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CARDIOTOSSICITA’ E NEFROTOSSICITA’ DA FARMACI CHEMIOTERAPICI IN PAZIENTI CON TUMORE ALLA MAMMELLA: STUDIO PREDITTIVO

R. Villano1, D. Bilancia2,G. Mazzitelli1, R. Beneventi1

1U.O.S. Laboratorio di Urgenza; 2U.O.S. D.H. Oncologia, A.O. San Carlo Potenza

Scopo del lavoro. La cardiotossicità e la nefrotossicità rappresentano i principali fattori limitanti l’uso dei farmaci

chemioterapici, in soggetti oncologici. Nel presente studio si è voluta verificare la possibilità di identificare precocemente pazienti ad alto rischio per tali patologie, monitorando per 6 mesi un gruppo di soggetti con tumore della mammella in terapia precauzionale con antracicline liposomiali (Myocet).

Materiali e metodi. Su 39 soggetti si è effettuato in contemporanea immunodosaggio della TnI su strumento ACCESS II

BECKMAN in campioni raccolti in eparinato di litio e dei livelli di NGAL in immunofluorescenza su BIOSITE MeterPlus in campioni in K3EDTA.

Risultati. In uno solo dei soggetti esaminati si è evidenziato aumento significativo della TnI e del Ngal non seguito, come

evidenziato dal monitoraggio mensile né da IMA né da AKI. Per quanto concerne il NGAL si sono riscontrati aumenti del marcatore in 19 soggetti, ma in nessuno si è instaurata IRA.

Conclusioni. L’alto valore predittivo negativo dei due marcatori (TnI e Ngal) utilizzati nel presente studio, sebbene preliminare,

ha consentito di evidenziare con una buona percentuale di sicurezza le pazienti a basso rischio di cardiotossicità e nefrotossicità. I livelli di TnI e di NGAL riscontrati in una sola paziente si ritiene possano essere messi in relazione alla dose del farmaco, e/o all’intervallo di somministrazione. Le informazioni fornite precocemente, prima del instaurarsi del danno funzionale e/o della sintomatologia, consentono di attuare strategie terapeutiche preventive, in una fase in cui il danno cardiaco o renale è ancora potenzialmente prevenibile. Infine, i due marcatori potrebbero essere utilizzati in futuro per valutare e confrontare l’efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci antineoplastici.

C-58 C-57

DATI PRELIMINARI DEL DOSAGGIO DEL NGAL IN SOGGETTI POLITRAUMATIZZATI R. Beneventi, R. Villano, G. Mazzitelli

U.O.S. Laboratorio di Urgenza A. O. San Carlo Potenza

Scopo del lavoro. La Ngal è una proteina di piccole dimensioni che si libera rapidamente dopo una qualsiasi noxa patogena

a livello renale. Nel presente lavoro sono stati studiati, nel corso di 4 mesi, pazienti pervenuti all’U.O. di PS a seguito di politraumi al fine di evidenziare precocemente, mediante il dosaggio del NGAL, l’eventuale insorgenza di AKI.

Materiali e Metodi. 34 pazienti politraumatizzati giunti all’U.O. di Pronto Soccorso a seguito di incidenti stradali, lavorativi

e domestici. In tutti i pazienti è stato effettuato all’atto della prima osservazione il dosaggio in immunofluorescenza del NGAL su strumento Meter Plus BIOSITE in campioni raccolti in K3EDTA e la creatininemia su UNICEL DxC 600i BECKMAN. I pazienti arruolati nello studio sono stati monitorizzati per 24 -48 e 72 ore dall’evento traumatico. Per tre soggetti il monitoraggio si è protratto oltre la 72°ora fino a 12 giorni.

