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“I libri sono i grandi guardiani dei tesori del genere umano. Essi conservano da un secolo all'altro il meglio, che fu mai pensato o inventato, e ci fan sapere ciò che una volta fu vivente in terra.” (Freytag Gustav, Pensieri)

2 .1 Q u a d r o g e n e r a l e e p a t r i m o n i o l i b r a r i o

All’interno dell’offerta culturale cittadina, la Biblioteca alle Stimate si configura come una delle più importanti biblioteche appartenenti ad un ente ecclesiastico. Per la sua storia plurisecolare, per la quantità e la preziosità dei materiali conservati, e infine per la cura con la quale questo patrimonio viene conservato, gestito e reso fruibile, la Biblioteca riconferma l’immagine di una Verona ricca di valori, di storia e di cultura. Allo stesso tempo, essa testimonia anche l’amore con cui i Padri Stimmatini operano, sull’esempio di Gaspare Bertoni, perché questo bene comune possa preservarsi nelle migliori condizioni e servire ancora allo sviluppo del pensiero e alla crescita di coloro che ne fanno uso. L’attuale patrimonio della Biblioteca ammonta a circa 80.000 volumi, divisi per varie sezioni105.

La prima sezione, chiamata anche “Biblioteca antica”, comprende il nucleo originario di circa 10.000 volumi, editi fra i secoli XV-XIX, e alcuni manoscritti. Tutti i libri di questo nucleo furono acquistati sul mercato da Gaspare Bertoni durante la sua vita. Di questi antichi volumi abbiamo 10 incunaboli, quasi

105 Le cifre e i dati che verranno illustrati sono ricavati dalla scheda di presentazione della

“Biblioteca alle Stimate” per il progetto Nuova Biblioteca manoscritta,

mille volumi del secolo XVI, circa duemila del secolo XVII, più di duemila quelli del secolo XVIII e il resto dell’Ottocento.

Per quanto riguarda le discipline rappresentate nella suddetta sezione, evidentemente prevalgono le scienze religiose, in particolare le Sacre Scritture con i vari Commentatori, la Teologia, la Liturgia e i vari testi di culto, i Padri della Chiesa, i Concili e la Storia Ecclesiastica. Ma non mancano le altre materie, come la Letteratura classica e moderna, l’Arte, le Scienze naturali, la Fisica, la Matematica, la Musica, la Storia e la Geografia. Emergono per importanza e consistenza i volumi di storia locale o su varie tematiche, ma comunque connessi con il territorio.

Fig. 3 Libri della Biblioteca antica

La seconda sezione, comunemente definita “Biblioteca dei Santi”, conserva riuniti insieme in una apposita sala, che attualmente è predisposta anche come sala di consultazione, ottomila testi di biografie di santi, in particolare veronesi, e di testi che riguardano la loro spiritualità e le fonti alle quali essi hanno attinto. Inoltre è presente una buona raccolta di Positio super virtutibus106 di Fondatori di Istituti religiosi che hanno vissuto e operato sul territorio veronese.

106 Il documento della Positio è la sintesi elaborata attraverso la documentazione storica con la

quale si provano le virtù eroiche di una persona ritenuta meritevole per la sua santità di essere elevata agli onori degli altari.

La costituzione di tale raccolta si deve all’impegno e alla dedizione di Padre Nello Dalle Vedove, storico e archivista della Congregazione.

Di recente questo nucleo bibliografico è stato arricchito di quasi duecento nuove Positio, pervenute attraverso una donazione, riguardanti santi che esulano dal territorio nostrano e che costituiscono una fondamentale fonte di conoscenza della storia religiosa italiana, sociale e non solo.

La terza sezione, composta interamente di testi moderni, è quella dedicata alla Scuola107 e agli interessi collegati con il mondo giovanile. Numerosi sono i testi di consultazione, come dizionari, enciclopedie, atlanti, ma anche vi sono una quarantina di periodici, molti dei quali di carattere scolastico. Le migliaia di monografie di cultura generale, divulgative e di approfondimento costituiscono valido supporto alle attività didattiche e all’ampliamento delle proprie conoscenze.

