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CAPITOLO 2: GLI OPEN INNOVATION ECOSYSTEMS NEL

2.4 P ROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE NEGLI I NNOVATION E COSYSTEMS

2.4.3 Case history: Living Lab (Finlandia) e FIEC (Brasile)

Una delineazione più efficace del ruolo degli intermediari può essere otte- nuta riportando due esempi reali.

Living Lab, Lahti, Finlandia

Konsti-Laakso, Pihkala e Kraus (2012) presentano l’applicazione di un nuovo concetto di istituzione intermediaria, introdotto dal MIT, atto ad aiutare la creazione di innovazione in un contesto stratificato e reale. I Li- ving Labs sono “ambienti di Open Innovation di tipo user-centered, che operano in un contesto territoriale integrando i processi di R&D dell’eco- sistema delle aziende con quelli del settore pubblico, privato e degli utenti”. È stato introdotto nella città di Lahti per risolvere una challenge inerente allo sviluppo della periferia, dove i residenti sono uno stakeholder fondamentale e non solo oggetto passivo delle soluzioni, considerando pure che in Finlandia i servizi pubblici vengono coperti perlopiù dalle tasse dei contribuenti, rendendoli così quasi proprietari e supervisori di tali ser- vizi. Il Living Lab dunque ha mirato a supportare l’impegno delle aziende e delle organizzazioni nel cogliere le giuste modalità per integrare i resi- denti delle periferie nel processo creativo dell’innovazione.

Allo sviluppo del progetto hanno contribuito cinque compagnie di cui si riporta per brevità uno schema riassuntivo. Come si può notare, si tratta di compagnie strutturalmente diverse e spinte da motivazioni eterogenee, la cui partecipazione è derivata perlopiù da contatti dei network privati prima del personale del Living Lab e poi, a catena, degli imprenditori stessi.

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N° impiegati Core product/service Motivazione Aspettative

A 4 Prodotti da esterno

come parcheggi per bici

Sviluppare R&D con reattività e proattività

Interesse monetario e net- working

B 1 Gestione e costruzione

dei giardini Networking

Benefici concreti dal net- work

C 230 Manutenzione di parchi,

strade, ecc.

Migliore uso dei soldi dei contri- buenti

Un nuovo modello per fare attenzione al contesto locale

D Migliaia Pianificazione della città e del traffico

Nuovi metodi di coinvolgere i re-

sidenti nello sviluppo di progetti Nuovi metodi

E 14 Media e comunicazione Non lo so, ma dobbiamo esserci Un nuovo metodo d’intera-

zione con gli utenti

Tabella 2: partecipanti, motivazioni e aspettative del Living Lab, Lahti, Finlandia (Konsti-Laakso e al., 2012)

Seguendo gli step descritti precedentemente della formazione dei value network, le operazioni eseguite sono state: business connection, partecipa- zione al kick-off meeting, espressione dei propri interessi, possibilità e mo- tivazioni; mutual commitment, confermare la vision di lavorare insieme dopo il decision making, consapevolezza degli interessi di ognuno nel la- voro congiunto; mutual dependence, accordo formale di partecipare al pro- getto con pagamento di una quota d’ammissione, allocazione dei compiti e delle risorse per le attività congiunte; value creation, identificazione di nuove opportunità di mercato, di nuove modalità di lavoro congiunto per le prossime sessioni e condivisione di scoperte e conoscenza. È evidente la buona riuscita del progetto, che non solo ha messo in contatto realtà lontane, ma le ha fatte collaborare determinando anche dei risultati e la voglia di proseguire in future collaborazioni, inserendo nel contesto anche le istanze degli utenti finali.

FIEC, regione Ceara, Brasile

L’ipotesi su cui Schwartz e Bar-El (2015) fondano il loro paper è che un’associazione di aziende, prima percepite nell’ambito del lobbying e pressione di gruppo, possa creare invece un ambiente dove utenti e

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compagnie possano condividere interessi comuni, accumulando cono- scenza e i relativi spill-over, capitale relazionale, conoscenza tacita e pro- cessi di acquisizione e apprendimento della conoscenza. Il caso analizzato è relativo alla regione di Ceara, in Brasile, definita povera ma con un ampio tasso di crescita dovuto al settore industriale, in particolare manifatturiero. Già dal 1950 era ben radicato sul territorio il FIEC, la federazione di indu- strie del Ceara, con il ruolo di istituzione e rappresentanza politica e di stimolazione tramite servizi di consulenza.

Nel 2011, il FIEC adotta un programma speciale chiamato UNIEMPRE, con l’obiettivo di porsi da catalizzatore all’innovazione tramite tre step: diagnosi dello stato dell’arte e dell’ecosistema, progettazione delle misure di intervento e implementazione, analisi di follow-up. Dallo step di dia- gnosi, si evidenziava una grossa barriera nella comunicazione con le isti- tuzioni accademiche e nella strutturazione di strategie all’innovazione, da cui le aspettative sul ruolo del FIEC, in particolare nell’organizzare eventi di contatto. Le iniziative prese dunque durante il programma UNIEMPRE sono state le seguenti.

• Consapevolezza dell’importanza dell’ecosistema, sensibilizzare alle esternalità che derivano dalla cooperazione: workshop; conferenze an- nuali sull’innovazione con case studies; riunioni con rappresentanti delle istituzioni, di entità economiche, accademiche e media.

• Condivisione di informazioni e conoscenza: mappatura dell’ecosistema tra attori, tecnologie, servizi e misure statali per l’innovazione; sviluppo congiunto di percorsi di studio per l’innovazione con le università; as- sistenza all’accesso ai programmi pubblici per l’innovazione o alle call per ricerca; supporto alle startup; un sito web con pubblicazioni e fo- rum.

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• Supporto alle aziende per lo sviluppo delle loro risorse innovative: alumni formati al fine di essere agenti dell’innovazione, ovvero tramite l’approccio reach-out aiutano a identificare il potenziale innovativo, monitorando l’implementazione delle misure atte a sfruttarlo; esposi- zione a progetti e competizioni di Open Innovation.

• Sviluppo dell’ambiente delle risorse innovative: gruppi di lavoro setto- riali; stabilimento di un consiglio misto per le misure alla facilitazione dell’interazione della “tripla elica”, con decisioni politiche; centri d’in- novazione regionali, per decentrare le risorse alle regioni periferiche. • Sostenibilità sul lungo termine del processo: incremento costante del

numero degli attori partecipanti, sia aziende sia membri accademici e governativi.

Come si osserva, il FIEC provvede a un ampio spettro di necessità, col- mando un vuoto che non deve essere riempito dallo Stato in quanto anch’esso deve considerato come un attore. La continuità imposta nelle attività su descritte ha permesso di creare routine dell’innovazione, la cui domanda è in aumento.

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Capitolo 3: gli Open Innovation Ecosystems e

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