• Non ci sono risultati.

Caso generale

Nel documento Funzioni W^1/2 a valori in S^1 e correnti (pagine 45-56)

Vogliamo ora considerare il caso generale e vedere che il risultato di den- sit`a visto nei casi 1 e 2-dimensionali `e valido anche in dimensione mag- giore. Per fare ci`o, come fatto nel caso 2-dimensionale, dobbiamo prima provvedere all’approssimazione dei dipoli, che nel caso generale saranno delle concentrazioni (n − 1)-dimensionali.

5.1

Costruzione del dipolo

Sia eCn+1 := eBn × I, I = [0, 1] ed (e

1, . . . , en) la base canonica di Rn;

chiameremo quindi con ∆ il (n − 1)-simplesso in Bn dato dall’inviluppo

convesso

∆ := coh({0Rn, le1, le2, . . . , len−1}), 0 < l < 1.

Indicheremo inoltre con

z = (x, t) = (ex, xn, t), ex = (x1, . . . , xn−1),

un generico punto z ∈ eCn+1. Inoltre, per δ > 0 e 0 < m << 1, poniamo

ϕmδ (y) := min{my, δ}, y ≥ 0, e indichiamo con

y(ex) := dist(ex, ∂∆) la distanza dix dal bordo di ∆, e siae

φδm(z) := (ex, ϕmδ (y(x))xe n, ϕmδ (y(x))t)e cosicch´e se

Ωmδ := φmδ (∆ × B+), B+ := {(xn, t) ∈ B2|t > 0},

allora Ωm

Lemma 2 Sia V : ∆ × B+ → R2 una funzione in W1,2, e sia

Vδm(z) := V ◦ (φmδ )−1(z), z ∈ Ωmδ . Allora esiste una costante assoluta c > 0 tale che

Z Ωm δ |DVm δ | 2dz ≤ Z ∆×B+ |D(xn, t)V | 2dz + cδ2 Z ∆×B+ |DexV |2dz + cm2 Z {ex∈∆|y(ex)≤δ/m}×B+ |D(xn, t)V | 2. (5.1)

Dimostrazione: Dalla definizione di Vδm abbiamo Z Ωm δ |DVm δ | 2dz = Z ∆×B+ |DV (z)D(φm δ ) −1 (φmδ (z))|2| det Dφm δ (z)|dz. Essendo | det Dφm δ (z)| = (ϕmδ )2 e dal calcolo di DV (z)D(φmδ ) −1m δ (z)), ot- teniamo Z Ωm δ |DVm δ |2dz ≤ R ∆×B+ |D(xn, t)V | 2dx + c R ∆×B+ |DexV |2m δ |2dx +c R ∆×B+ |z|2|D (xn, t)V ||(ϕ m δ ) 0|2dz ≤ R ∆×B+ |D(xn, t)V | 2dx + cδ2 R ∆×B+ |DexV |2 +cm2 R {ex∈∆|y(ex)≤δ/m}×B+ |D(xn, t)V | 2.  Quindi, vogliamo trovare innnanzi tutto una successione di funzioni che approssimi il dipolo ∆, e per fare ci`o `e sufficiente provare la seguente gener- alizzazione del risultato visto nel caso 2-dimensionale.

Proposizione 19 Sia U : eCn+1 → R2 una funzione in W1,2 regolare al-

l’interno di Ωm0

δ0 , per qualche m0, δ0 > 0, e tale che la sua traccia u :=

T (U ) ∈ Wϕ1/2( eBn, S1). Allora dato q ∈ Z \ {0}, per ogni ε > 0, 0 < δ < δ0

e 0 < m < m0 esiste una funzione Uε : eCn+1 → R2 con traccia T (Uε) ∈

Wϕ1/2(Bn, S1) tale che Uε `e regolare su tutto Ω m

δ , tranne che sul bordo di ∆.

Inoltre GUε * GU + [[∆]] × q[[B

2]] debolmente in D

n+1( eCn+1× R2) per ε → 0 e

Dimostrazione: Introduciamo le coordinate cilindriche

z = (x, xe n, t) = F (ρ, θ,x) := (e ex, ρ cos θ, ρ sin θ), ρ > 0, θ ∈ [0, π], in modo che ρ =√xn2+ t2; ed indicheremo cW (ρ, θ,ex) := W (F (ρ, θ,ex)) una funzione in coordinate cilindriche.

