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I casi di studio: fanpage dei parlamentari e fanpage di Camera e Senato

Il MoVimento su Facebook 3.1 Ipotesi di ricerca e metodologia

3.2 I casi di studio: fanpage dei parlamentari e fanpage di Camera e Senato

Lo studio effettuato si avvale dei dati raccolti nell’arco temporale di un mese, periodo di tempo che va dal 14 febbraio 2014 fino al 14 marzo 2014. La data di partenza selezionata coincide con il giorno in cui il presidente del consiglio Enrico Letta consegna al presidente della repubblica Giorgio Napolitano le proprie dimissioni. Lo studio passa poi attraverso le prime settimane del nuovo Governo presieduto da Matteo Renzi che entra in carica il 22 febbraio. L’arco di tempo considerato è interessante ai fini dell’analisi dato che rappresenta un momento carico di tensioni, in particolare da parte del MoVimento 5 Stelle che non accoglie con consenso il nuovo Governo e fa richiesta nei giorni di transizione verso il nuovo Governo Renzi a immediate elezioni politiche, volendo rimettere così al consenso elettorale la formazione di una nuova maggioranza e di un Governo che derivi dal consenso degli elettori italiani.

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La realizzazione delle serie di analisi applicate al blog e alle fanpage seguendo la tecnica di analisi dei contenuti si è avvalsa in alcuni item dei questionari sviluppati da Bentivegna (2012). I dati raccolti si dispongono nel modo seguente: per il blog di Grillo si sono rilevati 131 articoli; 29 post all’interno della fanpage di Di Battista; 34 post per Di Maio; 36 post per Taverna; 30 post per la fanpage di Montecitorio a Cinque Stelle; infine 38 post per la fanpage Senato a Cinque Stelle.

3.2.1 Confronto blog di Grillo – Fanpage

Da un primo confronto tra le pagine del blog di Grillo con le fanpage considerate si distingue una regolarità delle pubblicazioni online da parte dello staff del comico rispetto alla presenza online dei parlamentari 5 Stelle e dello staff delle fanpage di Camera e Senato (tabella 1). Nell’arco di tempo studiato il blog di Grillo presenta una produzione quotidiana di contenuti, con una media di 5 pubblicazioni al giorno e senza che in nessun giorno manchi mai almeno un post. Molto diversa è invece la produzione da parte dei singoli parlamentari e degli staff delle pagine di Camera e Senato su Facebook. Infatti per queste pagine online si attribuisce una minore numerosità di post giornalieri e addirittura si rilevano anche giorni di silenzio. Delle cinque pagine Facebook analizzate ben tre restano inattive per oltre il 30% del periodo preso a campione, elemento che verrà approfondito più avanti. Per ora basta accennare al fatto che per i parlamentari solo la senatrice Taverna arriva a un livello di assenze dal web che supera 1/3 del periodo della rilevazione, livello di inattività che è rilevato anche per le fanpage di Camera e Senato, nelle quali si rilevano ben 10 giorni di silenzio per la Camera e 12 giorni per il Senato.

Tab. 1 - Giorni di inattività

Fanpage analizzate Giorni di inattività Blog Grillo 0 Di Battista 7 Di Maio 7 Taverna 11 Montecitorio a Cinque Stelle 12 Senato a Cinque Stelle 10

Per quanto riguarda le relazioni che intercorrono tra blog e fanpage sui contenuti pubblicati nelle rispettive pagine web si possono fare due considerazioni. Innanzitutto si rileva come i parlamentari presentino una certa autonomia dal blog di Grillo nella creazione di contenuti, in quanto pubblicano sempre post originali senza “rimediare” mai direttamente gli articoli del blog. La rimediazione dei post di Grillo invece viene usata dalle pagine di Camera e Senato (5

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post su 68 analizzati) in considerazione di quelli che sono identificabili come i “temi caldi” durante il periodo della rilevazione nella vita politica italiana. Infatti la rimediazione riguarda la critica nei confronti della nuova legge elettorale proposta dal Governo e la generale svalutazione del Governo Renzi.

