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Per ogni Regione sono state individuate tutte le normative, delibere e determine che avessero un qualche riferimento al tema delle dipendenze. In particolare, nella prima sezione sono state raccolte le Leggi e i Piani Regionali che affrontano l’organizzazione in generale dei Servizi e della Prevenzione delle dipendenze; nella seconda sezione sono stati organizzati gli atti specificatamente volti a descrivere i Servizi e le azioni previste per le dipendenze; la terza sezione raccoglie le delibere che normano il sistema delle tariffe e dell’accreditamento delle strutture dedicate alle dipendenze e infine, nell’ultima sezione, sono stati raccolti gli accordi interistituzionali specifici. Tutti gli atti raccolti sono stati sottoposti ai responsabili regionali per integrazioni e modifiche.

Quasi tutte le Regioni dispongono di siti web completi ed esaustivi relativamente a questo tema. In alcuni casi la ricerca delle normative è stata agevolata dalla consultazione di siti web di organizzazioni del privato sociale e associazioni di volontariato legate all’area delle dipendenze, indicando un interesse marcato per questi aspetti da parte di chi, quotidianamente, si confronta con la gestione dei servizi sulle dipendenze.

Nella maggior parte delle Regioni è emersa un’importante attività diretta alla produzione e all’adeguamento delle normative in tema di dipendenze, denotando non solo un interesse attivo ma in alcuni casi anche un carattere di innovatività. In alcune Regioni le norme hanno avuto lo scopo di definire e circoscrivere alcune prassi senza intervenire successivamente a modifica delle stesse. In altri casi, le Regioni hanno normato le sperimentazioni che avevano dato buoni risultati, modificando le prassi adottate e passando dalla buona pratica a uno standard. Tale approccio è ancora più evidente nell’ambito relativo alle tariffe e all’accreditamento dove, sebbene nella maggior parte delle Regioni siano attive normative specifiche, esiste comunque una forte disomogeneità dovuta proprio al differente livello di estensione e di profondità dei caratteri richiesti all’accreditamento delle strutture e dei contenuti utilizzati per la determinazione delle tariffe.

È importante sottolineare come il tema delle risorse a disposizione sia in diretta relazione con il rafforzamento di un apparato normativo di riferimento. Questo

tema sanitario. Di recente in alcuni casi sono stati prodotti Piani sanitari “sociali o sociosanitari” a indicare un approccio integrato sul tema della Dipendenze.

Sono presenti, inoltre, norme sull’adolescenza (è il caso dell’Emilia Romagna e della Toscana) o sull’invecchiamento attivo delle persone anziane (come proposto dal Veneto) poiché in queste tematiche più generali hanno trovato spazio anche accenni al tema delle dipendenze (in genere a quelle da sostanze per gli adolescenti e al gioco d’azzardo per gli anziani). La Regione Liguria si è distinta per gli atti normativi in materia di prevenzione.

La Regione Friuli Venezia Giulia definisce norme per la riduzione del rischio di acquisizione e trasmissione delle malattie correlate all'uso di sostanze stupefacenti, quali l'infezione da HIV, le epatiti virali, TBC e le altre malattie sessualmente trasmissibili. La programmazione regionale è orientata ad aumentare l’offerta del testing.

In questa parte vengono definite anche le procedure per la prescrizione dei farmaci cannabinoidi e per agevolare l’impiego dei farmaci analgesici oppiacei nella terapia del dolore (Campania e Basilicata).

Altro tema importante all’interno di questa Area è quello dei Piani Regionali di Prevenzione. Il più delle volte si tratta del recepimento del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018 all’interno del quale uno degli obiettivi da descrivere e pianificare, a livello regionale, è stato proprio quello della dipendenza da sostanze.

1.1.2. Atti specifici in tema di Dipendenze.

Gli atti specifici sulle dipendenze riguardano diversi aspetti, all’interno di questa sezione sono state inserite quelle norme che affrontano il tema dal punto di vista delle persone, delle sostanze, delle forme di dipendenza e, infine, da quello gestionale.

Sono presenti indicazioni e linee guida sulla cura delle persone con dipendenza patologica, con approcci innovativi elaborati attraverso monitoraggi o studi coadiuvati dagli Osservatori regionali sulle dipendenze, ove presenti. Piuttosto disomogenea risulta l’attività normativa in relazione alle problematiche legate alla tossicodipendenza in carcere.

La Regione Emilia Romagna definisce un piano di “Prevenzione della mortalità correlata all’assunzione di eroina adulterata con derivati del Fentanil”, e delibera già nel 2016 un piano di consolidamento delle collaborazioni con il Privato sociale anche attraverso la sperimentazione di nuove modalità di accoglienza delle persone affette da dipendenza patologica, modalità che comportano lo sviluppo di modelli organizzativi e pratiche territoriali fortemente integrati tra servizi.

La Regione Lazio ha effettuato un’azione relativa alla stima dei servizi necessari in tema di dipendenze patologiche, a seguito del confronto tra domanda e offerta, evidenziando così una spinta verso la riattualizzazione degli stessi. La Regione Marche con grande spirito di innovazione ha sviluppato linee

programmatiche di integrazione in relazione alle fragilità dei giovani, uso di sostanze e dipendenze digitali.