Un fondo speciale all’interno della raccolta libraria stimmatina è costituito dall’Opera omnia di Cornelio Fabro (Udine 1911 - Roma 1995). Padre stimmatino e docente universitario, è ritenuto uno fra i più grandi filosofi del XX secolo per i suoi importanti studi su Tommaso d’Aquino e sul realismo classico- cristiano all’interno dell’esistenzialismo di Søren Kierkegaard. Oltre ad alcuni suoi libri personali, in biblioteca si conservano tute le sue opere comprendenti più di 1200 titoli. Si segnala inoltre che il fondo più consistente della sua biblioteca, con i libri che lui acquistò o che ricevette in dono e utilizzati nella sua lunga attività accademica e scientifica, si trova ora presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Catalogati e resi disponibili all’utenza i volumi risultano ben 19.470 per 15.331 opere.108

107 A Verona le Scuole “Alle Stimate” prevedono l’intero iter scolastico, dalla primaria alle

superiori. Il liceo dispone di un’offerta formativa distribuita su quattro indirizzi: classico, scientifico, linguistico e informatico. All’interno di un’offerta formativa così articolata, la Biblioteca si costituisce come un vero e proprio centro di cultura e di documentazione, atto a garantire gli strumenti conoscitivi adeguati per rispondere al meglio alle necessità di studio e di approfondimento.

108 Fondo bibliotecario Cornelio Fabro, http://www.pusc.it/bib/fabro/fondo_fabro.html, consultato

il 28 dicembre 2015. Qui è possibile trovare notizie biografiche e bibliografiche attorno alla figura del filosofo.

Tutto il patrimonio librario conservato alle Stimate è schedato e catalogato dal punto di vista bibliografico e semantico (Dewey ed. 14) e reso disponibile nel catalogo elettronico ibisweb109, nel polo Biblioteche ecclesiastiche110 e in SBN.

L’incremento bibliografico annuale è modesto, appena un centinaio di volumi oltre all’aggiornamento delle opere periodiche di carattere teologico e culturale, ma donazioni e lasciti continuano ad accrescere e arricchire la già cospicua raccolta in dotazione.

La Biblioteca effettua gratuitamente servizi di consultazione e di prestito ed è aperta non solo ai docenti e agli studenti della Scuola, ma anche al pubblico negli orari di apertura, dal lunedì al venerdì (8.30-12.30), mercoledì (anche 14.30- 18.30), con in più la possibilità di accedere, su appuntamento, anche in altri orari.

2 . 2 I t e s o r i d e l l a B i b l i o t e c a

Nella Biblioteca alle Stimate molti sono i volumi di notevole valore, sia dal punto di vista contenutistico che per le legature o l’antichità. Pertanto è in corso un’attività di recupero e di valorizzazione delle opere manoscritte e di quelle stampate che versano in condizioni precarie di conservazione. A tale scopo, nella fedeltà al compito di preservare la cultura, da anni ormai si sta procedendo al restauro dei pezzi più significativi.

Nel fondo antico della Biblioteca si conservano dieci preziosi incunaboli, di cui uno recentemente scoperto durante le operazioni di restauro. Si ritiene opportuno menzionarli succintamente insieme alla descrizione delle note d’esemplare e all’attuale collocazione:

109 Catalogo bibliografico, http://www.ibisweb.it/css/, consultato il 28 dicembre 2015. 110 PBE, http://www.polopbe.it/ricerca/scheda.jsp, consultato il 28 dicembre 2015.

Augustinus Aurelius <santo>

Aurelii Augustini Opuscola plurima: quaedam non plus impressa / Venetiis : Impressis Dionysii Bertochi de Bolonia, 26 Marzo 1491. - [10], CCCXXXVIII, [2] c. ; 4°.

NOTE: Legatura in cartone floscio; al dorso: etichetta: autore, titolo mss. e tracce di contrassegno floreale dei Cappuccini; tagli spruzzati di blu

Coll.: Vetrina 6.7

Balbi, Giovanni <-1298>

Catholicon / [edita a fratre Ioanne de Ianua]. - Venetiis : impressum Boneti Locatelli, 1495. - 312 c. ; 2°.