Risultati: I 34 pazienti studiati (26 maschi e 8 femmine) sono stati divisi per età media 27.9 per i maschi e 45.22 per le femmine.

ll criterio di inclusione nello studio è stato il valore della creatininemia all’atto della prima osservazione: sono stati arruolati solo i soggetti con valori nella norma. In 9 soggetti di sesso maschile ed in 1 sesso femminile i valori di NGAL sono risultati superiori a quelli di riferimento del laboratorio (0-148ng/ml) con un valore massimo di 240 ng/ml. Il monitoraggio a 12-24-48 e 72 ore ha evidenziato in un solo dei soggetti insorgenza di AKI, a distanza di 96 ore. In tutti gli altri soggetti con valori elevati all’atto del ricovero, non si è registrata AKI. In 3 degli 8 casi con valori iniziali più elevati si è assistito un andamento caratterizzato da un acme alla 24 h e successiva riduzione a partire dalla 72° ora e ritorno a valori di normalità in IV giornata. In 2 soggetti maschi di 14 e 16 anni, compresi nello studio, i valori di NGAL si sono mantenuti nella norma dalla prima osservazione e non hanno presentato durante il monitoraggio, fino ad exitus sopravvenuto rispettivamente dopo 9 e12 giorni, aumenti del valore del NGAL.

Discussione e conclusioni. In base ai dati emersi dal presente studio si ritiene che il dosaggio del NGAL può essere

utilizzato dalla prima osservazione come marker precoce, non invasivo, di insorgenza di AKI in soggetti politraumatizzati. E’tuttavia da sottolineare che il riscontro di valori elevati di NGAL, nelle prime ore dal trauma, non sempre è predittivo di insorgenza di AKI ma potrebbe essere interpretato quale espressione di uno stress renale transitorio, probabilmente legato a fenomeni di ipoafflusso o a concomitanti infezioni connesse a tipo e sede del traumatismo.

DESCRIZIONE DI UN CASO “ANOMALO” DI LMC INFANTILE R. Villano1, R. Beneventi1, M.T. Barnaba1, A. Picerno1, E. Ferri2

1U.O. Laboratorio di Patologia Clinica; 2U.O.Anatomia Patologica - A. O. San Carlo Potenza

Scopo del lavoro. Descrivere un caso “anomalo”di leucemia mieloide cronica. La L.M.C. appartiene al gruppo delle sindromi

mieloproliferative, colpisce prevalentemente soggetti di sesso maschile di età >50 anni, nel 90% dei casi è presente il cromosoma PH+. Il riscontro di tale quadro clinico in età infantile è estremamente raro (2%).

Materiali e metodi. Una bambina di 4 anni in buone condizioni psicofisiche presenta episodi febbrili ricorrenti con tonsillite

e diarrea ed è pervenuta alla osservazione per un esame emocromocitometrico di routine, richiesto dalla pediatra a seguito del rilievo di modesta splenomegalia. L’emocromo eseguito su ADVIA 120 ha evidenziato: WBC 319.000 x10³µl, PLT 1.083 (109/L), HB 8(gr/dL). La formula leucocitaria mostra nettissima prevalenza di neutrofili (92.7%), ed allarmi LEFT SHIFT e IG. Sul citogramma della Perox le cellule formano un fitto ed esteso raggruppamento nella zona dell’alta attività perossidasica, di solito riservata ai neutrofili. Il citogramma dei BASO conferma l’ampia distribuzione delle cellule leucemiche, che si spingono ad invadere il settore dei basofili, con conseguente iperbasofilia (14.2%). Anisocitosi e ipocromia a carico della serie rossa. Il controllo su SISMEX-XT 2000I ha evidenziato estensione del cluster dei neutrofili, verso l’alto, in una zona ad alta fluorescenza nello scattergram DIFF suggerendo la presenza di IG. I numerosi elementi contati nell’area dei BASO nello scattergram WBC/BASOFILI indicano presenza di cellule immature di grandi dimensioni. La lettura microscopica dello striscio periferico ha evidenziato una popolazione eterogenea della serie granulocitaria con presenza di neutrofili a banda, metamielociti, mielociti, rari promielociti e numerosi basofili. Si è inoltre riscontrato aumento di LDH (1.268 UI/ml), Vit. B12 (10.260 pg/ml) ed uricemia (6.5 mg/dl). Mediante studi molecolari si è ricercato il gene BCR/ABL presso l’U.O. di Anatomia Patologica.

