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ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE MELASECCHE GERMINI ENRICO

Nel documento XL SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 25-28)

ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE MELASECCHE GERMINI ENRICO

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. La parola al consigliere Rossi.

ROSSI. Grazie, signor Presidente. Io mi sforzerò di fare una discussione e una riflessione seria, perché credo che l’argomento meriti serietà, non la mozione in sé che può presentare un gruppo o un altro. Noi affrontiamo a distanza di tredici – quattordici mesi, da quando questa mozione è stata presentata, questo argomento, che è un argomento di grande attualità per la nostra Regione e per il sistema Italia più in generale e, dicevo, mi sforzerò di fare riflessioni serie perché le questioni che vengono poste sono, appunto, questioni di grande rilevanza, non solo per il sistema produttivo dell’area Terni – Narni, ma lo sono più in generale per la competitività e le prospettive di sviluppo della nostra Regione.

Noi dobbiamo però necessariamente partire da due premesse che poi sono anche due verità: che cos’è che ispira, ha ispirato al momento della stesura e oggi che viene riproposta la mozione, e buona parte della discussione intorno a questo tema dell’energia, ovvero la volontà legittima di pezzi del sistema istituzionale, della rappresentanza politica, del sistema economico, di sostenere la tesi che solo la costruzione di una centrale da 800 megawatt può tenere quel livello di competitività del nostro sistema produttivo e più in generale soddisfare il radicamento come uno dei fattori localizzativi più importanti per quanto riguarda le nostre multinazionali e, nello specifico, la Tiesse Group.

Questa discussione ha una cronistoria ben precisa e ha una cronistoria che parte dall’assunto che nel frattempo si è consumata anni fa una riorganizzazione delle prospettive del maggior sito produttivo di centro Italia, cioè le acciaierie di Terni, all’interno della multinazionale, con il cambio anche del management, si è posto con grande forza e grande rilevanza questo tema dell’approvvigionamento energetico e della costruzione della centrale, perché sono due questioni separate: l’approvvigionamento energetico a costi competitivi del sistema produttivo e il meccanismo per soddisfare almeno una parte di esso attraverso l’autoproduzione. In più la costruzione della centrale da 800 megawatt soddisfaceva una linea legittima imprenditoriale che allora il management delle acciaierie di Terni si era data.

Poi questa questione ha attraversato tutte le varie riorganizzazioni del management, tutte

le questioni legate alla chiusura del magnetico, alla costruzione del patto di territorio e oggi, appunto, è ancora attuale, mentre noi assistiamo a forti investimenti in termini finanziari e non solo, da parte della Tiesse Group, in particolar modo sul sito produttivo di Terni. Perché non va dimenticato che questa questione dell’autoproduzione è venuta fuori rispetto alla questione delle acciaierie, che poi vi sia un problema più generale che riguardava l’intero sistema produttivo del Paese, non del ternano, del Paese, rispetto alla competitività dello stesso, ai costi europei dell’approvvigionamento energetico, mi pare un’ovvietà che non ci sia bisogno di ribadire.

Ora, dove sta al di là della strumentalità politica, della dialettica politica, al di là dello scarso significato costruttivo che l’iniziativa ha in sé, ma su questo tralascio, dove sta il fatto che evidenzia la non attualità della riproposizione della questione della centrale da 800 megawatt? Perché nel chiedere la rivisitazione degli strumenti messi in atto, che anche gli stessi colleghi del centrodestra hanno definito positivi, come il patto di territorio, dietro questa richiesta c’è una verità, cioè l’idea che tutto viene piegato, tutto viene piegato, non nel porre un grande tema nazionale su cui, né il Governo Prodi in un anno di vita, né il Governo Berlusconi in cinque anni di vita hanno dato risposte, cioè quello dell’approvvigionamento energetico a costi competitivi, a costi europei, perché noi non è che abbiamo bisogno di più energia, noi abbiamo bisogno di energia a costi competitivi, che è una cosa diversa. È un tema. L’altro, quello dell’autoproduzione e della centrale da 800 megawatt è, appunto - come ha detto Nevi, credo lo abbia spiegato molto bene - è un tema che viene fuori sotto alcune spinte. Viene fuori ovviamente per interessi altri, rispetto alla discussione e all’impostazione del patto di territorio e degli strumenti negoziali che noi abbiamo messo in questi anni a disposizione. Perché o noi diciamo la verità e le cose le chiamiamo per nome e per cognome, oppure la discussione così importante, così significativa rischia però di essere fuorviante. E il fatto che non ci sia questa attualità, non quella dei costi competitivi, ma quella della necessità di costruire e di insistere e aumentare il livello dell’autoproduzione rispetto agli accordi fatti, che non sia un tema che attraversa la competitività del nostro sistema produttivo, che non attraversa il rapporto tra multinazionali e territorio e il radicamento delle multinazionali nel nostro territorio regionale, non è che lo dico io, a quel convegno che magari qualcuno ha anche deriso, ma a cui hanno partecipato anche autorevoli esponenti di Forza Italia con le loro opinioni, legittime ovviamente, né l’amministratore delegato di Tesse Group A.S.T., né il direttore generale di CONFINDUSTRIA, non un comunista dell’ultima ora, hanno detto che per

