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“IL BANDO REGIONALE PER I CONTRIBUTI ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE È UN

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 28-31)

Economia/lavoro

“IL BANDO REGIONALE PER I CONTRIBUTI ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE È UN

IM-PORTANTE INCENTIVO AFFINCHÉ SI TORNI AD INVESTIRE” - NOTA DI SMACCHI (PD) Il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) va-luta positivamente il nuovo bando regionale che stanzia 5 milioni di euro a sostegno degli inve-stimenti delle piccole e medie imprese. Per Smacchi sarà ora importante puntare “su un

‘Piano impresa 4.0’ in grado di fornire agevola-zioni e finanziamenti alle imprese, piccole e me-die, per sostenerle nel loro processo di innova-zione".

Perugia, 27 aprile 2018 - “Con la pubblicazione di questo bando le nostre piccole e medie imprese potranno contare su importanti contributi finaliz-zati all'introduzione di nuovi prodotti, ad incre-mentare i processi produttivi e a favorire proces-si di riorganizzazione anche sotto il profilo del-l'occupazione”. Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi, spie-gando che “la dotazione finanziaria totale sarà di 5 milioni di euro, che verranno concessi alle a-ziende per investimenti fino al 30 percento, ri-servando il 50 percento delle risorse a settori importanti che rappresentano la specificità del

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nostro tessuto produttivo, in particolare il siste-ma delle imprese artigiane del tessile, dell'abbi-gliamento, della ceramica, del mobile, della lavo-razione del legno e dell'arredo casa”.

“Dopo una fase di forte contrazione, che aveva portato quasi a dimezzare gli investimenti delle PMI nel quinquennio trascorso – dichiara Smac-chi - è iniziata un’inversione di tendenza che ha progressivamente acquisito slancio. Le PMI han-no infatti accresciuto gli investimenti rispetto alle immobilizzazioni materiali nei diversi settori.

Esse rappresentano l'ossatura del tessuto eco-nomico della nostra regione e del nostro Paese, basti pensare che solo l'82 percento del totale nazionale di esse si concentra nel centro nord generando un valore aggiunto pari a circa 170 miliardi di euro, pari ad oltre il 10 percento del pil nazionale, contando circa 3 milioni di addetti per un fatturato pari a quasi 720 miliardi di euro.

Le imprese registrate nella nostra regione sono circa 94.500, il 23,4 percento di esse sono im-piegate nel settore del commercio, mentre il 18 percento nel settore dell’agricoltura, più del 50 percento delle imprese sul suolo umbro sono individuali, il 23,4 percento, sono società di capi-tali ed il restante 25 percento delle società regi-strate sono ripartite in società di persone, coope-rative e consorzi".

"Analizzando i dati delle imprese classificate nel 2017 - spiega Andrea Smacchi - il sistema im-prenditoriale della nostra regione riflette una diversificazione tipica del sistema produttivo na-zionale, ma con una specificità rilevante, infatti il settore del turismo (circa il 7 percento), dei tra-sporti (circa il 2,5 percento), delle attività mani-fatturiere (10,8 percento), delle costruzioni (14,1 percento) e del commercio (circa il 25 percento) risultano perfettamente in linea con i dati della macro-area e della nazione, mentre per quanto riguarda l’agricoltura, si nota come i dati regio-nali (19,1 percento) siano decisamente maggiori rispetto alla media italiana e alla media del Cen-tro Italia (rispettivamente 10,6 percento e 13,3 percento)”.

"Un dato importante in Umbria - prosegue il con-sigliere regionale - riguarda il settore del manu-fatturiero che ha chiuso il 2017 in positivo con segnali di ripresa per le imprese artigiane per quanto riguarda la produzione, il fatturato gli ordinativi e l'occupazione anche per le piccole imprese con la sola eccezione dei settori del le-gno e della chimica. L'impele-gno della nostra Re-gione sarà affinché il manufatturiero insieme a tutti gli altri settori possano mantenere questa congiuntura positiva puntando su un ‘Piano im-presa 4.0’, all'avanguardia, in grado di fornire agevolazioni e finanziamenti che siano a disposi-zione delle imprese, piccole e medie, per soste-nere il loro processo di innovazione".

“Questi sono i presupposti e le basi su cui con-centrare il nostro impegno - conclude Andrea Smacchi - consapevoli di quanto queste realtà produttive siano importanti, per non dire fonda-mentali, per il benessere economico dell'intera nostra regione".

“RICONVERSIONE CENTRALE ENEL DI BA-STARDO” - A ROMETTI (SER) RISPONDE ASSESSORE PAPARELLI: “PROROGATO A TUTTO IL 2018 IL TERMINE PER PRESEN-TARE NUOVE PROPOSTE”

Perugia, 17 aprile 2018 – Nel corso della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, all’interno della sessione dedicata al question time, il consi-gliere Silvano Rometti (SeR) ha chiesto all’assessore Fabio Paparelli sullo stato di attua-zione della deliberaattua-zione dell'Assemblea legislati-va dello scorso maggio 2017 relatilegislati-va all'ordine del giorno circa la “Prevista dismissione della centrale termoelettrica Enel 'Pietro Vannucci' di Bastardo di Giano dell'Umbria. Iniziative da adot-tarsi da parte della Giunta regionale ai fini della riconversione del sito, nonché per il potenzia-mento del centro specialistico di addestrapotenzia-mento del personale Enel'.