NOTE: Legatura in mezza pelle con impressioni a secco e assi lignee; tracce di quattro fermagli; dorso a tre nervi in rilievo e tracce di etichetta bianca incollata; sulla c. A1r nota ms. di possesso a inchiostro: “Bibliotheca P.P. Carm[elitani] Excal[ceorum] Veronae”; sul contropiatto posteriore etichetta: “Restaurato nell’anno 2006 dal Sig. Alessandro Carboni rilegatore e restauratore in Vignola (Mo)”.

Coll: Vetrina 6.4 Bonifacius, <8.; papa>

Liber Sextus Decretalium cum apparatu Johannis Andreae ... (+ Clementinae + Extrauagantes)…- [Venetiis] : Bartholomei de Alexandria et Andrea de Asula socioni, die X kalendas apriles 1485. - [4], [152], [1], [68], [1], [8] c. ; 4°.

NOTE: Legatura in pergamena; tracce di lacci; dorso a quattro nervi passanti ed etichetta gialla incollata con titolo ms.; titolo ms. al taglio anteriore; sul recto e sul verso della 2c. indice ms.; sul verso della carta di guardia anteriore nota ms. di possesso a inchiostro: “Daniel de Bardi 1696”

Coll: Vetrina 6.6 Brescia

Leges Brixianae111.- Impressa Brixiae : Jacopo de’Britannici, 1490. – 180c. ; 2°.

111 Questo incunabolo contenente gli Statuti di Brescia fu ritrovato di recente rilegato con: Index

decisionum ex omnibus statutis magnificae ciuitatis Birxiae, nec non aliquot decretis illustriss. do. Venet. post statuta impressis Labore Io. Francisci Mainaciae in commune commodum compilatus. Brixiae : apud Damianum Turlinum, 1561. – [36] c. ; 2°.

NOTE: Legatura in cartone floscio; al dorso titolo ms.; sul frontespizio nota ms.: “Joseph Cavalerius Notarius […]”

Coll: 7.I.2

Corpus iuris canonici. Decretum

Decretum Gratiani, cum apparatu Bartholomaei Brixiensis et Johannis Semecae. - Impressum Venetijs : [Andreas Torresanus], die.xxvj.Junij 1498. - [307] c. ; 4°. NOTE: Legatura in pergamena; tracce di lacci; al dorso: titolo ms.; etichetta rossa incollata con autore e titolo mss.; sul recto della carta di guardia anteriore nota ms. di possesso a inchiostro: “1696. Daniel de Bardi”

Coll: Vetrina 6.5

Duns Scotus, Joannes <ca. 1265-ca. 1308>

Quaestiones quodlibetales. - Venetiis : impensis Ioannis de Colonia socisque eius Johannis Manthen, 1477 die VII mensis octobris. - [1], [104] c. ; 2°.

NOTE: Legatura in mezza pergamena e cartone floscio; al dorso: etichetta bianca incollata con autore e titolo mss.; nelle carte interne numerose note a margine Coll: Vetrina 6.8

Filelfo, Giovanni Mario

Epistolae Marii Philelphi - Venetiis : per Ioannem de Cereto : alias Tacuinus de Tridino, 1492 die xx octobris. - [108] c. ; 4°.

NOTE: Legatura in cartone floscio; sul dorso rinforzato con carta marmorizzata etichetta con autore, titolo e anno mss.

Coll: Vetrina 6.3 Herodotus

Herodoti Halicarnassei libri novem. - Venetiis : Antonius Moretus Brixianus, 1494. - [6], CXXXIV, [1] c. ; 2°.

NOTE: Legatura in cartone floscio; dorso rinforzato con carta marmorizzata, etichetta bianca con autore e titolo mss.; tagli colorati di rosso

Coll: 6.1

Natali, Pietro <1370-1400 fl.>

Catalogus sanctorum et gestorum eorum ex diuersis voluminibus collectus editus a Reuerendissimo in Christo Patre Domino Petro de Natalibus de Venetiis Dei Gratia Episcopo Equilino. - [Vicenza] : [Henricus de Sancto Ursio], [1493]. - [206] c. ; 2°.