Risultati.Il campione è risultato positivo per la traslocazione bilanciata reciproca (9;22) tra le braccia lunghe dei cromosomi

9 e 22, t(9;22)(q34;q11) in cui sono coinvolti l’oncogene ABL sul cr. 9 ed il gene BCR, sul cr. 22, confermata dalla FISH.

Discussione e conclusioni. La caratteristica peculiare che rende questo caso “particolare” e lo differenzia dalla L.M.C.G.

classica (classificazione FAB) che colpisce i bambini di età inferiore ai 5 anni, è l’assoluta mancanza, nel quadro ematologico, di monocitosi e la presenza della t(9-22). Per la conferma del sospetto diagnostico il campione è stato inviato ad un centro genetico specialistico in altra sede, che, mediante ibridazione con sonde genetiche, ha confermato la diagnosi di LMC.

C-60 C-59 NGAL MARKER PREDITTIVO DI AKI IN REGIME DI URGENZA

R. Beneventi, R. Villano, C. Lapadula, S. Brindisi, D. Tummillo, G. Mazzitelli U.O.S. Laboratorio di Urgenza A.O. San Carlo Potenza

Scopo del lavoro. Definire se la NGAL possa essere considerato un marker predittivo, precoce e affidabile nella diagnosi

rapida di AKI in soggetti “critici”,valutare sensibilità e specificità dell’aumento precoce del NGAL, migliorare l’outcome dei pazienti, ridurre degenza e costi ospedalieri, evitare la cronicizzazione del danno renale. L’AKI è un problema clinico ad alta incidenza (5%) nei pazienti ospedalizzati per morbilità e mortalità: nell’ambito dell’“Interventistica Chirurgica e Radiologica” è una temibile complicanza e segno di un grave stato di shock o di sepsi. La NGAL (Gelatinasi Neutrofila Associata alla Lipocalina), proteina con funzioni di regolatore cellulare in corso di infezioni, infiammazioni, ischemie e neoplasie, è presente a livello renale, indipendentemente da processi infiammatori o infettivi,ed aumenta subito dopo una qualsiasi “noxa nefrotossica” a livello tubulare, per cui rappresenterebbe il marker di elezione di danno renale acuto.

Materiali e metodi. 60 soggetti adulti: 17 dall’U.T.I Cardiochirurgica,17 dalla Rianimazione, 26 dal P.S. Il dosaggio del NGAL

è stato effettuato su Triage Biosite in campioni raccolti in K3EDTA ed esaminati immediatamente o centrifugati e stoccati a -20°. In tutti è stata dosata la creatinina (Beckman UniCel DX C600i)

Risultati. Dei 17 soggetti esaminati dell’U.O. UTI Cardiochirurgica (bypass aortocoronarico, rottura aorta addominale,

sostituzione valvolare), 8 (47%) hanno presentato aumenti di NGAL (V.M. 290) seguiti da insorgenza di AKI a 48-72 ore. Dei 17 pazienti dell’U.O. Rianimazione: in 6(35.3%)i valori NGAL sono risultati aumentati (V.M.750): in tutti a distanza di 4-5 giorni casi si è instaurata AKI; 3 sono andati incontro ad “exitus” dopo 2-7 e 22 giorni e 1 è in dialisi. I soggetti positivi presentavano patologie eterogenee. Dei 26 politraumatizzati del P.S. in 2 (7.7%) si è verificato un aumento del NGAL (V.M.161) e nessuno, dopo 20 giorni, ha presentato AKI. Nei 16 soggetti con valori di NGAL >148 si è riscontrato un aumento della creatinemia a distanza di 24–48 h.

