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AZIENDE INDIVIDUALI A TITOLARITA' FEMMINILE DISTRIBUZIONE PER SETTORE DI ATTIVITA'

PARTE SECONDA L’imprenditorialità femminile

AZIENDE INDIVIDUALI A TITOLARITA' FEMMINILE DISTRIBUZIONE PER SETTORE DI ATTIVITA'

SETTORI NUMERO AZIENDE VALORE %

Agricoltura, caccia e silvicoltura 618 21,24% Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0 0,00%

Estrazione di minerali 1 0,03%

Industrie Manifatturiere: 0,00%

Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 49 1,68% Industrie tessili e dell'abbigliamento 111 3,81% Altre industrie manifatturiere diverse dalle precedenti 116 3,99% Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 0 0,00%

Costruzioni 22 0,76%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio 1040 35,74%

Alberghi e ristoranti 231 7,94%

Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 18 0,62% Intermediazione monetaria e finanziaria 72 2,47% Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali 159 5,46% Pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 0 0,00%

Istruzione 3 0,10%

Sanità e altri servizi sociali 3 0,10% Altri servizi pubblici, sociali e personali 467 16,05% Servizi dometici presso famiglie e convivenze 0 0,00% Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 0 0,00%

Figura 4

Im prese individuali a titolarità fem m inile- distribuzione per settore di attività

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100

Agr icoltur a, caccia e s ilvicoltur a P esca, pis cicoltur a e s er vizi conness i Es tr azione di miner ali Industr ie Manif attur ier e: Indus tr ie alimentar i, delle bevande e del tabacco Indus tr ie tess ili e dell'abbigliamento Altr e industr ie manif attur ier e diver s e dalle pr ecedenti P r oduzione e distr ibuzione di ener gia elettr ica, gas e acqua Costr uzioni Commer cio all'ingr os so e al dettaglio Alber ghi e r is tor anti Tr as por ti, magazzinaggio e comunicazioni Inter mediazione monetar ia e f inanziar ia Attività immobiliar i, noleggio, inf or matica, r icer ca, altr e attività

pr of es sionali ed impr enditor iali P ubblica amminis tr azione e dif es a; as sicur azione sociale obbligator ia

Is tr uzione Sanità e altr i s er vizi s ociali Altr i ser vizi pubblici, sociali e per sonali Ser vizi dometici pr es s o f amiglie e convivenze Or ganizzazioni ed or ganis mi extr ater r itor iali

Se t t or e di a t t i v i t à

Seguono i settori Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali23 (5,46%), le Industrie manifatturiere diverse dalle precedenti24 (3,99%), le Industrie tessili e dell’abbigliamento (3,81%) l’Intermediazione monetaria e finanziaria25 (2,47%) e le Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (1,68%).

Le imprenditrici che operano invece in altri settori sono in numero decisamente più ridotto anche se figurano 22 imprese (pari allo 0,76%) nel settore costruzioni, 18 (pari allo 0,62%) nei Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni, e persino una nel settore Estrazione di minerali.

Da un primo esame della distribuzione delle imprese per settore di attività si nota una presenza significativa delle donne nel settore terziario e nel commercio in particolare. L’elevata presenza femminile in quest’ultimo settore

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In questo settore figurano, tra le altre: agenzie immobiliari, agenzie pratiche automobilistiche, elaborazione dati per conto terzi, produzione e installazione di software, servizi di consulenza informatica, procacciatore d’affari, ricerche di mercato, imprese di pulizia, fotografi, produzione di copie eliografiche e fotostatiche, noleggio di videocassette DVD e videogames, allestimento e manutenzione di giardini, confezionamento ed imballaggio merci varie conto terzi, assemblaggio di materiale elettrico e montaggio componenti elettronici, confezionamento generi di abbigliamento, confezionamento calze per conto terzi (piegatura - stiratura impacchettamento), allestimento vetrine, distribuzione volantini pubblicitari, matassatura cavi e fili di rame per conto terzi, gestione peso pubblico, ecc.

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Le industrie manifatturiere sono state raggruppate in tre categorie:

a. Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (panificazione, pasticcerie, gelaterie, produzione di prodotti di salumeria, produz. prodotti di gastronomia, caseifici, produzione liquori e distillati, ecc.);

b. Industrie tessili e dell’abbigliamento (confezioni tessili, confezioni maglierie, sartorie, rammendatura conto terzi, ritorcitura filati, dipanatura per conto terzi, aspatura filati conto terzi, roccatura e ritorcitura di filati per conto terzi, ricamifici, calzifici, confezione tendaggi, ecc);

c. altre industrie manifatturiere diverse dalle precedenti (categoria residuale comprendente tutte le attività manifatturiere non rientranti nelle due precedenti. Per esempio: produzione lampadari, officine meccaniche, laboratori odontotecnici, assemblaggio valvolame industriale, assemblaggio minuterie metalliche, assemblaggio parti rubinetteria, assemblaggi elettromeccanici, pulitura metalli, restauro mobili, lavorazione vetro, tipografie e litografie, decorazioni ceramiche, ecc.).

