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CAPITOLO III. Il Museo archeologico regionale “Baglio Anselmi”.

III.1 Dal baglio al museo

Acquisito nel 1978 allo scopo di conservare il relitto della nave punica, dal 1986 il Baglio Anselmi è stato adibito a Museo archeologico, dove sono state ospitate anche le testimonianze emerse dalle ricerche archeologiche condotte nel territorio lilibetano.

A seguito dell’ultima organizzazione del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con il Decreto Presidenziale della Regione Sicilia n. 237 del 7 agosto 2013, è stato dichiarato di rilevanza regionale con il nome di Museo Archeologico Regionale “Lilibeo” di Marsala.

L’edificio in cui ha sede il museo rimanda ad una fase significativa della storia urbana di Marsala e della Sicilia post unitaria, precisamente al periodo della rivoluzione della produzione vinicola a partire dalla metà del XIX secolo156. Il baglio siciliano (il bagghiu157) trova il suo lontano modello nella villa rustica della Roma repubblicana e imperiale, che ebbe larga diffusione nelle provinciae, delle quali la Sicilia fu cronologicamente la prima158.

156Il primo trentennio dello Stato unitario (1860-1890) era stato caratterizzato da alterne vicende

politiche e dall’avvio della trasformazione economica italiana che, da fondamentalmente agricola, cominciava a muovere, soprattutto nelle regioni del Nord, i primi passi verso l’industrializzazione. La Sicilia era stata protagonista di queste trasformazioni che influirono negativamente sull’economia dell’isola sulla quale era stato imposto un blocco agrario. Anche dopo il protezionismo doganale la situazione economica non era migliorata (ricordiamo che con il protezionismo doganale ha l’inizio il processo di divaricazione economica tra nord e sud).

La produzione vinicola della Sicilia unitaria conobbe fasi di alterna fortuna almeno fino alla prima guerra mondiale. Rappresentò sicuramente un deterrente all’emigrazione per la gran quantità di manodopera che riusciva ad assorbire direttamente e nelle attività connesse.

157La parola deriva dal latino vallum, fu poi acquisita dagli arabi che identificarono i bagli nelle massae (masserie) bizantine, mentre i bizantini denominavano tali costruzioni con il nome arabo bahal.

158 Sparsi negli antichi feudi della Sicilia occidentale, sono stati rintracciati diversi edifici

denominati bagli analoghi alle ville rustiche romane, anche se esteticamente più simili a fortezze. Si tratta di edifici circondati da possenti mura, che solitamente venivano costruiti nei pressi delle sorgenti d’acqua e su modeste alture, da dove era possibile vigilare i propri possedimenti. Al piano terra vi era una corte interna costituita da uno spazio quadrangolare aperto, intorno alla quale erano ubicati ambienti di vario genere che fungevano da magazzini, depositi e stanze per i lavoratori

La maggior parte dei bagli siciliani venne realizzato durante la dominazione spagnola nell’isola (1412-1713). Le prime costruzioni presentavano evidenti supporti di difesa per far fronte agli attacchi dal mare; solo in epoca successiva, incrementata la coltura della vite per la produzione del vino, parecchi bagli furono riadattati a tale scopo. Per questo motivo nella seconda metà del XIX secolo il termine baglio è diventato sinonimo di stabilimento vinicolo159.

Il museo del Baglio Anselmi si pone come anello di raccordo dell’itinerario fenicio – punico - romano - medievale, restituendo al visitatore la visione della stratificazione di parecchi secoli di storia urbana.

Il museo, ubicato in un ex stabilimento vinicolo sul Lungomare Boeo, è incluso nell’area archeologica di Capo Boeo, insieme ad un complesso di stabili, tra i quali il Baglio Tumbarello160 e alcuni edifici di proprietà privata; l’insieme rappresenta un ponte di collegamento con l’archeologia industriale.

Il recupero e il riuso di tali strutture è stato eseguito con una costante scelta di elementi architettonici e di allestimento, con lo scopo di ottenere un’immagine unitaria.

