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Assistenza residenziale

Nel documento Il SSN tra attese epromesse disattese (pagine 43-46)

2. Assistenza territoriale

2.2.6 Assistenza residenziale

L'Assistenza residenziale rappresenta i servizi che vengono erogati all'interno di strutture quali le Residenze Sanitarie Assistite (RSA) e le Lungodegenze o Hospice; queste strutture forniscono un servizio peculiare e importante, visto che si fanno carico dell'assistenza ai soggetti che non presentano esigenze emergenziali di cura e assistenza, come quelle che giustificano l'accesso in ospedale attraverso la richiesta di ricovero o i Pronto Soccorso, ma che, allo stesso tempo, richiedono una competenza specialistica progettata su misura per le condizioni cliniche del paziente. Ciò che differenzia questo tipo di assistenza è la prospettiva a medio termine, solitamente nell'ottica di diverse settimane o mesi, in cui è calata l'erogazione dei servizi collegati.

La maggioranza di tali prestazioni è rappresentata dalle terapie di riabilitazione post-operatoria (cardiologica, neurologica, ortopedica etc.) per i soggetti che possono recuperare funzioni e autonomia, e dalle terapie palliative e di assistenza sociale per i pazienti più gravi. A questa tipologia di servizi si accede attraverso la richiesta effettuata dalla struttura ospedaliera oppure attraverso una precisa indicazione del Medico di base o dello Specialista pubblico, nei casi in cui la presa in carico, per via della sua complessità e della delicatezza delle condizioni del paziente, deve essere necessariamente fornita all'interno di strutture dove la frequenza del controllo e la specializzazione degli operatori è precipua, ma differisce per l'intensità di erogazione.

L’assistenza residenziale si caratterizza per gli aspetti di umanizzazione e personalizzazione della cura e le prestazioni non devono essere intese come una soluzione finale del percorso, ma come una fase transitoria che deve prevedere la dimissione al domicilio non appena le condizioni cliniche e di salute siano recuperate. La figura 8 classifica le varie categorie di segnalazione e le relative problematiche:

Fig. 8 – Assistenza residenziale

Fonte: XXII Rapporto PiT Salute 2019 - Cittadinanzattiva

La prima voce segnalata dai cittadini riguarda i problemi nel ricevere l'Assistenza medico-infermieristica, giudicata scarsa nel 38,9% dei casi; il dato è in notevole aumento rispetto al 31,6% della rilevazione 2017. I cittadini indicano come insufficiente l’assistenza offerta nei servizi erogati dalle strutture residenziali, in particolare per quanto riguarda la minima presenza degli operatori infermieristici ed il personale medico, assolutamente inadeguato rispetto al numero di pazienti presenti in reparto.

I cittadini segnalano la progressiva riduzione del personale presente in struttura, e i disagi che ne conseguono proprio in termini della qualità di assistenza erogata, sempre più spesso si verificano le situazioni in cui i pazienti non possono disporre di assistenza appropriata, perché vi sono pochi infermieri o medici in reparto. Quindi, da un lato, si verifica un aumento del rischio di non appropriata presa in carico per il paziente, dall’altro, inevitabilmente aumenta anche il peso su infermieri e medici che si trovano la responsabilità di gestire molti pazienti con poco personale a disposizione per cui un aumento del carico di lavoro, maggiore stress, maggiore possibilità di incomprensioni tra pazienti, familiari e operatori sanitari.

La seconda voce maggiormente segnalata dai cittadini attinente ai costi eccessivi per la degenza, la retta, infatti, è troppo alta rispetto alle possibilità del paziente nel 37,2% dei casi segnalati nel 2018 rispetto al 35% nel 2017, testimoniando una assoluta inadeguatezza del servizio nei confronti proprio di chi ha meno possibilità economiche e deve ricorrere all'aiuto dei famigliari, degli amici, o deve addirittura trovare altre vie di finanziamento del ricovero.