Sia ψ : B2 → B2 un omeorfismo bilipschitziano che mappi il simplesso ∆

sul (n − 1)-disco D di diametro l

D := {x = (ex, xn) ∈ Bn : |x| ≤ l/2, xn = 0},

con costante di Lipschitz Lip ψ, Lip ψ−1 ≤ K, dove K = K(n) dipende dalla distanza di ∆ da ∂Bn. Inoltre, sia V : eCn+1 → R2 data da

V (z) := U ◦ Ψ−1(z), Ψ(z) = Ψ(x, t) = (ψ(x), t). Infine detti

Wρ := {z ∈ eCn+1|dist(z, ∂D) < ρ}

∂+Wρ := {z ∈ eCn+1|dist(z, ∂D) = ρ},

fissiamo 0 < R < l/2 e sia p : WR→ ∂D la proiezione, in modo che per ogni

z ∈ WR

p(z) ∈ ∂D e |z − p(z)| = dist(z, ∂D). Applicando la formula di coarea, otteniamo

Z WR |DV |2dz = Z R 0 dρ Z ∂+W ρ |DV |2dHn< +∞ e quindi lim inf ρ→0 ρ Z ∂+Wρ |DV |2dHn= 0.

Possiamo perci`o scegliere r > 0 abbastanza piccolo e sostituire su Wr V con

la mappa Vr(z) := V  p(z) + r z − p(z) |z − p(z)|  , (5.3) cos`ı che D(Vr, Wr) ≤ c(n) · r Z ∂+Wr |DV |2dHn= O(r), con O(rj) → 0 per una successione rj → 0. Poniamo

e

e φδm(z) := (x, ϕe mδ (y(ex))xe n, ϕmδ (ey(ex))t), e Ωmδ := eφmδ (D × B+) ed infine Kδm := {z ∈ eCn+1 | 0 < dist(z, ∂D) < rδ,m, 0 < dist(ex, ∂D) < δ/m,pxn2+ t2 < m · dist(ex, ∂D)} dove rδ,m:= δ √ 1 + m2/m, in modo che se r δ,m< r allora da (5.3) otteniamo

che su Kδm V non dipende dalla distanza di z da ∂D.

Possiamo ora supporre che siano verificate le seguenti condizioni: (i) V mandi Km

δ in un insieme di diametro ε;

(ii) V mandi eΩm

δ in un insieme di diametro ε.

Se tali condizioni non sono soddisfatte, consideriamo una suddivisione baricentrica {∆i}i del simplesso ∆ in simplessi pi`u piccoli di lato l/2; e senza

perdita di generalit`a, a meno di muovere leggermente i centri delle facce dei simplessi, possiamo supporre che V abbia energia finita sul bordo dei simp- lessi ∆i per ogni i. Applichiamo perci`o la costruzione precedentemente fatta

per ∆ ad ogni ∆i, dove ora K `e un estremo superiore per gli omeomorfismi

di Bn che mappano ∆i su Di, gli (n − 1)-dischi di diametro l/2.

Se V non soddisfa le condizioni (i) e (ii) sugli insiemi Km

δ,i e eΩmδ,i cor-

rispondenti a Di, ripetiamo il procedimento precedente prendendo ora una

suddivisione di ∆i. Per ipotesi abbiamo che V regolare su Ωmδ , per m, δ suf-

ficientemente piccoli, e possiamo inoltre supporre che V non dipenda dalla distanza di z da ∂Di su Kδ,im; allora abbiamo che le condizioni (i) e (ii) devono

essere soddisfatte dopo un numero finito di suddivisioni del simplesso ∆ in simplessi ∆i, ed in seguito per semplicit`a ometteremo gli indici i relativi a

tali simplessi ∆i.

Sia ora Wε : D × B+→ R2 data da

Wε(ex, xn, t) := f

P (ex) ε (xn, t)

dove fεP (ex)`e data dallla Proposizione 15 in corrispondenza del punto P (x) :=e U (x, 0, 0). Ponendoe

Φε(z) := Wε◦ (eφmδ ) −1

(z), z ∈ eΩmδ , dal Lemma 2 otteniamo quindi la seguente stima

D(Φε, eΩmδ ) ≤ H

n−1(∆) · D(fP (ex) ε , B

+) + ε

se prendiamo δ = δ(Wε, m, ε, K, µ) sufficientemente piccolo; dove µ `e il nu-

mero di simplessi ∆i nella suddivisione di ∆. Definiamo Vε : eΩmδ → R2

tramite b Vε(ρ, θ,ex) := ( b Φε(2ρ, θ,y)e se 0 ≤ ρ < ϕ m δ (ey)/2 b Ψm δ (ρ, θ,y)e se ϕ m δ (y)/2 ≤ ρ < ϕe m δ (ey) dove θ ∈ [0, π], ex ∈ int(∆),y =e y(ex) := dist(e x, ∂D) ee

b Ψ(ρ, θ,y) :=e  2ρ ϕm δ (y)e − 1  · bV (ϕmδ (y), θ,e y) +e  2 − 2ρ ϕm δ (y)e  · P (ex).