Un altro ambito normativo in questa sezione riguarda i Servizi Informativi:

vengono rilevati interventi normativi finalizzati alla realizzazione o all’adeguamento al Sistema Informativo Dipendenze (SIND) oppure ad apportare al Servizio Informativo già attivo modifiche che lo rendano più adeguato alle necessità dei SerD, come ad esempio in Abruzzo e in Toscana.

1.1.3 Accreditamento e tariffe.

La sezione relativa a tariffe e accreditamenti evidenzia un’intensa eterogeneità sia in termini di organizzazione dell’offerta, che relativamente agli sforzi effettuati da alcune Regioni nella direzione di un adeguamento dei Servizi alle nuove necessità espresse dalla domanda di trattamento. La maggior parte delle Regioni ha definito con accuratezza i criteri per la tariffazione dei Servizi, delle diverse tipologie di struttura e dei requisiti necessari all’accreditamento. In estrema sintesi, la retta individuata per coprire il costo giornaliero in una struttura residenziale va da un valore minimo di circa 36 euro, previsti dalla Regione Liguria per l’accoglienza presso una struttura residenziale per trattamenti pedagogico-riabilitativi, ai 150 euro giornalieri, previsti dalla Regione Toscana per la presenza in strutture specialistiche terapeutiche per minori e giovani adulti. Queste differenze sono determinate da un ampio e dettagliato sistema di assistenza: si contano nel territorio nazionale oltre novanta differenti criteri per l’attribuzione delle tariffe per le strutture demandate al trattamento residenziale e una ventina di criteri differenti per tariffe delle strutture semi residenziali.

Tab. 1.1. Tariffe (minime e massime) adottate nelle Regioni per le strutture residenziali e semiresidenziali nel settore delle dipendenze

Regioni e Prov. Autonome Strutture semiresidenziali Strutture residenziali

Abruzzo Da € 30 a € 40 + IVA Da € 40 a € 120 + IVA

Campania Da € 24 a € 41 Da € 54 a € 67

Emilia Romagna Da € 37,84 a € 55,18 Da € 54,75 a € 133,71

Friuli Venezia Giulia € 71 Da € 59 a € 143

Lazio Da € 36 a € 41 Da € 59 a € 65

Liguria Da € 28,40 a € 52,84 Da € 35,69 a € 135,05

Lombardia Da € 26,60 a € 36,30 Da € 51,70 a € 68,50

Marche Da € 20 a € 112,06 Da € 55 a € 85,45

Molise Da € 42,00 a € 111,00 -

Piemonte Da € 35 a € 45 Da € 62 a € 150

Puglia Da € 34,37 a € 80,39 Da € 51,85 a € 125,91

Sardegna Da € 41 a € 59 Da € 65 a € 92

Toscana Da € 41,34 a € 59,91 Da € 56,68 a € 150,00

PA Trento € 100

Umbria Da € 29,95 a € 40,80 Da € 45,34 a € 88,57

Valle d'Aosta € 35 Da € 70,86 a 135,38

Veneto € 53 Da € 53,00 a € 85,00

Rimandando alle singole schede di approfondimento una descrizione di dettaglio Regionale, è importante delineare le macro-categorie entro cui si orientano le amministrazioni nell’individuazione delle risorse da allocare.

Le strutture di prima accoglienza residenziali sono presenti nella maggior parte delle Regioni, le rette previste per questa tipologia di servizio variamo dai 68 euro al giorno della Lombardia ai 90 euro previsti per la Regione Abruzzo. Emilia Romagna, Liguria e Sardegna prevendono inoltre anche un servizio di prima accoglienza semi-residenziale.

Le strutture residenziali terapeutico-riabilitative sono diffuse in maniera omogenea sul territorio nazionale con dei costi giornalieri che oscillano fra i 42 euro corrisposti dalla Regione Molise e gli 85 euro rimborsati delle Marche, con una tariffa media di 65 euro. La differenza nelle risorse erogate trova un suo razionale nella maggiore specificità relativa all’erogazione del servizio nel processo di accreditamento che ciascuna Regione ha messo in atto. In quasi tutte le Regioni il servizio terapeutico-riabilitativo viene erogato anche attraverso un percorso semi-residenziale, in questo specifico caso la retta erogata varia anche in base agli orari di apertura che vanno dalle 4 alle 8 ore al giorno.

Umbria, Campania, Abruzzo e Lombardia concordano su un rimborso di 30 euro al giorno, mentre Emilia-Romagna e Toscana individuano intorno ai 50 euro la corresponsione del rimborso giornaliero.

