– 163 –SELVA DI TORRENOVA (PRESSO
BOSCO DI ROVETINO
Fig.11 - Particolare del fiore di Arisarum probo-scideum (L.) Savi.
NoTeSi rende necessario proporre attive forme di gestione delle lavorazioni dei terreni agricoli circostanti man-tenendo le fasce ecotonali nel perimetro esterno del bosco. Tali fasce sono spazi di pertinenza del bosco e funzionali al bosco stesso, perché conservano ha-bitat e flora esclusivi e impediscono l’invasione da parte di megaforbie nitrofile degli ambienti rurali, fortemente competitive nei confronti delle specie nemorali. data la frammentazione dei nuclei fore-stali dell’area si propone di concentrare qui inizia-tive di ampliamento e ricostruzione naturale delle aree boscate, mentre particolare attenzione va posta per evitare l’ulteriore diffusione di specie arboree non autoctone presenti nelle zone marginali.
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CooRdINATe: N 42.970390 - e 13.542004
FISIoNoMIA e VeGeTAZIoNe Il Rovetino è una superficie molto vasta, posta a nord del monte dell’Ascensione, dove, nella parte sommitale, sorgeva una torre di avvistamento medievale di cui re-stano solo alcune rovine. L’area è costituita da un mosaico di ambienti conseguenza delle diverse forme di utilizzo. Sono pre-senti importanti parti messe a coltura, aree di piccole dimensioni che rappresen-tano ex coltivi, ora abbandonati, lasciati alla loro naturale evoluzione e la restante
le condizioni microclimatiche adatte al loro sviluppo, generalmente incastonati all’interno di altri tipi vegetazionali che manifestano un carattere più mesoxerofi-lo o xerofimesoxerofi-lo. Il bosco prevalente è di tipo misto, dominato da cerro (Quercus cerris) e in subordine da acero napoletano (Acer opalus subsp. obtusatum), con altre specie di caducifoglie, come carpino nero (Ostrya carpinifolia), roverella (Quercus pubescens), orniello (Fraxinus ornus), carpinella (Car-pinus orientalis). Limitatamente ad alcune stazioni, il cerro è consociato al castagno (Castanea sativa), al tiglio (Tilia platyphyl-los), al ciliegio (Prunus avium), alla far-nia (Quercus robur). Nei versanti acclivi all’interno dei valloni, sono presenti nu-clei localizzati di faggio (Fagus sylvatica), con bossolo (Staphylea pinnata), viburno palla di neve (Viburnum opulus), frangola (Rhamnus frangula) e più frequentemente berretta del prete (Euonymus europaeus), sanguinello (Cornus sangunea), fusaria maggiore (Euonymus latifolius), glio comune ed etrusco (Lonicera caprifo-lium, L. etrusca), biancospino (Crataegus monogyna). Lungo i fossi principali, sono diffuse formazioni ripariali con ontano nero (Alnus glutinosa), salice bianco (Salix alba), carpino bianco (Carpinus betulus), nocciolo (Corylus avellana), con qualche esemplare di sambuco (Sambucus nigra).
Questi boschi localizzati sui versanti più freschi, sono caratterizzati da una ricca flo-ra erbacea, con un contingente importan-te di specie mesofile, come la polmonaria (Pulmonaria apennina), la dentaria minore (Cardamine bulbifera), la dentaria a nove foglie (Cardamine enneaphyllos), l’erba fra-golina (Sanicula europaea), il giglio rosso parte, quella di maggiore estensione, è
costituta da una grande superficie bosca-ta governabosca-ta a ceduo matricinato, con presenza di radure, in cui viene praticata l’attività venatoria. La natura geologica del substrato e l’articolata morfologia del territorio, soprattutto per la presenza dei due fossi principali, Piè del Lupino e fosso dell’Inferno, che hanno scavato le arena-rie compatte formando dei canyon molto profondi, determinano condizioni ecolo-giche diverse da cui è derivata una note-vole diversificazione vegetazionale. oltre alle cause naturali, anche l’attività antro-pica pregressa di gestione del territorio e del bosco in particolare ha contribuito alla formazione di tipologie vegetazionali diverse. I popolamenti mesofili, che costi-tuiscono il carattere prevalente di questo bosco, sono localizzati dove si verificano
(Lilium bulbiferum sso croceum), la salvia vischiosa (Salvia glutinosa), la stellina odo-rosa (Galium odoratum), la serratula dei tintori (Serratula tinctoria); a queste specie più comuni si associano, spesso in densi popolamenti, anche specie rare come la re-nella (Asarum europeum), l’arisaro comu-ne (Arisarum proboscideum) e la veronica montana (Veronica montana). Alla base dei canyon troviamo cenosi delle sorgen-ti pietrificansorgen-ti cossorgen-tituite soprattutto da briofite ed epatiche, dove i muschi come la palustriella (Cratoneurion commutati) contribuiscono alla deposizione del calcare con formazione di travertini. Su substrati di tipo arenaceo, o conglomerati compat-ti, con poco suolo in situazioni di cresta e di basso versante con esposizione preva-lente a sud, troviamo cenosi a dominanza di quercia castagnola (Quercus virgiliana), talora con qualche esemplare di quercia di dalechamps (Quercus dalechampii) e di le-gno puzzo ( Rhamnus alaternus), insieme all’orniello, al carpino nero e nelle zone marginali, alla carpinella. Lo strato arbu-stivo è costituito soprattutto dal ginepro comune (Juniperus communis), dalla robbia (Rubia peregrina), dall’asparago (Asparagus acutifolius), dal ligustro (Ligustrum vulga-re), dalla vescicaria (Colutea arborescens) e nello strato erbaceo da alcune graminaceae come Cynosurus echinatus, Brachypodium sylvaticum, Dorycnium hirsutum e nei pun-ti più aperpun-ti Carlina corymbosa). Nel sotto-bosco, nelle radure e nei brometi troviamo un nutrito contingente di orchidee appar-tenenti a generi e specie diverse.
