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1. POLITICHE DI BILANCIO PER LA RIPARTENZA

L’uscita dall’emergenza pandemica e la necessità di rilanciare l’economia regionale in un contesto di tenuta sociale occuperà l’intero quinquennio della legislatura. Dobbiamo mettere in campo politiche di bilancio antici-cliche finalizzate nel breve periodo a ridurre l’impatto negativo della riduzione del PIL, nel medio-lungo periodo a contribuire alla ripresa del Prodotto interno lordo regionale, sul quale il nostro bilancio incide per quasi il 9%.

LE AZIONI

• Mobilitazione, coordinamento e piena finalizzazione della maggior quantità di risorse finanziarie disponibili per il territorio per gli obiettivi del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima: le politiche di rilancio per l’uscita dalla crisi COVID-19 determineranno la disponibilità di nuovi fondi nazionali e di ingenti e straordinarie risorse comunitarie, il cui utilizzo andrà coordinato con gli altri livelli istituzionali e condiviso con parti sociali e im-prenditoriali al tavolo per il nuovo Patto per il lavoro e il Clima.

• Piena compartecipazione alla nuova programmazione comunitaria 2021-2027 perché nessuna risorsa resti disimpegnata: garantire, a fronte di una richiesta di maggiore compartecipazione alla spesa comunitaria, le risorse regionali indispensabili per realizzare gli obbiettivi della nuova programmazione.

• Concentrazione delle risorse regionali nei settori prioritari per la ripresa economica e per la tenuta sociale:

selezionare, in funzione dell’uscita dalla crisi e del rilancio economico e sociale, gli interventi prioritari, con-centrando l’impiego delle risorse ed evitando la distribuzione a pioggia.

• Assegnazione delle risorse anche in funzione della possibilità di realizzazione degli interventi in tempi certi e rapidi: selezionare i programmi e gli interventi da realizzare tenendo conto anche dei tempi di “cantierabilità”

e di ricaduta delle azioni finanziate.

• Invarianza della pressione fiscale: mantenere inalterato il rapporto tra le entrate tributarie regionali e il PIL.

2. UNA NUOVA STAGIONE DI INVESTIMENTI

La ripartenza implica la necessità della programmazione di una rilevante mole di investimenti pubblici, quale volano per la ripresa economica e sociale. È indispensabile che ad una attenta e puntuale programmazione faccia seguito una rapida ed efficace realizzazione degli interventi, anche attraverso un costante monitoraggio del loro andamento.

LE AZIONI

• Attività di raccordo con gli altri livelli istituzionali, dal Governo agli Enti Locali, alle aziende pubbliche, al fine di coordinare e di velocizzare gli interventi: coordinare al meglio gli investimenti che interesseranno, nel prossimo quinquennio, il territorio regionale al fine di stimolarne e accelerarne la realizzazione e di evitare duplicazioni o sovrapposizioni.

• Supporto alla finanza e agli investimenti degli enti locali: garantire supporto ai piani di investimenti dei Co-muni al fine di assicurarne e accelerarne la realizzazione.

• Cabina di regia interassessorile per il monitoraggio delle spese di investimento: monitorare con cadenza trimestrale/semestrale l’andamento delle spese di investimento messe in campo dai diversi Assessorati.

3. UNA NUOVA GOVERNANCE ISTITUZIONALE

Il percorso incompiuto delle riforme istituzionali ha reso più fragile anche il Governo locale, non consentendo un pieno sviluppo del processo di razionalizzazione e di rafforzamento degli Enti locali, tassello cruciale anzitut-to nella governance dell’Emilia-Romagna, e nemmeno una compiuta definizione delle prerogative regionali nel rapporto con lo Stato centrale. L’autonomia regionale rappresenta per l’Emilia-Romagna una sfida e un’occasio-ne importante di rivisitazioun’occasio-ne della governance regionale volta da un lato ad enfatizzare la funzioun’occasio-ne legislativa e di programmazione della Regione, dall’altro a ricercare assetti più avanzati di governo locale e di gestione, in termini di appropriatezza, efficacia ed efficienza da parte degli Enti Locali.

