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Autore di saggi sull’educazione e sulle scuole professionali

Gli scritti più personali di don Giuseppe Bertello sono rimasti in gran parte inediti. Un blocco consistente dei medesimi affronta temi di carattere specificatamente religioso: conferenze, buone notti, omelie o sermoni. Si tratta ordinariamente di abbozzi o schemi-guida utilizzati dall’estensore in occasioni diverse ed indirizzati a destinatari diversificati: giovani, ragazzi e ragazze, religiosi e religiose, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori sale-siani. Un nutrito blocco di scritti sono note e appunti di carattere scolastico (storia dell’Egitto, storia ecclesiastica, storia moderna; esegesi di brani latini;

sunti di sociologia, di filosofia e di retorica).

Meglio elaborati e più curati anche dal punto di vista formale appaiono, invece, una dozzina di inediti su temi educativi. Per quanto riguarda il conte-nuto, questi ultimi offrono dati indispensabili per conoscere il pensiero pedago-gico-didattico di Bertello; e, più in generale, essi aiutano a capire il modo con cui, nella pratica quotidiana, venivano attuati da parte di un autorevole sale-siano indirizzi significativi e caratteristici del pensiero educativo di don Bosco:

dimensione religiosa dell’educazione, assistenza, vacanze degli alunni. Ana-logo discorso va fatto per quanto riguarda gli scritti editi. Questi – benché non molto numerosi – sono indispensabili per alcune tappe critiche dello sviluppo della prima istituzione assistenziale educativa di don Bosco a Valdocco, in cui Bertello ebbe un ruolo rilevante come responsabile degli studi.

74Lett. mortuaria firmata da don Albera, Torino li 20 novembre 1910, p. [ 2].

5.1. Contenuto e struttura della raccolta

Nel presente volume sono raccolti gli scritti, editi e inediti, di Giuseppe Bertello su argomenti educativo-scolastici. Nella prima parte – Scritti inediti sull’educazione e la scuola – sono inseriti i testi di undici saggi inediti. Nella seconda parte – Lettere aperte e interventi sulle scuole di Valdocco – sono raccolti, invece, quattro vivaci articoli, che videro la luce nelle pagine del giornale torinese “L’Unità Cattolica”, sulla amara vicenda della chiusura delle scuole di Valdocco nel 1879. Anche gli altri scritti riportati nella seconda parte si occupano della figura di don Bosco o più direttamente della sua prima istituzione assistenziale educativa da lui fondata a Valdocco. Nella terza parte – Circolari ai salesiani –, accanto alle lettere circolari (dirette agli ispettori, ai direttori o ai salesiani in generale) firmate personalmente o curate da don Bertello, sono raccolti i testi redatti dallo stesso, come consigliere professio-nale generale, pubblicati nelle circolari mensili o collettive del Capitolo Supe-riore della Società Salesiana (oggi Consiglio Generale).

Nella parte quarta – Orientamenti metodologici – sono inclusi saggi di carattere pedagogico-didatico. Alcuni di essi videro la luce come scritti auto-nomi, e furono poi pubblicati, senza modifiche rilevanti, nei fascicoli dei pro-grammai scolastici e professionali, specialmente in quello del 1910.

Nella parte quinta – Appendici – è raccolto il testo completo del primo programma scolastico professionale per le scuole di artigiani, pubblicato nel 1903 e quello più completo del 1910 (l’ultima edizione curata da don Giu-seppe Bertello). L’analisi comparativa dei testi delle due edizioni consente di far emergere dati di rilevante interesse sullo sviluppo delle scuole professio-nali salesiane.

I programmi non portano la firma di don Bertello; tuttavia, in base alla sua propria testimonianza, ad altre testimonianze esterne e soprattutto all’ana-lisi interna degli scritti, emerge con chiarezza l’intervento del consigliere pro-fessionale e agricolo nella cura e redazione dei medesimi. Ad esempio, nella prefazione del Programma scolastico per le scuole di artigiani pubblicato nel 1903, don Bertello parla in prima persona: “Una difficoltà grave per l’attua-zione di questo programma sarà la scelta dei libri da adottarsi. Per quanto abbia cercato, non mi venne fatto di trovare libri, che pienamente corrispon-dessero al disegno”.

In questa ultima parte del volume è raccolta inoltre una ricca scelta di scritti e testimonianze che documentano i diversi aspetti delle tre prime mo-stre o Esposizioni triennali generali delle scuole professionali e delle colonie agricole salesiane, organizzate ugualmente da don Bertello negli anni 1901, 1904 e 1910.