Il terzo grande gruppo di servizi erogato dalle strutture residenziali e semi residenziali è quello afferente alle strutture pedagogico-riabilitative. Anche esse presenti su tutto il territorio hanno costi decisamente inferiori in confronto ai percorsi terapeutici, e oscillano fra i 35 euro della Liguria e i 54 dell’Emilia-Romagna e Campania. Anche in questo caso è determinante verificare il tipo di assistenza compreso nel servizio che può variare da un blando sostegno psicologico in gruppo appartamento durante un inserimento lavorativo, ad una vera e propria residenza in struttura protetta con attività strutturate. Il percorso pedagogico-riabilitativo prevede anche l’inserimento in strutture semi-residenziali molto diffuse anche esse nella maggior parte delle Regioni, con tariffe che oscillano fra il 24 -27 euro di Campania, Lombardia e Liguria, e i 40 euro corrisposti da Toscana e Umbria.

Con l’aumentare della specificità dei servizi offerti, aumentano in maniera importante anche le tariffe corrisposte a corrispettivo. Molte strutture lungo tutto il territorio nazionale sono state accreditate per la cura e il trattamento dei soggetti Tossicodipendenti affetti anche da patologie psichiatriche (doppia diagnosi). Le strutture pronte ad accogliere tali soggetti percepiscono rimborsi giornalieri che vanno dai circa 90 euro erogati da Umbria e Sardegna, fino ai 135 - 150 erogati da Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria e Piemonte.

Inoltre in Toscana e in Sardegna sono previste strutture residenziali specialistiche di osservazione, diagnosi e orientamento, per le quali viene corrisposta una retta giornaliera rispettivamente di 70 e 102 euro; o in Emilia-Romagna moduli per la gestione della crisi e la rivalutazione diagnostica, con rimborsi previsti fra gli 80 ed i 100 euro.

Quasi tutte le Regioni si sono attrezzate per accogliere madri tossicodipendenti in gravidanza o con minori, con rette che variano fra gli 80 ed i 100 euro. In alcune Regioni sono previste anche strutture solo per minori per le quali si prevedono rette che oscillano fra i 90 euro previsti dalla Regione Marche e i circa 150 previsti da Sardegna, Toscana e Piemonte, dove oltre alla struttura residenziale è stata prevista anche una struttura di emergenza per minori.

Inoltre presentano aspetti interessanti alcune esperienze fatte in Valle d’Aosta dove sono state previste integrazioni a carico dell’utente, ad esempio nelle strutture psichiatriche residenziali per interventi socioriabilitativi è stata individuata una retta giornaliera di 70,86 euro, di cui 28,34 euro a carico del Servizio Sanitario Regionale e 42,52 euro a carico dell’utente.

1.1.4. Accordi interistituzionali.

questo strumento hanno strutturato il tavolo "Osservatorio provinciale sulle dipendenze".

Gli Accordi rilevati con maggiore frequenza riguardano gli Uffici Scolastici Regionali (USR) che molto spesso si fanno promotori di iniziative presso le scuole, coinvolgendo le Forze dell’Ordine, la sanità e il mondo associativo per informare (e formare) sia gli insegnanti sia gli studenti, come per esempio nel caso della Toscana.

La Provincia Autonoma di Trento ha sviluppato un’esperienza innovativa sottoscrivendo un accordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per il sostegno alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale (singole o in partenariato tra loro).

Molto interessante è l’esperienza della Regione Umbria che, attraverso un accordo con l’Università di Perugia, ha attivato un progetto di ricerca di taglio antropologico, condotto in collaborazione con le équipe di strada che intervengono nei rave ed altri eventi musicali ad alto tasso di consumo di sostanze.

Sempre in Regione Umbria è stato recentemente costituito l’Osservatorio regionale per la sanità penitenziaria, di profilo interistituzionale, distinguendo un livello di governance di profilo politico-strategico ed un Tavolo operativo.

La Regione Marche si distingue per aver strutturato il Coordinamento regionale degli Enti ausiliari Accreditati (CREA) con i seguenti obiettivi: la programmazione della spesa LEA per servizi e progetti nel triennio 2018-2020;

la riqualificazione dell’offerta dei trattamenti residenziali, semiresidenziali ed ambulatoriali; lo sviluppo dell’integrazione sociosanitaria, l’individuazione di criteri standard per la valutazione dell’accesso alle strutture residenziali e semiresidenziali e per le dimissioni dalle stesse; la programmazione della formazione degli operatori, l’aggiornamento del Sistema informativo, il monitoraggio e la valutazione; la conferenza regionale periodica.

Molte Regioni hanno sottoscritto accordi interistituzionali con enti ausiliari e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani - ANCI.

Di grande attualità l’accordo siglato dalla Regione Campania per lo sviluppo di un Tavolo Interistituzionale provinciale promosso dalla Prefettura di Napoli con la partecipazione attiva dei rappresentanti della Regione Campania, del Comune di Napoli, della Magistratura, del Tribunale per i minorenni, della Procura presso il Tribunale per i minorenni, del Centro di Giustizia Minorile, delle Forze dell’Ordine, per la prevenzione e contrasto alla violenza giovanile, al fine di porre in essere efficaci azioni di contrasto all’evasione dell’obbligo scolastico e al disagio giovanile, nonché contribuire ad individuare moduli standardizzati idonei ad assicurare una più efficace comunicazione tra i soggetti coinvolti.

1.2. Assetti organizzativi, modalità e strumenti di programmazione

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