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P

rova ad immaginare... sei in casa e ar-riva un amico o un’amica a trovarti. E tu offri un caffè. Che cosa succede? A pri-ma vista sembra un gesto semplice, quasi automatico, ma in realtà con quel gesto esprimi aspetti importanti della tua esi-stenza. Probabilmente hai mille cose da fare eppure ti fermi con quella persona per un caffè. “Perdi tempo” per lei. Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo. La vita è fatta di tempo. Regalare tempo è il regalo più prezioso. Regalare tempo significa re-galare “un pezzo della propria vita”.

Offrire un caffè significa offrire un fram-mento di vita. Lo so, un caffè vale soltanto un euro, ma il tempo che dedichi all’altro mentre prendi il caffè vale oro. Ad ogni sor-sata gli stai dicendo “Tu vali!”, perché ad-dirittura meriti il mio tempo. Anzi, dici di più. Dici l’unicità dell’altro. Perché il caffè lo stai prendendo proprio con lui, il tempo lo passi proprio con lui, con lei. È proprio

lui quello a cui scegli di donare il caffè e il tuo tempo. Lui, per qualche minuto, si sente “unico” per qualcuno. E questo è un dono meraviglioso. La relazione fa sentire unici. Viene da chiedersi: “Ma perché fai un regalo così prezioso? Che te ne viene in tasca?”. Effettivamente, a prima vista, è uno spreco: ci perdi un euro e ci perdi il tuo tempo. Sei tu che paghi e chissà se lui ricambierà. E chissà quando. Eppure tu lo offri, adesso. Rischi di perderci. Lo offri e basta. Gratuitamente. Perché? Per passare un po’ di tempo insieme.

Per costruire un legame con lui. Ecco, è il tempo passato insieme la vera restituzio-ne. Il caffè è un “desiderio di relazione”.

Ti offro un caffè per nutrire il nostro lega-me. Ti offro un caffè perché ho “bisogno”

di te. Il caffè è il simbolo del nostro co-stante bisogno di relazione. E la relazione non si genera nello scambio, ma nel dono.

Non creo relazione con la cassiera del

su-permercato cui do i soldi della spesa, ma con la persona cui, gratuitamente, offro un caffè. La relazione si nutre di dono. Offrire un caffè è un atto di fiducia. Vuol dire: “Mi fido di te”. Entro con te nel bar, mi siedo accanto, addirittura ti confido qualcosa di me. Mi metto “nelle tue

mani” perché ti ricono-sco affidabile. Ti faccio un regalo senza chiederti di contraccambiarlo.

Rischio il mio tempo. Oso

rischiare i miei soldi e il mio tempo. Mi sporgo verso te senza garanzie. E questo è un atto di fiducia. La relazione vive di fiducia. Per costruire una relazione devo donare senza esigere garanzie, senza pre-tendere risultati. Condividere, non esigere.

Mettersi nelle mani dell’altro, non ridurre l’altro in nostro potere. Ogni relazione vive di fiducia. Mentre prendi il caffè par-li. A volte nascono lunghe conversazioni attorno ad una tazza di caffè, altre volte c’è il tempo per poche battute. Quando offri un caffè, offri sempre alcune parole.

E, si sa, le parole sono briciole di noi che

volano verso l’altro. In queste parole ci sei tu: i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, il tuo punto di vista, i tuoi ricordi, i tuoi affetti, la tua fede. Mentre parli doni qualcosa di te.

E ascolti l’altro, cioè lasci entrare in te bri-ciole dell’altro. Vi abbracciate nelle parole,

vi esponete, vi accogliete.

In una parola vi incontrate.

Prendere un caffè serve a ridurre il confine. Ti incroci per caso con l’altro, all’u-scita da un negozio. È da tempo che non vi vedete.

Si è creata una distanza, un po’ di polvere sulla vostra relazione. Entrate nel bar, vi sedete. Le prime frasi sono spesso generi-che: il tempo, il calcio, come stai, i tuoi…

Intanto arriva il caffè. Si parla. Le distanze si accorciano. Il muro si assottiglia. Si sgela il clima, ci si avvia.