Discussione e Conclusioni: Dal presente studio sono emerse una serie di considerazioni: i marcatori “storici” di danno

renale datati 50 anni (aumento di creatinina e contrazione della diuresi) presentano variazioni tardive, apprezzabili molte ore dopo il danno molecolare e sono solo espressione di danno “funzionale”. Il dosaggio del NGAL non presenta difficoltà metodologiche e può essere effettuato in urgenza. L’aumento del NGAL consente interventi terapeutici tempestivi con riflessi positivi sul decorso dell’AKI e sulla scelta ed efficacia delle strategie terapeutiche (dialisi). NGAL è un nuovo marcatore di danno renale, una proteina idonea al precoce riconoscimento dell’AKI in grado di predirne l’insorgenza entro poche ore dall’istaurarsi dell’insulto renale.

STUDIO EPIDEMIOLOGICO RETROSPETTIVO DELLA NGAL NELLA PREECLAMPSIA D. Tummillo, C. Ramunno, R. Beneventi

U.O.S. Laboratorio di Urgenza A.O. San Carlo, Potenza

Scopo del lavoro. Studio retrospettivo sull’andamento della NGAL in donne in gravidanza complicata da preeclampsia (PE),

per valutarne i livelli sierici come marcatore precoce ed affidabile al fine di attuare una terapia tempestiva a tutela della salute della gravida e del feto.

Materiali e metodi. Sono state selezionate 35 donne in gravidanza: 15 che hanno sviluppato PE dopo la 24a settimana e 20

con gravidanza non complicata (gruppo di controllo). Il dosaggio della NGAL è stato effettuato su TRIAGE Biosite in campioni raccolti in K3EDTA ed esaminati immediatamente o centrifugati e stoccati a -20°. In tutti è stata dosata la creatinina (Beckman UniCel DX C600i).

Risultati. Dati come riferimento valori compresi tra 0 e 148 ng/ml, delle 20 gravide che costituivano il gruppo di controllo, 17

hanno mostrato valori nella norma (valore medio 77 ng/ml) e 3 valori rispettivamente di 188, 152 e 450, pur non presentando alcuna sintomatologia. Il test ha quindi dimostrato una specificità del 85%. In tutte le pazienti la creatininemia era nella norma. Delle 15 pazienti con PE, 10 hanno presentato valori superiori a 148 ng/ml (valore medio 261,7) con un valore minimo di 151 e uno massimo di 739 ng/ml (sensibilità test 66%). Nelle 10 pazienti positive si è riscontrata proteinuria e ipertensione, e in 3 presenza di alti valori di D-Dimero ed FDP (anch’essi correlabili con la PE). La creatininemia delle pazienti preeclamptiche è risultata nella norma.

Discussione e conclusioni. La PE è una sindrome caratterizzata dalla presenza, isolata o in associazione, di ipertensione,

proteinuria ed edema, che si verifica in circa il 5-10 % delle donne gravide. La patogenesi è riconducibile ad una inadeguata invasione endovascolare delle arterie spirali da parte del citotrofoblasto nella fase dell’impianto, con conseguente insufficienza placentare e vasocostrizione. L’ipertensione derivata causa alterazione della funzionalità renale a livello glomerulare (proteinuria), con danno endoteliale. A seguito di tale danno si è riscontrato un aumento di Gelatinasi Neutrofila Associata alla Lipocalina (NGAL), proteina di piccole dimensioni presente normalmente a livello renale che aumenta in caso di una qualsiasi “noxa nefrotossica”. Dal presente studio è emersa una correlazione tra NGAL e i sintomi della PE, che consente di utilizzarla come marker predittivo, precoce e affidabile in caso di PE per prevenirne le complicanze (eclampsia) ed attuare una terapia tempestiva per prolungare la gestazione e ridurre i rischi connessi alla prematurità fetale), o, qualora la settimana di gestazione lo consenta, di effettuare un parto cesareo. Va tuttavia sottolineato che il dosaggio della NGAL deve essere utilizzato in correlazione ad altri indici biochimici e clinici.

