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2. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

2.6 BIODIVERSITÀ

2.6.1 Stato attuale della componente ambientale

Il presente paragrafo descrive lo stato attuale della biodiversità relativa all’area oggetto di studio, analizzata mediante le sue tre componenti essenziali:

- flora, - fauna, - ecosistemi.

L’area in esame è ubicata nella periferia di Arezzo, in un contesto urbano fortemente antropizzato e non ricade all’interno di aree appartenenti ai siti Natura 2000 né altre aree protette.

Di seguito si caratterizza lo stato attuale delle componenti naturalistiche dell’area d’intervento.

Flora

I due corsi idrici, Castro e Bicchieraia, nei tratti di intervento, abbandonano le aree agricole pedecollinari e si inseriscono bruscamente in un contesto urbano, in spazi talora notevolmente ridotti dalla presenza di edifici e manufatti accessori, dove gli spazi di pertinenza fluviale sono ormai perduti. I torrenti appaiono in condizione di forte deterioramento, la flora originaria è ormai fortemente modificata a causa dell’attività antropica che ha portato nel tempo a regressioni e riduzioni delle superfici occupate da vegetazione spontanea e determinato la semplificazione degli ecosistemi vegetali in termini sia specifici che strutturali.

La vegetazione originaria, rappresentata da specie igrofile arboree come salici (Salix), ontani (Alnus), pioppi (Populus) e olmi (Ulmus), oggi risulta alquanto ridotta, in quanto soppiantata da specie di impianto artificiale quali cipressi (Cupressus), pini (Pinus) etc.. Anche la vegetazione erbacea tipica delle sponde e greti fluviali, un tempo costituita da vegetazione di pregio, oggi è rappresentata da specie più comuni e di minor rilievo floristico.

Questi due torrenti, nei tratti interessati dagli interventi, sono soggetti a magre estive che li prosciugano del tutto e non permettono lo sviluppo della tipica vegetazione acquatica. Le vaste aree emerse del letto di magra vengono quindi occupate da vegetazione erbacea rada costituita da specie pioniere spesso invasive.

Abbondante risulta ovunque, sia lungo le sponde del torrente Castro che del Bicchieraia, la presenza di specie alloctone e invasive come l’ailanto (Ailanthus altissima) e, in particolare, la robinia (Robinia pseudoacacia), le quali, in quanto specie pioniere e frugali, colonizzano facilmente suoli privi di vegetazione e poveri di nutrienti entrando in competizione con le specie autoctone che hanno un’adattabilità minore ai cambiamenti ambientali. Queste specie impediscono, dunque, la vegetazione di molte specie autoctone contribuendo alla semplificazione degli ecosistemi fluviali. Questo effetto è dovuto anche all’utilizzo di antiparassitari e diserbanti che, accumulandosi nel terreno, rendono il suolo non adatto alle specie più sensibili.

L'ailanto mette in atto anche una competizione attiva in quanto elimina i competitori inibendo il loro sviluppo con sostanze allelopatiche dalle radici.

Le forti condizioni del degrado in cui versano i due torrenti si evidenziano nella presenza di alberature malate e deperienti; a tal proposito, nel 2020, su richiesta del Consorzio 2 Alto Valdarno, è stata effettuata una sorta di

“Tac (Tomografia assiale computerizzata)” su alcune delle alberature cresciute lungo le sponde e nell’alveo del torrente Castro che mostravano segni di sofferenza, in modo tale da mettere a punto una terapia su misura per ogni alberatura e, dunque, favorire la conservazione del patrimonio verde.

Fauna

L’ambiente delle zone fluviali costituisce un ambiente di grande rilievo dal punto di vista naturalistico in quanto sede di grande biodiversità, in cui trovano l’habitat ideale un gran numero di specie faunistiche.

Tuttavia, come sopraccitato, la naturalità dell’area in questione è stata alterata dalla forte pressione antropica causata dalla sempre maggior urbanizzazione dell’area: la riduzione degli spazi di contorno fluviale, insieme al cambiamento vegetazionale ha inevitabilmente modificato anche la cenosi faunistica che, nel tempo, si è fortemente ridotta.

