• Non ci sono risultati.

Il Caso italiano: la Provincia Autonoma di Bolzano Scenario introduttivo

Da anni la comunità dell’Alto Adige ha messo a punto un sistema di certificazione degli edifici di nuova costruzione; Il certificato energetico e la targhetta Casa Clima sono le colonne portanti di un sistema di classificazione che ha avuto in queste zone dei risultati sorprendenti coinvolgendo con la sua immagine positiva progettisti, costruttori e proprietari.

Per arrivare alla definizione di questo certificato l’amministrazione locale ha istituito l’ufficio Agenzia Casa Clima che offre un’offerta di know-how in tutti i settori connessi con il mondo dell’edilizia. L’Alto Adige ha assunto un ruolo guida a livello nazionale, non solo perché lì la certificazione energetica degli edifici è già obbligatoria, ma anche perché le numerose Casa Clima costruite sono un esempio concreto di un’edilizia sostenibile e a risparmio energetico. Da questo punto di vista è interessante l’esperienza dell’edilizia sociale gestita dall’Ipes di Bolzano Ente di diritto pubblico e Istituto per l’edilizia sociale che cura e amministra il patrimonio residenziale pubblico e si adopera per trovare una soluzione al problema della casa in ogni comune dell’Alto Adige.

L’Ipes è il successore dell’«Istituto autonomo case popolari», costituito quest’ultimo nel 1934 allo scopo di costruire in Alto Adige gli alloggi per gli operai in attività nell’industria che all’epoca venivano fatti confluire dalle altre province italiane assieme alle famiglie. Dal ’59 in poi l’attività dell’Ipes si è meglio strutturata sull’onda del grosso intervento fatto sulle aree denominate ”semirurali” terminato solo qualche anno fa. Da questa esperienza è emersa la necessità di una dettagliata descrizione degli standards degli alloggi, in modo da consentire ai progettisti di lavorare sulla base di un programma di costruzione. L’Ipes quindi si è adoperato per elaborare delle norme tecniche che costituiscono inoltre una base di discussione con tutti i progettisti per quanto riguarda i criteri per il raggiungimento della qualità richiesta per l’edilizia sociale. L’Istituto rielabora annualmente queste direttive di massima per la progettazione diventate una sorta di protocollo di norme tecniche attuative che includono anche quelle dell’Agenzia Casa Clima in modo da permettere un aggiornamento continuo.

Attualmente il compito dell’IPES è quello di mettere a disposizione, a canone sociale, alloggi in affitto per famiglie meno abbienti mediante la costruzione, l’acquisto, il recupero o la locazione di alloggi da privati. L’IPES attualmente dispone di ca. 11.000 alloggi in 112 dei 116 comuni dell’Alto Adige ed è il maggior committente e costruttore nel territorio della regione.

Nel periodo di stage che ho potuto frequentare presso gli uffici dell’Ipes ho avuto come obiettivo specifico quello di analizzare le caratteristiche del protocollo di norme tecniche messo a punto dai valutatori dell’Istituto di Bolzano per osservare e esaminare le ricadute che l’utilizzo di queste

hanno rispetto alla progettazione dei tecnici incaricati e inoltre degli abitanti ultimi fruitori delle case. Lo scopo è stato quello di desumere delle linee guida e indicazioni per la realizzazione di nuovi comparti residenziali, una mappatura delle “Best Practises” esportabili in altri contesti.

La provincia di Bolzano rappresenta infatti con la sua sperimentazione una posizione fuori dalla cultura costruttiva italiana dominante e rappresenta un modello del buon-costruire.

L’analisi proposta all’interno della ricerca dovrebbe essere in grado di diventare l’interfaccia o il ritratto di questi nuovi modelli di articolazione del processo amministrativo-progettuale-costruttivo dell’abitazione sociale collettiva realizzata in Alto Adige, disegnato da i vari punti di vista dei soggetti coinvolti. L’obiettivo quindi non si limita a capire i criteri di valutazione dell’efficienza energetica delle abitazioni in base al consumo o alla protezione delle risorse bensì quello di capire e analizzare il processo edilizio applicato all’edilizia sociale della provincia di Bolzano dal nascere.

7.1- Strumenti operativi

L’analisi è stata effettuata cercando di accedendo alle fonti dirette riferibili agli uffici tecnici dell’Ipes.

Ho avuto modo di partecipare in accordo con la dirigenza dell’Istituto, alle varie sezioni del processo decisionale e edificatorio e ho potuto analizzare le fasi della selezione dei progetti o ancora prima alla definizione dei requisiti da soddisfare.

L’edilizia abitativa ha rappresentato da sempre un motore significativo per l’economia, e gli investimenti in questo settore hanno effetti positivi sull’intero mondo economico. L’esperienza Alto Atesina ha come fattore di interesse scientifico quello di: coniugare comportamento ecologico e calcolo economico.

Chi costruisce una casa produce effetti per generazioni. Costruire una casa significa esigere delle risorse, creare un’architettura che sia unione o contrasto con il paesaggio circostante, ma al contempo significa caratterizzare la vita degli stessi abitanti.

La tematica della progettazione è quindi analizzata a proposito dei modi dell’abitare la residenza, il progetto come luogo dell’analisi e della riflessione in prospettiva innovativa.

Le informazioni raccolte secondo una metodologia che le rende leggibili in maniera rapida rappresentano le indicazioni anche per un secondo grado di analisi molto più articolato e difficile da definire che è quello sulla qualità architettonica di questi interventi; intesa in maniera trasversale comprendendo questioni progettuali/di sistema e anche quelle sociologiche/sociali.

Interessante la valutazione della coerenza tra: aspettative degli amministratori, progetto e realizzazione.

La definizione degli interventi architettonici infatti dipende anche da numerosi condizionamenti tecnici amministrativi, da cui nascono una serie di contenuti progettuali in scala superiore, determinanti nella fase della progettazione.

Nei capitoli di seguito si sono studiate le caratteristiche del processo edilizio che ha portato alla realizzazione di questi interventi che potrebbero diventare uno dei modelli della possibile reale e sostenibile produzione architettonica.

Nell’elaborazione delle direttive specifiche l’Ipes ha individuato almeno tre macro parametri:

1- A seguito dei forti cambiamenti che la nostra società ha subíto e sta subendo nella sua struttura