Lo studio dei contenuti del blog attraverso la variabile “tema” non fornisce risultati interessanti data la sua genericità, per questo si è proceduto a effettuare una ricodifica della variabile nominale “tema” in una nuova variabile “argomento”. Sa la prima variabile era costituita da un numero limitato di attributi (7) cui fare riferimento, nel caso dell’argomento si è proceduto ad approfondire con maggiore dettaglio il contenuto di ciascun articolo. Per ogni articolo pubblicato da Grillo si è considerato un arco di tempo di 24 ore successivo alla pubblicazione, allo scopo di stabilire se l’argomento attribuito all’articolo fosse presente nelle pagine dei parlamentari. Da questa rilevazione si osserva che nel 20% dei casi il medesimo argomento trattato sul blog viene ripreso nelle fanpage. Dei 131 articoli analizzati gli argomenti ripresi nelle fanpage riguardano la generale opposizione all’operato del Governo (9 articoli), il rifiuto della nuova legge elettorale proposta dal Governo (5 articoli) e la condanna degli scandali scoperti nell’organizzazione dell’Expo di Milano (4 articoli). Si può affermare quindi che, osservando la relazione di dipendenza tra i post dei parlamentari e le pubblicazioni del blog, i parlamentari sono autonomi rispetto al blog. Non tanto perché il numero di post riguardanti tematiche avviate nel blog di Grillo siano pochi, ma piuttosto per il fatto che il blog e le pagine Facebook trattano le stesse questioni come si può vedere invertendo la relazione di dipendenza tra blog e pagine Facebook.

Nel caso in cui si consideri il blog di Grillo come ricevente e le fanpage come emittenti di contenuti (tabella 2), gli argomenti che vengono introdotti dai parlamentari e poi sono usati dallo staff di Grillo per la creazione di propri articoli incidono nel 30% dei contenuti del blog. Dunque, per quanto la maggior parte dei post di Grillo siano originali in oltre il 60% dei casi, e gli articoli che sono pubblicati nel blog come rimediazione di pubblicazioni prese interamente nelle pagine Facebook dei parlamentari 5 Stelle siano solo 5 (su 131 articoli totali analizzati), non sorprende che la prima fonte di riferimento del blog sia data dai vari canali legati all’attività dei parlamentari 5 Stelle con il 22% delle dipendenze. Il significativo numero di articoli del blog che rimandano ai parlamentari 5 Stelle permettono di stabilire un certo condizionamento subito dal blog rispetto ai contenuti dei parlamentari 5 Stelle. Anche se più che di una dipendenza del blog rispetto ai parlamentari forse è più corretto parlare di un interesse condiviso da parte dei diversi attori considerati ad amplificare la portata di alcuni temi, in particolare quelli attinenti il secco rifiuto della proposta per la nuova legge elettorale nazionale e le accuse che il MoVimento rivolge al nuovo Governo Renzi. Tali tematiche sono percepibili come quelle

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più rilevanti dell’attuale fase politica e che meglio esprimono la natura di partito di opposizione del MoVimento 5 Stelle.

È rilevante sottolineare quanto poco spazio il blog di Grillo attribuisca ai media tradizionali per la creazione di informazione (7 articoli su 131), usando in questi casi riferimenti ottenuti da giornali online non riconducibili alle principali testate nazionali. Invece i giornali online e cartacei più noti (Il Giornale, La Repubblica, L’Unità, Il Sole 24 Ore) sono richiamati (8 pubblicazioni su 131) per la creazione di post accusatori nei confronti di quei giornalisti che con i loro articoli, si sono messi in una posizione polemica rispetto al MoVimento. Questo uso dei media tradizionali conferma l’obiettivo di disintermediazione che Grillo cerca di ottenere rispetto alla funzione di gatekeeping svolta dai media tradizionali, liberando così «il leader dal fastidio della mediazione giornalistica [...] e dall’obbligo di entrare in contatto con altri (giornalisti o conduttori televisivi che intervistano)» (Corbetta, Gualmini, 2013 p. 39). Atteggiamento che viene mutuato anche dagli stessi parlamentari, dato che su 167 post analizzati solo 4 sono ripresi da fonti appartenenti ai media tradizionali, tre dei quali hanno come obiettivo quello di smentire il contenuto dell’articolo o attaccare l’autore dello stesso.

Tab. 2 – Frequenza delle fonti dei post pubblicati nel blog di Grillo

Percentuale n° post

Blog di Grillo (post originali) 62% 81 Canali web Parlamento M5S 22% 28

Meetup 3% 4

Media tradizionali 5% 7

Media Web 2.0 (blog, siti web) 5% 7

Altro 3% 4

Totale post 100% 131

È interessante sottolineare come per quanto tra i temi proposti nelle pubblicazioni di Grillo molto spazio sia attribuito alle attività interne del partito (19,1% dei pubblicazioni) e la metà di questi articoli (12) siano focalizzati su uno dei casi di votazione online per gli iscritti al MoVimento sul tema della proposta di legge elettorale che il partito di Grillo vuole presentare in Parlamento in sostituzione a quella proposta dal Governo, nessuna pagina Facebook fa alcun riferimento a questi episodi.