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In questo settore figurano: promotori finanziari, agenti di assicurazione e sub-agenti assicurativi.

non è una caratteristica esclusiva del vercellese, ma anche di altre parti del territorio. Nel commercio, come in molte delle altre occupazioni del terziario in cui sono impegnate le imprenditrici studiate, assumono particolare importanza le relazioni personali, la negoziazione, la ricerca del consenso e la soluzione dei conflitti basata più sui compromessi piuttosto che sull’eliminazione del contrasto. Tutte queste sono caratteristiche che Hofstede definisce tipiche delle occupazioni in cui prevale la dimensione culturale da lui chiamata femminilità26.

Altro discorso è invece quello delle occupazioni storicamente esperite prevalentemente da donne (parrucchiere, estetista, tintorie e stirerie, ecc.) che assumono valore modale nel settore Altri servizi pubblici, sociali e personali. Lo stesso può valere per Alberghi e ristoranti, e per alcune specifiche attività del settore Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali. In quest’ultimo settore è rilevante la frequenza relativa delle “Imprese di pulizia”.

La distribuzione delle imprese a titolarità femminile rispetto al settore di attività, come si avrà modo di vedere nella successiva parte della ricerca, è di fondamentale importanza per l’interpretazione dei dati raccolti presso le imprenditrici.

La tabella 5 mostra la distribuzione delle aziende rilevate rispetto all’età dell’imprenditrice.

Tralasciando le imprenditrici più anziane, la cui iscrizione al Registro delle Imprese potrebbe anche esser dovuta ad una mancata cancellazione per cessazione di attività e, in ogni caso, statisticamente non rappresentative, le frequenze più elevate sono comprese tra il 1945 ed il 1972. Le imprenditrici in

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Va precisato che qui non si intende assolutamente individuare professioni più maschili o più femminili e che i termini utilizzati da Hofstede nel suo celebre studio sui dipendenti IBM in più di 50 paesi in cui operavano filiali della multinazionale, stanno ad indicare delle dimensioni culturali e non delle differenze di genere. La dimensione culturale mascolinità/femminilità da lui utilizzata per misurare le caratteristiche culturali di differenti società, può essere utilizzata, come del resto egli stesso fece, per individuare professioni più vicine alla prima o alla seconda dimensione. Geert Hofstede, Cultures

questione hanno cioè tra i 32 e i 59 anni. Se la diminuzione di imprenditrici di età superiore ai 60 anni è verosimilmente ricollegabile alla cessazione di attività, è interessante notare l’intraprendenza delle generazioni più giovani. Sembra comunque che “il coraggio” di iniziare un’attività imprenditoriale diventi maggiore dopo i 30 anni. Non va del resto dimenticato che molte professioni talvolta richiedono un’adeguata formazione e che , quasi sempre, necessitano di un più o meno lungo training in aziende del settore per l’acquisizione dell’indispensabile esperienza. Figura 5 Frequenza 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 Frequenza

Tabella 5

Anno di nascita Frequenza Valore percentuale

1913 1 0,03% 1914 0 0,00% 1915 2 0,07% 1916 0 0,00% 1917 2 0,07% 1920 1 0,03% 1921 1 0,03% 1922 6 0,21% 1923 1 0,03% 1924 7 0,24% 1925 3 0,10% 1926 7 0,24% 1927 2 0,07% 1928 12 0,41% 1929 10 0,34% 1930 4 0,14% 1931 10 0,34% 1932 15 0,52% 1933 18 0,62% 1934 10 0,34% 1935 20 0,69% 1936 18 0,62% 1937 34 1,17% 1938 29 1,00% 1939 33 1,13% 1940 24 0,82% 1941 38 1,31% 1942 38 1,31% 1943 48 1,65% 1944 40 1,37% 1945 42 1,44% 1946 64 2,20% 1947 68 2,34% 1948 75 2,58% 1949 89 3,06% 1950 91 3,13% 1951 62 2,13% 1952 66 2,27% 1953 69 2,37% 1954 81 2,78% 1955 82 2,82% 1956 88 3,02% 1957 94 3,23% 1958 84 2,89% 1959 89 3,06% 1960 74 2,54% 1961 90 3,09% 1962 80 2,75% 1963 86 2,96% 1964 88 3,02% 1965 90 3,09% 1966 85 2,92% 1967 83 2,85% 1968 61 2,10% 1969 79 2,71% 1970 53 1,82% 1971 72 2,47% 1972 69 2,37% 1973 53 1,82% 1974 42 1,44% 1975 42 1,44% 1976 44 1,51% 1977 42 1,44% 1978 26 0,89% 1979 17 0,58% 1980 14 0,48% 1981 20 0,69% 1982 12 0,41% 1983 6 0,21% 1984 3 0,10% 1985 1 0,03% 2910 100,00%

AZIENDE INDIVIDUALI NELLA PROVINCIA DI