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Canoni comportamentali per la prevenzione dei rischi

Nel documento MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS. 231/2001 (pagine 90-93)

11. I REATI AMBIENTALI

11.6 Canoni comportamentali per la prevenzione dei rischi

11.6.1. Regole e divieti

E’ fatto divieto ai Destinatari di porre in essere o in qualsiasi modo contribuire alla realizzazione di comportamenti che possano integrare le fattispecie di reato previste all’art. 25 undecies del Decreto.

In particolare tutti i Destinatari hanno l’obbligo di:

1. operare nel rispetto delle leggi e delle normative nazionali ed internazionali vigenti in materia ambientale;

2. osservare le regole della presente Parte Speciale e delle procedure aziendali in materia

ambientale;

3. rispettare la Politica Ambientale e il Codice Etico;;

4. redigere e custodire la documentazione relativa al rispetto delle prescrizioni in materia ambientale, consentendo, in tal modo, il controllo sui comportamenti e le attività svolte da FARMACIE COMUNALI SPA Spa;

5. segnalare immediatamente ogni situazione di pericolo percepita, sia potenziale che reale, in tema di tutela ambientale.

11.6.2. La prevenzione ambientale

Al fine di prevenire il rischio di commissione dei reati e la responsabilità diretta di FARMACIE COMUNALI SPA Spa si adottano presidi che consentano un adeguato monitoraggio del rischio ambientale e quindi un sistema coordinato di procedure per la gestione e l’attribuzione di compiti e responsabilità.

I presidi ambientali individuati tengono conto della natura, della dimensione e dell’impatto che le specifiche attività svolte da FARMACIE COMUNALI Spa implicano a livello ambientale e sono proporzionati alla loro rilevanza.

Sono da considerarsi attività con “aspetti ambientali rilevanti” quelle che comportano la produzione di rifiuti, in riferimento a sedi e alle Farmacie della FARMACIE COMUNALI Spa

FARMACIE COMUNALI SPA Spa si è dotata di procedure per la identificazione, valutazione ed il monitoraggio degli impatti ambientali per le specifiche attività che esercita.

In relazione alle potenziali situazioni di rischio si individuano le modalità per prevenire i reati di cui all’art. 25 undecies del Decreto.

a) Per ciascuna sede è effettuata un’analisi ed una valutazione degli aspetti ambientali di maggiore rilevanza.

Devono essere correttamente e specificamente identificate : - le prescrizioni normative applicabili;

- le autorizzazioni necessarie degli Enti Competenti;

- le modalità di monitoraggio, le procedure di gestione operativa, i compiti e le responsabilità.

Pertanto, per le nuove sedi, preventivamente, si procede ad analisi e valutazione degli aspetti ambientali, che tenga conto dei criteri sopra esposti .

Per le sedi esistenti, è stata effettuata un’analisi ed una valutazione degli aspetti ambientali.

L’eventuale modifica degli impianti tecnologici, dei macchinari, dei processi produttivi, idonea ad alterare l’impatto ambientale, dovrà essere effettuata previa verifica ed aggiornamento delle precedenti analisi e valutazioni a presidio dell’ecosistema di riferimento e dunque previa procedura sopra esposta.

b) Devono essere identificate le prescrizioni normative applicabili, il rilascio di eventuali autorizzazioni da parte degli Enti competenti nonché attuate le modalità di monitoraggio e le procedure aziendali di gestione operativa in materia ambientale.

Qualora invece non siano presenti scarichi e/o emissioni in atmosfera e/o prelievo di acque e/o pericolo di rilascio al suolo di sostanze inquinanti, si dovrà effettuare la eventuale gestione, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti nel rispetto delle normative vigenti e delle procedure aziendali.

c) Non risultano aree e/o fabbricati di proprietà dell’Ente non utilizzati esposti a rischio di illecito abbandono e deposito di rifiuti causato da ignoti.

Sono stabilite le responsabilità interne, al fine di individuare i soggetti da dotare di specifiche deleghe e della conseguente autorità e responsabilità. I responsabili di ciascuna area aziendale, nei limiti delle proprie competenze, adottano misure idonee ad evitare situazioni atte a facilitare la potenziale commissione dei reati menzionati.

L’attribuzione di specifiche deleghe in materia ambientale avviene in forma scritta con data certa.

In tal modo vengono definite, in maniera esaustiva, le caratteristiche ed i limiti dell’incarico nonché i poteri necessari allo svolgimento del ruolo assegnato.