La terza problematica più segnalata dai cittadini è quella relativa alle lunghe liste d'attesa per l'accesso alle strutture RSA e Lungodegenze, dato che presenta un decremento di ben oltre 9 punti percentuali, 15% nel 2018 e 24,6% nel 2017. Indubbiamente il calo delle segnalazioni è un elemento positivo ma i cittadini segnalano tempi di attesa di diversi mesi, un tempo assolutamente incompatibile

con le esigenze di salute dei cittadini che presentano l'oggettiva impossibilità di essere seguiti e gestiti al domicilio.

Da ultimo, per quanto concerne le categorie di segnalazione in ambito di assistenza residenziale, i cittadini riportano che le strutture in cui vengono effettuati i ricoveri, soprattutto per una insufficienza di posti letto e strutture dedicate, sono distanti dal luogo di residenza o domicilio del paziente o dei suoi famigliari. Va da sé, però, che, in una situazione in cui i posti letto disponibili, e le stesse strutture, sono in numero limitato per territorio, si rende necessario il ricorso a strutture fuori dalla zona sanitaria di residenza, o addirittura fuori dalla regione. Il rischio che si verifichi tale evenienza è tanto più alto quanto specialistica e grave è la condizione del malato, soprattutto per chi presenta più di una patologia. Il dato che fa riferimento alle segnalazioni che i cittadini hanno nel 2018, è pari al 8,9% che si presenta pressoché stabile rispetto al 8,8% rilevato nel 2017.

La grafica che segue, in tabella 6, indica le strutture in cui si verificano i disagi segnalati dai cittadini, la grande maggioranza dei problemi riguarda le RSA, con un dato complessivo che rappresenta ben il 80,5% del totale delle segnalazioni, con un dato in aumento rispetto l'anno precedente quando era pari al 86,5% nel 2017; ciò sta a significare che la percezione dei cittadini rispetto all'erogazione delle cure all'interno delle strutture in questione è sempre negativa. Il restante 19,5% della rilevazione 2018 e del 13,5% nel 2017 fa riferimento alle strutture di Lungodegenza, dove il servizio viene giudicato problematico e comunque non all'altezza delle esigenze, per i motivi analizzati in precedenza. consiste in un servizio ospedaliero destinato ad accogliere anziani, generalmente non autosufficienti, affetti da patologie tali da risentire scarsamente dei trattamenti riabilitativi finalizzati alla ripresa dell’autonomia, ma che necessitano sia di assistenza che di trattamenti fisioterapici, incentrati o ad ottenere un certo miglioramento della condizione di malattia o ad impedirne il peggioramento. Quindi, le unità di lungodegenza sono riservate a quei pazienti che, conclusa la fase acuta del ricovero, necessitano di un prolungamento dell’intervento assistenziale ospedaliero dato che presentano una situazione funzionale compromessa da cui ha origine una riduzione delle condizioni di autosufficienza psico-fisica.

Assistenza residenziale 2018 2017

RSA 80,5% 86,5%

Lungodegenza 19,5% 13,5%

Totale 100% 100%

Tab. 6 – Assistenza residenziale

Fonte: XXII Rapporto PiT Salute 2019 - Cittadinanzattiva

“In seguito ad intervento per la rottura del femore, dopo la degenza presso l’ospedale, e su consiglio dell’assistente sociale, la paziente è stata ricoverata presso la RSA. La degenza si rivelava subito problematica sia sotto il profilo ambientale che sotto quello infermieristico e di assistenza alla persona. Dopo poche settimane si decideva di portarla via dalla RSA perché le condizioni della paziente erano drammatiche, era in stato comatoso e piena di piaghe da decubito, aveva inoltre bisogno dell´ossigeno. Il giorno dopo la dimissione e ilo ritorno a casa la paziente è deceduta.”

“La signora, affetta da Alzheimer da 13 anni, è invalida al 100% con accompagnamento in quanto non è in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita. Dovendo essere ricoverata in RSA l‘Unità di valutazione territoriale non le riconosce i requisiti per essere presa a totale carico dal Sistema Sanitario Nazionale e quindi è costretta a pagare la retta alberghiera di ben 2400,00 mensili. i figli vorrebbero intervenire con un'azione legale.”

Nel documento Il SSN tra attese epromesse disattese (pagine 43-46)