Studio Preliminare Ambientale 55 Sulla base delle informazioni tratte dalla Carta ittica della Provincia di Arezzo, il torrente Castro risulta in stato di forte degrado per quanto riguarda la fauna ittica. Soltanto i tre Borri che ne costituiscono il tratto montano mantengono caratteristiche valide per la sopravvivenza dei Salmonidi e il solo tratto fluviale in corrispondenza dell’abitato di Montione presenta caratteristiche compatibili con la vita dei Ciprinidi (durante un campionamento, a sorpresa, tale tratto fluviale è risultato straordinariamente ricco di pesce: una notevole popolazione di cavedano etrusco, specie endemica inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE e, associato a questa, esemplari di cavedano comune e di rovella). Nel tratto di pianura interessato dagli interventi, prima di entrare in Arezzo, il Castro è soggetto a magre estive che non permettono la sopravvivenza e lo sviluppo di fauna ittica di rilievo. Anche l’avifauna, un tempo ricca di specie di pregio prevalentemente acquatiche, come anatre, folaghe, svassi e cormorani, oggi risulta fortemente ridotta. Oltre alle specie ornitiche, si rinvengono soprattutto anfibi come il rospo comune (Bufo bufo) e mammiferi di piccola taglia come il topolino comune (Mus musculus), il ratto (Rattus) e altri roditori. Tra gli invertebrati, variegata risulta la classe degli insetti.

In conclusione, i due torrenti Castro e Bicchieraia costituiscono due corridoi ecologici, ovvero due fasce di connessione e tutela della biodiversità all’interno dell’ambiente urbanizzato e, dunque, possiedono una funzione ecologica di grande importanza. Nonostante ciò, non si rileva presenza consistente di fauna di particolare pregio.

Molte delle specie presenti nelle aree antropizzate sono, infatti, specie cosmopolite ovvero che, non necessitando di particolari condizioni per sopravvivere, si adattano ad ogni tipo di ambiente e perciò non costituiscono particolare rilievo naturalistico.

Ecosistemi

Con il termine ecosistema: “s’individua un determinato spazio fisico nel quale le componenti biotiche e abiotiche interagiscono e si relazionano; per componenti biotiche s'intendono tutti gli organismi animali (zoocenosi) e vegetali (fitocenosi), mentre per componenti abiotiche le caratteristiche fisiche e chimiche del posto. Il concetto di ecosistema s’incentra sulla considerazione che una determinata specie animale o/e vegetale ha bisogno di ben precise caratteristiche fisiche o/e chimiche per riuscire a vivere in un posto; ogni specie, sia animale, sia vegetale è, quindi, specifica di un determinato ambiente nel quale si è adeguata a vivere”.

Nell’area di studio è possibile individuare i seguenti ecosistemi:

- ecosistema fluviale: sistema caratterizzato da una ricca biodiversità a causa della presenza dell’elemento fondamentale allo sviluppo della vita: l’acqua. Tuttavia, nell’ambiente in oggetto, dato il contesto urbano fortemente antropizzato in cui si inseriscono i due torrenti in esame, con gli spazi di pertinenza fluviale ormai perduti, la biodiversità si presenta alquanto ridotta. La vegetazione originaria, rappresentata da specie igrofile arboree come salici, ontani, pioppi e olmi, appare piuttosto ridotta, in quanto soppiantata da specie di impianto artificiale quali cipressi, pini etc.. Nonostante ciò, i torrenti Castro e Bicchieraia hanno ancora un’importante funzione ecologica in quanto costituiscono due corridoi ecologici, ovvero due fasce di connessione e tutela della biodiversità all’interno dell’ambiente urbanizzato. La fauna presente è costituita soprattutto dall’avifauna, dagli anfibi e da piccoli mammiferi e, tra gli invertebrati, da una grande varietà di insetti. Si rileva, infine, la presenza di specie alloctone invasive che hanno provocato alterazioni nell’ecosistema causando rarefazione delle specie

- ecosistema artificiale: sistema, nell’area di interesse costituito dall’area periferica di Arezzo rappresentato da una zona residenziale a tessuto discontinuo e da un’area verde urbana che si colloca alla confluenza dei due torrenti. Al suo interno si rileva la presenza di esemplari arborei di impianto artificiale e specie faunistiche ubiquitarie ossia che non hanno particolari esigenze ambientali e quindi non necessitano di un habitat specifico, riuscendo ad adattarsi alle trasformazioni antropiche.

