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All'interno del sistema dell'arte contemporanea, le case d'asta giocano un ruolo fondamentale nel mercato secondario, essendo strutture potenti e organizzate finanziariamente nel rivendere le opere d'arte, tanto che se un artista non ottiene buone quotazioni in asta non viene considerato71.

Le vendite all'asta sono un indicatore quantitativo dell'andamento del mercato artistico, seguito con interesse da galleristi, collezionisti e appassionati; ma i dati che se ne ricavano non sono sempre attendibili in quanto numerosi fattori influenzano le vendite come: asimmetria informativa, ossia le informazioni relative alle opere non sono conosciute da tutti i partecipanti all'asta; comportamenti anomali da parte di compratori e venditori: come la collusione tra acquirenti o tra un banditore e compratore e allo stesso il problema di autenticità dell'opera all'asta. L'interesse delle case d'asta è di mantenere la domanda di opere costante o in continuo aumento e per farlo, devono garantire un clima euforico e mantenere la propria immagine, evidenziando le vendite record e occultando gli insuccessi. Soprattutto a partire dagli anni Settanta le case d'asta hanno assunto un ruolo più ampio: non sono più semplici intermediari ma vere e proprie strutture di controllo del mercato. Attraverso l'attività delle aste si possono lanciare nuovi artisti, suscitando in questo modo l'interesse dei collezionisti speculatori, ma allo stesso tempo si possono rafforzare le quotazioni di artisti già affermati o rilanciare quelli che hanno bisogno di ridefinire la propria immagine sul mercato72. Gli artisti più quotati possono distinguersi in due categorie: quelli realmente bravi e di qualità e quelli considerati “migliori” dal punto di vista commerciale, in quanto assecondano la moda del momento. Spetta al compratore scegliere su quali beni investire e decidere se comprare un'opera d'arte o soltanto un gadget.

In ogni caso fin dall'inizio del XX secolo le aste sono state indicatori dell’andamento del

70 M. Gambirella, Charles Saatchi: lo speculletor in “Artribute”, 2011.

71 L. Tansini, Gallerie d'arte che gestiscono vendite all'asta e case d'asta proprietarie di gallerie d'arte. Perchè

no?, in “Il Giornale dell'arte”, aprile 2008 (v. appendice).

mercato: quando l'associazione Le Peau de l'Ours nel 1914 mise all'asta le opere della sua collezione ci si rese conto di quanto l'arte fosse non solo una realtà culturale e artistica, ma anche economica. L'asta fece guadagnare all'associazione ben centomila franchi, vendendo ottantotto dipinti e centoquarantaquattro disegni di artisti fauves, nabis e anche di Pablo Picasso73. Le prime aste infatti nascono con l'intento di vendere collezioni di proprietà privata al migliore offerente.

Il successo commerciale dell'arte esplode negli anni Venti, le opere diventano oggetto d'interesse per numerosi collezionisti, soprattutto delle classi più ricche, le quali si dimostrano più interessate al valore economico del bene, piuttosto che a quello artistico. Le principali aste del periodo riguardano la collezione del gallerista tedesco Kahnweiler, i cui beni, per via della sua nazionalità, vengono considerati risarcimento di guerra. Le vendite si tengono all'Hotel Drouot e regolate dal commissaire priseur Alphonse Belleir, ma i prezzi di aggiudicazione risultano molto più bassi rispetto alle stime, in quanto le aste sono sottoposte a numerose polemiche riguardo la legittimità della vendita dei beni di Kahnweiler. Questo esempio permette di spiegare come in Francia le vendite all'asta siano state gestite per anni da funzionari pubblici con una approfondita conoscenza giuridica e storico-artistica. Con le direttive europee è stata imposta la liberalizzazione del settore e pertanto le case d'asta come Sotheby's e Christie's hanno aperto a Parigi le loro filiali.

É la città di Londra, nel XVIII secolo che vede nascere le due più importanti case d'asta al mondo: Christie's e Sotheby's74 le quali fin dall'inizio, grazie alle loro politiche a volte raffinate, altre accorte, altre decisamente spregiudicate riescono a diventare le più importanti in Inghilterra e a coltivare una rivalità che continua ancora oggi. Esse giocarono un importante ruolo nel passaggio sociale dalla nobiltà alla borghesia, infatti misero in vendita gioielli, mobili e molto altro appartenuto alla nobiltà francese durante il periodo della rivoluzione, continuando fino alla rivoluzione industriale75.