Il caffè è un cammino. Per ricucire le di-stanze. Ogni relazione è un lungo cammi-no insieme. Verso l’altro. Ogni caffè è una promessa. Accettare di prendere un caffè con un altro significa fare una promessa.

Se sono qui con te, se ti regalo un caffè, il mio tempo, le mie parole, la mia fiducia,

“Vuoi un caffè?”.

Pochi minuti pieni di gratuità, libertà, fiducia, relazione, ascolto, promessa.

Lettera End • Marzo - Aprile 2021

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significa che ci tengo a te davvero. Dunque il mio stare seduto qui, accanto a te, di-venta una promessa: ci sono e ci sarò.

Non sto scherzando, non sto cercando di

“far passare il tempo”. No, sto dicendoti che credo in questa relazione. Anzi, ti sto promettendo che ci crederò anche do-mani. Ti sto promettendo che conserverò prezioso nel cuore questo tempo trascorso insieme, in attesa del prossimo caffè. Of-frire un caffè significa accendere la voglia di un altro caffè in futuro. Le relazioni vi-vono di promesse e di speranza. “Vuoi un caffè?” Ѐ un bel gesto di

libertà. Non è un obbligo.

Non sono costretto. Non è dovuto, bensì scelto, donato. È un atto gratui-to. Fatto senza condizioni:

non ti chiedo qualcosa, non ho secondi fini. E sen-za condizionamenti: non lo faccio per paura o per-ché sotto minaccia. È un atto liberamente scelto. E,

soprattutto, totalmente donato. A fondo perduto. Perché questa è la libertà: non è solo la facoltà di scegliere, ma la capacità di giocarsi.

Ogni caffè è una promessa.

Le relazioni vivono di queste libertà. Ogni relazione esige libertà, non sopporta co-strizioni. E, soprattutto, ogni relazione esige la capacità di giocarsi. “Vuoi un caf-fè?”. Pochi minuti pieni di gratuità, libertà, fiducia, relazione, ascolto, promessa. Pochi minuti per dire: “Ho tempo per te”. Pochi minuti “sprecati”, regalati. Un vero “di-spendio” di tempo e di soldi. Eppure così ricchi. Prendere un caffè insieme ci può ricordare che Dio è Colui che “ha sempre tempo per te”, Colui che “spreca tutto il

suo tempo per te”.

Quando prendi il caffè con qualcuno im-magina Dio che sta prendendo il caffè con te. Mentre offri un caffè, Lui si gioca per te, al tuo fianco. Con Lui, mentre offri un caffè, puoi sentire il gusto buono del Para-diso. Perché il Paradiso è il luogo delle re-lazioni compiute, fatte di dono, di gratuità, di fiducia, di ascolto.

Prova, ogni tanto, a vedere il Paradiso in un caffè. Prova ogni tanto a vedere la stra-da del Paradiso in un caffè. Così ogni caffè

ti aiuterà ad appassionarti alle relazioni. Ti darà la ca-rica, non solo per avere un po’ di energia grazie alla caffeina, ma per avere ogni giorno la passione per le relazioni. Un caffè al gior-no per ritrovare la gioia di andare incontro all’altro, di giocarti nei legami. In casa, sul lavoro, nella società.

Un caffè per ricordarti che ogni volta che doni, di cuore, anche solo un caffè a un fratello o a una sorella, stai costruendo il “Regno dei Cieli”, stai co-struendo “Cieli nuovi e Terre nuove”, stai generando un mondo nuovo. Ricordati:

non resterà il tempo risparmiato, ma il tempo donato. Non resterà il tempo trat-tenuto per te, ma il tempo speso nelle re-lazioni.

Buon caffè!

Mons. Derio Oliv Vescovo di Pineroloero Quando

Mentre offri un caffè, Lui si gioca per te,

al tuo fianco.

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