NOTE: Legatura in pergamena semifloscia; al dorso: autore, titolo mss. e contrassegno geometrico del Convento dei Cappuccini di Verona; tagli spruzzati di rosso e blu; sul c1r: nota ms. di possesso a inchiostro: “Capuccinor[um] Verone”

TIMBRI: sul recto della 1 carta: timbro ovale a inchiostro con stemma dei Cappuccini e scritta: “Loci Cappuccinorum Veronae”

Coll: 6.2

Tibullus, Albius

Tibullus Catullus & Propertius cum commento. / Tibullus [Elegiae] cum comm. Bernardini Cyllenii Veronensis, Catullus [Carmina] cum comm. Antonii Parthenii, Propertius [Elegiae] cum comm. Philippi Beroaldi. - Venetiis : Impressum Symonem Bevilacqua Papiensem, die. xxvi. mensis Iunii 1493. - [122] c. ; 2°.

NOTE: Legatura in cartone floscio; dorso a tre nervi passanti; sul dorso e al taglio di piede: autore, titolo e anno mss.; etichetta incollata con autore e titolo; nelle carte interne numerose sottolineature e note a margine; sul contropiatto anteriore nota ms. di possesso a inchiostro: “Ad usum R[everendo] Dom[enico] Luchi”112 Coll: 6.9

112 Luchi Domenico <Sec. 17> fu prelato Olivetano e Abate nel Convento di San Michele in Bosco

Fig. 4 Natali Pietro, Catalogus sanctorum et gestorum eorum ex diuersis voluminibus collectus, 1493

Nella parte antica della biblioteca si conservano anche opere manoscritte113 di notevole valore, di cui alcune particolarmente interessanti, riguardanti Statuti di Verona, decreti, biografie, regole e cronache di monasteri. Si considerano due di esse perché ritenute preziose e importanti come fonte di conoscenza per la storia locale.

Il primo manoscritto, datato l’anno 1458, riporta la vita di Suor Placida del Monastero agostiniano di San Giovanni della Beverara di Verona. Presenta una legatura in assi di cartone con sovraccoperta in cartoncino azzurro; in alto alla prima carta pergamenacea è riportata a inchiostro la scritta: “Questa è una isto/ria de sore Placida del san Zuane della beverara di Verona”. Alla c. 4v abbiamo una sottoscrizione “Finito e il lamento sopra scrito piatosamente et puramente fatto et considerato [abraso] Adì 18 de decembris 1458” e alla c. 21r un'altra sottoscrizione: Jeronimo Jesuato chiamato povero per Cristo adì 27 de decembris 1458”.

113 Le informazioni catalografiche verranno riportate dalle schede del sito della Nuova Biblioteca

Manoscritta.http://www.nuovabibliotecamanoscritta.it/Generale/ricerca/MostraRisultati.html?cod Biblioteca=39&area1=&area2=&area3=&area4=&tipoRicerca=S&language=en

Il convento di San Giovanni della Beverara, situato nella contrada di San Zeno in Oratorio114 apparteneva inizialmente alle suore Umiliate, che l’abitavano fin dalla seconda metà del secolo XIII. Nel 1439 Eugenio IV in una lettera a Roberto Nichesola, vescovo di s. Leone, ordinò la soppressione del monastero degli Umiliati di San Giovanni e dispose che al suo posto fosse istituito quello di sant’Agostino.

Il complesso monastico fu quindi ceduto a Lucia Turchi, figlia di Tebaldo Turchi di Asti, e ad alcune sue compagne, alle quali, con breve papale, fu imposto di seguire la Regola di Sant’Agostino. Entrata nel monastero, Lucia cambiò il nome prendendo quello di Placida e fece la sua professione il 30 novembre dell’anno 1442. Per un po’ di anni la nuova comunità stette sotto la direzione

spirituale di Fra Giorgio, priore dei Gesuati di S. Bartolomeo in Monte di Verona115.