Rometti ha ricordato che l'atto assembleare im-pegnava la Giunta regionale ad “adottare tutte le iniziative necessarie per instaurare un progetto che porti ad individuare le possibilità di impiego sostenibile della struttura e di un intero sito che si caratterizza per una sua ampia estensione, attraverso un rapporto collaborativo con Enel, sia sugli interventi di riqualificazione da effettuare, sia rispetto alla tutela occupazionale. Il progetto – ha ricordato Rometti – prevedeva anche l'atti-vazione di percorsi di ricerca di fondi comunitari per supportare l'attività che si intende svolgere;

prevedere il potenziamento della scuola, attual-mente in essere, di addestramento specialistica del personale Enel a livello nazionale, attraverso la costituzione di un centro di alta formazione universitaria che potrebbe diventare anche polo di attrazione per ricercatori e studiosi e struttura di eccellenza della Regione Umbria; avviare un tavolo permanente con i Comuni interessati con Enel ai fini della valutazione di un piano di ricon-versione compatibile con l'attuale vocazione del-l'area; ad approfondire – infine - anche attraver-so la promozione di un concorattraver-so di idee le linee guida di riconversione più opportune per un ade-guato ed economicamente sostenibile piano di fattibilità industriale. Mi risulta che il Ministero non abbia dato ancora il via alla dismissione quindi: situazione di stallo".

L’assessore Fabio Paparelli ha risposto che “in seguito all’evoluzione sfavorevole del mercato dell’energia, il reale funzionamento dell’impianto si è quasi azzerato nel 2016. Enel ha ritenuto necessario inoltrare un’istanza al Mise l’11 no-vembre 2016 per la dismissione definitiva delle due unità. Il Ministero ha risposto con la richiesta di tenere nella disponibilità l’esercizio dell’impianto per l’intero 2017, in quanto i cam-biamenti avvenuti nel contesto internazionale, in primis il fermo degli impianti nucleari in Francia, non consentivano di determinare con certezza gli scenari futuri in campo energetico. La durata è stata rinnovata anche per il 2018. Nel 2017 l’impianto è stato sostanzialmente utilizzato per situazioni di emergenza, e pertanto con

consun-tivo di ore annue ampiamente al di sotto dei limi-ti concessi dall’autorizzazione Aia. Nel frattempo abbiamo iniziato con i soggetti interessati, le parti sociali, i comuni, la stessa Enel, un pro-gramma per dare vita a un nuovo futuro, con i siti fossili che hanno concluso il loro ciclo di pro-duzione o che stanno per farlo sulla base dell’attività straordinaria richiesta nell’anno in corso. Il termine ultimo della presentazione della proposta progettuale è stato spostato al 2018. Si tratta di una decisione che Enel ha assunto in condivisione con la Regione Umbria, spostare il temine ultimo per i progetti di riconversione del sito in considerazione del fatto che l’impianto è attualmente ancora in attesa di via libera da par-te dell’autorità compepar-tenpar-te rispetto alla richiesta di dismissione anticipata che è fissata al 2023, per effetto delle autorizzazioni in possesso. Il posticipo permette di conciliare l’esigenza dei soggetti che hanno già presentato una concreta manifestazione d’interesse, che avranno più tempo per elaborare il loro progetto di riqualifi-cazione, perché noi intanto non abbiamo fermato il processo di riqualificazione, ma si sta andando avanti: da manifestazioni d’interesse a proget-tualità concrete. Questo periodo di tempo sarà anche utile per proseguire nel percorso di dialogo e di confronto con le istituzioni nel territorio, che hanno sempre caratterizzato questi percorsi.

Enel ha richiesto di posticipare a fine 2018 il termine ultimo di scadenza della presentazione delle proposte alla luce delle nuove determina-zioni che stanno assumendo le autorità nazionali, che ci chiedono ancora di non dismettere questa centrale nonostante lo scarso utilizzo. Resta valido l’accordo quadro sottoscritto in questo contesto da Enel e Regione che inserisce in una cornice istituzionale il percorso di riqualificazione del sito in cui si registra la disponibilità della Re-gione a sottoscrivere un accordo di programma che accompagni la progettualità che emergerà dal concorso dei progetti verso la sua concreta attuazione. Secondo me l’accordo di programma è lo strumento idoneo a definire piano di inter-venti utili, che deve in primo ordine passare at-traverso il potenziamento del capitale umano di cui Enel dispone, affinché la centrale di Bastardo possa affermarsi come punto di riferimento per azioni informative”.

Nella replica conclusiva, Rometti ha detto di prendere “per buone le ultime parole dell’assessore, circa la volontà di vigilare su que-sto accordo per far sì che queque-sto congelamento non si riveli invece una perdita della strategia delineata. Enel non può lavarsi le mani rispetto a progetti di riqualificazione e non fornire alcuna ricaduta positiva per il territorio. La situazione deve essere governata anche perché ci sono una trentina di dipendenti”.

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 28-31)