C-62 C-61 IL CASO CLINICO: IL SOSPETTO FALSO POSITIVO DA ANTICORPI ETEROFILI

NELLE DETERMINAZIONI DI TROPONINA È SEMPRE VERO? M. Varani, S. Tagliavini, P. Natali, AM. Cenci

Corelab, Dip.Pat.Clin., NOCSAE–AUSL Modena

Introduzione. L’interferenza analitica “è l’errore sistematico della misura causata da un componente del campione che da

solo non viene rilevato nel sistema di misura”(IFCC). Essa, scoperta spesso solo per la segnalazione dell’incongruenza di un risultato rispetto alla clinica del paziente, è particolarmente insidiosa nei dosaggi immunometrici. Analita-dipendenti o analita-indipendenti, le interferenze danno aumenti o diminuzioni nel dosaggio, a seconda dell’architettura dell’analisi (competitiva o non competitiva). Clinicamente queste situazioni risultano molto pericolose nei risultati di marker biologici valutati in termini di variazione temporale e di cut-off, ad es. marker tumorali e troponine (Tn). Interferenti comuni sono costituiti dagli anticorpi (Ab) animali (IgG, IgA, IgM); risultato di cause iatrogene e non, essi comprendono Ab anti-topo, coniglio, capra, pecora, maiale, cavallo, mucca, chimerici e Ab con più specificità. Presenti a concentrazioni anche di g/L e persistenti per anni, mostrano una prevalenza di 10.4% nei non trasfusi e di 14.4% nei trasfusi.

Scopo. In dosaggi non competitivi come la Tn, gli Ab eterofili generano risultati falsamente positivi legando 2 Ab anche in

assenza dell’antigene nel campione; indipendentemente dal metodo, sono responsabili di circa il 22% di falsi positivi per Tn. Si valuta 1 caso erroneamente interpretato come interferenza da Ab eterofili nel dosaggio della TnI.

Materiali e metodi. TnI è eseguito in chemiluminescenza su DxI800 (21.300 TnI/anno); le verifiche per interferenze da

eterofili avvengono con Scantibodies HBT, provetta che sottrae specificamente gli Ab alla reazione. Il caso è di donna, 64 anni, degente in T.I.P.O. dopo intervento di chirurgia maggiore dell’addome, con TnI elevata non correttamente inquadrabile, supposta errata perché in assenza di clinica da IMA. Si esegue conferma su altro prelievo, su tre differenti strumenti (DxI e Access Beckman Coulter; Stratus Siemens), e in HBT. Si decide quindi di eseguire prelievi seriali (Pn) a tempi standard.

Risultati. Valori di Tn nel tempo (ng/ml): P1 54; P2 68.01; P3 38.12; P4 35.29; P5 16.6; P6 8.75. Si giunge nel frattempo alla

diagnosi di stato settico e disfunzione d’organo.

Discussione e conclusioni. È nota da tempo per la Tn la possibilità di alti dosaggi non legati ad IMA, ad esempio la sepsi,

da considerare nella valutazione del dato. L’utilizzo di prelievi seriali aiuta la conferma di valori realmente elevati dell’analisi. HBT, su segnalazione dello stesso produttore, non è sempre in grado di rilevare interferenze da Ab eterofili in dosaggi con Ab murini, come per AccuTnI, non potendo così essere considerato mezzo unico di indagine nei casi sospetti, in cui, in prima analisi, conviene ancora affidarsi a test di diluizione.

PATTERN CITOCHINICO, LIVELLI CIRCOLANTI DI EPC E STIFFNESS VASCOLARE

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