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La Bce accende un faro sull'euro forte

Nel documento CONFIMI. 11 settembre 2020 (pagine 32-35)

Lagarde: ne abbiamo discusso nel board, attenti agli effetti sull'inflazione Francoforte non annuncia interventi e la moneta unica s'impenna fino a quota 1,19

Isabella Bufacchi

L'apprezzamento dell'euro sul dollaro è un tema sul tavolo della Bce: «Ne abbiamo discusso, anche se non è un target della politica monetaria» detto la presidente Lagarde, sottolineando però che verrà monitorato «con attenzione» il tasso di cambio per gli effetti sull'inflazione. La Bce ha lasciato invariato il pacchetto di misure per rilanciare la ripresa nell'Eurozona, migliorando leggermente la crescita per quest'anno (Pil da -8,7% a -8,0%). Ieri la moneta unica è salita fino a 1,19 sul dollaro. Bufacchi a pag. 3

FRANCOFORTE

Andrà tutto bene. L'apprezzamento dell'euro esercita pressione negativa sui prezzi ma ne sono solo «monitorate attentamente» le implicazioni sull'inflazione a medio termine perché non è un target di politica monetaria. La ripresa economica è «incerta, disomogenea» dopo un crollo senza precedenti, «soffiano i venti negativi della pandemia» e i rischi restano al ribasso ma intanto le proiezioni di settembre sul Pil 2020 sono migliorate da -8,7% a -8,0%.

L'inflazione è lontana dall'obiettivo ma non si vede «rischio di deflazione» nonostante quel -0,2% in agosto dovuto a fattori temporanei mentre il tasso inflazionistico nel 2021, rivisto all'insù nelle proiezioni di settembre, si riporta a quota 1 per cento.

Gli strumenti in campo di politica monetaria si stanno dimostrando «efficienti ed efficaci», il Pepp sta avendo successo, ha ridotto la frammentazione, riportato la stabilità e «ripristinato gli spread a livelli pre-Covid», i prestiti TLTRO III hanno iniettato liquidità e assicurato il flusso del credito a bassissimo costo a imprese e famiglie. E poi c'è «l'impatto positivo» delle politiche fiscali nell'area dell'euro, pari al 4,5% del Pil, «benvenute, necessarie e ambiziose» e il Recovery Fund Next Generation EU che ha dato impulso alla fiducia e che «con i sussidi ai Paesi con meno margini fiscali e più colpiti dal coronavirus ridurrà le divergenze nella ripresa».

Non si avverte persino fretta di chiudere la revisione strategica in Bce, dopo il ritardo accumulato per il coronavirus, la review si prenderà tutto il tempo necessario per decidere su una vastissima gamma di argomenti, nonostante la Federal Reserve abbia già giocato le sue carte. L'apprezzamento dell'euro è stato discusso ieri "ampiamente" dal Consiglio ma fermandosi al monitoraggio attento, in mancanza di mandato con target sul cambio.

Così ieri il presidente della Bce Christine Lagarde, riflettendo evidentemente gli umori e le posizioni variegate del Consiglio direttivo, ha fatto suo il motto della lotta contro il coronavirus: andrà tutto bene, è sembrata aggiungere a ogni suo commento, dai cambi all'inflazione, dalla ripresa economica alla stabilità dei mercati, dalla tenuta delle banche agli spread. Il successo di quanto fatto finora e un senso di adeguatezza della cassetta degli attrezzi a Francoforte e a Bruxelles ha puntellato le risposte di Lagarde in conferenza stampa,

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ai tempi di Draghi, quando il presidente della Bce si esponeva, anticipava a parole gli allentamenti a venire (mettendo di malumore non pochi falchi), muovendo i mercati nella direzione auspicata e accomodante. Quel che ieri i mercati avrebbero voluto è una Bce «ferma nelle azioni ma colomba nelle parole». Tant'è che tra dichiarazione introduttiva e conferenza stampa, l'euro si è apprezzato e i rendimenti a lungo dei Paesi core sono lievemente saliti. La Bce di Lagarde a parole può suonare falco "hawkish" quando vuole solo essere assertiva e sicura di sè, perché quando serve è capace di fare l'inimmaginabile, come tassi negativi fino a -1% e il Pepp.

In risposta alla crisi pandemica dai risvolti «apocalittici», la Bce si è inventata uno strumento estremamente flessibile per salvaguardare la stabilità, fermare la frammentazione e riportare l'inflazione verso il target: il Pepp ignora all'occorrenza la chiave capitale, le sue dimensioni sono lievitate lo scorso giugno dai 750 miliardi decisi a marzo a 1.350 miliardi.

Lagarde ha ripetuto come sempre, che la Bce è pronta a modificare entro il mandato tutti i suoi strumenti, anche i tassi (facendo intendere che un ennesimo taglio è possibile) se necessario. Ma i mercati hanno sentito solo che «un aumento del Pepp non è stato discusso in Consiglio direttivo», senza indicazioni a voce su possibili aumenti futuri. Per una banca centrale, perdere a parole è grave. Ma perdere nei fatti è ancor più grave, e Lagarde si è mostrata fiduciosa che la Bce, gli Stati dell'Eurozona e le istituzioni europee sono pronte a tutto. E che quindi andrà tutto bene.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Edizione chiusa in redazione alle 22 PIL INFLAZIONE Fonte:

Banca centrale europea 2020 2021 2022 2020 2021 2022 -8,0 +5,0 +5,2 +3,2 +3,3 -8,7 Previsioni di crescita del Pil e di tasso di in azione dell'Eurozona presentate ieri dalla Bce a confronto con le previsioni di giugno. Valori in percentuale. Previsioni pubblicate ieri Previsioni pubblicate a giugno 0,3 0,3 1,0 0,8 1,3 1,3 Le nuove stime di Francoforte

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I MILIARDI DEL PEPP

Il programma speciale di acquisti per contrastare gli effetti della pandemia 1%

STIMA INFLAZIONE 2021

La Bce non vede rischio di deflazione. Il -0,2% di agosto è dovuto a fattori temporanei IL CONFRONTO

la fed

Target medio per l'inflazione Svolta a fine agosto

La Fed (nella foto Jerome Powell) il 27 agosto ha effettuato una svolta di policy adottando l'"average inflation targeting" che permetterà all'inflazione di superare «moderatamente»

l'obiettivo del 2% «per periodi di tempo». Lo scopo: «Cercare di ottenere un'inflazione media del 2% nel tempo e quindi ritenere che, a seguito di periodi con un'inflazione che ha viaggiato persistentemente sotto il 2%, un'appropriata politica monetaria forse avrà l'obiettivo di raggiungere un'inflazione moderatamente superiore al 2% per un periodo»

La bce

Revisione annunciata, resta l'obiettivo Prossime mosse

«Abbiamo iniziato lo scorso anno la nostra strategy review che abbiamo messo in pausa nel momento più duro dalla pandemia ma ora siamo per ripartire e avremo un seminario il 23 settembre» ha detto ieri Christine Lagarde

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Le nuove stime di Francoforte Foto:

EPA

Francoforte. --> La presidente della Bce Christine Lagarde durante la conferenza stampa di ieri

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Il punto

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