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CAPITOLO SETTIMO La Basilica Inferiore

Nel documento Il Duomo di Salerno : guida turistica (pagine 35-38)

Per la porta che si trova al lato destro, nei pressi della Crociera destra, o per quella che si trova vicina al m onum ento della Regina M argherita di Durazzo, possiamo accedere nella Basilica Inferiore. La lapide grande che troviam o scendendo riporta la bolla del Papa Be­ nedetto X IV con la quale concedeva le indulgenze ai fe d e li che pren­ devano parte ai riti religiosi che si com pivano nella Basilica tu tti i lu­ nedì dei mesi. La Basilica Inferiore è grande quanto la Crociera della Basilica Superiore. La pace, la serenità del luogo, l'oro profuso nei d i­ pinti, il silenzio che vi regna, ti rapiscono l'anim o e ti fa n n o m editare e pregare. La ricchezza dei marmi a mosaici di stile fio re n tin o tra ttie ­ ne il nostro respiro, nella dolce penom bra che regna nella Basilica. I busti che vediam o collocati nelle pareti sono di dieci Vescovi Saler­ nitani e se l'undicesim o rappresenta S. G iovanni Ratti sta è per ricor­ dare che in quel luogo un tem po v'era una chiesa a Lui dedicata ed abbattuta per edificare il Duomo nel 1080. La lapide dice che i busti fu ro n o fa tti a spesa della gloriosa Scuola Medica Salernitana nell'a n ­ no 1759. L'altra lapide con g li stemmi dei re di Spagna Filippo II e III, ricorda i lavori fa tti eseguire da questi re per rendere più bella la Basilica. G li affreschi di cui essa è ricca fu ro n o eseguiti d a ll'a llie vo del T intoretto; il maestro Belisario Corenzio di Grecia. La pittura risale

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al XVI secolo. Com plessivam ente g li affreschi sono 37 e racchiusi in riquadri. Sono rappresentate scene tratte dalla vita di Gesù come ci viene descritta da S. Matteo. Il p rim o rappresenta l'A nnunciazione della V ergine e l'u ltim o l'entrata di Gesù in Gerusalemme. A l centro della Basilica v 'è il sepolcro del I e G rande Evangelista S. Matteo, Patrono dei finanzieri d'Ita lia e della città di Salerno. S. M atteo era un riscuo­ tito re di tasse.

Le ossa dell'Evangelista fu ro n o rinvenute, come già detto, nei pressi di Casal-Velino, alla confluenza dei fiu m ice lli A le n to e Ceraso, in una chiesa dirupata.

Il sepolcro è posto al centro della Basilica ed è p rotetto da una balaustrata di finissim o marmo. G li altari sono due e si presentano uguali a chi scende nella Basìlica per la porta della navata destra o per quella della navata sinistra.

Anche le statue del Santo sono due e Lo rappresentano seduto in atto di scrivere il Vangelo. Un angelo regge un calamaio ove il San­ to sta per in tin g e re la penna. Le due statue sono opere dello scultore fio re n tin o M ichelangelo Naccarino e risalgono al g iu g n o del 1606.

A l centro d egli altari v 'è la cella e nel pavim ento sottostante vi è un fo ro circolare attraverso il quale una catenella d'a rgento so­ stiene un secchiello d'a rgento che è a contatto con le ossa del G lo­ rioso Evangelista. O gni anno in questo secchiello, il cinque maggio, data del trasloco del corpo, si trovava un liq u id o miracoloso detta: Manna. Il m iracolo si protrasse fin o al 1890. Il sepolcro del Santo fu sempre meta di pellegrina ggi numerosi p rovenien ti da tu tte le parti del m ondo, m entre la città di Salerno si raccolse sempre in questo luogo nei m om enti fe lici o tristi della sua storia. Questo luogo sacro e venerato vid e piegati re, principi potenti, d evoti Papi, poeti insigni e grandi scrittori. In fa tti a questo sepolcro vennero: Roberto Guiscardo, Ruggero II il Norm anno, l'Im peratore Lotario, G u glielm o I e II di Si­ cilia, Federico II, M anfredi, Carlo I d 'A n g iò , Ludovico d'U ngheria, La­ dislao di Durazzo, Carlo V, Carlo III dei Borboni, Ferdinando II Bor­ bone, V itto rio Emanuele III, G regorio VII, Urbano II, Pasquale II, In­ nocenzo II, Alessandro III, Pio IX, San Bernardo,S. G uglielm o, San Tommaso S. Bonaventura, S. Francesco di Paola, S ant'A lfonso dei Li­ q u o ri e tanti altri illu stri uom ini.

I qu a ttro candelabri di bronzo fu ro n o donati dal C ollegio Medico Salernitano due nel 1666 ed altri due nel 1673. Al lato destro dell'a l-

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tare v 'è la cappella del Crocifisso o dei Santi M a rtiri Salernitani. A l tem po delle persecuzioni di Diocleziano alla foce del fiu m e Irno, f u ­ rono decollati i m artiri: Fortunato, Caio ed A nte. La leggenda vuole che la colonna di marmo scanalato sia quella su cui i m artiri poggias­ sero il collo e fu poi qui trasportata dalla pietà dei fe d e li. Poggian­ dovi l'orecchio sembra a vve rtire un fruscio e provare un b rivid o . Il C ollegio M edico Salernitano nel 1680 fece fo n d e re e collocare i tre busti ove sono. Le ossa dei M a rtiri fu ro n o fa tte trasportare dal Vesco­ vo A lfa n o I e l'affresco ritrae l'avvenim ento. I tre quadri rappresen­ tano: i M a rtiri trascinati innanzi al Proconsole Leonzio dai soldati, i M artiri che si rifiu ta n o di sacrificare nel tem pio di Priapo, i M artiri vengono decapitati. La leggenda vu o le che le aquile abbiano salvato i corpi dei M a rtiri dagli assalti dei lupi. Il quadro ritrae la scena. L'altro altare è dedicato alla M adonna Delle Grazie. A l centro di que­ st'altare v'è un'apertura che m ette in com unicazione con le ossa delle V ergini M artiri ivi seppellite.

I busti di queste: Agata, Agnese, Cecilia ed Emerenziana sono d ip in ti nel quadro che rappresenta la Madonna col Bambino. A l lato de­ stro d e ll'A b sid e centrale v 'è l'altare dei Santi Confessori. Sotto l'altare riposano i p rim i Vescovi di Salerno. N ell'affresco rappresentante il Ve­ scovo S. Grammazio si vede un vecchio che guarda in cielo e con la mano predice. La storia vu o le che da questo Vescovo sia stata pre­ detto l'a rriv o nel Duomo delle ossa di S. Matteo. Il popolo salerni­ tano, attraverso i tem pi, è stato sempre soccorso dai suoi m artiri d u ­ rante i pericoli ed i periodi d iffic ili di vita. In questo luogo nel 1544 la città di Salerno consacrò il suo stemma consistente in uno scudo a tre fasce rosse, portante nel mezzo l'im m agin e di S. Matteo, che con la sinistra sostiene il V angelo aperto e con la destra benedice.

La porticina mena sulla strada Roberto il Guiscardo. Usciti alla luce possiamo am m irare il colonnato del Palazzo Vescovile, da poco restaurato. N e ll'in te rn o , a pianterreno, v 'è un antichissim o colonnato d'in estim abile valore appartenente al Tempio di Paona, dea dei fru tti e d egli o rti, che sorgeva in quel luogo al tem po della costruzione del Palazzo Vescovile.

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