• Non ci sono risultati.

modulo 1:

capiamo

pagina 62

I social network (per esempio Facebook, Instagram, TikTok, ecc) sono siti che costruiscono reti sociali online.

Dopo essersi registrati e aver creato un profilo personale, gli utenti entrano in contatto tra loro: possono effettuare ricerche attraverso il nome o l’indirizzo e-mail di un’altra persona, possono pubblicare e condividere contenuti (testo, immagini, video, link, audio). Sui social network gli utenti sono, al tempo stesso, creatori di contenuti, ma anche fruitori (in quanto ricevono, leggono contenuti diffusi da altre persone).

Grazie ai social network molte persone che sono geograficamente lontane e distanti, rie-scono a sentirsi più vicine, a comunicare e a “guardare” qualcosa delle reciproche vite. Nel periodo di emergenza sanitaria da Covid 19, questa funzione dei social network e più in generale di Internet e degli strumenti digitali si è avvertita in maniera fortissima. Il web e i social hanno, infatti, il grande potere di “annientare” le distanze, contribuendo a diffondere una notizia o un qualsiasi contenuto simultaneamente e in ogni parte del mondo. A tal pro-posito oggi parliamo di “contenuti virali”, definendo la capacità di un messaggio, di uno slogan, di una campagna di sensibilizzazione o di una richiesta d’aiuto di raggiungere un numero elevatissimo di persone attraverso i social network.

Da questo punto di vista i social network, oltre a fornire intrattenimento per gli utenti, svol-gono una funzione utile e positiva. Tuttavia, se usati in maniera non corretta o con il mero intento di recare danno, possono nascondere rischi e pericoli per chi li usa.

modulo 1:

capiamo

pagina 63

Vediamo alcuni rischi legati all’uso non corretto dei social.

I social network amplificano.

Un contenuto postato sui social è in grado di raggiungere un numero elevatissimo di utenti in poco tempo. Ciò è straordinariamente utile e importante per le iniziative positive, per esempio per le campagne di sensibilizzazione su alcuni temi d’attualità (ambiente, diritti, raccolte fondi). Al contrario diventa dannoso e addirittura pericoloso, se vengono diffusi e amplificati contenuti negativi, che ledono la dignità delle persone, che contengono messaggi offensivi o discriminatori. Abbiamo già analizzato, nei capitoli precedenti, come la diffusione di un contenuto offensivo attraverso i social network possa provocare conseguenze gravi.

Dunque bisogna essere molto attenti alle opinioni che si esprimono in un post: non solo perché esse possono viaggiare in lungo e in largo, ma anche perché sono eterne. I contenuti pubblicati in rete, anche se successivamente rimossi, restano. E non è difficile comprenderlo, soprattutto se si pensa alla nuova abitudine di fare i cosiddetti screenshot (cioè foto che salvano, appunto, un determinato contenuto).

Le idee personali che ognuno ha il diritto di esprimere non devono offendere gli altri, né discriminarli per etnia, orientamento sessuale, credo religioso e politico. Questo vale nella vita reale, ma anche e soprattutto online.

Per il numero di utenti presenti, per la loro provenienza da ogni parte del mondo e, infine, per la velocità con cui i contenuti viaggiano, queste reti sociali producono un vero e proprio effetto di amplificazione, che spesso non distingue il confine tra il bene e il male.

modulo 1:

capiamo

pagina 64

I social network possono creare dipendenza.

Quanto tempo trascorrete sui social network? Siete in grado di contare le ore che dedicate quotidianamente a questa attività? Da 0 a 5? Oppure da 5 a 10? Più di 10?

Provate a pensarci.

Rispondere, in alcuni casi, potrebbe essere più complicato del previsto poiché al giorno d’oggi il confine tra vita reale e vita virtuale è labilissimo. Ogni nostra attività è profonda-mente legata all’uso dei social e più in generale delle nuove tecnologie.

Eppure, questo è un aspetto da controllare e da non sottovalutare.

