• Non ci sono risultati.

Capitolo 4. Gestione dei beni donati in emergenza Contesto italiano

4.4 Casi studio analizzati

4.4.1 Gli eventi

Nell'ultimo decennio, disastri idrogeologici e terremoti hanno colpito il territorio italiano con notevoli danni sociali, economici e fisici. Il fattore meteorologico, aggiunto alla crescente urbanizzazione della città, ha inevitabilmente prodotto una tendenza generale ad aumentare i rischi: le ultime intense precipitazioni hanno causato alluvioni improvvise in città come Senigallia 2014, Benevento 2015 e Livorno 2017. Allo stesso tempo, il più i recenti terremoti che hanno colpito il nord Italia nel 2012 e il Centro Italia nel 2016 hanno causato distruzione di proprietà fisiche e perdite di vite umane. Nella seguente Tabella 4.1, vengono mostrati i dati più rilevanti dei disastri analizzati.

Tabella 4.1. Dati generali dei disastri analizzati

Area del disastro Anno Tipologia del disastro Populazione affetto dall'evento Partecipanti

Livorno 2017 Alluvione 760 Caritas Parrocchiali

Emilia- Romagna

2012 Terremoto 19000 famiglie smistate

Protezione Civile Regionale, Caritas Diocesana

Senigallia 2014 Alluvione 1078 Caritas Parrocchiali

Centro-Italia 2016 Terremoto 276 vittime Protezione Civile Regionale (Le Marche), Croce Rossa

Benevento 2015 Alluvione 2 Caritas Parrocchiali

Alluvione in Livorno, 2017

Il 9 e 10 Settembre una tempesta ha colpito la città Toscana causando allagamenti e Danni a edifice, strade, ferrovie e ponti. Nel disastro hanno perso la vita 8 persone e ci sono stati Danni enormi , stimati, solo per le opera pubbliche, in 4 miliardi di Euro. E’ stato un allagamento lampo e solo alcune zone della città sono state colpite, mentre altre zone sono rimaste interessate. Associazioni come club sportivi e gruppi parrocchiali sono state le prime ad attivarsi per dare aiuto alle persone, cosi come la Caritas locale di Livorno ha

immediatamente iniziato a dare supporto sin dal primo giorno, prima a livello informale e poi più strutturato.

Terremoto in Emilia Romagna 2012

Nel Maggio del 2012 si è verificata una sequenza sismica di magnitudine 5.5-6 nel nord Italia. Nonostante il sisma sia stato di una intensità moderata estremamente alta, si sono verificati danni ingenti in zone ad alta densità abitativa e con elevato livello di industrializzazione, uno dei distretti dell’industria italiana (Meroni et al., 2017).

Nel complesso il sisma ha causato 27 vittime, Danni significativi a strutture pubbliche e private, Danni ai beni storico-culturali dei paesi (Chiese, torri, campanili, castelli e palazzi di rilevanza storica). Il terremoto è stato classificato come un disastro inter regionale che ha richiesto un intervento gestito a livello nazionale. E’ stato stimato che complessivamente 80 mila persone distribuite su 40 comuni sono state colpite dall’evento (Cimellaro et al., 2013).

Alluvione di Senigallia, 2014

Il 2 e 3 Maggio 2014, intense inondazioni hanno causato tre morti e danni nel territorio del comune di Senigallia e in alcune zone limitrofi. In occasione dell’evento si è verificata l’interruzione della corrente elettrica, delle linee telefoniche e l’allagamento di diverse zone della cittadina. La conta dei danni e delle persone colpite permettono di percepire la dimensione dell’evento: 7727 famiglie colpite (per un danno totale di 134 milioni di euro), di queste 1250 hanno perso completamente i propri beni, 542 attività commerciali hanno riportato danni e perdite di diversa natura per un ammontare complessivo di 46 milioni di euro (Monachesi, 2015).

Terremoto del Centro Italia, 2016

La sequenza sismica che ha colpito una vasta area del centro Italia dall’inizio del 24 Agosto 2016, e per diversi giorni a seguire, si è rilevata intensamente distruttiva e ha causato 298 morti, danni, collasso di interi villaggi e di importanti centri religiosi distribuiti su un’area talmente vasta da interessare 4 regioni (Lazio, Umbria, Abruzzo and Marche). Il 9 Settembre 2016 la Croce Rossa ha stimato circa 4’454 sfollati (IFRC, 2016). Il 26 Ottobre si sono verificati altri due violenti terremoti e altre centinaia di piccolo scosse, distruggendo o rendendo comunque inutilizzabili molti edifici danneggiati in occasione della scossa del

24 Agosto. Un migliaio di persone, per lo più provenienti da piccoli villaggi o abitazioni isolate nelle montagne delle regioni del centro Italia hanno dovuto abbandonare definitivamente le proprie abitazioni.

