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politiche giovanili e contesto locale

5. Risultati della ricerca

5.3. Categoria d’analisi: obiettivi di policy

Tale categoria d’analisi mira a mettere in evidenza i seguenti elementi:

• l’idea di partenza che ha spinto la pubblica amministrazione ad avviare la costruzione di un Centro giovani come Smart Lab;

• se dietro la ricca offerta culturale di Rovereto ci sia l’ambizione a diven-tare un vero e proprio distretto culturale;

• quali sono gli obiettivi che vorrebbe venissero raggiunti da Smart Lab.

Il paragrafo presenta prinicplamente i risulatati delle interviste realizzate all’amministrazione comunale.

5.3.1. L’idea originaria di Smart Lab nel Comune di Rovereto La storia politica di Smart Lab risale ad almeno 20 anni fa. Negli anni

’90 con il dpr 309/90 e, successivamente con la legge 285/90, il Comune di Rovereto avvia lo sviluppo delle politiche giovanili le quali, nel tempo, da una mission preventiva del disagio giovanile passano a una mission di promozione dei giovani e della loro occupazione lavorativa. Nei primi anni 2000, il Comune, ricorrendo anche all’uso di interviste tra pari (giovani, associazioni giovanili, enti, ecc.) si impegna in un lungo lavoro di ricerca/

ricognizione, per indagare le esigenze dei giovani, al termine del quale, si pa-lesa la richiesta di un luogo di aggregazione giovanile nel quale si potessero realizzare concerti. Con un ingente finanziamento della Provincia autono-ma di Trento (pari a 2 milioni di euro), il Comune di Rovereto pianificò la realizzazione di uno spazio che non fosse solo una sala concerti ma un centro in cui più soggetti con target diversi collaborassero per la promozio-ne delle politiche giovanili e, dunque, per la partecipaziopromozio-ne e la proattività dei giovani di Rovereto. Con queste intenzioni, anche dal punto di vista architettonico, il centro fu costruito in modo da permettere la massima per-meabilità tra il dentro e il fuori, a partire dall’aspetto visivo (grandi vetrate) che consente la contaminazione e lascia vedere da fuori il dentro e da dentro il fuori. La volontà che ispirò il Comune di Rovereto nella costruzione del Centro giovani fu, dunque, quella di dotare la città di un luogo per tutti, aperto e di contaminazione.

L’affidamento della gestione del Centro fu frutto di un lunghissimo e travagliato percorso, partito da una linea politica, cambiata in corso d’ope-ra, e da un corso di formazione creato e finanziato ad hoc alla formazione di un gruppo di persone specializzate nella gestione del centro che, però, non portò gli esiti sperati15. Dunque, il Comune rilanciò un secondo bando, in cui dichiarava di compartecipare all’incarico di gestione con un fisso annuo di 65 mila euro (contributo esiguo se si pensa che solo le utenze del centro sono pari a 30 mila euro, la manutenzione standard costa 12 mila euro e ci sono altri costi di riparazioni varie). La gara poteva essere vinta, dunque, solo da un progetto (innovativo dal punto di vista delle risorse) dotato di

15 Infatti, nessuno dei partecipanti al corso si presentò alla gara pubblica per la gestione del centro indetta dal Comune e l’unico ente candidato presentò un progetto di gestione del centro a tessera-mento, logica totalmente contraria a quella che aveva spinto il Comune di Rovereto a costruire un Centro giovani come luogo disponibile per l’intera comunità.

un piano finanziario accattivante e capace di trovare risorse aggiuntive per riuscire a far funzionare un centro aperto tutto il giorno, 6 giorni su 7.

Il primo appalto di 2+2 anni fu affidato per la prima parte a Associo Ani-mazione Nazionale16 e per la seconda parte al gruppo di Associo Animazio-ne di Rovereto. Alla scadenza dei 4 anni, con il secondo bando, il mandato fu affidato alla Coop. Smart (ovvero il gruppo di Associo Animazione di Rovereto costituito in cooperativa). Il lavoro di rete e di partecipazione fat-to dalla Coop. Smart è stafat-to innegabilmente esemplare e ha aderifat-to perfet-tamente alla comunità; ne è stata dimostrazione la mobilitazione cittadina a favore della Coop. Smart nel momento in cui al termine della seconda gara d’appalto, la commissione valutatrice giudicò idonea alla gestione del Centro una cooperativa che si occupava di asili nido – che non avrebbe mai usato le sale nel modo in cui erano state pensate – poi ritiratasi al momento dell’affidamento del mandato.

5.3.2. Rovereto come distretto culturale?

Si è chiesto al Comune di Rovereto se dietro la vasta offerta culturale si celasse una logica politica mirata a creare un distretto culturale.

Probabilmente si… ma al di là della terminologia utilizzata di “distretto cultu-rale”, che è qui poco conosciuta, Rovereto investe tanto sulla cultura e lo dimostra il fatto che: ha un palinsesto culturale fortissimo e strutturato, che va dal Festival Oriente Occidente (festival della danza che offre workshop e tanto altro), al Festival dell’archeologia (lungo una settimana che porta filmati amatoriali da tutto il mon-do, con premiazioni, ecc.), Il Festival Educa (sull’educazione, lungo una settimana, in cui il Comune mette a disposizione spazi e cofinanzia eventi), il Festival della Meteorologia, ecc… C’è quasi una sovra dimensione rispetto alla portata territoria-le! Dunque, il distretto culturale, sicuramente, c’è e forse sarebbe maggiormente corretto parlare di distretto turistico-economico-culturale proprio per gli effetti portati da queste attività culturali, quali turismo culturale ed entrate economiche non irrilevanti (Referente comunale).

16 Associo Animazione Nazionale è un’associazione di secondo livello che incorpora più associa-zioni, che offre supporto e formazione.

Più avanti si aggiunge:

La sostanza di distretto culturale c’è ma probabilmente dovrebbe essere comu-nicata in modo migliore… a volte manca una visione d’insieme di tutti questi tasselli culturali […] forse si rende necessaria una mappatura generale (Referente politico).

5.3.3. Gli obiettivi da raggiungere secondo i policy maker

Gli obiettivi che il Comune vorrebbe che Smart Lab raggiungesse sono relativi principalmente a una migliore comunicazione con il territorio (far sapere/diffondere) su quanto offrono le politiche giovanili, un’espansione della cerchia di user, e a una comunicazione maggiore e diffusa sull’impor-tanza e sull’impegno dei giovani.