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SCENA PRIMA.

Deserto : veduta del Mar Rosso.

AsBiénofl, Anaide.

Ana. Dove mi gnidi? Il mio timor dilegua.

Ame.Siegui chi t’ama e temi?

Ana. E in così mesto

Solitario deserto, ove giammai

Uom non penetra, ed il cui (risto aspetto

M’agghiaccia l’alma, e i sensi miei contorni

Qual novella cagion me teco asconde ?

Ame. De’ Numi e de’ mortali

Non dèi temer. Se di maschil coraggio

Amor non t’arma il sen, ah! tu mi perdi...

Ti son tolto per sempre.

Ana. Ah servir deggio

Al dover che m’impone il Dio che adoro, Ame.Ma tutto ancor non sai, mio bel tesoro;

D’ Armenia la Regina a me in isposa

il padre destinò.

Ana. Stelle !

Ame. S’ è vero

Che m’ami, o cara... Anaide, se m’ami.

T’arrendi al mio desir. Io di tua madre, lo ti conduco al sen... dessa conceda

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Ch’ io sia tuo, che sii mia...

Ana. Prence, ah! che dici ? Ame.Mìo ben, giorni felici,

Vivrem fra le capanne; a5boschi in seno Lieto io sarò, se ignoto al padre, al mondo, Da semplice pastore,

. Il mio trono ergerò nel tuo bel core.

Ana. Quale asssalto ! qual cimento !

Che far deggio in tal momento ? A me. Non temer : t’ arrendi, o cara,

Cedi ai voli dell’amor.

Ana. D’ una vittima infelice

Tu non sai lo stato orrendo : Dio mi chiama, a lui m’ arrendo, Ma con te rimane il cor.

Ame. Cedi ì ah cedi, e fammi lieto Dell’amor che a le mi lega:

È un amante che ti prega,

Che si strugge, e per te muor.

Ana. Piedi a me poter divino,

Quel valor che langue ornai : Più non reggo ; e a lui vicino Tutto oblio, mi manca il cor.

Ame. Tu d’amor poter divino,

Più coraggio infondi in lei ; E del suo, del mio destino

Abbi tu pietade, o amor, (odesi la marcia Ana. Ascolti tu questo festivo suono? degli Ebrei)

Egli è Mosè.

Ame. De’ voli suoi la meta

Crede raggiunta. Egli n’ andrà. Sciagura Per 1’ orgoglioso, se al mio dir non cede, S’ei può ingannar, se può tradir mia fede.

(si pongono in disparte)

o!

SCENA IL

lS©®è9 Sfiarla, ISUsea»©, Mire! incatenati, e detti.

Mos.È questo, o figli, il giorno in che avran fine I vostri mali. Da Mosè scortati

Voi premerete il suolo Della Terra promessa.

Mar.Io, sol io piangerò l’amala figlia Anaide in poler d’un empio amore:

M’ abbandonava, e per lei gemo in core.

Mos. Iddio la veglierà.

Ana. Dessa è a’ tuoi piedi.

Mar. Mia figlia! Oh immensa gioia! ella mi è resa.

Mos. Beneditene Iddio.

Ana. Vedete in lui

fi mio liberator.

Mos. Egli ?

Ame. M’ascolta:

È breve il tempo. - A te ne vengo, e voglio Libero favellar. Tu vedi appieno

Quale per Anaide amor m’ accende.

L’ oggetto io possedea de’ voti miei : Potea forzarla a schiavitude, e volli Da te ottenerla : consacrar io volli Alla sua madre innante i giuramenti D’ un Imen...

Mos. Riprovato Dal padre tuo.

A me. Scelga Anaide istessa Fra Sinaìde tosto e fra Maria,

Fra Menti e la sua patria,

Fra il suo amante e il suo Dio.

Potrei confonder voi con un accento;

Ma d’ Anaide il solo affetto io sento.

Ana. (Qual orribile sciagura!]

Ah! di me che mai sarà?

Questo cor che ai mali indura Più conforto aver non sa.

Deh ! pietoso a me ti rendi, Tempra, o Cielo, il mìo dolor.

Tu la vittima difendi

Del dovere e dell’ amor.) Mos. Anaide...

Ame. Oh ! non tentarla.

Mar., Eli. Dio, sostienla in tuo favor.

Mos. Ti decidi: or scegli... parla...

Fra Dio scegli e fra i’amor.

Ana. Dio la vittima difendi

Del dovere e dell’ amor.

Mar., Mos., Eli.

A quel cor la pace rendi, Dio pietoso, in tuo favor.

Eli. Anaide ?

Mar. Amata figlia.

Eli., Mar. A Dio fido serba il cor.

Coro Al dover pensa, alla patria.

Mar., Eli., Mos., Coro

Temi l’ira del Signor.

