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Beccafico Sylvia borin (Boddaert)

Periodo migratorio

2.3 Beccafico Sylvia borin (Boddaert)

Il Beccafico appartiene all’ordine dei Passeriformi e alla famiglia Sylviidae. Si tratta di una specie politipica diffusa in Europa fino ad alte latitudini. Il Beccafico raggiunge una lunghezza corporea media 14 cm e pesa tra 16 e 20 g; l’apertura alare misura circa 21-24 cm. Il piumaggio presenta una colorazione opaca marrone

olivastra sul dorso e più chiara nella parte inferiore, l’occhio nero è enfatizzato da un corto sopracciglio marrone chiaro (Cramp 1988) (Fig. 2.4).

Fig. 2.4 Esemplare di Beccafico

Non presenta caratteristiche morfologiche rilevanti , non è possibile distinguere il maschio dalla femmina e il piumaggio presenta minime variazioni stagionali; anche il riconoscimento dei giovani dagli adulti non è immediato anche se i giovani possono essere più gialli o fulvi nel dorso mentre nella parte sottostante di un marrone più chiaro. L’alimentazione durante la stagione riproduttiva è costituita prevalentemente da insetti ed è simile a quella della Capinera (Cramp 1988), mentre negli altri periodi prevalgono alimenti vegetali soprattutto bacche. Come la Capinera si alimenta principalmente in arbusti al di sotto dei 6 m, ma in certe situazioni, come quando gli afidi o le larve di Lepidotteri sono abbondanti si spinge nella vegetazione fino a 20m di altezza. Pur essendo normalmente animali solitari al di fuori della stagione riproduttiva, talvolta possono radunarsi in piccoli gruppi per mangiare frutta sugli alberi (Thomas 1979b). Sono animali territoriali: i territori spaziano fuori dall’habitat preferito nelle zone contigue (Cramp 1988) e la loro grandezza sembra variare con la qualità dell’habitat come anche la densità di individui. Il maschio difende confini ben definiti con il canto eseguendo display di minaccia; la sua competizione spaziale con la Capinera è ben studiata (Cody 1978, Cramp 1988) e i territori delle due specie sono almeno in parte reciprocamente esclusivi (Cramp 1988). Generalmente i maschi arrivano nei territori riproduttivi qualche giorno prima

delle femmine (Cramp 1988), anche se questo pattern potrebbe dipendere in parte dal fatto che le femmine restando più nascoste sono più difficili da osservare. Solitamente i beccafichi sono monogami ma i maschi occasionalmente possono essere poligami; le coppie monogame in media restano insieme per due covate, ma si separano in caso di fallimento o abbandono (Cramp 1988). I siti scelti per nidificare sono di solito arbusti (soprattutto rovi di Rubus) o bassi alberi oppure zone di erba alta (per esempio ortica Urtica o erbe del genere Epilobium); i nidi sono a forma di coppa e costituiti prevalentemente da fili d’erba e foglie, ma anche da ramoscelli e radici nascosti perlopiù nel sottobosco fitto a poca altezza da terra. Entrambi i sessi sono impegnati nella costruzione del nido, con il maschio che costruisce diversi nidi rudimentali e la femmina che di solito ne sceglie uno completandolo in circa tre giorni, con un periodo complessivo di costruzione del nido che va da 6 a 11 giorni (Cramp 1988). Le uova sono quasi ellittiche, lisce e lucide e presentano una colorazione molto variabile che va dal bianco al marroncino, con sfumature rosa o verde, con macchie e chiazze molto diffuse o scarse di colore marroncino, marrone scuro, grigio e porpora. In media in una covata vengono prodotte 4-5 uova e normalmente viene effettuata una singola covata, in alcune popolazioni due (Cramp 1988, Cramp 1988). La cova dura 11-12 giorni ed è a carico di entrambi i sessi, ma il maschio vi impiega meno tempo rispetto alla femmina e soltanto durante le ore di luce; la cova inizia dopo la deposizione dell’ultimo uovo (Cramp 1988). I pulcini mettono le penne in circa 10 giorni (Mason 1976; Cramp 1988); diventano indipendenti dopo circa 10-14 giorni dall’involo (Cramp 1988). Il Beccafico è un migratore notturno al lungo raggio: gli spostamenti che compie sono estesi in entrambe le stagioni e lo portano da quartieri riproduttivi nell’Europa centrale e settentrionale a quartieri di svernamento nell’Africa subsahariana. I quartieri riproduttivi si trovano a latitudini medie e superiori del Paleartico occidentale che presentano in un clima che varia da continentale, in certe zone oceanico, a temperato tra 12°C e18°C, così che questi animali tollerano condizioni più rigide rispetto alle altre Sylvia nella regione. In queste zone i beccafichi si ritrovano principalmente ai limiti di aree boscose o in radure o nella macchia di colline. In Gran Bretagna i movimenti iniziano a metà luglio, un gran numero parte a metà agosto con un picco ai primi di settembre e in alcune zone anche a metà mese. Le direzioni autunnali

sono principalmente dirette verso sud-ovest (invertite in primavera): dall’Europa centrale e occidentale (compresa Gran Bretagna e Scandinavia occidentale) verso la Spagna, dalla Finlandia e dall’Europa nord orientale verso l’Italia (Cramp 1988). Tutte le popolazioni migrano in Africa a sud del 10°N nella parte occidentale e del 3°N in quella orientale, fino anche in Sudafrica; la concentrazione maggiore si ritrova nello Zaire occidentale, in Uganda e nel Kenia centrale ed è la Sylvia più comune in Costa d’avorio. La distinzione delle popolazioni non è sempre facile in quanto nei quartieri postnuziali si rileva una notevole sovrapposizione. Frequentemente si distribuisce in foreste periferiche e in cespugli di frutta nella savana e anche in alberi isolati di fattorie in zone disboscate nella foresta. (Cramp 1988). Nei siti di sosta autunnali nel Sahara gli uccelli più grassi durante il giorno restano all’ombra e continuano a migrano la notte successiva, mentre gli animali più magri di giorno si nutrono attivamente e restano per il periodo necessario ad accumulare abbastanza riserve per riprendere il viaggio (Bairlein 1987). I quartieri di svernamento sono abbandonati a partire da febbraio: un passaggio notevole viene registrato a febbraio nel sud del Malawi, e tra febbraio e marzo in Zimbawe, Rwanda e nell’Uganda occidentale; nord est dello Zaire, nell’Uganda centrale e meridionale e in Kenia invece le partenza maggiori sono concentrate tra marzo e aprile.

3. Esperimenti di orientamento sulla Rondine