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2. INQUADRAMENTO DELLE AREE DI STUDIO

2.3. CARATTERIZZAZIONE DELLE ZONE BOSCATE LITORANEE

La vegetazione presente appare come un corpo complesso, strutturato in un fitto mosaico di piccoli ecosistemi, dove le varie comunità di specie si sono evolute in situazioni ecologiche determinate dalla presenza di antichi cordoni dunali intervallati da bassure. Ambiti in cui fattori quali la presenza o meno di falda freatica, il grado di umidità e le condizioni di salinità del suolo, determinano gradienti chimico-fisici che giocano un ruolo fondamentale nella distribuzione ecologica delle specie vegetali.

La vegetazione delle pinete, i cui caratteri floristici furono per la prima volta descritti da Ginanni (1774) è, stata nel corso del tempo, sempre più oggetto di osservazione sino alla raccolta di studi coordinata da Scossiroli (1974), nella quale venne indicata la situazione di generale degrado della vegetazione delle dune. Si tratta di un fattore generale nelle regioni costiere del Mediterraneo, soprattutto per l’espansione delle strutture turistiche, con conseguente perdita di protezione rispetto agli effetti di alterazione chimica dell’aerosol nei confronti specialmente

delle conifere. A questo si era aggiunto in quegli anni l’effetto della ricaduta degli effluenti gassosi del polo industriale, il forte aumento dei tassi di subsidenza e l’intrusione del cuneo salino. Questi fattori portano tuttora a ripercussioni sull’assetto vegetazionale condizionandone gli aspetti gestionali legati al suo mantenimento.

In particolar modo appare critico il mantenimento del pino domestico (Pinus

pinea) il quale, benché caratterizzi il paesaggio di tali ambienti, non è il risultato di

un insediamento naturale. Piantumato nel ravennate presumibilmente in epoca romana, si trova oggi al limite del suo areale naturale. Necessita infatti di un clima termofilo e non tollera la presenza di acqua alle radici. L’innalzamento della falda freatica, e le mutate condizioni di umidità e temperatura del suolo che ne derivano inducono ad un “raffreddamento ecologico” che aggrava le difficoltà vegetative del pino. Anche nel passato le basse temperature invernali che caratterizzano l’Adriatico settentrionale hanno posto tale zona al margine della tollerabilità climatica per il Pinus pinea (Diani e Ferrari, 2005).

Lo studio della vegetazione di territori ad alta valenza naturalistica come questi è stato impostato oramai da tempo (Pirola, 1974; Piccoli et al., 1991) secondo il criterio di classificazione fitosociologico indicato da Braun-Blanquet (1964), in base al quale le specie sono riunite in gruppi vegetazionali omogenei (syntaxa) a seconda del tipo di consociazione che assumono in un determinato ambiente. I sintaxa sono classificati per livelli gerarchici (associazioni, alleanze, ordini, classi) a seconda del grado di dettaglio riconoscibile.

Per la vegetazione di Pineta San Vitale, da Piccoli et al., (1991), sono stati individuati sei ordini vegetazionali. Gli ordini indicati, seppur in diversa estensione sono gli stessi osservabili anche per i siti di Classe e Bellocchio.

Si riporta di seguito la descrizione dei sei ordini sulle indicazioni di Bassi (2002), evidenziando le significative differenze rispetto agli altri siti considerati.

Quercetalia pubescenti-petraeae. Costituisce oltre l’80% della superficie delle Pinete San Vitale e Classe, meno estesa e più frammentata in Bellocchio. Si sviluppa nelle porzioni più rilevate e con falda profonda e rappresenta l’evoluzione verso il bosco planiziale padano. All’interno di questo ordine vegeta anche Pinus

– termofila con dominanza di Quercus pubescens, Quercus robur, Fraxinus ornus e una facies mesofila, dominata da Quercus robur. Nella facies termofila si osserva anche il Quercus ilex, molto presente in Classe, ma in porzioni minimali negli altri siti. Assai ricco il livello arbustivo caratterizzato dalle specie: Crataegus

monogyna, Euonymus europaeus, Rhamnus catharticus, Cornus mas, Ligustrum vulgare, Juniperus communis, Pyracantha coccinea, Phillyrea angustifolia. Tra la

flora erbacea sono caratteristici: Ruscus aculeatus, Viola hirta, Buglossoides

purpurocaerulea, Asparagus acutifolius.

Populetalia albae. Rappresenta l’ordine vegetale caratteristico del bosco alluvionale. Tale ordine è generalmente rappresentato dalle associazioni Alnetalia

glutinosae e Cladio-Fraxinetum oxycarpae. All’interno entrambi è possibile

distinguere una facies più marcatamente arborea, contrassegnata da Populus alba,

Fraxinus oxycarpa e Ulmus minor mentre nella seconda si osserva anche una facies

arbustiva, caratterizzata dalla presenza di Prunus spinosa, Pyrus pyraster, che costituiscono sovente la fascia di raccordo tra il bosco igrofilo e la vegetazione erbacea delle zone umide. Le associazioni sono distribuite nelle depressioni interdunali. Più estese in Pineta San Vitale rispetto a Classe e Bellocchio, in queste ultime infatti l’associazione Cladio-Fraxinetum oxycarpae non è presente, poiché le specie arbustive sopracitate appartengono maggiormente ad associazioni consociate al Pinus pinea.

Corynephoretalia canescentis. L’ordine tipico delle radure xeriche, con specie erbacee terofite. L’associazione maggiormente presente è la Bromo tectori-

Phleetum arenarii. All’interno si distinguono due facies caratterizzate dalla

presenza o meno di Pinus pinea.

Juncetalia maritimi. E’ la vegetazione alofita dei giuncheti, distribuita nelle barene dei canali e sui margini delle zone umide perenni in condizioni più o meno saline. Le specie dominanti sono Juncus acutus e Juncus maritimus a cui si affiancano alofite come salicornie, sarcocornie, Aster tripolium, Halimione

portulacoides e Alisma plantago-aquatica in condizioni meno saline.

Phragmitetalia. Costituisce l’ordine caratteristico del canneto con specie dominante Phragmites australis. L’ambiente è tipicamente palustre di acque dolci.

Ruppietalia/Potametalia pectinati. Costituisce la vegetazione acquatica delle zone umide perenni di ambienti salmastri osservabile in Bellocchio (Vene e Valli di Comacchio) ed in San Vitale allo sbocco dei canali in Piallassa.

La Pineta di Pinarella presenta invece un corteggio floristico molto più limitato e di impianto artificiale ben più riconoscibile: buona parte della Pineta viene mantenuta come destinazione d’uso a prato parco pertanto ridotte solo le forme arbustive spontanee. Oltre al Pinus pinea ed al Pinus pinaster, compaiono perticaie di Quercus robur e Fraxinus oxycarpa specie nelle zone meno rilevate.

La RER sulla base di rilevamenti compresi tra il 1988 ed il 1994 ha pubblicato nel 1999 una cartografia della vegetazione basata sul modello fitosociologico. Nel materiale prodotto vengono indicati e cartografati i tipi di vegetazione ognuno dei quali è ricondotto ad un determinato livello sintassonomico (syntaxon). Relativamente a San Vitale (Diani e Ferrari, 2005) e Classe la carta delle vegetazione è stata recentemente aggiornata.

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