Nella sezione introduttiva 1.2 è stata calcolata la dipendenza dell'Italia dall'estero per quanto riguarda l'approvvigionamento delle fonti energetiche, con un risultato per il 2017 pari al 76.3%. Sebbene a livello energetico l'Italia dipenda notevolmente dall'importazione da Paesi esteri, a livello elettrico il parco produttivo nel 2017 ha soddisfatto la richiesta da parte dell'utenza per circa l'88.2%, necessitando quindi un'importazione netta di energia elettrica pari all'11.8% (37.8 TWh sui 320.6 TWh richiesti). Come già visto in Figura 1.4, nel periodo 2005-2017 il saldo netto tra i flussi elettrici importati ed esportati ha un andamento altalenante, in generale rispecchiando l'evoluzione della richiesta e della produzione nazionale, passando dal 14.9% del 2005 all'11.8%
del 2017. Per meglio visualizzare la sua variabilità si propone in Figura 1.22 un confronto tra le variazioni percentuali rispetto l'anno precedente di tre parametri: la produzione netta al consumo, la richiesta nazionale di energia elettrica ed il saldo netto tra importazioni ed esportazioni all'estero. L'andamento delle prime due grandezze è molto simile per cui si può affermare che tendenzialmente al variare della richiesta corrisponda una variazione della produzione nazionale, cosa che ci si aspetta debba accadere dal momento che il settore termoelettrico permette regolazioni nella produzione elettrica in modo da adattarsi, entro i suoi limiti tecnologici, al carico richiesto. Ciò che è soggetto alle maggiori variazioni è il saldo netto, in particolare si registra un andamento controcorrente rispetto a quello di produzione e richiesta: al crescere della produzione corrisponde una diminuzione dell'energia importata, e viceversa. Ciò è particolarmente visibile in anni come il 2006, in cui la crescita percentuale della produzione al consumo supera quella della richiesta nazionale (comunque in variazione positiva), comportando una netta diminuzione dell'importazione di energia elettrica.
Figura 1.22 Variazioni percentuali rispetto l'anno precedente per produzione netta, saldo import/export e richiesta energetica nazionale, 2005 – 2017.
Il commercio di energia elettrica avviene con Paesi europei limitrofi all'Italia, attraverso un sistema di linee ad alta e media tensione passanti per terra o mare. Nello specifico, gli Stati esteri interessati sono sei: a nord Austria, Francia, Slovenia e Svizzera, a sud Grecia e Malta. In Tabella 1.11 si riportano i dati forniti da Terna riguardanti gli scambi elettrici del 2017: dal saldo netto calcolato singolarmente per ogni singolo Paese emerge che l'Italia abbia un ruolo di esportatrice nei confronti di Grecia e Malta e che sia un'importatrice da tutti gli altri Stati (infatti il saldo netto nazionale, calcolato come differenza tra energia importata ed esportata, è positivo data la prevalenza dell'importazione).
Gli stessi dati presenti nella Tabella 1.11 vengono rielaborati in Figura 1.23, in cui per ogni Paese si confronta l'energia importata ed esportata. Graficamente, quindi, si può vedere come l'Italia dipenda a livello elettrico principalmente dalla Svizzera e dalla Francia.
22 Tabella 1.11 Scambi di energia elettrica con Paesi esteri, 2017.
Paese Importazione in Italia Esportazione dall'Italia Saldo netto
[TWh] [%] [TWh] [%] [TWh]
Austria 1.332 3.11 0.120 2.34 1.212
Francia 13.717 31.98 1.058 20.61 12.659
Grecia 0.325 0.76 1.638 31.90 -1.313
Malta 0.035 0.08 0.902 17.56 -0.867
Slovenia 5.894 13.74 0.151 2.95 5.743
Svizzera 21.592 50.34 1.265 24.65 20.327
Totale 42.895 100 5.134 100 37.761
Figura 1.23 Confronto energia elettrica importata ed esportata, 2017e.
1.4.2 Fonti contribuenti al saldo import/export
La definizione dei Paesi contribuenti all'importazione elettrica in Italia consente non solo di comprendere l'entità dei flussi di scambio ma fornisce anche la possibilità di caratterizzare l'energia elettrica in termini di fonti produttive. Questo ulteriore calcolo permette quindi di integrare il bilancio nazionale con il contributo dall'estero, ottenendo una visione totale delle fonti energetiche che prendono parte a soddisfare la richiesta elettrica nazionale.
In prima analisi grazie ai dati forniti dall'Eurostat [16] è possibile presentare un quadro generale della produzione elettrica netta nel 2017 in Europa, nello specifico riferendosi ai Paesi confinanti l'Italia ed alla media europea relativa ai 28 Stati Membri. In aggiunta è necessario inserire anche la suddivisione delle fonti produttive relativa alla Svizzera: questa, non facendo parte della UE, non rientra nei database dell'Istituto di Statistica europeo ed è necessario fare affidamento a quanto riportato dal DATEC, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni svizzero [17]. Per motivi di calcolo si sceglie di raggruppare le fonti energetiche in tre categorie: produzione da fonte rinnovabile (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermoelettrico e bioenergie), produzione da fonte nucleare e produzione da fonte fossile (in cui si include anche tutto ciò che non rientra nelle due precedenti classi). In Figura 1.24 si riporta la produzione elettrica netta dei singoli Stati, applicando la classificazione delle fonti energetiche definita sopra.
e Si sceglie di rappresentare solo parte dei flussi elettrici di Francia, Slovenia e Svizzera in modo tale da favorire graficamente il confronto per gli altri Paesi.
