INDICAZIONI PROGETTUALI
Interpretazione
un’importanza cruciale.In particolare questo passaggio indica al progettista sistemico l’importanza che ha lo studio dell’ambito territoriale in cui si trova ad operare: l’interpretazione del luogo, della sua identità che risulta quindi l’esito di un processo storico di lunga durata, i saperi, le culture e le regole riproduttive forniscono già molte indicazioni progettuali.
Figura 21.
L’interpretazione del luogo
Il dialogo con il territorio e lo studio del processo della sua costituzione porteranno a considerare il sistema territoriale come vivente, caratteristica necessaria per incrementare il valore del patrimonio locale e garantirne la sostenibilità nel tempo.
È importante inoltre riconoscere come l’interpretazione dei valori territoriali risenta inevitabilmente della soggettività di chi li sta trattando nei propri progetti, ulteriore ragione per la quale è necessario che siano i soggetti locali a mettersi in gioco in prima persona relazionandosi con queste dinamiche.
Rifacendoci alla visione territorialista, il luogo visto come patrimonio territoriale è un sistema di relazioni sinergiche fra le qualità peculiari dell’ambiente fisico, dell’ambiente costruito e dell’ambiente antropico. Il suo trattamento richiede l’adeguata costruzione di quadri conoscitivi, in grado di interpretare questi tre aspetti in maniera integrata per ottenere la giusta valorizzazione. Questa ricerca rappresentativa si è concretizzata nella
costruzione sperimentale degli “atlanti del patrimonio territoriale” che, con grande sforzo interpretativo, rappresentano in modo sintetico gli elementi costitutivi di un luogo. Rispetto ai normali atlanti geografici questi selezionano ed interpretano le informazioni peculiari dei territori, la loro rappresentazione riguarda il patrimonio ambientale, il patrimonio territoriale e paesistico, il patrimonio socio-economico; i tre atlanti sono realizzati con linguaggi e tecniche diverse relazionate alle esigenze di rappresentazione: cartografie, rappresentazione visiva, testi, ipertesti multimediali, quadri sinottici. Rispettivamente gli oggetti trattati sono: nel primo, bacini idrogeologici, identità bioregionali, potenzialità energetiche o di altre risorse, reti ecologiche, ecc. Nel secondo, strutture e infrastrutture, figure territoriali e paesistiche, spazi agricoli o dedicati ad altre attività ecc. Nel terzo, modelli socioculturali di lunga durata, saperi locali di varia estrazione artigianale, artistica, culturale, realtà socioeconomiche ecc.
Figura 22.
Strumenti di pianificazione e progettazione territoriale
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Tutti gli strumenti di pianificazione e di progettazione del territorio si basano su una conoscenza accurata, aggiornata e pertinente dei luoghi di cui si occupano. L’insieme dei materiali descrittivi sui quali i piani e i progetti basano le loro scelte si chiama in genere Quadro Conoscitivo. Una comunità può strutturare gli elementi essenziali del proprio quadro conoscitivo nella forma di un Atlante del Patrimonio Territoriale, Ambientale e Paesaggistico, che ha lo scopo di finalizzare la descrizione del territorio al riconoscimento degli elementi e delle regole di relazione tra azione umana e ambiente che costituiscono i caratteri di identità del territorio. Questo principio è legato alla volontà di interpretare quegli elementi e quelle regole come potenziali risorse per il progetto del futuro del territorio. Le descrizioni contenute nell’Atlante sono organizzate nella forma di cartografie, che possiamo immaginare disposte secondo strati sovrapposti. Ciascuno strato contiene informazioni che vengono elaborate per ricavare le descrizioni dello strato superiore, e così via. Al livello più basso sono collocate le descrizioni più semplici, che descrivono le singole componenti del paesaggio senza preoccuparsi troppo delle loro relazioni: i caratteri geologici, i caratteri dell’ambiente naturale, il mosaico delle colture agrarie, l’organizzazione degli insediamenti, e così via. Sullo strato superiore vengono riportate descrizioni più complesse, che richiedono, per essere realizzate, uno sforzo di interpretazione delle relazioni tra le singole componenti: delle relazioni tra le forme del suolo, la localizzazione degli insediamenti, e le loro modalità di crescita nel tempo, per esempio. A questo livello sono collocate anche le descrizioni che chiariscono come, nel lunghissimo periodo delle trasformazioni storiche, le diverse culture hanno interpretato diversamente le relazioni con la natura fisica dei luoghi, contribuendo a definire i caratteri del paesaggio per come li conosciamo oggi. Al livello più alto sono collocate le descrizioni che hanno la precisa finalità di evidenziare i caratteri dell’identità paesaggistica dei luoghi: questo livello è quello che raccoglie la rappresentazione delle Figure Territoriali, che sono realizzate interpretando tutte le informazioni contenute negli strati più bassi e restituiscono in forma sintetica ed espressiva l’immagine dei diversi paesaggi regionali.