Sotheby's76 viene fondata nel 1744 a Londra da Samuel Baker che pubblica i primi cataloghi d'asta; e oggi ha circa novanta filiali in tutto il mondo. Christie's nasce nel 1766 a Londra da James Christie il quale abbandona la sua carriera nella marina militare per dedicarsi alle aste di proprietà mobili di antichi proprietari. Oggi comprende ottantatré sedi in quarantatré Paesi, il cui proprietario del 1998 è il collezionista francese Francois Pinault. Per anni le due case d'asta sono state legate al principio di appartenenza delle antiche scuole inglesi: gli studenti di Harrow sarebbero diventati i futuri acquirenti di Sotheby's, mentre quelli di Eton della sua

73 F. Poli, Il sistema dell'arte...op. cit., p. 56.

74 Cfr. O. Ashenfelter, How auction work for wine and art, in “Journal of Economic”, 1989. 75 A. Vettese, Investire in arte, op. cit., p. 120.

concorrente. La loro internazionalizzazione comincia negli anni Sessanta con l'apertura delle prime filiali all'estero: per Sotheby's nel 1964 a New York e nel 1969 Christie's aprì a Tokyo. Oggi Christie's e Sotheby's sono due delle imprese commerciali più potenti al mondo, indipendentemente dagli oggetti che vendono. Le loro aste serali sono ampiamente diffuse sui media, i quali concentrano la loro attenzione, non tanto sui lotti venduti, ma sull'evento in sé. Il New York Times, nella sezione dedicata all'arte parla delle aste tenutesi a Londra e delle relative anticipazioni, mentre nella cronaca cittadina scrive di quelle avvenute a New York; i dei prezzi da record invece vengono esaltati nelle prime pagine.

L'organizzazione delle case d'asta è andata via via ampliandosi, creando uffici stampa e dipartimenti sempre più ampi, che permettono alle vendite di essere precedute da eventi mondani e campagne promozionali martellanti, che attirano un gran numero di interessati e potenziali acquirenti.

Una data da ricordare è il 2000, anno in cui vengono avviate procedure legali contro queste due grandi società sia da parte degli Stati Uniti che dell'Unione Europea: le accuse sono di aver formato un cartello77 sulle commissioni richieste ai venditori. Sir Anthony Tennant, presidente del consiglio di amministrazione di Christie's e Alfred Taubman, di Sotheby's, si sono incontrati varie volte, nel triennio 1993-96, per accordarsi di non negoziare la commissione di vendita che sarebbe stata addebitata ai clienti78. Al termine della causa le due società dovettero pagare 512.000.000 di dollari a tutti i loro clienti, sia venditori che compratori, che hanno effettuato operazioni nel periodo indicato. Sotheby's accetta la sentenza civile, ma non quella penale, ma alla fine perde la causa e Alfred Taubman va in prigione per un anno mentre Diana Brooks, la presidente, finisce agli arresti domiciliari per sei mesi. La credibilità e la situazione finanziaria di Sotheby's ne uscirono profondamente minate, ma poco dopo ci fu l'11 settembre 2001 e la situazione non sembrò più così importante79.

Le strategie di Sotheby' e Christie's sono cambiate negli ultimi anni: la prima, dopo essere diventata una public company si concentra principalmente sulle fasce più alte del mercato e non accetta lotti di basso valore, Christie's invece punta alla fascia intermedia, oltre a quella alta del mercato, per ridurre i costi fissi ad ogni evento.

In questo scenario entra in gioco La Phillips de Pury di proprietà dell'ex dipendente di Sotheby's Simon de Pury e, per un breve periodo della gallerista Daniella Luxembourg e del magnate Bernard Arnault del gruppo LVMH, punta a minare il duopolio delle case d’asta sopra citate. Oggi terzo polo del sistema si occupa principalmente di quattro categorie di beni:

77 Cartello, def: “Accordo tra imprese operanti in un medesimo settore volto alla disciplina e spesso alla limitazione della concorrenza all'interno del settore stesso nel comune interesse delle partecipanti.”.

78 Cfr. C. Mason, The art of the steal: inside the Sotheby's and Christie's auction house scandal, G. P. Putnam's Sons, 2004.

arte ultracontemporanea, design, gioielli e fotografia. La sezione ultracontemporanea si riferisce a quelle opere la cui “vernice è ancora fresca” cioè realizzata da pochissimo tempo, in questo modo la casa d'asta va ad inserirsi nel mercato primario entrando in competizioni con i galleristi che vi lavorano. Ad esempio nel periodo 2002-2006 ha venduto più opere di artisti del XXI secolo della sua concorrenti. Il target di pubblico a cui si rivolge la Philips de Pury è nuovo, compratori giovani che si affiancano per la prima volta sul mercato, sui collezionisti inesperti e sui miliardari di hedge fund; per questo motivo i suoi cataloghi hanno una grafica moderna e simile a quella delle riviste di moda e Simon de Purry è descritto come una figura carismatica, simile ad una rock star.

