’irrigazione è oggi praticata in 250 000 ettari di terreno (sui possibili 476 000 ettari coltivabili) [48].

Il progetto che riguarda il Tigri genera una potenza di 2172 MW e irrigherà, una volta concluso, 700 000 ettari di superficie grazie alla costruzione di 8 dighe e 8 centrali idroelettriche [48].

La produzione di energia idroelettrica, come visto fin’ora, gode di numerosi vantaggi: è prima di tutto una fonte rinnovabile di energia pulita non rilasciando agenti inquinanti nell’atmosfera (ha valori bassissimi di emissione di gas verdi, GHG) ed è inoltre a basso costo. La costruzione degli impianti necessari porta nuovi impieghi oltre che l’aumento della disponibilità di acqua ed energia in molte aree, migliora le condizioni di vita della popolazione in generale in particolare grazie al re-investimento degli introiti ottenuti attraverso la vendita dell’energia ai paesi vicini8. La prima linea elettrica che portava energia dalla diga al confine Siriano fu completata nell’Agosto 1998 [10].

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Nel 1995 fu firmato un accordo tra i governi di Siria, Turchia, Giordania ed Egitto per l’interconnessione della rete elettrica che avrebbe trasmesso energia generata dalla centrale costruita sulla Diga Atatürk ( Anonimo, 1995).

Inoltre l’innalzamento di dighe permette il controllo della portata dei fiumi (fin’ora irregolare e con periodi di piena a volte simultanei e imprevedibili che hanno causato spesso inondazioni disastrose), migliora le condizioni di navigazione e permette la pratica della pesca lacustre.

La posizione strategica della Turchia tra Europa, Asia e Medio Oriente potrebbe costituire un notevole un punto di forza negli anni futuri soprattutto nella previsione dell’esaurirsi di combustibili fossili: la Turchia ha le potenzialità per diventare da grande paese importatore di energia un grande esportatore di elettricità.

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