In conclusione, dal confronto che è stato fatto tra le pagine Facebook e i contenuti del blog di Grillo nel periodo preso in considerazione, si cominciano già a percepire alcune delle dinamiche che i parlamentari 5 Stelle attuano nella loro produzione digitale. Uno degli elementi che sono serviti per identificare in questa sede il concetto di populismo digitale è dato dall’assunto per cui il partito di Grillo si discosterebbe dai suoi avversari politici per un uso innovativo e attivo dei media digitali, tale da permettere un coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso la rete. La differenza sull’uso creativo dei media digitali tra politici 5 Stelle contro l’inerzia degli altri

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partiti non è altro che una specificazione del concetto presente in tutti i populismi di un nemico che indebolisce e allontana il popolo dal suo potenziale futuro di benessere (Corbetta, Gualmini, 2013). Differenza dagli altri partiti che da quanto detto sopra però sembra solo dichiarata, non trovando un riscontro nei fatti, a conferma dell’ipotesi del populismo digitale da riferire ai parlamentari 5 Stelle. Infatti l’obiettivo della partecipazione online dei cittadini si presenta molto diluito, in quanto caratterizzato da una comunicazione meramente informativa (Westling, 2007) sia nel blog che delle pagine Facebook. In questo modo, piuttosto che di un interesse dei parlamentari a coinvolgere direttamente la cittadinanza in qualche forma di attivismo, sembra più corretto parlare più semplicemente di una comune attività di opposizione che usa i social media per trasmettere le linee del partito, o per aggiornare i simpatizzanti sulle azioni del parlamentare. Rapporto broadcast e meramente informativo che è confermato sia nel blog che nelle pagine Facebook dal fatto che i temi più ricorrenti, nei quali si può creare una maggiore attività di rimediazione da parte dello staff di Grillo nel suo blog dei post dei parlamentari, riguardano le critiche al Governo. Temi che sicuramente sono sempre presenti negli spazi digitali di un qualsiasi partito di opposizione. Addirittura i parlamentari sono indifferenti nei propri spazi web ai casi concreti di coinvolgimento degli iscritti al MoVimento: infatti non viene concesso alcuno spazio ai casi di votazione online per definire le caratteristiche della legge elettorale che i 5 Stelle vogliono proporre in alternativa a quella sviluppata dal Governo, eventi che invece hanno spazio nel blog di Grillo. Il dubbio che sorge quindi è se questa indifferenza dei parlamentari alla partecipazione online sia dovuta a una volontà precisa di non sviluppare questo tema, ancora molto vago nella sua attuazione, per quanto fondamentale negli slogan delle campagne elettorali, durante le quali è stato fatto appello al popolo del web e al web partecipativo.

Un’altra proposta del populismo digitale di Grillo è data dall’accentuazione del processo di sostituzione dei media tradizionali con i partiti e i singoli politici nella creazione e gestione della comunicazione politica, a differenza del periodo di democrazia del pubblico (Grossi, 2009) in cui la comunicazione politica veniva erogata dai media tradizionali. In realtà la disintermediazione della politica nei confronti dei media è un processo che riguarda l’intera classe politica. Infatti sono già stati analizzati altri casi di politici italiani che controllano direttamente i flussi della comunicazione politica grazie alle novità dei social media, diventando così più liberi di gestire personalmente i contenuti che decidono di produrre (Bentivegna, 2012). La disintermediazione non è dunque un’esclusiva introdotta dal MoVimento 5 Stelle. Quello che permette di parlare dell’originalità del MoVimento riguarda invece il modo con cui gli esponenti del partito arrivano all’autonomia dai media tradizionali, cioè attraverso un atteggiamento conflittuale nei loro confronti. Ogni tipo di media mainstream viene percepito

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come un nemico del partito, in quanto attuerebbe una vera e propria produzione sistematica di messaggi falsi e denigratori nei confronti del partito di Grillo. Atteggiamento che ha la sua origine nel blog di Grillo e che viene mutuato nelle fanpage analizzate. La disintermediazione nascerebbe quindi con una funzione di sostituzione di un canale comunicativo con un altro più aderente alla verità secondo la logica di Grillo, o in generale, per produrre delle interpretazioni dei fenomeni elaborati da un soggetto politico che cerca di ridurre gli ostacoli dati dai controlli con cui i media tradizionali producono informazione. Nel caso del M5S dunque, l’accentramento diretto ed esclusivo delle forme di comunicazione politica nei politici non nascerebbe con lo scopo di favorire un dialogo con i cittadini sulla rete, ma per rafforzare un tipo di comunicazione broadcast, prodotta e amministrata interamente dai soggetti politici, senza un controllo da parte di soggetti terzi alla politica.