Estendiamo inoltre Vε ≡ V fuori da eΩmδ . Possiamo quindi stimare l’energia

di Vε ottenendo D(Vε, {0 ≤ ρ ≤ ϕmδ /2,x ∈ ∆, θ ∈ [0, π]}) = D(Φe ε, eΩ m δ ) D(Vε, {ϕmδ /2 ≤ ρ ≤ ϕ m δ , θ ∈ [0, θ],x ∈ ∆}) << ε,e

dove la seconda relazione `e ottenuta dalle condizioni (i) e (ii) e dalla (5.3) con stime analoghe a quelle viste per il caso 2-dimensionale. Otteniamo perci`o

D(Vε, eΩmδ ) ≤ H n−1

(∆) · (|q|π + 4ε2) + ε

2K2µ. (5.4)

Quindi ponendo Uε := Vε◦ Ψ(z), e ripetendo il ragionamento appena fatto

ad ognuno dei simplessi ∆i, dalla stima (5.4) e dall’ipotesi sulle costanti di

Lipschitz di Ψ abbiamo

D(Uε, eCn+1) ≤ D(U, eCn+1) + Hn−1(∆) · (|q|π + 4K2ε2) +

ε 2, e quindi la tesi segue per ε piccolo.



Teorema 10 Sia ϕ : eBn → S1 una funzione regolare in W1/2; per ogni

T ∈ cart1/2(Bn × S1), rispettivamente T ∈ cart1/2

ϕ ( eBn × S1), esiste una

successione {uk} di mappe in C∞(Bn, S1), rispettivamente in Cϕ∞( eBn, S1),

tale che Guk * T debolmente in cart

1/2 e

lim

Dimostrazione: Possiamo supporre, per semplicit`a, T ∈ cart1/2ϕ ( eBn, S1) (il

caso T ∈ cart1/2(Bn, S1) `e del tutto analogo), allora T pu`o essere scomposta

come segue T = GuT + L(T ) × [[S 1]] con uT ∈ W 1/2 ϕ ( eBn, S1) e L(T ) ∈ Rn−1( eBn), con sptL(T ) ⊂ B n ; applicando quindi la Proposizione 18, abbiamo

T = GuT + X q∈Z Lq× q [[S1]], T := Ext(T ) = (−1)e n−1(GUT + X q∈Z Lq× q[[B2]]),

dove UT := Ext(uT), Lq sono (n − 1)-correnti intere rettificabili con moltepli-

cit`a 1, con supporti disgiunti contenuti in Bn e con massa del bordo finita, P

qM (∂Lq) < ∞. Usando allora il teorema di approsssimazione di Federer,

per ogni q ∈ Z troviamo una (n − 1)-catena poliedrale Pε

q il cui supporto `e

contenuto in un intorno di raggio cε del supporto della corrente Lq ed una

funzione Uε ∈ C∞( eCn+1, B2) con traccia uε := T (Uε) ∈ R∞1/2, ϕ( eB

n, S1), tale che detta e Tε:= GUε + X q∈Z Pqε× q[[B2]], allora eTε* eT debolmente in Dn+1( eCn+1× R2) e D(Uε, eCn+1) + X q∈Z qπM (Pqε) → D(UT, eCn+1) + X q∈Z qπM (Lq),

da cui D( eTε) → D( eT ). Inoltre, poich´e i supporti delle Lq erano disgiunti

possiamo prendere Pε

q in modo che per ε > 0 piccolo abbiano anch’esse

supporti disgiunti.

Per tale motivo possiamo allora supporre

T := GuT +

X

q∈Z

Pq× q[[S1]], (5.5)

dove Pqsono (n−1)-catene poliedrali di molteplicit`a 1 e con supporti disgiunti

contenuti in Bn e uT ∈ R1/2, ϕ∞ ( eBn, S1) `e localmente lipschitziana su eBn \

S

qspt ∂Pq. Inoltre si pu`o supporre che ogni Pq sia unione di un numero

finito di (n − 1)-simplessi ∆ che si intersecano solo sui punti di bordo. Approssimeremo allora i dipoli ∆ × q[[S1]] per mezzo della proposizione