Studio Preliminare Ambientale 56 2.6.2 Impatti della componente ambientale

I principali impatti attesi sulla flora e sulla fauna si ravvisano durante la fase di cantiere: tali impatti, seppur considerevoli, sono limitati nel tempo e generalmente reversibili. Questi dipendono dalla durata della fase di cantiere, dalle dimensioni dell’area di lavoro, dai mezzi adoperati e dalle tecniche di lavoro impiegate; saranno dunque valutati in maniera approfondita nelle fasi successive della progettazione e realizzazione delle opere.

Gli effetti prodotti in fase di esercizio sono relativi alle modifiche che il progetto prevede sui due corsi idrici oggetto di intervento.

In fase di cantiere una delle maggiori criticità è rappresentata dalla sottrazione di suolo e rimozione degli esemplari vegetali che la realizzazione degli interventi in alveo, l’installazione delle aree e della viabilità di cantiere comporta; ciò causerà uno squilibrio temporaneo nell’habitat locale. In ogni caso, le operazioni di rimozione del terreno in fase di costruzione saranno eseguite nel rispetto della normativa e delle linee di indirizzo ARPAT vigenti in materia di gestione dei cantieri, di concerto con l’Autorità competente. Segnatamente, tali operazioni dovranno attenersi a precise regole in modo tale da limitare al massimo l’impatto sulla componente biotica.

Gli impatti sulla flora hanno come effetto indiretto quello di creare ripercussioni anche sulla fauna mediante la perdita di habitat; tuttavia, a fronte dell’antropizzazione dell’area e, dunque, della non sostanziale presenza di fauna di pregio, l’impatto sulla fauna si ritiene essere limitato escludendo il verificarsi dell’arretramento e della ridefinizione dei territori in cui le specie esplicano le normali funzioni biologiche.

Da tenere in considerazione, in fase di cantiere, sono altresì gli effetti su flora e fauna connessi al rilascio di gas e polveri in atmosfera, nonché alle relative ricadute di inquinanti al suolo, dovuti ai macchinari di lavoro, ai materiali di utilizzo e agli scavi di sbancamento in alveo; in fase di cantiere tali effetti, in ogni caso temporanei, saranno minimizzati grazie all’adozione di criteri procedurali idonei.

Inoltre, lo spostamento dei mezzi e la movimentazione dei materiali potrebbero causare un aumento dei solidi sospesi con conseguente intorbidimento delle acque e effetti negativi sulla flora e sulla fauna fluviale; nel caso in esame l’impatto sarà limitato perché le operazioni verranno effettuate durante i periodi di secca dei torrenti.

Relativamente alla sola fauna, nell’area di interesse si prevede anche l’impatto prodotto dal disturbo sonoro, legato ai rumori delle attività lavorative, dei mezzi meccanici (taglio della vegetazione, sbancamenti etc..) e della presenza umana. Si fa presente che le lavorazioni saranno limitate alle ore diurne arrecando minor disturbo alla fauna con abitudini notturne.

Gli effetti sulla componente biotica in fase di cantiere sono quasi tutti limitati nel tempo e reversibili a breve termine, tali da ritenere l'impatto sulla componente in esame contenuto. Infatti, per quanto riguarda la sottrazione temporanea di suolo, al termine della fase di cantiere, verrà, ripristinata la situazione ante operam, con rinaturalizzazione delle superfici coinvolte. Stessa cosa vale, si ribadisce, per gli impatti legati al disturbo della fauna, che si configurano sempre come reversibili poiché destinati a cessare con l’allontanamento del presidio di cantiere.