LE AZIONI

• Revisione della L.R. 13/2015 sull’assetto delle Province: rafforzare il ruolo della Provincia quale Ente di pro-grammazione e coordinamento di area vasta e di casa dei Comuni.

• Revisione della governance delle Unioni e delle forme di partecipazione degli Enti locali del sistema regio-nale: riformare gli assetti di governo delle Unioni tenendo in debita considerazione il tema della rappresentan-za e dell’efficacia della azione istituzionale; ripensare il ruolo del CAL.

• Sostegno alle Unioni dei Comuni: accompagnare le Unioni in fase di avvio e di sviluppo attraverso un suppor-to non solo economico ma anche manageriale; prevedere per le Unioni più mature e in fase avanzata nuove opportunità anche in sede di programmazione europea.

• Sostegno alle fusioni dei Comuni: garantire un adeguato accompagnamento ai Comuni intenzionati ad avvia-re processi di fusione al fine di avvia-renderli partecipati e accavvia-rescerne la consapevolezza tra i cittadini; proseguiavvia-re nel sostegno dei Comuni derivanti da processi di fusione.

• Revisione della L.R. 21/2012 ambiti ottimali: rivedere i confini degli ambiti ottimali tenendo conto della giusta dimensione per la gestione dei servizi e del rapporto con gli altri strumenti di governo del territorio che insi-stono su quell’ambito ottimale.

4. UN NUOVO PATTO TRA CITTADINI, IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

È fondamentale creare le condizioni affinché cittadini e imprese percepiscano la pubblica amministrazione come un alleato e non come una controparte. A tal fine è indispensabile semplificare le procedure amministrative per l’accesso ai servizi da parte dei cittadini e per le politiche di investimento delle imprese. È altrettanto importante costruire processi decisionali fondati sull’analisi e l’implementazione dei dati.

LE AZIONI

• Patto per la semplificazione nell’ambito del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, con il pieno coinvolgi-mento di Enti locali, agenzie, enti e rappresentanze sociali: rivedere procedure e procedimenti regionali al fine di ridurne i termini ed accrescerne l’efficacia in un nuovo equilibrio tra legalità e semplificazione.

• Digitalizzazione dell’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione e processi di Policy making data dri-ven: attuare politiche “digital first” rendendo possibili autorizzazioni, pagamenti e informazioni da ogni luogo e nel minor numero di clic possibile; uniformare il più possibile gli strumenti digitali tra i diversi livelli istituzionali;

prendere decisioni utilizzando al meglio tutti i dati a disposizione (con il supporto dell’assessorato all’Agenda digitale).

• Supporto attivo ad una giustizia digitale e diffusa: supportare gli uffici giudiziari regionali potenziandone l’in-novazione amministrativa e favorendone lo sviluppo organizzativo e tecnologico; promuovere presso le am-ministrazioni locali le potenzialità tecnologiche utili a diventare un punto di accesso al sistema della Giustizia per l’erogazione di servizi territoriali, favorendo la prossimità.

5. RILANCIO DEL PUBBLICO IMPIEGO

L’efficacia della Pubblica Amministrazione passa da un lato da una adeguata e qualificata dotazione di personale e al contempo dall’introduzione di nuove forme organizzative che consentano il lavoro “agile” e per obiettivi. La digitalizzazione della PA è uno strumento indispensabile per raggiungere queste finalità, contribuendo ad una migliore qualità del lavoro e ad un’accelerazione dei processi di sviluppo sostenibile. Infine, è indispensabile un approccio alle politiche per le risorse umane volto ad accrescerne le competenze, il livello di fiducia interno e l’efficacia dell’azione verso i cittadini e le imprese. La trasformazione digitale che impatterà sull’organizzazione non potrà che avere nelle parti sociali un partner indispensabile, con cui confrontarsi e immaginare la nuova dimensione organizzativa.