I testi delle singole cinque parti della raccolta sono preceduti da una pre-messa essenziale, in cui si mettono in risalto l’importanza dei documenti rac-colti, le caratteristiche generali dei medesimi e i temi principali che vi emer-gono. Tali pagine introduttive non possono – e ovviamente non vogliono – giungere a delle conclusioni esaurienti. Esse si propongono soltanto di facili-tare l’approccio ai materiali offerti e di aprire la strada a future e necessarie ricerche attorno alla figura dell’autore, che ebbe un ruolo di primo piano nel-l’organizzazione e nel rilancio delle scuole professionali salesiane.

5.2. Criteri di edizione

Si è cercato di offrire qui un testo il più possibile fedele agli originali – in parte inediti – presentandone una edizione, allo stesso tempo, rigorosa e leggibile. Gli interventi del curatore sono limitati, d’accordo con i seguenti criteri generali:

- Sono state conservate le particolarità grafiche caratteristiche del periodo storico (ad es.: io avea, io vedeva). Alcune forme usate non sempre coerente-mente (esercizi, ospizi, studi, studî) sono state uniformate d’accordo con l’uso corrente (esercizi, ospizi, studi). Le accentazioni sono state normalizzate ugual-mente secondo l’uso oggi corrente (perché si rende sempre: perché; quì: qui;

nè: né). La j è stata sostituita di norma dalla i. Sono mantenute forme arcaiche che non disturbano la lettura: de’ (dei), da’ (dai), a’ (ai). Nelle date degli scritti si completano le cifre dell’anno: invece di 17-8-87 si scrive: 17 agosto 1887.

- Le abbreviazioni di parole o frasi – costruite nei documenti originali in maniera non sempre uniforme – vengono di norma sviluppate (Aus. si rende sempre: Ausiliatrice; Elem.: elementare; 8bre: ottobre; 9bre: novembre, 7bre:

settembre), fatta eccezione per abbreviazioni comunemente utilizzate e di fa-cile comprensione (art., p.). È stata inoltre introdotta una normalizzazione delle abbreviazioni difformi, ad es.: ch., ch.co, chº, chier.co si rendono sempre: ch. (chierico, studente salesiano non ancora ordinato sacerdote);

can., Can., can.co.: can. (canonico); D., d., Don: don; Lr., L.: L. (lira); Mons., Monsign., mons. (monsignore): mons.

- È stata mantenuta la punteggiatura originale. Per facilitare la lettura, sono stati introdotti soltanto alcuni lievi cambiamenti, che non comportano mutamento del senso della frase o del termine: dopo il cognome dell’autore di un’opera citata nei programmi, si è messa sempre una virgola (,) invece dei due punti (:) o del trattino (–) utilizzato da Bertello; dopo l’indicazione del luogo della lettera (Torino) è stata aggiunta sempre una virgola, spesso mancante nel documento originale. Negli “appunti” o note per le circolari mensili, sono stati aggiunti due punti (:) dopo la frase iniziale (Il Consigliere

scolastico raccomanda). Alla fine dei paragrafi numerati, il punto e virgola (;) usato nell’originale, benché non sempre coerentemente, si è unificato con un punto (.) utilizzato più frequentemente nelle circolari. In altri limitati casi – in cui si è ritenuto necessario introdurre un segno di interpunzione per evitare letture ardue o ambigue – la forma originale è riportata nell’apparato critico.

- L’uso reiterato della maiuscola (spesso non rispondente a criteri uniformi, come era frequente nel tempo) viene modificato secondo le norme attuali più comuni: a) Con iniziale maiuscola: nomi propri; determinati nomi collettivi (Chiesa cattolica, Ministero della Pubblica Istruzione), Oratorio (quando indica l’Oratorio di S. Francesco di Sales di Torino). b) Con iniziale minuscola: nomi comuni (casa, scuola, collegio, internato, allievo, ginnasio, mamma); nomi dei mesi dell’anno e dei giorni della settimana; abbreviazioni di professioni o cariche: sac. (sacerdote), avv. (avvocato), on. (onorevole), can. (canonico); titoli nobiliari o ecclesiastici (conte, marchesa, cardinale, ve-scovo, prevosto, provveditore, direttore, sindaco, ispettore). Nell’esordio e nella conclusione della lettera le abbreviazioni e i titoli si scrivono, invece, con l’iniziale maiuscola.

