Questo asse è stato incluso per aiutare il clinico a tenere in considerazione le varie forme e i diversi gradi di agenti psicosociali di stress, fattori che esercitano
un'importante influenza su un gran numero di disturbi infantili. Una fonte di stress psicosociale può essere presente nella vita del bambino sia in forma diretta (ad esempio, una malattia che richiede l'ospedalizzazione del bambino) sia informa
indiretta (ad esempio, una malattia improvvisa del genitore che comporta al bambino un'esperienza di separazione). L'evento stressante può essere di durata breve o prolungata; può essere causato da un singolo evento o da una serie di eventi con effetto cumulativo. Alcuni eventi specifici e alcune situazioni di transizione che, nella nostra cultura, rappresentano delle normali esperienze di vita - ad esempio, la nascita di un fratellino, il trasferimento della famiglia in una città diversa, il rientro al lavoro di un genitore dopo che questi è stato a casa per un po' di tempo, o l'inserimento
all'asilo nido o alla scuola materna - possono costituire per il bambino una fonte di
stress. Alcuni bambini vivranno questi cambiamenti como agenti stressanti mentre altri li affronteranno con facilità e si adatteranno velocemente alle nuove circostanze.
Altre cause di stress possono essere, invece, più generalizzate e durare più a lungo;
questo è quanto avviene in caso di povertà, nelle situazioni in cui l'ambiente circostante al bambino è violento o nei casi in cui il bambino subisce dei maltrattamenti nell'ambiente familiare.
Per valutare l'impatto che una particolare fonte diretta o indiretta di stress
psicosociale può avere sul bambino è opportuno considerare la perdita che il bambino subisce nei termini di sicurezza di base e di conforto, quegli elementi essenziali
dell'"involucro" di protezione e di sostegno che dovrebbe costituire l'ambiente di cure più vicino al bambino. Quindi, il clinico deve essere in grado di distinguere la gravità dello stress da quello che sarà il suo impatto finale sul bambino, impatto che sarà fortemente influenzato dalla risposta che darà l'ambiente. L'ambiente che circonda il bambino, può, infatti, funzionare da scudo e proteggerlo dalla fonte di stress,
riducendo, di conseguenza, l'entità dell'impatto; può però accadere che l'ambiente non sia in grado di proteggere il bambino o che, in alcuni casi, contribuisca addirittura a rinforzare l'effetto dell'agente di stress attraverso atteggiamenti ansiosi e/o negativi.
L'impatto finale di un evento stressante dipende da tre fattori:
- la gravità dell'evento stressante (la sua intensità e la durata di quel dato livello di intensità; il carattere improvviso della sua insorgenza; la sua frequenza e la non prevedibilità della sua ricorrenza);
- il livello di sviluppo del bambino (l'età cronologica, la dotazione di base del bambino e la robustezza dell'Io);
- la disponibilità e la capacità dell'adulto che si prende cura del bambino di fungere da scudo protettivo e di aiutarlo a comprendere e a trovare il modo di affrontare la
situazione di stress.
Lo scopo dell'indice di stress proposto dal manuale di classificazione diagnostica 0-3 è quello di individuare le fonti di stress, la loro gravità, e la loro durata in riferimento a un bambino specifico. Maggiore è il numero di fattori coinvolti, maggiore sarà la
gravità dello stress che si presume il bambino viva. Per quanto riguarda gli effetti dello stress, vanno presi in considerazione i danni allo sviluppo, i comportamenti legati al trauma psichico, i cambiamenti nell'affettività e i disturbi di relazione. L'utilità di valutare l'impatto generale dello stress sul bambino risiede nel tentativo di cogliere la capacità di recupero del bambino alla luce della quantità di stress, delle capacità individuali (le risorse più interne) e del supporto esterno. Gli altri assi di questo sistema di classificazione coglieranno la natura specifica dell'impatto sul bambino.
Alla luce dei rapidi cambiamenti nella progressione dei livelli di sviluppo e della rapida maturazione biologica nei primi anni di vita, della relativa sensibilità del bambino al cambiamento e della sua capacità di adattarsi o meno, vengono proposte le seguenti definizioni di stress "prevalentemente acuto" o "prevalentemente duraturo":
Prevalentemente acuto
Primo anno: durata inferiore a un mese Secondo anno: durata inferiore ai tre mesi
Terzo anno: durata inferiore ai tre mesi Prevalentemente duraturo
Primo anno: durata superiore a un mese
Secondo anno: durata superiore ai tre mesi
Terzo anno: durata superiore ai tre mesi
Per utilizzare l'indice di stress, il clinico dovrebbe prima identificare tutte le fonti di stress e determinare la gravità dello stress (considerandolo lungo un continuum che
va da medio a grave). Deve quindi valutare l'impatto dello stress sul bambino, impatto che può essere modificato dalla reazione dell'ambiente, il quale può attenuare o
regolare l'impatto. Per valutare la gravità cumulativa dello stress è importante identificare tutti gli agenti stressanti presenti nella situazione di un particolare
bambino, ad esempio, un bambino dato in affidamento può non aver ancora superato l'impatto dei maltrattamenti subiti o della situazione di malattia psichiatrica del
genitore o delle esperienze di separazione o del fatto di essere vissuto in condizioni di povertà. Per questa ragione, il clinico deve assicurarsi di identificare le fonti di stress attuali e di verificare se queste continuano ad avere o meno un effetto negativo sul bambino, ad esempio, nel caso in cui vi sia stato un trasferimento della famiglia in una città diversa o la nascita di un fratellino o l'inserimento al nido o alla materna etc.
Indice di stress
Fonti di stress: Acuto Duraturo Rapimento
Maltrattamento fisico
Abuso sessuale Acuto Duraturo Maltrattamento emotivo
Adozione
Nascita di un fratello Affidamento familiare Ospedalizzazione Perdita di un genitore Perdita di un altro adulto significativo
Malattia fisica Trasferimento Disastri naturali Venire ignorato
Malattia fisica del genitore Malattia psichiatrica del genitore
Povertà
Inserimento all'asilo nido o alla scuola materna
Separazione dal genitore per motivi di lavoro
Separazione dal genitore per altri motivi
Sfratto dall'abitazione di residenza
Lesioni
Una persona cara subisce un trauma
Ambiente circostante violento Altro
Numero di agenti stressanti
Il clinico dovrebbe considerare l'impatto globale sul bambino di tutti gli agenti di stress sopra elencati data la capacità protettiva dell'ambiente. La lista presentata sopra può essere utilizzata come una scala di valutazione a scopi clinici o di ricerca.
1. Nessun effetto.
2. Effetti di lieve intensità: lo stress genera tensione e ansia riconoscibili ma non interferisce con il livello globale di adattamento del bambino, ad esempio, irritabilità, scatti temporanei di rabbia o di pianto, scatti nel sonno etc.
5. Effetti di intensità moderata: lo stress influenza negativamente alcune aree
dell'adattamento ma non le aree più importanti della comunicazione e della relazione, ad esempio, il bambino si aggrappa fortemente alla madre, non vuole andare a scuola, presenta comportamenti impulsivi o di opposizione, disturbi del sonno etc.
7. Effetti gravi: lo stress determina importanti deviazioni in alcuni aspetti
dell'adattamento; ad esempio, il bambino evita di entrare il relazione con gli altri, appare depresso e rinchiuso in se stesso, piange in modo inconsolabile, è terrificato, non riesce a comunicare etc.