Tutte le gallerie si occupano sia dell’arte antica, sia di quella impressionista e moderna, oltre a quella contemporanea indicata come “post war e contemporary art”.

A partire dagli anni Ottanta e in particolare nel biennio 1984-88, le vendite dedicate all’arte contemporanea sono “quintuplicate da Christie’s a New York e moltiplicate per nove da Sotheby’s. In quegli anni l’escalation dei prezzi record raggiunti nelle aste di opere di artisti contemporanei più famosi è stata spettacolare e ha funzionato da traino pubblicitario anche per la crescita speculativa delle aggiudicazioni a livelli inferiori, tra cui quelle che riguardano gli artisti delle generazioni più giovani”80.

Dopo una lieve flessione dovuta alla crisi economica degli anni Novanta, i prezzi dell’arte contemporanea hanno continuato ad aumentare: da sottolineare come quelli di artisti strettamente contemporanei, del calibro di Jeff Koons, Maurizio Cattelan, Marlene Dumas, Damien Hirst e Takashi Murakami, siano aumentati esponenzialmente. Nel 2004 La Nona ora (1999) di Maurizio Cattelan, statua rappresentante Papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, è stata aggiudicata per 2.700.000 di dollari da Phillip de Pury81.

Negli ultimi mesi del 2012 i record d’asta per artista contemporaneo sono stati battuti da Sotheby’s a Parigi: vendendo la collezione di Marcel Brient, Etude (1969) di Simon Hantaï è stato aggiudicato a 720.750 euro, Bernard Frize con l’opera Thouan (2002) venduto per 126.750 euro e Peinture Blanche et dorée n. 3 (1989) di Bertrand Lavier a 132.750. Da Phillips a New York Taffy Forest (2007) di Will Cotton è stata battuta a 288.850 euro, diventando record per l’artista.

Nonostante i risultati positivi dalla filiale francese, Sotheby’s nel 2011 ha subito un calo del 15,8% sebbene abbia raggiunto un risultato record con la vendita del dipinto L’urlo di Munch per 119.900.000 dollari. Viceversa Christie’s riscontra per lo stesso anno un aumento del 12,2% rispetto allo stesso periodo precedente, grazie all’aumento del 50% delle vendite d’arte

80 F. Poli, Il sistema..., op. cit., p. 80.

privata82.

In Italia sono sette le principali case d’asta: Sotheby’s Italia con sedi a Milano e Roma, Christie’s Italia con sede a Milano, Meeting Art fondata nel 1979 con sedi a Vercelli, Roma e Milano; Farsettiarte aperta nel 1955 a Prato e successivamente a Milano e Cortina, Wannanes di Genova nata nel 2001, Pandolfini creata nel 1924 a Firenze con sede anche nel capoluogo lombardo e infine, sempre a Milano, Porro Art Company nata nel 2002.

Nel 2011 il numero delle aste d’arte moderna e contemporanea è diminuito come d’altronde il fatturato passato da 117.630.000 euro a 115.190.000 un calo pari al 2%.83 dovuto alla crisi economica mondiale in linea con i dati internazionali. Il mercato dell’arte contemporanea nel nostro paese sta subendo una ristrutturazione, infatti nel 2011 ha chiuso una delle case d’asta più importanti in Italia: Finarte84.

Una riflessione proposta da Laura Tansini sulla “Gazzetta delle aste” inserto de “Il Giornale dell'arte” sottolinea come nel mercato dell'arte non ci siano ruoli ben definiti e questo ha spinto negli ultimi anni la case d'asta a svolgere anche il ruolo di galleristi. Le grandi risorse a disposizione delle case d'asta permettono di ottenere una visibilità che nessuna galleria è in grado di possedere. Ad esempio Sotheby's stipula una serie di accordi con gli artisti che forniscono direttamente le opere per le aste, a tal proposito l'asta “Beautiful Inside my haed forever” del 2008 ne è l'esempio più appropriato. Duecentoventirè lavori dell'artista inglese Damien Hirst sono stati venduti direttamente ai collezionisti, senza l'intermediazione di galleristi85.

82 K. Crow, Art Sales: A Study in Contrasts, in “The Wall Street Journal”, 17 luglio 2012.

83 Focus 2012 sull'arte moderna e contemporanea pubblicato sull'Osservatorio sul mercato dei beni artistici, gennaio 2012.

84 Cfr. “La gazzetta della aste: semestre d'informazione”, a cura dell'Associazione nazionale delle case d'asta, Roma.

CAPITOLO 2:

DAMIEN HIRST UNA CARRIERA IN CONTINUA ASCESA, DA A