LE AZIONI

• Implementazione e diffusione dello smart working: il lavoro “agile” non deve rimanere legato solo alla fase emergenziale ma deve favorire l’obiettivo di strutturare in modo innovativo le modalità di lavoro, per obiettivi e con il riscontro dei risultati raggiunti (con il supporto dell’assessorato all’Agenda digitale).

• Rigenerazione della macchina amministrativa: accelerare i nuovi concorsi per l’assunzione di personale, an-che individuando nuovi profili professionali coerenti con gli obiettivi dell’Ente; attuare percorsi di on-boarding per guidare e orientare al meglio i nuovi dipendenti.

• Investimento nelle politiche di formazione e professionalizzazione del personale dell’Ente e del sistema regionale (in accordo con Anci e Upi): potenziare le politiche formative dell’Ente anche attraverso il sostegno e l’allargamento dell’Academy Regionale per il management degli Enti Locali.

6. VALORIZZAZIONE E RIORGANIZZAZIONE DEL PATRIMONIO

È indispensabile una gestione attiva del Patrimonio regionale sia come fonte di efficienza e risparmio delle spese correnti di funzionamento, sia per la riconversione sostenibile dei luoghi lavoro. È necessario procedere con logiche aggregative sia a livello di sede centrale che periferiche, attuando piani strategici di dismissioni di beni non utilizzati per le funzioni proprie dell’Ente.

LE AZIONI

• Dismissione del Patrimonio non strategico dell’Ente per avviare nuovi investimenti: mappare il patrimonio regionale e classificarlo in funzione della sua strategicità sulla mission aziendale al fine di poter dismettere ciò che non è strategico, e poter ridurre i costi di gestione e recuperare risorse per nuovi investimenti.

• Accorpamento e razionalizzazione delle sedi e gestione attiva del patrimonio: ridurre la molteplicità delle sedi di lavoro regionali anche grazie ai processi di digitalizzazione e migliorarne la qualità e la funzionalità nella logica di maggior sostenibilità e sicurezza.

• Realizzazione e gestione del Tecnopolo di Bologna nell’ambito più generale della rete di ricerca regionale:

completare l’investimento del Tecnopolo di Bologna anche attraverso l’utilizzo di risorse nazionali ed europee per renderlo un Hub della ricerca europea (in collaborazione con gli assessorati allo Sviluppo economico e all’Agenda digitale).

7. REGIA UNITARIA DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA, DELL’ENTE, DELLE AGENZIE E DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE

La necessità di rendere più efficace ed unitaria l’azione amministrativa dell’Ente pone come elemento di valu-tazione gli strumenti che sono oggi presenti nel panorama organizzativo della Regione, allo scopo di evitare duplicazioni, se non addirittura contrasti tra articolazioni diverse dello stesso sistema, con l’obbiettivo di massi-mizzarne l’efficacia e la funzionalità.

LE AZIONI

• Orientare l’azione delle società partecipate alle politiche di uscita dalla crisi: rafforzare ed adeguare l’effi-cacia delle nostre società partecipate nell’affrontare le nuove sfide, dalla digitalizzazione del territorio e della pubblica amministrazione alle politiche di sostegno al sistema delle imprese (in collaborazione con gli asses-sorati allo Sviluppo economico e all’Agenda digitale).

• Aggiornamento del percorso di razionalizzazione degli Istituti regionali e delle società partecipate: moni-torare gli effetti del piano di razionalizzazione delle società partecipate e degli Istituti regionali, aggiornarlo e completarlo laddove necessario.

• Monitoraggio delle agenzie e delle società in house: monitoraggio annuale dell’attività delle agenzie e delle società in house al fine di valutarne la coerenza con l’azione amministrativa dell’ente e garantire un’azione unitaria.