precedente. Infatti, prendendo m0 e δ0 sufficientemenete piccoli potremo

assumere che intorni Ωm0

δ0 relativi a simplessi ∆ distinti siano a due a due

Possiamo allora, tramite ad un procedimento diagonale, trovare una suc- cessione {Uε} tale che uε := T (Uε) ∈ R∞1/2, ϕ( eBn, S1) e i grafici Guε convergono

debolmente a T con ε1/2(Guε) → ε1/2(T ). Le funzioni uε date da tale succes-

sione non sono per`o regolari ovunque, infatti la proposizione precedente ci assicurava la regolarit`a tranne che sul bordo del dipolo ∆, e quindi le uε sono

regolari tranne che sull’insieme Σε dato dal (n − 2)-scheletro dato dall’unione

delle (n − 1)-catene poliedrali Pq. Ci resta quindi da rimuovere tale insieme

Σ e per fare ci`o `e sufficiente provare il seguente risultato

Proposizione 20 Nelle ipotesi precedenti, per ε > 0 sufficientemente piccolo esiste una successione di funzioni regolari {u(ε)m} ⊂ Cϕ∞( eBn, Sε1) che converge

ad uε forte in W1/2 per m → +∞

Dimostrazione: Sia Uε l’estensione di uε a eBn× (−1, 1) tale che T (Uε) = uε.

Dato m ∈ N e a = (a1, . . . , an+1) ∈ [1/4m, 3/4m]n+1 indicheremo con Lm la

griglia Lm := n+1 [ i=1 m [ j=0 P (ai+ j/m, i),

dove P (λ, i) `e l’iperpiano passante per λeied ortogonale a eied (e1, . . . , en+1)

la base canonica di Rn+1; sia quindi L(n+1)

m la famiglia degli (n + 1)-cubi

generati dalla griglia Lm che intersecano Bn× {0}, e sia L (k+1)

m la famiglia

delle (k + 1)-facce Q degli (n + 1)-cubi appartenenti a L(n+1)m . Inoltre sia

Fm(k) la famiglia delle k-facce F ottenute intersecando le facce di L(k+1)m con

e

Bn× {0}

F = Q ∩ ( eBn× {0}); (5.6) infine sia

Gm := eBn× (−10/m, 10/m).

Possiamo scegliere a = a(m, Uε) in modo che le seguenti condizioni siano

soddisfatte:

(i) per ogni k = 1, . . . , n − 1 la restrizione di Uε ad ogni (k + 1)-faccia

Q ∈ L(k+1)m `e una funzione in W1,2(Q, R2);

(ii) esiste una costante assoluta c > 0 tale che D(Uε, ∪L(k+1)m ) ≤ cm

n−kD(U

ε, Gm) ∀ k = 1, . . . , n − 1 (5.7)

.

Inoltre, essendo Σε il (n − 2)-scheletro dato dalla triangolazione di Pq, con un

argomento di slicing possiamo richiedere che per m sufficientemente grande valgano anche

(iii) Σε non interseca le 1-facce F (1) m ;

(iv) data una 2-faccia F ∈ Fm(2), allora essa interseca Σε in al pi`u un pun-

to interno pF, e tale punto non appartiene al (n − 3)-scheletro della

triangolazione di Pq;

(v) la restrizione uε|F di uε ad ogni 2-faccia F `e continua, tranne al pi`u nel

punto pF, in tal caso, se pF ∈ sptPq, abbiamo

∂Guε|F F × S

1 = δ

pF × q[[S

1]]. (5.8)

Osserviamo che la seconda parte dell’ultima condizione segue dal fatto che uεristretta a F si comporta in modo analogo al problema del dipolo nel caso

2-dimensionale; di conseguenza ragionando come fatto in tale caso abbiamo che

{w ∈ W1/2

(F, R2) ∩ C0(F, S1)|w|∂F = uε|∂F} 6= ∅ (5.9)

risulta verificata per ogni 2-faccia F .

Per rimuovere la singolarit`a di uεsu Σεragioneremo per induzione. Come

primo passo porremo Um(ε) ≡ Uε su ∪L (2)

m e su ogni Q ∈ L (k+1)

m che non

interseca eBn× {0}. Per k = 2, . . . , n, al k-esimo passo definiremo U(ε) m su

ogni Q ∈ L(k+1)m partendo dalla restrizione Um|∂Q(ε) di Um(ε). Per fare ci`o, se

F ∈ Fm(k)`e data da (5.6), `e sufficiente richiedere che la traccia ϕF := T (Um|∂Q(ε) )

di Um|∂Q(ε) sul bordo di F abbia un’estensione continua ΦF ∈ W1/2(F, S1), ed

osserviamo che al secondo passso tale condizione `e data dalla (5.9), dobbiamo quindi estendere tale condizione al caso k ≥ 3, e ci`o ci sar`a sufficiente. Infatti, trovata l’estensione continua ΦF, possiamo definire la funzione vQ : Q → R2

definita da vQ(z) = v±Q(z) se z ∈ Q

± := {z = (x, t) ∈ Q| ± t ≥ 0}, dove v± Q `e

soluzione del problema di Dirichlet su Q± con le seguenti condizioni al bordo  v±