Alluvione a Benevento, 2015

A cavallo del 14 e 15 Ottobre 2015, una piena improvvisa del Calore River ha causato danni nella città di Benevento e nell’area circostante (i.e., the Sannio area), causando due vittime. La piena, causata alle intense piogge, ha trascinato molto materiale e sedimenti aumentando il potere distruttivo. In alcune zone, dove la piena del fiume ha raggiunto 7-8 m di altezza, le mura dei paesi non hanno potuto contenere l’impeto dell’acqua con il conseguente allagamento di alcune zone industriali (Valente et al., 2016). Quando l’acqua si è ritirata la città di Benevento è risultata pesantemente colpita dall’alluvione: auto sommerse; negozi, strade e case invase dal fango; scantinati e garage completamente allagati.

4.4.2 Gli attori

La protezione civile ha messo in atto un sistema operativo per coordinare l'uso di tutte le risorse multi-governative disponibili. La struttura di coordinamento è stata guidata dal sindaco della città coinvolta nel caso di eventi con impatto molto limitato, come le alluvioni (Senigallia, Benevento e Livorno), e dalla regione/governo nazionale per eventi di maggiore impatto come le catastrofi sismiche (Emilia e Centro Italia) . Questa flessibilità ha garantito il coordinamento tra organizzazioni pubbliche e private, tra livello locale e regionale/nazionale. Il sistema di protezione civile italiano ha assicurato il rapido dispiegamento, attraverso la presenza decentralizzata, di organizzazioni pubbliche come il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, le forze armate e di polizia, il Servizio sanitario nazionale e gruppi di soccorso. Le loro conoscenze sul territorio interessato hanno garantito una risposta operativa efficiente. Il sistema di risposta umanitaria italiano ha visto anche la mobilitazione di organizzazioni di volontari, come l'Associazione della Croce Rossa Italiana e organizzazioni locali di protezione civile riconosciute come parte del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Allo stesso tempo si sono mobilitate anche organizzazioni pienamente coinvolte nella risposta attività, come la Caritas, anche se non

rappresentate sulla piattaforma nazionale e locale di protezione civile. Si è anche verificato che individui e gruppi di solito sviluppavano un comportamento più coeso rispetto ai tempi normali, lavorando insieme per affrontare le sfide del disastro. Frequentemente questi volontari fanno solitamente parte di un gruppo sociale esistente come un club sportivo, un gruppo religioso o un'organizzazione di servizi che spesso estendono le loro attività in tempi di crisi. Questi volontari hanno creato nuove organizzazioni emergenti, che hanno giocato un ruolo positivo nella risposta umanitaria, fornendo aiuto alle persone colpite ben oltre l'aiuto formale, ad esempio: Senigallia "io non mollo", terremoto in Centro Italia "Officina2630", "Io non crollo", "Diamoci una scossa", "comitato 3.36 - Amatrice".

Il nostro questionario creato per analizzare la gestione delle donazioni operative, è stato inviato all'Associazione regionale della Croce Rossa (Marche), alla Protezione civile regionale e alla Caritas diocesana delle Marche e dell'Emilia Romagna, in relazione all'evento sismico; mentre per l'evento alluvionale, è stato inviato alla Caritas Parrocchiale (Senigallia, Benevento e Livorno), in quanto in alcuni casi sono stati designati dalle autorità locali della risposta di soccorso.

Il ruolo della Caritas nelle diverse risposte alle catastrofi ha rappresentato un'opportunità e una sfida nella risposta alle emergenze a livello locale e regionale. La Caritas può essere rappresentata come un'Organizzazione che si estende (Whittaker et al., 2015), con una struttura formale e stabile la cui missione è proteggere le persone colpite dalla povertà, dall'esclusione sociale e dalla discriminazione e che, in caso di emergenza, hanno assunto funzioni impreviste e talvolta ruolo nella gestione delle donazioni a causa della limitata capacità delle risorse di alcuni comuni, anche in regioni con rischi molto elevati di disastri naturali. Le Caritas locali hanno conoscenze e competenze locali costruite nel corso dei decenni con una forte rete di volontari e famiglie - i membri della confederazione - dietro di loro. Normalmente svolgono programmi di sostegno al reddito, cibo e distribuzione di materiale non alimentare e supporto psicosociale. Poiché è già sul campo, la Caritas può agire in modo rapido ed efficace per fornire aiuti umanitari, ma l'emergenza può influire sulla risposta operativa e sulla gestione delle donazioni. Prendendo in considerazione diversi eventi, la ricerca esamina le sfide affrontate da questi attori nell'organizzare il processo operativo delle donazioni. Le quattro fasi prese in

considerazione sono: valutazione del bisogni, gestione del magazzino, distribuzione e smaltimento / gestione dei rifiuti.