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ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE ENRICO MELASECCHE GERMINI

Nel documento IX SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 22-25)

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Bocci. La parola al consigliere Dottorini.

DOTTORINI. Grazie, Presidente. Certi eventi devono farci riflettere su mutamenti climatici globali, che se non avremo capacità di politiche innovative anche a livello regionale saranno sempre più frequenti. Concepire lo sviluppo senza tener conto di questo quadro globale sarebbe miope e dannoso non solo per il territorio. È chiaro che l’evento dei giorni scorsi è un evento eccezionale, raramente si verifica che ad una precipitazione nevosa in novembre si sommino poi precipitazioni piovose in quella quantità, tuttavia se la Presidente regionale di Legambiente, Vanessa Palucchi, dice che c’è una gestione scellerata del Tevere qualche motivo c’è.

Sempre Legambiente dice che, attraverso l’indagine presentata non molto tempo fa, il 90% dei Comuni umbri è a rischio idrogeologico se costruiti in zone alluvionali, in zone a rischio di esondazione; si sono costruite addirittura intere zone industriali in zone a rischio alluvione. Questo è un fatto.

Occorre inoltre lavorare sulla prevenzione, ogni volta che c’è un evento straordinario occorre domandarsi sa era possibile prevederlo e magari evitarlo mettendo in atto una serie di misure per limitare i danni. Fabio Pauselli, esperto di meteorologia e curatore del sito “Umbria meteo”, aveva previsto diversi giorni fa che le previsioni per l’Umbria associate al fatto che in molte parti del territorio si era verificata una copiosa nevicata avrebbero potuto causare, e cito, “allagamenti, frane, rigonfiamenti dei torrenti, con un serio rischio di esondazione”.

Credo che la Regione Umbria potrebbe, insieme ai Comuni, dotarsi di un sistema per le previsioni in campo meteo, magari facendo sistema con le esperienze che da anni lavorano nel campo della meteorologia e hanno avuto riconoscimenti importanti in campo nazionale. C’è un altro fatto.

L’Autorità di Bacino del Tevere, in uno studio del 1999, aveva individuato i rischi idraulici per tutto il bacino del Tevere e per i suoi affluenti secondari; ci sono le mappe di tutte le zone dell’Umbria dove si prevedeva e dove in effetti si sono avuti i danni maggiori da esondazione del Tevere, dei torrenti secondari o degli allagamenti, con una precisione quasi millimetrica. Ci sono qui, ho qui con me le cartine.

Questo per dire che ovviamente è importante chiedere oggi, noi l’abbiamo fatto sin da sabato, per primi, quando ci siamo resi conto delle caratteristiche e della portata di questo evento, è importante chiedere quindi lo stato di calamità, ma dobbiamo fare molta attenzione al governo dei territori, ad una manutenzione seria del Tevere, incentivare chi presidia il territorio da decenni, piccoli agricoltori, e puntare di più su questo che rispetto invece ad un uso ai soli fini economici del territorio.

Pertanto noi ci associamo alla richiesta che viene avanzata anche dagli altri Gruppi politici, i Verdi Civici quindi sono favorevoli e richiedono con forza lo stato di calamità, cercando di intervenire sui danni alle abitazioni civili, sull’impresa, l’agricoltura, al territorio, ma facendo anche attenzione, e cito ancora un dirigente nazionale di Legambiente, Simone Andreotti, che dice che “il rischio è di vedere ancora una volta il risarcimento danni non solo per chi ne ha veramente diritto ma anche per chi ha costruito in modo abusiva in zone a rischio”. Questa sarebbe una cosa molto dannosa e noi ovviamente invitiamo la Giunta a fare di tutto perché i risarcimenti arrivino a chi veramente ne ha bisogno e non chi ha giocato su magari controlli non sempre troppo attenti.

PRESIDENTE. Grazie consigliere Dottorini, la parola al consigliere Bracco.

BRACCO. Presidente, posso dirmi totalmente soddisfatto per la relazione che ha sottoposto a questo Consiglio l’assessore Riommi, a me sembra che noi dobbiamo esprimere anche la nostra soddisfazione per il lavoro che è stato svolto in questi giorni difficili dall’insieme della macchina che si è occupata della protezione civile, dai volontari, dai tecnici dell’Amministrazione regionale e delle Amministrazioni locali, dei diversi enti locali. Così come ritengo che si debba avere un’attenzione particolare, anche una solidarietà che poi ci auguriamo possa concretizzarsi anche con interventi a sostegno nei confronti di quei cittadini che sono stati toccati dai loro beni, ma anche delle imprese agricole, artigianali, industriali che hanno subìto dall’evento eccezionale dei giorni scorsi dei danni.