Gli spazi che un tempo hanno ospitato depositi, magazzini e locali tecnici oggi accolgono i reperti provenienti principalmente dalle campagne di scavo condotte dai primi del Novecento ad oggi nel territorio lilibetano, insieme ad un ristretto nucleo proveniente dalla collezione “G. Whitaker” di Mozia e da vecchie acquisizioni comunali.

La peculiarità di ciò è data dalla sua doppia funzione: sia museo archeologico, sede delle collezioni cittadine, sia Antiquarium in stretto rapporto con la retrostante area archeologica di Capo Boeo della quale raccoglie i reperti.

L’edificio del Baglio Anselmi ha una forma a L, chiuso da un muro perimetrale rettangolare. La facciata è prospiciente il Lungomare Boeo, su cui si apre l’ingresso.

stagionali, mentre al piano di sopra si trovavano le stanze del proprietario e l’appartamento del fattore che sorvegliava e dirigeva i lavori agricoli.

159M. Vento, Bagli di Sicilia. Dall’antichità ad oggi, 2000. 160Vedi supra capitolo II.3.2. pp. 83-90.

La sistemazione museografica ha cercato di valorizzare alcuni elementi caratteristici del baglio come gli archi ogivali che reggono il soffitto ligneo; per gli spazi chiusi è stato utilizzato il cotto siciliano, il legno e il travertino; la corte interna è caratterizzata da basole e ciottoli di pietra, mentre il materiale utilizzato per gli spazi aperti e per il prospetto è tufo di copertura.

Per l’ illuminazione dei due grandi vani interni è stata prevista l’apertura di finestre sulle pareti sfruttando la luce naturale. La luce artificiale è ottenuta con fari rivolti sugli elementi architettonici posti fuori dalle vetrine, mentre queste ultime presentano un’illuminazione a neon posta al loro interno.

La biglietteria è posta all’ingresso sul Lungomare Boeo161 (figura 3.1), con i consueti espositori per brochures, libri e materiale illustrativo162.

Sul lato opposto al banco della biglietteria si trovano i servizi e una scala che conduce al piano superiore dove sono ubicati gli uffici del personale.

Una volta acquistato il biglietto163si procede con il percorso di visita che si snoda in due direzioni: a destra la grande sala dedicata all’esposizione dei rinvenimenti subacquei, in particolare al relitto della nave punica (figura 3.1, n. 1); a sinistra, preceduta da una saletta con documentazione grafica e fotografica di Lilibeo (figura 3.1, n. 2), si trova la sala dedicata all’esposizione delle testimonianze archeologiche della città e del territorio, disposte secondo un ordine cronologico e topografico (figura 3.1, nn. 3 e 4).

161

Alle spalle della biglietteria, oltre una parete in vetro, si trova il cortile, nel quale è visibile il saggio di scavo effettuato in occasione dei lavori di ristrutturazione del baglio: si tratta di testimonianze, quali una tomba, una fornace, tratti di mura riferibili ad una domus e una canaletta, che documentano una notevole frequentazione dell’area dal IV sec. a.C.. Il cortile è anche il punto di accesso all’area archeologica di Capo Boeo.

162 Allo stato attuale gli espositori sono vuoti, brochures e materiale didattico è disponibile a

pagamento.

163 Il biglietto d’ingresso al Museo archeologico regionale Baglio Anselmi rende possibile

l’accesso all’area archeologica di Capo Boeo con un biglietto unico; la tariffa è variabile: intero 4 euro, ridotto (giovani fino a diciotto anni e over sessantacinquenni) 2 euro. Secondo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 16 gennaio 2013, con il DA 1048 del 14 aprile 2014 è stato abolito il biglietto d'ingresso da 1 euro per i residenti .

Figura 3.1. Planimetria del Museo Archeologico Regionale Baglio Anselmi. (foto dal web, http://www2.rgzm.de/navis/musea/marsala/museomarsalaenglish.htm).