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5. IL LANIFICIO CARIAGGI DI CAGLI (PU), MARCHE

5.2. L’Azienda

Il Lanificio Cariaggi nasce nel 1958 dall’impegno imprenditoriale di una famiglia, decisa ad affermare il proprio brand nel settore della pro- duzione dei filati naturali.

La sua storia parte, come molte in Italia, da un piccolo stabilimen- to addossato ai collegamenti viari principali, in questo caso la via Fla- minia, che lo collega direttamente alla dorsale adriatica da un lato e ai centri umbri dall’altro, fino a Roma; e da una manciata di collaboratori, per poi implementarsi nel tempo e diventare uno dei marchi leader a livello nazionale e mondiale.

Il complesso che vediamo oggi è il risultato di una espansione stratificata nei decenni, nata dalla necessità di implementare la produ- zione, processo che inevitabilmente porta con sé tutte le funzioni corre- late: come uffici, laboratori, depositi, spazi direzionali; andando a satura- re tutte le aree circostanti. (Fig. 73-74)

Il Lanificio Cariaggi oggi lavora, infatti, con processi di cardatura e pettinatura, quasi il 40% del fiocco di cashmere mondiale, con una pro- duzione distribuita in 25.000 metri quadri di stabilimenti e circa 3.000 metri quadri di spazi a deposito, dando lavoro a circa 250 persone del luogo e attivando 200 macchinari appositamente customizzati per la lavorazione di questo pregiato materiale con la qualità che li contraddi- stingue.1

Un altro marchio distintivo, che li rende unici nel loro settore, è un’attenzione costante alla sostenibilità della filiera, dei processi e delle finiture.

Oltre alla materia prima importata dai centri di produzione sto- rici di questo materiale (Cina, Mongolia), gli allevamenti da cui ricava- no la maggior parte del materiale sono autoctoni, inseriti nel contesto marchigiano del Montefeltro, con grande attenzione al rispetto per gli

1 Informazioni desunte dal documento: E. Rullani, “Industria in transizione - Sfide e possibilità per la provincia di Pesaro-Urbino”, Confindustria Pesaro-Urbino

Figura 73 _ Espansione stratificata nel corso del tempo

Figura 74 _ Completa saturazione degli spazi

INQU

ADRAMENT

O C

ARIA

animali impiegati e per la filiera totale, allargando i benefici, generati dall’attività, a diversi settori, da quello agricolo a quello dell’allevamento.

Il Brand infatti non utilizza solo il cashmere, ma anche filati di seta e lino di produzione locale.

L’attenzione all’aspetto energetico ambientale degli stabili è un al- tro elemento distintivo: la produzione infatti necessita di livelli di tempe- ratura e umidità specifici, ottenuti con l’impiego di impianti sostenibili e di un adeguato assetto dei luoghi della produzione.

Non è solo questo a rendere Cariaggi un gioiello all’interno dell’im- prenditoria regionale e nazionale, ma anche la cura del dettaglio e la scelta delle tecnologie di finitura dei filati: gran parte delle colorazioni utilizzate nei processi, infatti, deriva da sorgenti naturali, minerali e ve- getali.

Ne è un esempio il guado, pianta erbacea autoctona dai caratte- ristici fiori gialli, utilizzata per l’estrazione del colore blu, che è diventato un simbolo della loro produzione.

Anche in questo caso la filiera attivata è completamente locale, con convenzioni stipulate con i produttori della zona che forniscono questa materia prima per la produzione di coloranti organici impiegati nei processi.

Il fattore caratteristico della storia del Lanificio, è proprio questa attenzione, quasi maniacale, nel preservare un carattere artigianale, seppur competendo a livello mondiale con produzioni tessili dal caratte- re totalmente industriale.

È proprio questa attenzione al dettaglio e alla raffinatezza dei prodotti proposti, che rende questo marchio uno dei preferiti del nostro artigianato. I suoi prodotti sono ,infatti, usati dai più grandi marchi di moda del mondo e, quando indossiamo un maglione di cashmere, la probabilità che il filato arrivi proprio da Cagli è altissima.

I processi virtuosi attivati e l’utilizzo delle piante per la produzione di colore, sono state le suggestioni che ci hanno guidato nel concepi- mento funzionale del progetto, che muove proprio da questi aspetti, caratteristiche predominanti e caratterizzanti di un marchio pioniere dell’industria tessile artigianale di alto livello, fiore all’occhiello del Made in Italy nel mondo.

Anche analizzando la composizione strutturale dei fabbricati: dal calcestruzzo armato gettato in opera con tamponature in muratura dei primi stabili degli anni ‘50 alle strutture in acciaio reticolare di quelli de- gli anni ‘70 e ‘80, al calcestruzzo armato prefabbricato dei capannoni più recenti, emerge un pezzo della storia italiana sulla progettazione degli opifici industriali.

È significativo notare come, a partire dai sopralluoghi effettuati nel sito, le strutture più antiche siano perfettamente conservate nella loro integrità, pur con tutti gli stravolgimenti apportati dalla necessità di rinnovamento delle tecniche produttive; mentre quelli più recenti ripor- tino delle carenze strutturali critiche e dei danni rilevanti ad alcuni nodi, aggravate dal fatto che non hanno mai subito eventi compromettenti degni di nota.

nopiano prefabbricato costruito intorno al 2003 per contenere spazi a deposito e parte della produzione, sono state rilevate fessurazioni delle travi in corrispondenza dell’appoggio spinottato al pilastro. (Fig. 75)

Ciò fa emergere la vulnerabilità di queste strutture costruite senza criteri di progettazione antisismica e neanche capaci di rispondere effi- cacemente alle sollecitazioni statiche di esercizio.

Per questo motivo e per le caratteristiche geometriche, che lo rendono compatibile alla tecnologia oggetto della tesi, abbiamo scelto tra tutti lo stabile “Cariaggi 4” per esaudire gli obiettivi posti dal progetto ed analizzare le potenzialità alternative generate dalla progettazione di questa struttura.

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