Il rischio è che i social network si sostituiscano completamente o quasi alle relazioni reali e al contatto umano, generando una sorta di dipendenza che induce molti a restare letteral-mente incollati ai computer o agli smartphone, con la conseguente difficoltà di non riuscire a costruire relazioni sane nella vita vera, cioè rapporti che siano “disconnessi” dai social.

Spesso nelle chat cerchiamo di avvicinarci all’altra persona, di avere un contatto che nella vita quotidiana non siamo più capaci di avere. E così accade che trascorriamo un pomeriggio intero a chattare con un nostro compagno di classe, ma poi il giorno dopo in classe a mala-pena lo salutiamo. O ancora: ci crediamo potenti perché offendiamo in chat, ma non siamo capaci di affrontare in maniera matura una discussione.

modulo 1:

capiamo

pagina 65

I social sanno tutto di noi.

Un’altra delle conseguenze più pericolose derivanti da un uso poco attento dei social network è la diffusione dei nostri dati personali. Lo abbiamo accennato, nel capitolo prece-dente, a proposito delle disposizioni sulla privacy.

È opportuno sapere che ogni social network ha le sue disposizioni sulla privacy e, in questa sezione delle impostazioni generali, ogni utente può scegliere quali e quanti dati personali mostrare e a chi mostrarli.

Un buon suggerimento potrebbe essere chiedersi sempre, prima di postare o condividere un contenuto, a quali utenti lo stiamo mostrando.

Ancora più intelligente è chiedersi: “bisogna davvero pubblicare e condividere qualsiasi cosa?”, “ci sono momenti che forse è meglio tenere per sé?”. D’ora in poi, potremmo pro-vare a porci queste domande, quando abbiamo intenzione di pubblicare un contenuto.

Forse ci renderemmo conto che spesso siamo indotti a pubblicare qualcosa quasi automa-ticamente, perché è di moda farlo, perché così il nostro profilo è sempre attivo e possiamo ottenere tanti like. Non dobbiamo, però, dimenticare che ciò che regaliamo alla rete, non ci torna più indietro. E, soprattutto, può essere visto da molte persone.

Inoltre, l’aver chattato con una persona sconosciuta per qualche ora o l’aver visto sul suo profilo che ad esempio ascolta la nostra stessa musica, ci fa illudere di conoscerla e quindi ci induce a essere ingenui e a fidarci. Pensiamoci un momento: è davvero così?

modulo 1:

capiamo

pagina 66

I social dicono sempre la verità?

Vediamo un post, lo condividiamo, parliamo del fatto ai nostri amici dicendo che “è sicura-mente vero perché lo abbiamo letto su Facebook”.

Ecco una sequenza di azioni in cui capita spesso di trovarci e che, complice la scarsa atten-zione o la velocità di condivisione, può agevolare la diffusione di notizie incomplete, inesatte o completamente false: le cosiddette bufale o fake news.

Quando leggiamo una notizia o entriamo in contatto con un contenuto social che attira la nostra curiosità, dobbiamo innanzitutto verificare che quanto scritto o riportato sia vero, assicurarci che il contenuto non offenda nessuno e non diffonda stereotipi o discriminazioni.

Inoltre, è sempre opportuno controllare qual è la fonte da cui la notizia è tratta.

Capita spesso, infatti, che notizie parzialmente o completamente false si diffondano ovunque e in maniera molto veloce, proprio perché nessuno le ha controllate e verificate. In molti casi queste notizie danneggiano alcune persone.

Attenzione dunque quando leggiamo, condividiamo o pubblichiamo qualcosa sui social e in genere sul web.

modulo 1:

capiamo

pagina 67

Per concludere, proviamo a tracciare alcune regole che possono aiutarci ad usare consape-volmente e correttamente i social network.

1. Scegliere con attenzione le disposizioni della privacy.

2. Non creare e non condividere contenuti offensivi, che ledano la privacy altrui o che ripor-tino notizie false e non verificate.

3. Non fidarsi degli sconosciuti.

4. Segnalare immediatamente al social network o alla polizia postale eventuali furti di profilo o altri fenomeni illeciti.

5. Non pubblicare dati personali di minori o di persone che non siano in grado di difendersi (ad esempio disabili), se non strettamente necessario e comunque con l’autorizzazione dei genitori o delle persone responsabili.