L’assegnazione e l’esercizio dei poteri nell’ambito di un processo decisionale è congruente con le posizioni di responsabilità nonché con le sottostanti situazioni di rischio.

I presidi di prevenzione fin qui elencati trovano applicazione in specifici protocolli di gestione. La Società adotta regole generali di organizzazione delle attività sensibili, come individuate nei paragrafi precedenti, che devono trovare specifica attuazione nelle procedure e nei protocolli di prevenzione.

11.6.3 Presidi di controllo e flussi informativi verso l’organismo di vigilanza E’ prevista una periodica attività di monitoraggio e verifica circa l’applicazione di tali procedure da parte dell’OdV.

In tema di tutela ambientale l’OdV:

- vigila sulla corretta applicazione delle procedure aziendali in materia ambientale e sulla loro adeguatezza in relazione ai rischi specifici effettuando verifiche a campione;

- esamina qualsiasi segnalazione di pericolo connesso ai rischi o concernente eventuali violazioni delle norma di legge o delle procedure esistenti;

- può richiedere informazioni sulle attività svolte in adempimento della normativa ambientale nonché visionare la relativa documentazione;

- analizza e valuta gli esiti delle verifiche periodiche di monitoraggio, tracciati negli appositi documenti sottoscritti dai soggetti responsabili;

- esamina le segnalazioni trasmesse alle funzioni aziendali competenti, in merito all’eventuale necessità di aggiornare e adeguare le procedure alla nuova normativa in materia ambientale;

- l'OdV effettua un’attività di monitoraggio con riferimento ai reati in disamina sulla base di un programma di verifiche periodiche.

L'OdV svolge le seguenti attività:

- monitora la nomina, i relativi adempimenti di pubblicità, i ruoli aventi responsabilità interne di gestione in materia ambientale;

- monitora l’efficacia dei presidi di prevenzione dei rischi ambientali per sedi e farmacie;

- verifica l'aggiornamento e l'attualità della valutazione dei rischi di sedi, e farmacie.

All’OdV devono essere trasmessi:

- i verbali di ispezione in materia ambientale da parte di Enti Pubblici e/o Autorità di controllo (es. ARPA, ASL, etc.);

- segnalazione di apertura di nuove sedi, stabilimenti e cantieri;

- segnalazione di modifica degli impianti tecnologici, dei macchinari, dei processi produttivi, idonea ad alterare l’impatto ambientale in sedi esistenti.

PIANO PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA

1. INTRODUZIONE

La legge 190/2012 ha introdotto nell’ordinamento italiano un sistema organico di prevenzione della corruzione al fine di valorizzare i principi fondamentali di uno Stato democratico quali:

eguaglianza, trasparenza, fiducia nelle Istituzioni, legalità e imparzialità dell’azione degli apparati pubblici.

Sul piano operativo, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha redatto il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) per indirizzare le amministrazioni pubbliche e le società in controllo pubblico nella prima predisposizione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione (PTPC).

Sulla base dei riferimenti normativi e operativi, Farmacie Comunali, tenuto conto del proprio contesto interno e della peculiarità delle sue funzioni, ha redatto il PTPC, quale strumento per sistematizzare il processo finalizzato ad una strategia di prevenzione della corruzione.

Il Piano triennale di prevenzione della corruzione, basato sulla valutazione del rischio di corruzione, si concentra principalmente sulle misure preventive generali e di trasparenza volte a facilitare l’individuazione di eventuali pratiche corruttive.

Una volta adottato, il Piano verrà tempestivamente trasmesso all’ANAC con le modalità dalla stessa Autorità definite e pubblicato sul portale istituzionale nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito aziendale, così come definita a norma del D.lgs. 33/2013.

Farmacie Comunali ha avviato la strategia di prevenzione della corruzione nel 2014 con l’adozione del PTPC 2013/2016 redatto in base alle disposizioni di cui alla legge 190/2012 e sulla base di quanto previsto dal Piano Nazionale Anticorruzione (PNA).

Questo Piano definiva i primi adempimenti e le modalità di svolgimento per assicurare l’applicazione puntuale delle disposizioni normative in materia di prevenzione della corruzione con la finalità di:

 ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione;

 aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;

 creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

L’attività svolta nel corso di questi anni in materia di prevenzione della corruzione è stata sintetizzata nelle Relazioni annuali del Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC), redatta ai sensi dell’art. 1 comma 14 della L. 190/2012, reperibili nella sezione “Amministrazione trasparente” dl sito istituzionale.

Nel documento MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS. 231/2001 (pagine 90-93)