23
a) b)
c) d)
e) f)
g)
Figura 1.24 Produzione elettrica netta dei Paesi commercianti energia elettrica con l'Italia, 2017.
24 Il metodo applicato deve però tenere conto del fatto che a loro volta i sei Stati con cui l'Italia scambia energia elettrica hanno un loro sistema di import/export con l'estero: ciò comporta che non sia sufficiente definire i loro mix energetici per valutare correttamente quello italiano. Per ovviare a tale problema si sceglie quindi di fare affidamento al calcolo proposto dal Gestore dei servizi energetici – GSE [18], secondo cui le quote per fonte produttiva italiana vadano integrate considerando il mix europeo medio come riferimento per gli scambi esteri. I confini del sistema analizzato sono quindi quelli della UE, ossia non si considerano ulteriori scambi elettrici con i Paesi esterni all'Europa. Il procedimento si articola in tre fasi:
1. definizione della suddivisione per fonti energetiche della produzione al consumo nazionale.
A differenza di quanto visto finora si sceglie di apportare una modifica di carattere economico al bilancio produttivo nazionale. Generalmente ogni settore energetico adotta parte della propria produzione lorda per soddisfare i consumi dei sistemi ausiliari: ciò non avviene per le bioenergie che, per motivi economici, traggono maggior vantaggio a mettere in rete la totalità della loro produzione sfruttando per gli ausiliari energia elettrica derivante dalla rete stessa. Questa scelta non influisce sul bilancio energetico globale ma ha un impatto in termini di suddivisione per fonti: rispetto a quanto affermato in 1.2 e 1.3 quindi le quote percentuali relative alla produzione netta ed a quella al consumo saranno differenti, a favore dell'energia elettrica derivante da bioenergie.
2. calcolo della produzione netta europea per singola fonte a partire dai dati Eurostat.
L'Eurostat non fornisce la suddivisione dettagliata della produzione netta europea per cui è necessario calcolare a parte e con le dovute ipotesi tale passaggio.
3. integrazione del bilancio europeo con quello svizzero e calcolo conclusivo del mix italiano.
Come precedentemente affermato è necessario integrare il bilancio europeo con i dati ricavati per il sistema di produzione svizzero; inoltre, si formula l'ipotesi di escludere dal totale ottenuto il contributo dell'Italia.
Lo sviluppo completo del calcolo è riportato in Appendice (6.2). In Tabella 1.12 invece si presenta il calcolo semplificato con cui si giunge alla definizione del mix elettrico italiano (Figura 1.25): dal confronto con quanto riportato dal GSE (Tabella 1.13, in cui si riprende la distinzione in tre categorie proposta in Figura 1.24) emerge che, tenendo conto di eventuali approssimazioni di calcolo, il risultato ottenuto sia coerente. La definizione delle fonti contribuenti al soddisfacimento della richiesta elettrica nazionale nel 2017 sarà utile nel prossimo capitolo (sottosezione 2.5) per determinare il peso in termini di emissioni di CO2,eq di ogni settore e dell'intero sistema elettrico nazionale.
Tabella 1.12 Calcolo mix elettrico italiano, 2017.
Produzione lorda
Produzione al consumo
Mix energetico
UE* Import Export Mix energetico nazionale
[TWh] [TWh] [TWh] [TWh] [TWh] [TWh] [%]
Fonti
Bioenergie 19.378 19.378 152.799 2.266 0.350 21.191 6.61
Eolico 17.742 17.565 341.364 5.063 0.317 22.203 6.93
Fotovoltaico 24.378 24.017 89.495 1.327 0.434 24.790 7.73
Geotermico 6.201 5.821 0.482 0.007 0.105 5.696 1.78
Idroelettrico 38.025 37.557 322.185 4.778 0.678 41.455 12.93
Moto ondoso [-] [-] 0.519 0.008 [-] 0.008 0.00
Nucleare [-] [-] 804.080 11.925 [-] 11.867 3.70
Solare termico [-] [-] 5.523 0.082 [-] 0.082 0.03
Termoelettrico 190.106 180.009 1175.882 17.439 3.250 193.257 60.29
Categorie
FER 105.724 104.339 912.368 13.531 1.884 115.424 36.01
Fossile 190.106 180.009 1175.882 17.439 3.250 193.257 60.29
Nucleare [-] [-] 804.080 11.925 [-] 11.867 3.70
Totale 295.830 284.348 2892.330 42.895 5.134 322.109 100
25 Tabella 1.13 Confronto tra il mix nazionale ricavato e quanto riportato dal GSE, 2017.
Fonti energetiche Risultati da Tabella 1.12 GSE
Fonti energetiche rinnovabili [%] 36.01 36.60
Fonti fossili e categoria altro [%] 60.29 59.72
Nucleare [%] 3.70 3.68
a) b)
Figura 1.25 Confronto tra produzione elettrica al consumo e mix medio effettivo nazionale, 2017.
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