- Altre modifiche: a) La sillaba finale delle abbreviazioni, spesso vergate in posizione esponenziale, è riprodotta sulla normale linea tipografica. b) Il trattino usato talvolta dall’autore alla fine di un periodo è sostituito da un punto. c) Sono messe in corsivo le parole o espressioni latine e i titoli dei libri e delle riviste. d) Il luogo e la data della lettera sono collocati sempre nell’an-golo destro del margine superiore. Il luogo e la data sono preceduti da un asterisco (*), quando essi appaiono nel margine inferiore del manoscritto autografo. e) Le enumerazioni: 1°, 2°, 3°... sono state unificate: 1., 2., 3.

- Presentazione dei testi. Dopo la indicazione del destinatario, nell’an-golo sinistro del margine superiore, sono riportati (in corpo più piccolo): se-gnatura di collocazione attuale e ubicazioni di archivio o biblioteca; indica-zione se si tratta di originale autografo o di allografo con o senza firma del-l’autore; dimensioni in altezza e lunghezza (in cm.) dello scritto; sintesi essenziale del contenuto della lettera.

- Ordinamento dei testi editi. Le circolari e gli “appunti” sono messi in ordine cronologico, tenendo presente la data indicata nell’originale o, in caso di assenza, quella ritenuta attendibile dalle informazioni ricavate da altri documenti, tra parentesi quadre.

- Note originali dei singoli documenti e note del curatore dell’edizione.75 Le prime sono collocate a pie’ di pagina con successione progressiva di nu-meri (1), (2), (3) e con il corrispondente rimando nel testo; la numerazione

75Nella verifica della trascrizione dei testi ha collaborato la dott. R. Mastantuono.

riprende da (1) in ogni pagina. Le note del curatore sono invece date in espo-nente all’interno del testo e messe a piè di pagina con numerazione progres-siva in ciascuna sezione del volume.

- Segni diacritici. a) Il segno | indica la fine di ogni pagina del manoscritto originale. b) Le parentesi quadre [ ] racchiudono gli interventi del curatore (ag-giunte di sillabe, parole o segni) allo scopo di completare lacune e di evitare let-ture difficili o ambigue. c) I segni; [---] indicano una parola che non è stato pos-sibile leggere; [...] indicano, invece, che una o più parole del testo citato non sono state trascritte. d) Gli uncinati < > racchiudono congetture dell’editore, cioè parole o espressioni che non si leggono chiaramente nell’originale. e) Nel-l’apparato critico, il segno // separa una variante da un’altra variante o da un altro tipo di nota (nota storica o critico-illustrativa, cenno ad una fonte).

5.3. Apparato critico-illustrativo

Tenendo presenti il carattere dei materiali pubblicati nel volume e il tipo di destinatari del volume stesso, si è voluto offrire al lettore un apparato cri-tico semplice e funzionale, cioè, si indicano nelle note di pie’ di pagina i dati e le informazioni essenziali per facilitare la lettura e comprensione del testo.

Quando si tratta di manoscritti finora non pubblicati a stampa, si segna-lano nell’apparato critico le poche aggiunte, correzioni o cancellature avvertite nell’originale, che offrono qualche elemento per capire l’evoluzione del pen-siero dell’autore. Ad esempio, la nota: “alla emend. ex a questa” vuol dire che la parola “alla” è stata scritta da Bertello dopo aver cancellato le parole “a questa”; la nota: “post aggiri del conosce le meraviglie” vuol dire, invece, che dopo la parola “aggiri”, l’autore ha cancellato la frase “conosce le meraviglie”.

Gli eventuali errori riscontrabili nell’originale che sono stati corretti nel testo ora edito vengono pure riportati, volta per volta, nell’apparato critico. Si prescinde, tuttavia, da piccole sviste o da determinati “errori di distrazione”

che non intaccano il significato del termine corretto. Neppure si indicano, come è ovvio, le modifiche introdotte sistematicamente dal curatore nel testo d’accordo con i criteri di edizione segnalati.

Sempre con la finalità di agevolare la lettura e comprensione dei testi si è messa una speciale cura nella spiegazione dei termini tecnici o espressioni poco comuni che potrebbero risultare ostici o problematici per i lettori non appartenenti alla cerchia salesiana.

Allo scopo di facilitare ulteriori studi e approfondimenti, sono stati ag-giunti cenni a date ed eventi culturali del contesto storico e brevi annotazioni bibliografiche su argomenti rilevanti collegati con i temi svolti nei diversi saggi editi.