Approfondimento. Strumenti di pianificazione e progettazione territoriale.
Figura 23.
Strumenti di pianificazione e progettazione territoriale
Figura 24.
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Molte volte queste rappresentazioni sono realizzate grazie al coinvolgimento delle comunità del luogo che cercano di riportare la forma di valori della propria esperienza vissuta. In questi casi viene valorizzato il loro contributo attraverso tecniche che rendono semplici e significative queste rappresentazioni, come avviene nel “community mapping”.
Questo approccio ha prodotto esempi molto validi come “la rete Common Ground” che “tende a mettere in atto pratiche di mappatura dei contesti locali dove risultano prevalenti gli aspetti identitari dell’ambiente costruito riferiti in particolare alle forme fisiche della città e del territorio, ai patrimoni storici e culturali, all’ecosistema” e che ha prodotto in Gran Bretagna le “parish maps”.
In ambito italiano invece le mappe di comunità sono nate collegate alla nascita degli ecomusei, come si può vedere nel sito www.mondilocali.it; altre volte si sono sviluppate in relazione alla pianificazione paesaggistica, come ad esempio in www.paesaggio. regione.puglia.it; oppure ancora nell’organizzazione partecipata degli statuti del territorio, come è accaduto nell’ambito del processo partecipativo del piano strutturale del Comune di Montespertoli.
Queste mappe di comunità rappresentano dunque il primo livello di una descrizione densa del paesaggio così come è percepito dalle popolazioni. Questo tipo di descrizione va intrecciata con le rappresentazioni esperte, che dovrebbero essere condivise, tramite una discussione pubblica.
Figura 25.
2. Il riconoscimento e la costruzione di statuti Si prosegue con l’individuazione delle regole a cui sottoporre gli aspetti strategici e trasformativi in modo che questi non siano statici, ma accompagnino l’evoluzione del sistema territoriale salvaguardando gli aspetti strutturali e restando in un ambito locale. Innanzitutto lo Statuto dei luoghi ha una doppia valenza: le regole che riguardano il patrimonio territoriale per la sua riproduzione, valorizzazione e trasformazione, ma anche il processo partecipativo per gli attori che vanno a definire il valore della società locale.
E’ un tipo di progettazione partecipata a favore degli abitanti che ha lo scopo di facilitare la comunità nel ri-costruire ed esprimere la consapevolezza di sé e del
luogo per individuare ciò che ha un valore, una storia, un significato da difendere.
Quindi se identifichiamo il territorio come un soggetto vivente sarà possibile individuare le regole che gli permettono di crescere, stare bene oppure ammalarsi, allo stesso modo ciò che identifichiamo come patrimonio territoriale (visto come la relazione sinergica e coevolutiva tra patrimonio naturale e culturale) sarà l’insieme di regole strutturali che garantiscono l’identità