3.2.2 Analisi delle fanpage di Di Battista, Di Maio, Taverna

A partire dalle variabili strutturali si vede come la frequenza d’uso del social network da parte dei parlamentari è concentrata tra le fasce orarie che possono essere considerate più adatte al consumo dei contenuti da parte dei frequentatori di Facebook, in quanto la maggior parte dei contenuti vengono pubblicati online durante le fasce pomeridiane e serali. La media delle pubblicazioni è di un post al giorno, bilanciando in questo modo una produzione di contenuti che non è quotidiana per nessuno dei tre parlamentari. Il fatto che le pubblicazioni dei parlamentari non siano giornaliere rappresenta già di per sé un forte segnale di un disinteresse alla creazione di un modello comunicativo dialogico. Infatti nel mese preso a campione si rilevano un totale di sette giorni di silenzio sia per Di Battista che per Di Maio e addirittura undici giorni di assenza dalla pagina per Taverna. Si può parlare quindi di una presenza dei parlamentari di tipo settimanale e non quotidiana, atteggiamento simile a quello che è stato rilevato per la maggior parte dei politici di altri partiti presenti su Facebook (Bentivegna, 2012). A differenza delle due pagine istituzionali di Camera e Senato che sono gestite da uno staff, poiché nelle due pagine istituzionali quando viene concesso spazio a dichiarazioni dei singoli parlamentari si provvede segnalarne l’autore, le tre pagine dei parlamentari sono gestite direttamente dai soggetti che danno il nome alla fanpage. La gestione personale delle tre fanpage si può comprendere dall’alto numero di post scritti in prima persona (38%) e anche quelli scritti in terza persona (54%) sono sempre costruiti a partire dal punto di vista del parlamentare, indipendentemente dal tono formale o informale del post.

Una risorsa usata dai parlamentari è la multimedialità, che permette l’alternanza di post scritti e altre pubblicazioni che accompagnano ai messaggi delle immagini o video presi da altri

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canali. Multimedialità che è utilizzata soprattutto per quei temi che servono a documentare l’operato dei parlamentari nelle sedi istituzionali e negli incontri con i simpatizzanti (tabella 3). In particolare, se i video trovano un maggiore uso per documentare i post che riguardano le attività nelle sedi del potere, le immagini vengono usate soprattutto nei post attinenti agli incontri sul territorio.

Tab. 3 –Formato del post e tema affrontato

Post scritto

Immagine Post scritto con immagine

Post scritto con video Totale post (base) Politica nazionale 16,7% - 31,6% 18,2% Politica locale 3,3% - 5,3% 9,1% Politica internazionale 3,3% 11,1% - - Non politica 13,3% 11,1% 21,1% 13,6%

Dinamiche nel Parlamento 40,0% 22,2% 13,2% 45,5% Incontri sul territorio con i

simpatizzanti 13,3% 22,2% 23,7% 4,5% Dinamiche nel M5S 3,3% 11,1% 2,6% 9,1% Pubblicità di un intervento 6,7% 22,2% 2,6% - Totale (%) 100% 100% 100% 100% Totale post 30 9 38 22 99