radicare una multinazionale in un territorio e per potenziare gli effetti virtuosi della stessa su quel territorio, non è che hanno detto che la necessità principale era costruire una centrale da 800 megawatt, hanno posto nella stessa misura del Ministro Bersani e di altri autorevoli relatori il fatto che c’è un tema, che è un tema, appunto, che riguarda le politiche di agevolazione, anche energetica, e tra queste la necessità di avere per il nostro sistema produttivo energia a basso costo. Ma hanno posto questa questione all’interno di un contesto molto più ampio e molto più importante, che è quello del rafforzamento del sistema della formazione – cito le parole di Arald Espena – non di un Comunista dell’ultima ora, la connessione più stringente tra sistema dell’impresa e la ricerca, la valorizzazione delle qualità e delle competenze, il sostegno all’export, appunto le politiche di agevolazione anche energetica, il potenziamento del sistema infrastrutturale materiale e immateriale. Ed è talmente vero che non esiste un assioma tra la teoria del radicamento della multinazionale e delle multinazionali e l’autoproduzione che noi, appunto, oggi ci ritroviamo oggi a discutere il tema mentre Tiesse Group fa gli investimenti più alti in termini finanziari della storia, della sua presenza della nostra Regione e - ahinoi, perché io comunque me ne dolgo - mentre chiude il sito produttivo di Torino e trasferisce a Terni tutte le produzioni.

Questo dimostra che le due questioni sono svincolate, la centrale da 800 e l’autoproduzione, lo risottolineo perché è bene che ci intendiamo tra di noi, non la questione energetica a costi competitivi, a costi europei, appunto con le decisioni degli investimenti di una multinazionale globale come Tiesse Group rispetto al nostro territorio.

Anzi, sceglie il nostro territorio, appunto, come sito d’eccellenza, chiudendo – ripeto, ahinoi – anche il sito di Torino. Quindi è per queste ragioni, non per altre, poi dopo ognuno la può buttare sulla rissa politica, sull’irresponsabilità, la responsabilità, poi saranno – caro Nevi – gli elettori a decidere tra me e lei chi è più irresponsabile e chi dice menzogne. E siccome l’ha detto lui prima, cara collega, siccome l’ha detto lui che noi siamo una coalizione che dice menzogne... Ma ridicolo, sarai tu... (Confusione in Aula)... Siccome l’opinione è la stessa, siccome caro De Sio è la stessa opinione che ho io di voi...

(Intervento fuori microfono del consigliere De Sio)... Dicevo, saranno poi i cittadini dell’Umbria, di Terni a decidere se le decisioni che sono state prese, tra l’altro attraverso uno strumento assolutamente innovativo e originale nel Paese come il patto di territorio tra l’altro sottoscritto dal Governo Berlusconi con il sistema degli Enti locali e la Regione dell’Umbria, dicevo, sarà uno strumento irresponsabile o meno.

Io credo che noi dobbiamo insistere perché la questione del fabbisogno energetico a costi competitivi è un problema nazionale, ed è un problema che non riguarda solo l’area produttiva di Terni, né tantomeno l’area produttiva della nostra Regione, ma interessa appunto la competitività e lo sviluppo del nostro Paese, perché penso che nel nostro Paese così come nella nostra Regione, e a Terni in particolare, il modello di sviluppo non ha dato tutti i suoi frutti. È un modello di sviluppo innovativo su cui bisogna ancora insistere, ovviamente corroborandolo di quelle caratteristiche che lo contraddistinguono e che fanno in particolar modo, sia per quanto riguarda l’acciaio, che per quanto riguarda la chimica, un punto di riferimento nazionale e internazionale, non sarebbe altrimenti se non si partisse dall’assunto che a Terni vengono fatte oltre il 15% delle produzioni europee di acciaio, e il 5,6% delle produzioni mondiali. Non è un sito produttivo della nostra Provincia, è un sito nazionale.

Quindi la questione è una questione vera, ma è una questione che trova risposte all’interno per quanto riguarda la nostra Provincia e la nostra Regione, all’interno di quel patto di territorio, e trova risposte all’interno di quelle scelte nazionali che tutti, credo nell’interesse complessivo della nostra comunità, abbiamo che si compiano.

Io credo che siano queste le ragioni, torno a ripetere, per una discussione seria e importante come quella del fabbisogno energetico a costi competitivi del nostro sistema produttivo, ragioni che ci spingono a considerare questo tema un tema non chiuso, non archiviato, ma ci spingono altresì a non dare il nostro sostegno a questa mozione perché mette in discussione uno strumento assolutamente importante ed efficace e mette in discussione uno strumento su uno dei punti, non il punto, uno dei punti che l’hanno caratterizzato e che oggi, se lo si vuole leggere dal lato dell’autoproduzione, non rappresenta una priorità, né per Terni, né per la Provincia di Terni, né per l’Umbria, grazie.

Nel documento XL SESSIONE STRAORDINARIA (pagine 25-28)