6. Verificare la fonte delle notizie. Non pubblicare e non condividere notizie false.

modulo 2:

scopriamo

pagina 68

Abbiamo evidenziato la funzione dei social network come reti sociali, dove le persone en-trano in contatto e dove non esistono barriere né di tempo, né di spazio. I social network sono, insomma, i luoghi ideali per far nascere fenomeni virali, in grado di diffondersi e di essere noti a tutti in poco tempo.

Nel corso del capitolo, abbiamo compreso che il “potere” della viralità può investire feno-meni positivi (e in questo caso è fantastico!), ma anche fenofeno-meni negativi.

Proviamo a fare alcuni esempi, tra loro molto diversi, per comprendere meglio la differenza tra un uso sano e consapevole della rete e un uso negativo.

Durante la cosiddetta prima ondata dell’emergenza sanitaria Covid 19, il Governo italiano ha lanciato la campagna di comunicazione #iorestoacasa, con l’obiettivo di invitare tutti i cit-tadini ad osservare le misure di sicurezza individuate per contrastare la diffusione del virus, restando a casa.

L’hashtag #iorestoacasa è diventato “virale” anche grazie all’uso che ne è stato fatto sui so-cial e il messaggio si è diffuso su larga scala.

modulo 2:

scopriamo

pagina 69

Qualche anno fa si è diffusa, nel 2014, si è diffusa un’altra iniziativa utile: l’ICE BUCKET CHALLENGE, una campagna lanciata dall’Associazione statunitense contro la SLA, per sen-sibilizzare l’opinione pubblica sulla sclerosi laterale amiotrofica e per stimolare le donazioni per la ricerca. Ogni partecipante viene filmato mentre si versa un secchio di acqua in testa.

Dopo questa doccia fredda, nomina a sua volta un altro utente e invita a fare una donazione alle associazioni di malati di SLA. In questo caso, i social sono stati un ottimo strumento di divulgazione: attraverso la “spettacolarizzazione” e i filmati delle docce, si è diffusa l’infor-mazione relativa a questa malattia e in molti (forse non tutti) hanno donato denaro per la ricerca.

Virale, ma tutt’altro che positivo, è stato il fenomeno NEK NOMINATION, nato in Irlanda nel 2014 come un gioco, per poi diffondersi in tutto il mondo. Proprio in Irlanda si sono re-gistrate le prime due vittime di quella che può essere definita una vera e propria follia: due ragazzi di 19 e 22 anni sono, infatti, morti dopo aver bevuto troppo.

La Nek Nomination consiste nel filmarsi mentre si assumono grosse quantità di alcool, po-stare il video e poi nominare a propria volta un altro utente. In preda ai fiumi di alcool si compiono imprese eroiche che, però, spesso portano a conseguenze gravissime.

modulo 3:

approfondiamo

pagina 70

Informazioni relative alle Disposizioni sulla privacy, sui principali social network:

- Facebook: https://www.facebook.com/help/238318146535333?helpref=related - Twitter: https://twitter.com/privacy?lang=it

- Instagram: https://help.instagram.com/155833707900388 - Tik Tok: https://www.tiktok.com/legal/privacy-policy?lang=it

Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre italiano, ha ideato “I Super Errori del Web”, una miniserie in cui sette personaggi animati spiegano situazioni e rischi legati all’uso della rete: https://www.youtube.com/watch?v=U8lfWanN9q0

modulo 4:

giochiamo

pagina 71

PROFESSIONE: ricercatore

In questo capitolo abbiamo cercato di capire come usare correttamente i social network.

Immaginate di essere chiamati a parlarne nelle scuole ai vostri compagni più piccoli e di doverli educare a un uso consapevole di questi strumenti. Vi serve, dunque, un documento da cui partire. Potete scriverlo sotto forma di file Word o come una presentazione Power Point.

Potete utilizzare banche dati, articoli di giornale, siti istituzionali. Ricordate di citare le fonti.

Il lavoro può essere svolto individualmente o in gruppo.

condizione delle

Documenti correlati