Per quanto riguarda la risposta da parte dei fan alle pubblicazioni dei parlamentari analizzati, si può dire che a livello aggregato si rileva una tendenza dei fan a partecipare ai contenuti dei post in modo significativo solo attraverso le risorse “deboli” di partecipazione online (“mi piace”). I post ottengono l’apprezzamento di oltre i 5000 contatti nel 24% dei casi analizzati e il 54% ottiene almeno 3000 “mi piace”. Tuttavia il valore delle partecipazioni deboli resta comunque basso se si confrontano il numero di fan che hanno deciso di seguire le tre fanpage (Di Battista 195.073 fan, Di Maio 109.225, Taverna 66.440) rispetto ai valori degli apprezzamenti, dato che solo il 5% dei post ottiene più di 10 mila “mi piace”. Invece il commento ai post, cioè lo strumento di partecipazione online più “forte” ha un numero di usi molto più basso, a causa della maggiore spesa di risorse e tempo dell’utente per partecipare alle discussioni: infatti le pubblicazioni che non arrivano a 500 commenti rappresentano il 72% dei post (assestandosi a una media di 177 commenti per post). Confrontando i valori delle risposte dei fan con l’item “temi del post” si rileva che, finché si fa riferimento ai “like” la presenza è numericamente elevata in corrispondenza dei temi più ricorrenti nelle bacheche dei parlamentari. In particolare i post che riguardano la vita in Parlamento, gli incontri sul territorio e temi di politica nazionale. Tuttavia una partecipazione online più impegnativa non coinvolge i fan rispetto a nessun tema proposto, rilevando bassi valori di commenti per tutti i temi. Approfondendo gli “argomenti” sui quali l’attività dei fan si fa più vivace per la presenza di più commenti (dai 1000 in su), si rileva un comportamento simile a quanto visto con le interazioni

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tra fan e i politici degli altri partiti. In altri studi si era visto quanto gli appartenenti al network fossero disponibili ad assumere un atteggiamento dialogico quando «lo spazio Facebook condiviso dal parlamentare e dai suoi amici si trasforma in un vero e proprio luogo di incontro dove condividere informazioni e punti di vista» (Bentivegna, 2012, p. 111). Infatti i post più commentati sono quelli che riguardano accadimenti personali dei parlamentari che sono condivisi su Facebook (il primo mese da capogruppo per la Taverna, la commozione di Di Maio nell’essere accolto caldamente in un ristorante, la condivisione dei “pizzini” tra Di Maio e Renzi), ma anche questioni più generali che sarebbero coerenti al concetto di partecipazione politica online, in quanto collegate alle scelte interne al partito (l’incontro tra Grillo e Renzi, le espulsioni dei senatori 5 Stelle “traditori”, l’indecisione all’interno del MoVimento di partecipare alle consultazioni con Napolitano dopo le dimissioni di Letta). Un tentativo di dialogo quindi se c’è è avviato e gestito interamente dai fan e non dai curatori della pagina Facebook.

Sei si confrontano i comportamenti tenuti dai fan di politici di altri schieramenti (ivi) con quelli dello studio in corso, si rileva una somiglianza e la possibilità di ricondurli alla stessa causa: una netta prevalenza dell’uso dei “mi piace” indicativi di interesse, ma senza un vero dialogo tra le parti a causa dell’uso limitato dei commenti. Il motivo di questa inazione è probabilmente da ricondurre al fatto che i parlamentari 5 Stelle, come i parlamentari della precedente legislatura che gestivano le pagine Facebook, assumono generalmente «un modello comunicativo top-down, che vede il soggetto politico controllare il flusso comunicativo che lo coinvolge in prima persona senza curarsi delle interazioni discorsive sviluppatesi tra i suoi amici» (ivi, p. 108). Disinteresse dei parlamentari che spinge gli stessi fan a essere meno attivi sulle pagine seguite qualora comprendano che lo spazio per il dialogo è assente.

Disinteresse nei confronti dei commenti dei fan che è confermato anche dal fatto che su 99 post analizzati solo in 4 di essi si rileva la presenza di una risposta da parte del parlamentare. Le repliche sono effettuate esclusivamente da Di Battista, ma il numero è talmente insignificante che non si può attribuire al singolo parlamentare una condotta digitale più partecipativa di quella dei suoi colleghi.

Nel passare ai contenuti dei post si può discutere delle fonti, della natura del post e infine dei temi affrontati. Per quanto riguarda le fonti utilizzate (tavola 4) si rileva che per la costruzione dei propri post i parlamentari tendono a realizzarli in modo originale in quanto oltre la metà dei post analizzati (64%) sono autoprodotti dai parlamentari stessi. Nel 23% dei casi le fonti sono collegate ai canali parlamentari del MoVimento, mentre non rappresenta una fonte di riferimento il blog di Grillo (2%), e si ha un ruolo trascurabile dei media tradizionali (3%). La tendenza è confermata anche scomponendo le condotte dei tre parlamentari, in quanto Di

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Battista crea propri post nel 79% dei casi, Di Maio nel 70% dei post pubblicati, mentre il 47% dei post di Taverna sono originali, affidandosi nella quasi totalità dei casi rimanenti (44%)

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