Ana. Ah! decisi... il Ciel m’inspira, Obbedisco al mio Signor.

Ame. Anaide !... Hai desta V ira Che sopita era in mio cor.

Gli altri Cede al Nume che la inspira, E trionfa del suo cor.

Ana. Un sol prego, e fia questo Y estremo, Pel soffrente io ti porgo, o Signor.

Fa ch’ei ceda al poter tuo supremo, A te il chiama, e in lui spegni Pamor.

Io io amai, per te spensi il mio foco,

Am e.

Nè al mio voto negar puoi favor»

A vendetta or amor cede il loco,

Scampo alcun più non resta per lor.

Alibi 0 ventura ! essa a gloria del Cielo Rinunziava ai prestigi d’ amor»

Mos. Udisti il suo voler?

Ame. Di morte il cenno Pronunziava il suo labbro.

Udite, Ebrei, qual nembo vi minaccia.

Faraone v? insegue,

Cinto d’immensi armati.

Del popolo tuo, carco di catene, L’inutile coraggio avrà ricorso Nel mar soltanto. *

Cobo Ah! contro noi s’avanza Faraon.

Mos. Noi sfìdiam gli iniqui ; e Dio Sorge a nostra difesa.

Ame. Ebben, morrete.

Tosto mi rivedrete

Armato di vendetta. Ebrei! pensate, Ailor che il mio furore

Vendicherà Y oltraggio ond’io si fremo,

Ch’ ella vi trasse a questo punto estremo, (parie)

Mos. Dai potenti mortali

Nulla abbiamo a temer. L’amico vostro, Il padre ornai seguite:

Temete Iddio, eh’ ei tutto può - venite.

SCENA ISL

Le sponde del Mar Rosso

.

Hi©sè, Anaidc, M»s*ia> ISliser© e Coro.

Mos. Il tal momento orribile Poter irresistibile,

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M’ innalza al Cieì.

Gli altri Gemendo

Noi t'invochiam, Mosè.

Mos. E d’Israello il Dio invoca sol Mosè.

Dal tuo stellato soglio, Signor, ti volgi a noi.

Mos.CoroPietà de’figli tuoi, Del popol tuo pietà.

Eli. Se pronti al tuo volere Sono elementi e sfere, Tu amico scampo addila Al dubbio errante piè.

Coro Pietoso Dio, ne aita.:

Noi non viviam che in te.

Ana. La destra tua clemente Scenda sul cor dolente, E farmaco soave

Gli sia di pace almen.

Coro II nostro cor che pavé Deh ! tu conforta almen.

Eli. Qual fragor !

Mar. Giusto Cielo !

ANA.DalFalto di quel monte, immense truppe Invadon la campagna.

Mar. S’avanzano.

Ana. Qual orda 1

Eli. Han seco morte.

Coro Ah ! dov’ è mai lo scampo Che tu ci promettesti ? Eli. Come pugnar ?

Mar. Dove fuggir?

Mos. Nel seno

Di quell’ onde. - Obbliaste, Ebrei, che Iddio Guida Mosè, eh’ ei punisce gl’ ingrati ?

Sul liquido elemento

Me seguile, e vedrete il gran portento».

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Coro Oh prodigio ! già il docile flutto

^ Si divide ed immoto si sta.

V è salvezza, v’ è scampo per tutto...

Ha il Signor dei suo popol pietà.

SCENA ULTIMA.

Faraone, Amèno®, Egisii.

Far. Dove son dessi ? - In grembo al mar profondo Morte gli colse.

Ame. Ah noi vedi fra Tonde

Si schiudono un sentier. Coir arme in pugno Sulle iraccie degli empi

Affrettiamo, o soldati,

E sian per noi tutti que’ rei svenati.

(gli Egiziani entrano tra i flutti, ove rimangono sommersi)

FINE,

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ELENCO

dei librelji d’Opere teatrali di esclusiva proprietà dell’ editore RICORDI.

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Apolloni. L’Ebreo

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Aspa. Un Travestimento Auber. La Muta di Portici

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Balfe. Pittore e Duca Baroni. Ricciarda

Benvenuti. Guglielmo Shakspeare Bona. Don Carlo

Boniforti. Giovanna di Fiandra Bottesini. Il Diavolo della notte Braga. Estella di San Germano

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Boterà. Elena Castriotla Buzzi. Ermengarda

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Buzzolla. Amleto

Cagnoni. Amori e trappole

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Gabrielli. Il Gemello

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Hérotd. Zampa (nuova trad- ilal.) Maillart. Gas ti bel za

Merendante. Orazj e Curiazj

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Meyerbeer. i Guelfi e i Ghibellini

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Pincherle. Il Rapimento

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Idem (come fu scritto per Pa¬

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