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Cap 3 Imposizione e cambiamento di nome nel libro della Genes

In questo capitolo sono riportati i risultati dell’esame dei versetti biblici in cui compare un’imposizione di nome. Un’analisi completa avrebbe dovuto interessare tutti i libri della Bibbia, perciò si è deciso di restringere il campo di indagine, per esigenze di spazio, al solo libro della Genesi. Poiché in tale libro si concentra più della metà delle occorrenze di assegnazione del nome nella Bibbia ebraica (vedi paragrafo 2.2), esso si può ritenere sufficientemente rappresentativo: studiare le assegnazioni del nome nel libro della Genesi fornisce una visione parziale ma significativa sull’argomento.

3.1 Cenni sulla struttura del libro della Genesi

Il libro della Genesi1, in ebraico תישרב dalla parola iniziale “In principio”, è strutturato in due parti principali che racchiudono le origini del mondo e dell’umanità (Gen 1-11, storia del mondo dalla creazione alla torre di Babele) e le origini del popolo di Israele (Gen 12-50, storie dei patriarchi).

Tutta la narrazione è ritmata dalla sequenza delle toledot (narrazioni o genealogie), cioè di formule quali: “Queste sono le origini di…” o “Questa è la discendenza di …” all’interno delle quali si sviluppa il racconto. Sia la prima parte del libro che la seconda comprendono cinque toledot, in una struttura simmetrica:

Gen 1-11 Gen 12-50

2,4a cielo e terra 11,27 Terach (Abramo)

5,1 Adamo 25,12 Ismaele

6,9 Noè 25,19 Isacco (Giacobbe)

10,1 i tre figli di Noè 36,1 Esaù-Edom

11,10 Sem 37,2 Giacobbe (Giuseppe e i suoi fratelli)

Le sezioni centrali di ciascuna parte, la narrazione del diluvio incentrata sulla figura di Noè e la storia di Isacco e Giacobbe, sono le più estese e, secondo Blenkinsopp (1992), costituiscono gli episodi di maggiore rilevanza. L’evento del diluvio è una versione abbastanza tardiva di una tradizione narrativa ben nota, attestata dal tempo dei sumeri all’età ellenistica, di cui sono testimoni il racconto di Atraḫasis, datato tra il XII e il VI sec. a.C nell’antica Mesopotamia, e l’epopea di Gilgameš, la cui forma canonica è stata scoperta nella biblioteca di Ninive e datata intorno al VII sec. a.C. La storia di

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Giacobbe, organizzata attorno all’uscita dalla patria e al ritorno finale in essa, è una storia di trasformazione attraverso la sofferenza e il conflitto e richiama l’epopea di Gilgameš e l’Odissea.

Il fatto che Genesi 1-11 utilizzi diffusamente genealogie e liste, evidenzia la sua vicinanza alle liste di re mesopotamici e degli antichi storici greci. Come lo storico babilonese del III sec. a.C. Berosso nella sua Babyloniakà (storia di Babilonia) la Genesi elenca dieci antenati prima del diluvio e dieci dopo il diluvio, concatenati in genealogie lineari. Un carattere distintivo di Genesi 1-11 è però che le genealogie sono incorporate in una struttura narrativa più ampia, che copre l’intero arco della storia primitiva.

3.2

Metodologia

Gli articoli di Key (1964) e di Ramsey (1988), quest’ultimo sintetizzato nel sottoparagrafo 2.2.4, sono stati utilizzati come riferimento metodologico. Key ha elencato tutti i passi della Bibbia in cui è presente un’assegnazione di nome e li ha suddivisi in tabelle a seconda della presenza o meno di una spiegazione eziologica. Ramsey si è concentrato sulla formulazione dell’assegnazione del nome e ha esaminato alcuni esempi -dodici in tutto, appartenenti a vari libri della Bibbia- proponendone una classificazione che tiene conto anche della posizione della spiegazione del nome nella frase. Il fatto che, in molti casi, tale spiegazione si riferisca a eventi già avvenuti piuttosto che a eventi futuri ha portato Ramsey a sottolineare il legame tra l’assegnazione del nome e la sfera del discernimento e della conoscenza e a confutare la tesi secondo la quale esso è un atto di dominio o un modo per influenzare il destino della persona nominata.

In questo lavoro di tesi si è ripresa l’analisi sistematica dei passi contenenti un’esplicita assegnazione di nome, come già fatto da Key, ma limitatamente al libro della Genesi. Si è voluto verificare se la formulazione usata per l’assegnazione del nome ricadeva nelle tipologie elencate da Ramsey e se perciò tale classificazione era esauriente o se al contrario escludeva alcuni casi. Inoltre si è calcolata su base statistica la percentuale di casi in cui la spiegazione del nome si basa su eventi già avvenuti.

E’ necessario sottolineare che il lavoro svolto ha prodotto un’analisi parziale, effettuata solo su una porzione di testo, per quanto importante e rappresentativa come il libro della Genesi. Uno studio di questo tipo dovrà essere condotto in futuro sulla Bibbia nella sua completezza, per ottenere risultati maggiormente significativi.

L’Appendice riporta il testo masoretico e la traduzione italiana dei versetti considerati. I passi sono elencati nell’ordine della narrazione biblica e raggruppati secondo la seguente suddivisione: il primo racconto della creazione (Gen 1,1-2,4a) costituisce una parte a sé stante; seguono il ciclo narrativo dell’umanità delle origini (Gen 2-11) e i cicli dei patriarchi: Abramo (Gen 12-25), Isacco e Giacobbe (Gen 25-36), Giuseppe (Gen 37-50).

In linea teorica il lavoro di estrazione avrebbe dovuto ottenere gli stessi versetti già identificati da Key (1964): per ciascun passo si è verificato se questo accadeva, evidenziando la tabella in cui esso era compreso.

Sono inclusi in Appendice anche alcuni passi che sono stati ritenuti interessanti riguardo alla tematica di assegnazione del nome, pur senza costituire un’assegnazione di nome specifico: il testo in cui Dio comanda ad Adamo di assegnare il nome agli animali, nel secondo racconto della creazione (Gen 2,19-20); il versetto in cui Isacco riapre dei pozzi scavati in precedenza da suo padre Abramo e successivamente interrati e dà loro un nome (Gen 26,18); l’esclamazione di Esaù che contiene un gioco di parole sul nome del fratello Giacobbe, l’ingannatore o il soppiantatore (Gen 27,36).

Per i versetti che presentavano un’assegnazione di nome si è rilevato chi assegna il nome e qual è l’oggetto dell’assegnazione. E’ stata isolata la formulazione utilizzata, evidenziando il verbo (ארק o altri), la presenza del sostantivo םש o della preposizione ל. Si è messa in luce la presenza o meno di una spiegazione del nome, evidenziando la sua posizione all’interno della frase: in questo modo si è potuto classificare ciascuna occorrenza di assegnazione di nome secondo Ramsey, facendo riferimento alla tavola Chart I del suo articolo, riportata in Tabella 1. In seguito si è verificato se la spiegazione del nome fosse legata ad un evento già accaduto o a qualche altro fattore.

Infine è stata eseguita una semplice analisi statistica dei risultati ottenuti, che ha permesso di esprimere osservazioni non solo qualitative sulle caratteristiche dell’imposizione del nome nel testo biblico.

Nel paragrafo che segue sono riportate alcune osservazioni sui versetti estratti, accompagnate da tabelle riassuntive.

3.3

Analisi delle fonti

3.3.1 Imposizione di nome