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Attuazione di Basilea III

Nel documento IL RISCHIO SISTEMICO (pagine 78-86)

Il nuovo framework ha previsto delle disposizioni transitorie in modo da garantire alle istituzioni finanziarie un’introduzione graduale alle nuove regole. Si è ritenuto infatti che, un’attuazione immediata della normativa avrebbe comportato effetti negativi sull’economia reale, riducendo i benefici derivanti dai nuovi accordi di Basilea III, per via

dell’inasprimento dei requisiti di capitale, di leva finanziaria, di liquidità ecc. che avrebbero potuto compromettere l’esercizio del credito. Il settore creditizio costituisce un fattore fondamentale per lo sviluppo economico di ciascun Paese, poiché motore per gli investimenti e la produzione.

In particolare in Europa, la fonte di finanziamento per gli investimenti di imprese e privati resta in misura prevalente il prestito bancario.

La caratteristica di gradualità è motivata anche dal principio cardine del Comitato di Basilea ci creare mediante il nuovo framework un “level playing field”, cioè un sistema di regole equo.

Un’attuazione brusca di Basilea III avrebbe accentuato le disugliaglianze post crisi tra i vari Paesi derivanti dalle diverse strategie ed interventi adottati in ognuno di essi.

Il periodo di transizione fu stabilito dal 2013 al 2019:

Fig. : Accordi transitori previsti da Basilea III

Fonte: Bank for International Settlement

Il Comitato si è impegnato alla revisione e controllo dell’applicazione delle riforme, in modo da migliorarne l’efficacia e così garantire una maggiore stabilità del sistema finanziario.

Nel 2012 il CBVB ha avviato il programma RCAP, ovvero il Regulatory Consistency Assessment Programme, per monitorare i progressi

nell’adozione degli standard di Basilea e analizzare i risultati della normativa.

Gli ultimi aggiornamenti sull’attuazione di Basilea III ci vengono dati dal documento “Eighteenth progress report on adoption of the Basel

regulatory framework”57, risalente a luglio 2020. Il rapporto include l’analisi delle riforme post-crisi pubblicate dal Comitato nel dicembre 2017, le quali entreranno in vigore il 1° gennaio 2023.

57 Fonte: www.bis.org

Riportando alcuni risultati recenti: a maggio del 2020 tutte le 27

giurisdizioni hanno attivato la versione finale della normativa in tema di risk-based capital, il regolamento dell’LCR e i buffer di conservazione del capitale; 26 giurisdizioni hanno emanato disposizioni per il buffer di capitale anticiclico e per il leverage ratio; 25 giurisdizioni hanno emanato disposizioni definitive per il quadro normativo previsto per le banche di rilevanza sistemica domestica. Inoltre, per quanto riguarda le banche di rilevanza sistemica globale, ciascuna delle giurisdizioni relative a queste banche si è dotata della versione finale del quadro normativo apposito;

infine tutti le 27 giurisdizioni hanno emesso disposizioni finali o preliminarie per quanto riguarda la normativa del Net Stable Funding Ratio.

Il CBVB ha riaffermato le aspettative di una totale e tempestiva implementazione di tutti gli elementi contenuti nelle riforme,

evidenziando i progressi compiuti dall’ultimo report pubblicato ad ottobre 2019 nell’adozione degli standard, nonostante le instabilità causate dalla pandemia del Covid-19. Inoltre per consentire alle istituzioni del sistema di contrastare a livello operativo gli impatti della pandemia globale, a marzo 2020 il Comitato ha sospeso tutte le valutazioni giurisdizionali pianificate secondo il programma RCAP per il 2020.

CONCLUSIONE

Nonostante le difficoltà riscontrate nel dare una definizione del rischio sistemico globalmente accettata, attraverso lo studio di questo concetto abbiamo potuto comprendere il ruolo fondamentale che esso ricopre all’interno del sistema finanziario.

Abbiamo dimostrato che il rischio sistemico non si concretizza unicamente nei fenomeni di bank run, ma può agire mediante il

meccanismo della “Spirale delle Perdite” o attraverso la “Spirale del Margine”, andando a creare un Effetto Domino che rapidamente colpisce l’intero sistema. Le fluttuazioni dei prezzi sono in grado di arrecare pesanti danni agli istituti appartenenti ad un determinato settore o mercato, ma al contempo anche il solo “contagio informativo” ha il potenziale per creare panico, reazioni irrazionali dei consumatori,

dominati dalla paura, e così provocare conseguenze disastrose, anche alle istituzioni solide dal punto di vista finanziario.

Si è verificato che la presenza di asimmetrie informative nel mercato e di atteggiamenti di azzardo morale da parte delle istituzioni, siano due elementi essenziali che contribuiscono enormemente ad incrementare la fragilità intrinseca del sistema finanziario. Quest’ultima viene spesso alimentata dalle stesse garanzie governative di assicurazione pubblica e salvataggio degli istituti di importanza sistemica, poiché gli istituti sono incentivati ad assumere maggiori rischi, e gli stessi investitori, sentendosi

“protetti” dall’intervento governativo, non eseguono un adeguato monitoraggio della salute degli istituti finanziari con cui entrano in rapporto.

Abbiamo trattato la caratteristica della dimensione delle istituzioni,

spiegando da una parte la sua importanza per via della maggiore influenza che presenta sui comportamenti delle istituzioni minori e l’alto numero di interconnessioni che la legano al mercato, tuttavia abbiamo mostrato che

“grande dimensione” non è sinonimo di “rilevanza sistemica”, poiché entra in gioco la “probabilità di default”, un fattore determinante per valutare l’effettivo contributo al rischio sistemico dato da un

intermediario finanziario.

Spesso però “dimensione” e “rilevanza sistemica” coincidono, ed in questo caso si parla delle istituzioni “Too big to fail”.

Eppure, nonostante ciò che si credeva, abbiamo visto come tantissime banche e fondi di investimento sono fallite, come esempio per eccellenza abbiamo ricordato il fallimento della Lehman Brothers nel 2008, quarta banca d’investimento statunitense. Abbiamo compreso il modo in cui si è concretizzato effettivamente il rischio sistemico, ripercorrendo gli

avvenimenti della grande crisi dei mutui subprime, e giungendo alla conclusione che già dai primi anni del 2000 si sono iniziate a creare le condizioni di fragilità che avrebbero portato allo scoppio della crisi.

Si sono evidenziati i numerosi limiti del framework di regole prudenziali e di vigilanza dei mercati e degli intermediari finanziari, dimostrando dunque il bisogno di riforme normative, che siano in grado di ristabilire nel periodo post-crisi l’equilibrio finanziario e che rafforzino la stabilità del sistema, riducendo al contempo il rischio di una nuova crisi sistemica.

Le lacune normative sono state colmate grazie all’introduzione di nuovi requisiti e strumenti macroprudenziali di Basilea III, finalizzati in particolare alla copertura del rischio sistemico.

La recente crisi, nonostante le gravi conseguenze, ha permesso ai Paesi di tutto il mondo di riscoprire l’importanza del rischio sistemico, e in questo modo di portare avanti i progressi del suo studio, nel campo della

definizione e della misurazione, così da sviluppare piani di prevenzione e previsione del rischio ed assicurare una maggiore stabilità del sistema finanziario, fondamentale per la crescita dell’economia mondiale.

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