In fase di esercizio non si stimano impatti significativi su flora, fauna ed ecosistemi in quanto gli interventi previsti non modificheranno la natura dei torrenti che manterranno le loro caratteristiche attuali e, una volta terminata la fase di cantiere, riacquisteranno l’originaria funzione di corridoio ecologico. Infatti, nessuno degli interventi sui torrenti Castro e Bicchieraia riguarda nuove opere di regimazione sui corsi d’acqua, ma solo adeguamenti/risistemazioni della sezione idraulica e delle opere di difesa esistenti.

Detto ciò, è anche importante tenere in considerazione la forte motivazione che spinge alla realizzazione di questi interventi ovvero la necessità di un adeguamento idraulico dei due corsi d’acqua, ad oggi insufficienti al contenimento delle piene previste, che porti all’incremento dell’officiosità idraulica degli stessi, alla riduzione del carico idraulico sulle infrastrutture e strutture idrauliche di contenimento, alla riduzione delle aree allagabili durante gli eventi di piena eccezionali e al riassetto funzionale dei tratti fluviali oggetto di intervento.

In più, oltre alla necessità di un adeguamento idraulico dei corsi d’acqua, date le condizioni di forte deterioramento in cui appaiono i torrenti, vi è altresì una volontà di valorizzazione degli stessi e di ripristino degli spazi di pertinenza fluviali perduti. Tali interventi offriranno, dunque, l’occasione per il potenziamento della

Studio Preliminare Ambientale 57 vegetazione ripariale mediante il rinverdimento delle sponde fluviali con essenze autoctone e tipiche dell’ecosistema fluviale, migliorando così anche la copertura vegetale per gli spostamenti della fauna e aumentando la funzione di corridoio ecologico dei corsi in oggetto.

2.6.3 Misure di mitigazione

Al fine di limitare il più possibile gli impatti prodotti dalla realizzazione degli interventi oggetto di studio, si prevede l’adozione di specifiche misure di mitigazione che riguardano prevalentemente procedure gestionali di cantiere.

Per quanto riguarda la fase di cantiere si prevedono le seguenti misure:

- per evitare impatti dovuti alla perdita di uova, nidiacei o pulli di specie di avifauna che nidificano a terra, così come di anfibi che si riproducono nell’area in oggetto, per quanto possibile, gli interventi dovranno essere iniziati al di fuori del periodo riproduttivo, specificatamente da marzo a giugno;

- le operazioni di cantierizzazione dovranno essere effettuate durante i periodi di secca dei torrenti Castro e Bicchieraia;

- qualora sia prevista, prima dell’inizio lavori, un’indagine per la ricerca di ordigni bellici, si raccomanda di mitigare l’impatto sugli esemplari di piccole dimensioni dovuto ai fori lasciati durante le fasi di sondaggio che fungono da “trappola mortale”;

- le operazioni dovranno essere condotte in modo tale da mitigare il rischio di compromissione della qualità dell’ambiente in esame e quindi il grado di funzionalità ecologica;

- in tutte le zone del cantiere dovrà essere prestata la massima attenzione per evitare qualsiasi fuoriuscita o sversamento di materiale di qualunque qualità e tipo;

- le operazioni di rimozione del terreno in fase di costruzione dovranno essere eseguite nel rispetto della normativa e delle linee di indirizzo ARPAT vigenti in materia di gestione dei cantieri, di concerto con l’Autorità competente; in particolare, durante i tagli della vegetazione dovranno essere adottate delle misure per evitare la contaminazione degli sfalci e, di conseguenza, la propagazione delle specie alloctone.

Per quanto riguarda la fase di esercizio si prevedono le seguenti misure:

- si prevede la piantumazione di essenze autoctone e appartenenti all’ambiente fluviale locale;

- tenendo in considerazione la funzionalità di corridoio ecologico delle aree oggetto di intervento, le attività di manutenzione ordinaria sulla flora si prevede che vengano effettuate al di fuori dei periodi compresi fra marzo e luglio, per evitare impatti sull’avifauna durante il periodo di nidificazione.

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3. CONFORMITÀ DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI E PROGRAMMI DI