Ora io credo che in tutta questa vicenda emergano anche delle considerazioni di tipo più generale che noi dobbiamo fare e che attengono in gran parte al rapporto fra l’uomo e il territorio, fra la comunità e il suo territorio, perché qui in parte, io credo, ha ragione il consigliere Vinti quando sottolinea alcune trascuratezze del passato, però io che ho i capelli bianchi, e che a differenza di alcuni che ricordano il ‘44, che ho visto nella mia infanzia tante volte la valle del Tevere allagata, mi riferisco alla seconda metà degli anni

‘50 e anche all’inizio degli anni ‘60, so che tipo di rapporto esisteva tra gli esseri umani delle comunità che vivevano lungo il fiume e il fiume stesso, che oggi si è in gran parte perso, come io credo che una sottovalutazione del ruolo dell’agricoltura, che una serie di attività che si svolgono nella nostra regione, ruolo che hanno svolto in passato proprio a mantenere il territorio regionale, qui c’è un fatto culturale di rapporto con la natura, con l’ambiente che ci deve indurre a riflessioni attente e anche a mettere in moto tutti gli strumenti di cui noi oggi disponiamo, per far sì che non soltanto con l’esistenza degli invasi si possano prevenire eventi di questo tipo, ma anche con la manutenzione dei fossi, ma anche con la non cementificazione delle rive del fiume, ma anche con un’attenzione particolare a quel patrimonio culturale, ambientale, e anche per certi versi economico che i corsi d'acqua, a cominciare dal Tevere che è nella nostra Regione il più importante, rappresentano. Credo che questa occasione nel momento in cui noi dobbiamo dare una risposta politica e io mi auguro che sia una risposta che venga in modo unitario da tutto il Consiglio regionale e da tutte le istituzioni umbre, dobbiamo dare una risposta agli eventi che si sono determinati e i danni che questi hanno provocato, nello stesso tempo però si approfitti di un evento di questo tipo per una riflessione più attenta che riguarda appunto la

manutenzione del territorio e il rapporto con il territorio stesso.

Ora noi crediamo che dopo aver fatto fronte all’emergenza, speriamo come ci ha ricordato l’assessore Riommi, l’emergenza in gran parte possiamo dire che è superata, ecco dopo avere fatto fronte all’emergenza, dobbiamo però provvedere a far fronte ai danni che sono stati provocati sia alle persone che alle diverse attività produttive. Per questo io credo che sia opportuno che il Consiglio regionale esca con un ordine del giorno, una risoluzione unitaria, la quale solleciti la Giunta regionale a chiedere lo stato di calamità per la nostra Regione, per tutti i territori che sono stati interessati dall’evento appunto della tracimazione dei corsi d’acqua, e impegni il Governo a trovare delle risorse, nello stesso tempo però noi chiediamo che anche la Regione attivi quei percorsi finanziari necessari da una parte a far fronte all’emergenza e sostenere la ripresa delle zone più colpite ma nello stesso tempo anche a proseguire nell’opera di contenimento e risanamento del territorio che consenta di prevenire in futuro ancora meglio questi eventi.

Per cui io credo, in conclusione, che sia un atto di grande responsabilità politica, se questo Consiglio saprà uscire con un ordine del giorno unitario che appunto manifesti la volontà, del massimo consesso della Regione, e nello stesso tempo trovi una convergenza con tutte le istituzioni locali interessate perché l’intera comunità umbra, al di là appunto delle divisioni e delle collocazioni politiche invece possa riconoscersi nella necessità appunto di far fronte a questi eventi e di mettere la nostra Regione nella condizione di poterli affrontare al meglio.

Chiedo, Presidente, non so se sono l’ultimo a parlare, però lo chiedo adesso, che alla fine della discussione si possano avere cinque minuti di sospensione, per consentirci di costruire quest’ordine del giorno unitario, che concluda così come l’abbiamo sviluppato questo dibattito.

Nel documento IX SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 22-25)