INTeReSSe FLoRISTICo
Il bosco di Rovetino, rappresenta un bio-Fig.12 - Particolare delle foglie di Asarum
eu-ropaeum. Fig. 13 - Particolare delle foglie e del fiore di Ve-ronica montana L.
topo di notevole rilevanza, con un nutri-to gruppo di specie floristiche di interesse fitogeografico e regionale molto impor-tante. Tra le tante possiamo citare: il vi-burno palla di neve (Viburnum opulus), la frangola (Frangula alnus), l’arisaro codato (Arisarum proboscideum), la renella (Asa-rum europaeum), l’alchechengi (Physalis alkekengi), il bossolo (Staphylea pinnata), l’ipopitide (Monotropa hypopitys), l’enula campana (Inula helenium). Molte sono le specie di orchidee presenti sia nel sotto-bosco che nei brometi come la platantera comune (Platanthera bifolia), la platantera verdastra (Platanthera clorantha), l’elle-borina comune (Epipactis helleborine), la cefalantera rossa (Cephalanthera rubra), la listera maggiore (Listera ovata), il nido d’uccello (Neottia nidus-avis), l’orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis).
PAeSAGGIo VeGeTALe
Unità ambientale dei conglomerati cal-carei
Serie edafo-xerofila
• bosco di quercia castagnola - Roso sempervirentis-Quercetum virgilia-nae
• Gariga ad Argyrolobium zanonii
• Prateria a Teucrium chamaedrys, Origanum vulgare e Cynodon dactylon
Serie climacica
• bosco di carpino nero - Asparago acutifolii - Ostryetum carpinifoliae Unità ambientale delle arenarie sciolte Serie climacica
• bosco di castagno - Cardamino Kitaibelii-Castaneetum sativae
• bosco di cerro e carpino
orienta-PReSeNZA dI hAbITAT (dir. 43/92/eeC)
Nell’area sono presenti i seguenti habitat ai sensi della direttiva habitat (seppure in un’area esterna alla Rete Natura 2000)
• 5130: Formazioni a Juniperus com-munis su lande o prati calcicoli
• 7220*: Sorgenti pietrificanti con formazione di tufi (Cratoneurion)
• 6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da ce-spugli su substrato calcareo Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
• 91AA*: boschi orientali di quercia bianca
• 91E0* : Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion al-bae)
• 9210*: Faggeti degli Appennini con Taxus baccata e Ilex aquifolium le - Daphno laureolae-Quercetum
cerridis
• Mantello a Juniperus communis e Osyris alba
• orlo a Pteridium aquilinum, Hel-leborus foetidus, e Buglossoides pur-pureocaerulea
• Prateria semi-mesofila a Bromus erectus
Serie edafo-xerofila dei versanti della forra
• bosco mesofilo di carpino nero - Scutellario columnae-Ostryetum carpinifoliae
Serie mesofila della base dei versanti della forra
• bosco di cerro e faggio - Aggrup-pamento a Quercus cerris e Fagus sylvatica
Micro – Unità ambientale delle arenarie compatte
Serie durevole delle rupi stillicidiose
• Vegetazione a dominanza di brio-fite ed epatiche - Cratoneuretum filicino-commutati
Vegetazione azonale
• bosco di ontano - Aro italici-Alne-tum glutinosae
LIVeLLo dI PRoTeZIoNe•
Il bosco attualmente non ha alcuna forma di protezione.
NoTeIl valore paesaggistico, floristico e vegetazionale della selva è veramente notevole, pressoché unico come integrità del paesaggio forestale, paesaggistico e morfologico e consiste essenzialmente nella gran-de diversità sia di specie che di habitat; tale diversità ambientale è correlata non solo alle caratteristiche geomorfologiche dell’area ma anche al tipo di ge-stione di cui è stata oggetto fino ad oggi. La diversità geomorfologica e l’attività antropica hanno portato ad un mosaico di habitat ed un’elevata biodiversi-tà per la cui conservazione si ritiene indispensabile continuare con le modalità gestionali utilizzate nel passato. da qualche anno la selva è stata in parte smembrata; i nuovi proprietari stanno intrapren-dendo una gestione che si configura non idonea a rispettare queste sue importanti peculiarità e che potrebbe arrecare in breve tempo danni non facil-mente recuperabili.
Visto il valore naturalistico di questa estesa area fo-restale, per la presenza di specie vegetali ed animali meritevoli di tutela e di numerosi habitat priorita-ri (dir. 43/92 Cee), sarebbe opportuno avviare la procedura per sottoporla ad una forma di gestione attiva che ne consenta la conservazione, come, ad esempio, l’ampliamento della limitrofa area SIC / ZSC Monte dell’Ascensione o l’istituzione di una nuova , in modo che si possa integrare l’intera area alla Rete Natura 2000 della Regione Marche e sot-trarla alla forte pressione speculativa che ne sta sna-turando il valore e l’integrità (garantiti in passato dalla gestione unitaria, oggi venuta meno).