Q = U (ε)

m su ∂Q±∩ {(x, t)| ± t > 0}

vQ± = ΦF su F

Una volta definita vQ, supponendo che il centro di Q sia, a meno di traslazioni,

l’origine 0Rn+1, definiamo Um(ε) su Q ponendo, per 0 < δ << 1/2m,

Um(ε)(z) := ( vQ 2mδz  se kzk ≤ δ Um(ε)  z 2mkzk  se δ ≤ kzk ≤ 2m1 z ∈ Q

dove kzk := sup |zi| se z = (z1, . . . , zn+1). In tal modo otteniamo la seguente

disuguaglianza

D(Um(ε), Q) ≤ c

ed abbiamo che Um(ε) `e continua su Q e la sua traccia T (Um(ε)) ∈ W1/2(F, S1).

Ripetendo questo ragionamento per ogni k = 2, . . . , n dalla disuguaglianza precedente otteniamo D(Um(ε), ∪L(n+1)m ) ≤ C(n) n−1 X k=1 1 mn−kD(Uε, L (k+1) m )

e quindi dalla condizione (ii) si ha

D(Um(ε), ∪L(n+1)m ) ≤ cD(Uε, Gm),

e poich´e |Gm| → 0 per m → +∞ abbiamo D(U (ε) m , ∪L(n+1)m ) → 0. Ponendo allora Um(ε) ≡ Uε su Cn+1 \ ∪L (n+1) m , otteniamo Um(ε) → Uε e quindi u (ε) m :=

T (Um(ε)) → uε in W1/2. Inoltre, poich´e le tracce u(ε)m ∈ W1/2 sono continue,

tramite un procedimento standard le possiamo approssimare con funzioni regolari e quindi la tesi.

Bibliografia

[1] Adams. Sobolev spaces, Academic Press, New York 1975.

[2] Bourgain, Brezis, Mironescu. On the structure of the Sobolev space H1/2

with values into the circle, C.R. Acad. Sci. Paris 331 (2000).

[3] Bourgain, Brezis, Mironescu. Lifting in Sobolev spaces, J. Anal. Math 80 (2000).

[4] Bourgain, Brezis, Mironescu. H1/2 maps with values into the circle:

minimal connections, lifting, and the Ginzburg Landau equation, Publ. Math. Ist. HES 99 (2004).

[5] Federer. Real flat chains, cochains and variational problems, Indiana Univ. Math. J. 24 (1974).

[6] Giaquinta, Modica. On sequences of maps with equibounded energies, Calc. Variat. 12 (2001).

[7] Giaquinta, Modica, Souˇcek. On sequences of maps into S1 with equi-

bounded W1/2 energies, Selecta Math. 10 (2004).

[8] Giaquinta, Modica, Souˇcek. Cartesian currents in the calculus of varia- tions,I,II, Springer, Berlin 1998.

[9] White. Rectificability of flat chains, Ann. Math. 150 (1999).

[10] Bethuel, Zheng. Density of smooth functions between two manifolds in Sobolev spaces, Journal of functional analysis 80 (1988).

[11] Bethuel. The approximation problem for Sobolev maps between mani- folds, Acta Math. 167 (1992)

[12] Bethuel. Approximation in the trace spaces defined between manifolds, Nonlinear Analysis 24 (1995)

[13] Schoen, Uhlenbeck. Boundary regularity and the Dirichlet problem for harmonic maps, Journal of differential geometry 18 (1983)

[14] Federer. Geometric measure theory, Grundleheren math. Wissen 153 Springer, Berlin (1969)

[15] Demengel. Une caracterisation des applications de W1,p(Bn, S1) qui peu-

vent etre approchees par des fonctions regulaeres, C.R. Acad. Sci. Paris 310 (1990)

[16] Corbon. Application harmoniques a valours dans une cercle, C.R. Acad. Sci. Paris 314 (1992)

Nel documento Funzioni W^1/2 a valori in S^1 e correnti (pagine 45-56)

Documenti correlati