Nel 1443, per rinuncia di una certa Bartolomea, Placida fu eletta alla carica di superiora e il monastero durante il suo mandato fu molto fiorente, arrivando in breve tempo a contare ben 94 membri. Si distinse per esemplarità di vita, tanto che il vescovo di Parma fece richiesta a Ermolao Barbaro, vescovo di Verona, che concedesse il trasferimento di alcune monache da san Giovanni a Parma per aprirvi una casa. Placida quindi si occupò della nuova fondazione ma nel 1457 tornò a Verona, dove anche morì116.

La sua biografia, di cui abbiamo il manoscritto, fu quindi compilata da Gerolamo un anno dopo la sua morte. E non sorprende che l’autore sia un Gesuato, se si considerano i rapporti intercorsi fra Placida e il monastero di S. Bartolomeo al Monte fin dagli anni della sua entrata in monastero.

Un altro manoscritto importante è quello contenente la Cronaca del Monastero di San Giovanni della Beverara, di cui peraltro esiste una copia nell’Archivio Generale degli Stimmatini117, ma con legatura diversa, in cartone floscio. Il nostro volume invece è rilegato in pelle marrone, con doppia cornice rettangolare impressa a secco e tracciata in oro; al centro del piatto anteriore figura un medaglione dorato, con al centro la croce e il trigramma IHS, attorniato dalla dicitura: “Croniche del monastero”. In questa Cronaca viene fatto il resoconto delle vicende accadute nella chiesa e nel convento di San Giovanni a cominciare dall’anno di fondazione1439 fino al 1796, quando le truppe francesi entrarono in Verona.

Ai fini della conoscenza storica locale, questa Cronaca risulta particolarmente importante, soprattutto perché restituisce tracce di illustri famiglie veronesi e della rete dei loro rapporti con il monastero e con il mondo ecclesiastico in generale. Inoltre questo documento offre preziose informazioni su un altro convento, anch’esso di regola agostiniana, ossia il convento di San Giuseppe alla Beverara, fondato nel 1493.

115 G.B.BIANCOLINI, Notizie storiche delle chiese di Verona, VI, Verona, 1764, p. 229. 116 Ibid., p. 230.

117 Sfogliando il manoscritto è possibile osservare che il testo in questo caso è stilato da una sola

Si suppone che esso si sia sviluppato mediante una sorta di fusione con il monastero di san Giovanni. Il 5 ottobre 1493 infatti il convento di San Giovanni che era collocato molto vicino all’argine, fu gravemente danneggiato dall’inondazione dell’Adige e le monache dovettero trovare alloggio nelle case della contrada118. Qualche mese dopo, nel convento di San Giuseppe troviamo monache appartenenti a quello di San Giovanni, come ad esempio Giulia Dondonini119, appartenente a una ricca famiglia della zona, Monica Ruffini di Salò, Caterina Pavanella e Chiara Varugola. Lo stretto legame fra le due comunità traspare anche dall’elezione nel 1497 della Dondonini a priora del nuovo convento120.

Ed è proprio attraverso il convento di San Giuseppe, di cui si è occupata Alessandra Zamperini in una sua ricerca, che arriviamo a cogliere alcuni fra i nomi più importanti delle famiglie aristocratiche scaligere. Emergono quindi le figure di Contessa e Girolama Maffei, Angelica e Bartolomea da Castello, Cecilia Lavezari, Isabella Trombetti, Angela Moschini, Maria Grassi, che venne eletta anche superiora nel 1513. Si aggiungono più tardi Angela Bra, Clemenza e Teodosia Nogarla e infine Lucia Zavarise, figlia del famoso umanista veronese Virgilio121.

Nel 1806 la Chiesa e il convento di San Giovanni in Beverara furono soppressi passando poi al Demanio. In seguito le strutture vennero acquistate dal conte Francesco Morando de’ Rizzoni nell’anno 1817, che ne fece una sua abitazione privata. Egli, che aveva già acquistato altre chiese veronesi demaniate122, trasformò il nuovo acquisto da abitazione in Teatro, che inaugurò nel 1841123.

118 A.ZAMPERINI, Prime note per un affresco veronese del 1523 dal convento di San Giuseppe

della Beverara, “Annuario Storico Zenoniano”, 23 (2013), p. 100.

