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All’atto della nomina della Paolillo aveva dichiarato: “Un po’

come mettere un piromane a capo dei Vigili del fuoco”

Anche il Movimento 5 stelle chiede le immediate dimissioni

dalla presidenza della commissione regionale anticamorra. Duro attacco di Sel. Casillo (Pd): “Motivi di opportunità politica”

di Andrea Pellegrino

All’atto della nomina di Monica Paolino alla presidenza della commissione Anticamorra della Regione Campania, la senatrice Pd Rosaria Capacchione non era stata morbida. Anzi si era vista rispondere dall’interessata con una minaccia di querela.

«Nomina quantomeno surreale – aveva detto la senatrice, giornalista del Mattino che danni anni vive sotto scorta per le minacce del clan dei Casalesi – Un po’ come mettere un piromane a capo dei Vigili del fuoco. Adesso attendiamo solo quella di Dracula a presidente dell’Avis». E ieri, naturalmente, la Capacchione ha rincarato la dose, poco dopo che gli uomini della Dia sono piombati nell’abitazione della consigliera regionale di Forza Italia e del marito sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. Al suo secondo mandato, Monica Paolino nella precedente legislatura era stata “ripescata”

dopo l’arresto di Alberico Gambino, per poi diventare effettiva in aula regionale dopo le dimissioni di Eva Longo, eletta nel frattempo al senato. Questa volta, invece, ha fatto il suo ingresso con una valanga di voti (13.285 preferenze) e con alle spalle naturalmente il marito sindaco, costretto ancora una volta a rinunciare al suo personale “salto di qualità politico”. Al tavolo delle trattative post voto, la coppia Aliberti – Paolino si è immediatamente imposta in Forza Italia, al punto di strappare la presidenza della commissione anticamera, oggi finita al centro delle polemiche dopo l’operazione dell’autorità giudiziaria. Una pioggia di richieste di dimissioni per la Paolino, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle che ambivano a quel posto di

«garanzia». Una richiesta scritta ed inoltrata già all’attenzione del presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio. «La Paolino deve dimettersi immediatamente», dice la capogruppo del M5S Valeria Ciarambino, supportata anche da tanto di post sul blog di Beppe Grillo. «Avevamo chiesto con forza – dice ancora la Ciarambino – che la presidenza della commissione andasse al M5S perché tra di noi non ci sono né indagati né condannati e perché per quel ruolo serve una figura non ricattabile e libera da condizionamenti. Il Pd ha scelto di lavarsi le mani ed oggi è anch’esso responsabile di aver consegnato quella commissione a chi risulterebbe indagato proprio per reati legati alla camorra. Il M5S è l’unica forza di opposizione che può fare da argine alla criminalità, impedendo che entri nelle istituzioni. Alla luce di quanto accaduto, rinnoviamo la nostra richiesta di presidenza della Commissione Anticamorra e chiediamo alla maggioranza di assumersi la responsabilità di garantire che una commissione così importante sia affidata a chi non ha ombre e a chi porta avanti da sempre la battaglia per la legalità». Sempre dal Movimento 5 Stelle arriva il commento del vicepresidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio: «Qualcuno in questi giorni (Rosy Bindi, ndr) sosteneva che i napoletani avessero la camorra nel Dna. Io invece penso che la camorra sia un elemento costitutivo dei partiti che governano Napoli e la

Regione Campania. Basta vedere Renzi e De Luca: si guardano b e n e d a l c h i e d e r e l e d i m i s s i o n i d e l l a P a o l i n o , u n atteggiamento da omertosi fino al midollo».

« S o l o q u a l c h e m e s e f a a v e v a m o s o l l e v a t o i l t e m a dell’inopportunità della nomina del consigliere regionale Monica Paolino a presidente della Commissione “Anticamorra e beni confiscati”», ricorda Rosaria Capacchione, insieme a Michele Grimaldi, ambedue esponenti di Rifare l’Italia e candidati nella lista di ’Primavera non bussa’ alle scorse elezioni amministrative di Scafati. «Non e’ nostro compito giudicare la colpevolezza o l’innocenza degli indagati, compito che spetta alla magistratura. Ma ribadiamo di nuovo l’inopportunità della nomina della Paolino, per la dignità, il decoro e la trasparenza delle istituzioni. In politica – aggiungono – l’opportunità, soprattutto rispetto a certi temi, dovrebbe essere sempre valutata con maggiore attenzione e responsabilità. Per questo ribadiamo la richiesta di dimissioni del consigliere Paolino dalla carica di presidente della commissione e, al tempo stesso, pensiamo sia giunto il momento di un accesso al Comune di Scafati della commissione antimafia», concludono. Richiesta di dimissioni anche da parte di Arturo Scotto e Franco Mari, rispettivamente deputato e segretario provinciale di Sel. «Parliamo di accuse estremamente gravi, che vanno dal voto di scambio politico-mafioso per cui è indagata la Paolino al reato di associazione di stampo mafioso su cui stanno lavorando gli inquirenti relativamente al Sindaco Aliberti ed ai suoi collaboratori. Un quadro drammatico, che pure però era estremamente prevedibile, come dimostrato dal fatto che Sinistra Ecologia Libertà da mesi già chiedeva l’invio di una commissione d’accesso a Scafati. Oggi più che mai tale richiesta è attuale, perché il Governo ha il dovere di intervenire subito per ripristinare una condizione di trasparenza e legalità in un Comune della Campania così importante come Scafati. Nell’attesa che la magistratura compia il suo lavoro, inoltre, riteniamo che una carica così importante come la Presidenza della Commissione regionale antimafia non possa essere ricoperta da una persona

indagata per un reato direttamente connesso alle attività della criminalità organizzato, specie in una fase delicata come quella che attraversiamo, e che quindi Monica Paolino debba rassegnare immediatamente le sue dimissioni». Anche il Pd, attraverso il capogruppo regionale Mario Casillo chiede un passo indietro alla presidente della commissione antimafia:

«Ribadendo la nostra fiducia per il lavoro dei magistrati e in attesa che il consigliere possa chiarire la propria situazione, riteniamo peró che debba, per evidenti motivi di opportunità politica, lasciare l’incarico di Presidente della Commissione speciale Anticamorra e beni confiscati. Facciamo leva sul senso di responsabilità istituzionale della Paolino affinchè con le dimissioni contribuisca a tutelare l’immagine della Commissione e del Consiglio regionale». Infine il presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio: «E’

auspicabile un gesto della consigliera di dimissioni dall’incarico attualmente ricoperto che dia un segnale di trasparenza della istituzione regionale».

17) Forza Italia compatta con la coppia. Manca la voce della

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