Data la grande tradizione e l’elevato valore economico della risorsa tonno rosso, esiste un grande interesse a regolamentare a livello internazionale sia la pesca che l’acquacoltura di questa specie (SCRS, 2007; FAO, 2005). Il tonno rosso è una specie che, per motivi trofici e riproduttivi, compie lunghe migrazioni e vive per la maggior parte del tempo in mare aperto (Fromentin & Powers, 2005). Si deve considerare quindi come una risorsa condivisa a più Paesi, in quanto gli stessi tonni si spostano dalle acque internazionali a quelle territoriali di più nazioni. Dunque si tratta di identificare, insieme agli altri Paesi, le regole per lo sfruttamento di una risorsa naturale, al fine di evitare gli effetti delle crisi di abbondanza, dipendenti da fluttuazioni naturali o da effetti di una pesca eccessiva, in modo da salvare “ecologie ed economie”. Economia ed Ecologia sono, infatti, gli elementi che consentono di misurare quanto una attività sia destinata a durare nel tempo, sia perché capace di mantenere l’efficienza produttiva ed economica, sia perché strutturata e funzionante in modo tale da consentire un uso duraturo delle risorse naturali (ad esempio: acqua, risorse genetiche, popolazioni, ecosistemi), senza generare conflitti (Cataudella, 2001). Se da un lato è necessario programmare gli investimenti nel settore della pesca e dell’acquacoltura considerando l’immissione dei mezzi tecnici e l’intensificazione delle produzioni è anche necessario considerare la natura degli impatti sui processi naturali, ed elaborare nuovi modelli di sviluppo economico che considerino la vulnerabilità dell’ambiente. I
mondi delle scienze economiche e delle scienze sociali devono creare dei criteri di valutazione dei risultati ottenuti che tengano conto di nuove modalità di misurare il successo delle imprese e delle istituzioni (Cataudella, 2001). Oltre alle economie della utilità, si dovrà percorrere anche la strada delle economie etiche. Queste dovranno considerare i valori della biodiversità, ossia che ogni forma di vita merita rispetto, ma anche i valori culturali, tradizionali e legati al tempo libero della risorsa tonno. Tutto ciò, però, non è attuabile senza un sistema di regole certe ed eque e condivise da tutti i Paesi.
Dal punto di vista commerciale la pesca e l’allevamento del tonno rosso possono ritenersi due attività importanti poiché, se gestite in modo responsabile ed all’insegna della sostenibilità, possono offrire notevoli potenzialità di sviluppo, nuove opportunità di lavoro e guadagni elevati. D’altra parte molte sono le critiche che vengono mosse contro l’attuale processo di industrializzazione della pesca, dell’allevamento e della commercializzazione di questa risorsa. La prima, sulla quale si concentrano la maggior parte delle istituzioni internazionali, è quella di un eccessivo sfruttamento di questa risorsa ittica, che già da diversi anni sta mostrando segnali di collasso con una netta riduzione del numero delle catture e della taglia media degli individui (SCRS, 2007). L’ICCAT, a causa di dati statistici carenti, non ha ancora trovato una stima ideale per la massima resa sostenibile (MSY) di questa risorsa (Fromentin & Powers, 2005). Inoltre, l’impoverimento della risorsa è in parte dovuto al fatto che non tutti i Paesi rispettano le quote, che ci sono “Flotte fantasma”, che operano senza essere titolari di quote, che i controlli sono difficili e che le regole non sono ben fatte.
A ciò bisogna aggiungere che la presenza di impianti di allevamento non risolve il problema della preservazione della sostenibilità della specie, in quanto, come detto, l’utilizzazione di tali impianti consente soltanto l’ingrasso dei tonni catturati e non la riproduzione degli stessi. Criticabile è anche la scelta di allevare animali al vertice della rete trofica, in quanto sono pesci che richiedono una dieta con forti componenti di origine animale e che quindi è considerata energeticamente dispendiosa (FAO, 1995). Il fatto poi, che non si sia ancora messo a punto una dieta artificiale bilanciata costringe gli allevatori ad alimentare i tonni con pesce azzurro decongelato, il che determina da una parte grandi sprechi per i produttori dall’altra uno sforzo di pesca maggiore sul pesce foraggio.
Gli impianti, inoltre, se vengono posizionati in siti non idonei, in termini di caratteristiche oceanografiche, batimetriche e di circolazione dell’acqua di profondità, rischiano di produrre esternalità negative sugli ecosistemi acquatici. Gli scarichi di azoto e fosforo provenienti dagli escrementi degli animali allevati e l’accumolo del pesce non ingerito sul fondo possono alterare la qualità dell’acqua e dei sedimenti causando di conseguenza anche alterazioni sugli organismi marini.
Sebbene la pesca e l’allevamento del tonno possano determinare alcuni impatti indesiderati sull’ambiente marino e sulla conservazione delle risorse naturali, la sfida vera non sta nell’estromettere le attività produttive, bensì nella capacità di saperle dimensionare e renderle appropriate per evitare che uno sfruttamento irrazionale comporti la perdita di opportunità future, considerando nel conto anche quelle che oggi non possiamo conoscere. La pesca e l’acquacoltura moderna sono attività altamente tecnologiche, e la stessa capacità di misura e controllo degli impatti sull’ambiente dipende dalla possibilità di disporre di dati scientifici e tecnologie appropriate, e che questi siano accessibili. Nello sviluppo di una acquacoltura responsabile la prima tappa è la corretta scelta tecnologica, un impianto correttamente collocato nell’ambiente significa migliori opportunità economiche e minori impatti ambientali, se la capacità portante del sistema viene rispettata. Soprattutto dove c’è bisogno di produrre, l’intensificazione sembra una via obbligata. Ma chi pianifica, deve prevedere la natura degli impatti attesi e dovrà considerare, come successo del progetto, la capacità di contenimento e controllo delle esternalità negative. Dunque tecnologie per produrre e per controllare gli impatti. La ricerca di tecnologie sicure è il primo passo verso una acquacoltura responsabile e sostenibile.