119 Il trasferimento della Dondonini si fece con il consenso della priora di San Giovanni Elisabetta

Bevilacqua Lasize.

120 Loc. cit.

121 Ibid., pp. 100-102.

122 L’abbazia di San Zeno, le Chiese di San Micheletto alla Porta e delle Maddalene in Campofiore

e infine la Chiesa di San Tomìo.

123 Da San Bernardino attraverso il rione San Zeno,http://guide.travelitalia.com/it/guide/verona/da-

A questo punto si accenna soltanto ad un altro importantissimo manoscritto restaurato e conservato nella Biblioteca alle Stimate. Si tratta del manoscritto membranaceo Statuta civitatis Veronae (1435), comprendente gli statuti veronesi emanati sotto Galeazzo Visconti, con aggiunte le provvisioni che vanno dall’anno 1393 al 1418.

Il codice presenta una legatura pregiata con assi lignee e coperta in pelle marrone di vitello; il dorso riporta quattro doppie nervature, mentre i piatti sono decorati con impressioni a secco; cinque borchie in ottone sono applicate ai quattro lati e al centro dei piatti; quattro lacci in cuoio, di cui tre ricuperati in fase di restauro, quattro bindelle e altrettante contrograffe con inciso un trifoglio. Al centro del piatto anteriore è inciso il titolo: “Statuta Com(un)is Vero(n)e”.

Alla carta 1v si trova annotato: ”Statuta hec fuerunt condita sub Illustri Principe et Mag(nifi)co et [.] D(omino) Jo Geleatio Vicecomite et Comite virtutem ac Domino Mediolani et Verone circa annum 1389”, e sotto “Alia magis antiqua sub Cane Magno della Scala ca. 1327 Antiquiora sub Alberto della Scala regis”.

La provenienza del manoscritto si ricava dalle note riportate sul contropiatto posteriore dove, oltre la data “Statuta çenonis d(e) octtobellis MCCCCXXXV” e il signum, figura come possessore Dionisio De Pompeio, dottore nell’uno e nell’altro diritto, vissuto nel secolo XVIII: “[.] ista statuta ego Dionysius de Pompeio iuris utroque doctor”.

2.3 Le cinquecentine

Le cinquecentine presenti nella Biblioteca alle Stimate, il cui numero ammonta a 619 opere in 963 volumi, sono collocate in una delle due sale della Biblioteca antica, che contiene una parte dei numerosi libri acquistati da Gaspare Bertoni. Egli infatti, con particolare cura, aveva costituito la sua biblioteca, provvedendola di volumi scelti con grande perizia, al duplice fine di assicurare alla sua Congregazione gli strumenti necessari alla formazione dei suoi membri e, contemporaneamente, di mettere in salvo quanto ancora si poteva dell’immenso patrimonio librario che andava disperso in seguito alle varie soppressioni e ai cambiamenti sociali che coinvolgevano le alte classi sociali e le loro fortune patrimoniali.

Dal punto di vista contenutistico i libri spaziano in tutte le discipline, evidentemente con una percentuale maggiore nel campo delle scienze religiose e teologiche, nonché nell’ambito del diritto. In campo teologico detiene il primato, anche per il maggior numero di titoli presenti, San Tommaso d’Aquino e i vari commentari ai suoi scritti. Pertanto i libri di teologia sono 147, di cui 23 di teologia morale, mentre quelli di diritto sia canonico che civile arrivano a 204 titoli, di cui alcuni particolarmente importanti perché riportano vari statuti delle città di Verona, di Brescia e di Venezia.

Massiccia è anche la presenza delle esegesi bibliche, come quelle del frate osservante Nicolò de Lyra, e dei commenti scritturistici, per un totale di 136 titoli. La patristica è presente con 65 titoli delle opere dei Padri della Chiesa, sia latini che orientali, molti dei quali però riconducibili in particolar modo alle opere di Sant’Agostino. Per la storia della Chiesa abbiamo 89 titoli. Per quanto riguarda le opere conciliari spiccano con 6 titoli quelle sul Concilio di Trento. Diverse inoltre