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Cause ed effetti » 79

Nel documento Le finanze comunali (pagine 11-200)

X. Dati di fatto » ivi

2. Cause ed effetti » 79

1. Dati di fatto

2. Cause ed effetti . . . . » VII. Imposta sul valore locativo

1. Dati di fatto

2. Cause ed effetti . . . . » Vili. Imposta di famiglia . . . .

1. Dati di fatto

2. Cause ed effetti . . . . » IX. Imposta sul bestiame agricolo .

1. Dati di fatto

2. Cause ed effetti . . . .

» X. Imposta sulle bestie da tiro, da sella e da soma, sulle

vetture, sui domestici, sui cani, e sopra altre ma nifestazioni della ricchezza.

1. Dati di fatto

2. Cause ed effetti . . . .

» XI. Imposta siili' incremento di valore delle aree edilizie

1. Dati di fatto

2. Le aree edilizie. . . . . . 3. Loro incremento di valore

4. Fondamento dell' imposta.

5. Vari modi d'imposizione e loro singoli effetti 6. Municipalizzazione delle aree .

» XII. Contributi speciali pei lavori di miglioria

1. Dati di fatto . . . . . 2. Cause ed effetti . . . . » XIII. Debito pubblico

1. Dati di fatto . . . . . 2. Cause ed effetti. . . . .

3. Confronto tra I' imposta straordinaria e il prestito » XIV. Pressione e ripartizione dei tributi nei comuni presi a

studiare, in rapporto alla presunta ricchezza dei

loro rispettivi abitanti e ai servizi pubblici prodotti

» XV. Principali modificazioni del sistema tributario dei co-muni italiani, e conseguenti modificazioni nella

— 10 —

S E Z I O N E 1. Abolizione del dazio di consumo e delle imposte comunali sulla minuta vendita, sul valore lo-cativo, di famiglia e sull'esercizio e rivendita Pi 1. D azio e imposta sulla minutai vendita

2. Imposte sul valore locativo, di famiglia e nuli'

eser-cizio e rivendita. . . . . . . .

» 2. mantenimento delle imposte indirette comunali su taluni uè neri di consumo generale ma non necessario, con modificazione dei metodi at-tuali di riscossione . . . . . . » 3. Attribuzione ai soli comuni delle imposte

diret-te reali sui diret-terreni, sui fabbricati e su pardiret-te della ricchezza mobile

» 4. Imposta generale complementare sul reddito netto a beneficio dello Stato . . . .

» 5. Mantenimento a beneficio dello Stato di talune imposte indirette curi metodi economici di riscossione

» 6. L'imposta sul reddito dei capitali e sul profitto delle più grandi industrie a beneficio dello Stato . . . .

» 7. Adattamento del sistema finanziario comunale alle particolari condiz. dei vari tipi di comuni CAPO XVI. Attuazione per ipotesi in uno dei comuni presi a

stu-diare di alcune modificazioni tributarie, e conse-guenti pressioni e ripartizioni dei tributi in rap-porto alla presunta ricchezza dei loro abitanti e ¡»i servizi pubblici prodotti

CONCLUSIONE . . . . . . . . . . . . 334 ivi 336 337 » 339 342 » 348 349 » 350 353 363 P A ß T E Q U A R T A Documenti D O C U M E N T O I. II. III. IV. V. VI. VII. Bilancio di » » » » A B C Palermo Catania B ronte Vizzini Leonforte Linguaglossa Centuripe

Vili. » Regal 1J ufo

per l'anno 1897 . » 380 » » 1905 . » 382 » » 1905 . » 384 » » 1905 . » 386 » » 1905 . » 388 » » 1905 . » 390 » » 1902 . » 392 » » 1903 . » 394 » » 1904 . » 396 » » 1905 . » 398 » » 1905 . » 400

— 11 — » » A » » » B » » » C » » X. » » XI. »

DOCUMENTO IX. Bilancio di . Assoro per L'anno 1902 . . Pag. 402 » » 1903 . . » 404 » » 1904 . . » 4-06 » » » » 1905 . . » 408 » Motta » » 1904 . . » 410 » Milano » » 1905 . . » 412 » A Le principali rendite ordinarie del comune di

Milano dal 1874 al 1906 » 414 » B Le principali epese ordinarie del comune di

Mi-lano dal 1874 al 1906 » 416 X I I . Bilancio di Torino per l ' a n n o 1905 . . » 418 XIII. » » Como » » » . . » 420 XIV. Bilanci di tutti i comuni del Regno per 1'

an-no 1899 » 422 » A Ammontare delle entrate dì tutti i comuni del

Regno per gli anni 1882, 1884, 1886, 1888,

1891. 1895, 1897, 1899 » 424 » B Ammontare delle spese di tutti i comuni del

Regno per gli anni 1882, 1884, 1886, 1888,

1891, 1895, 1897, 1899 » 426 X V . Quote individuali delle entrate effettive dei

bi-lanci per 1' anno 1905 dei comuni presi a

studiare . . . . . . . . . 428

X V I . Quote individuali delle spese effettive dei bilanci

per 1' anno 1905 dei comuni presi a studiare . » 430 X V I I . Rapporto percentuale tra ogni singola entrata

e ogni singola spesa rispetto al totale delle entrate effettive, e al totale delle spese effet-tive dei bilanci dei comuni presi a studiare per

1' anno 1905 » 432 X V I I I . Indice della ricchezza media approssimativa

de-gli abitanti dei comuni presi a studiare . . » 434 X I X . Rapporto percentuale tra le quote individuali

delle entrate effettive dei comuni presi a stu-diare e la ricchezza media approssimativa d'ogni

rispettivo individuo . . . . . . . 436 1

X X . Rapporto percentuale tra le quote individuali delle spese effettive dei comuni presi a studiare e la ricchezza media approssimativa d'ogni

ri-spettivo individuo . , . . . . » 438

INTRODUZIONE

L'attività economica dei comuni è molto aumentata

sia in Italia clie all' estero.

Le cifre delle spese e delle entrate, e quelle dei debiti

sono fortemente cresciute nel corso di pochi decenni nei

bilanci degli enti locali. La vita finanziaria di questi enti,

ristretta un tempo in modesti confini, è venuta assumendo

proporzioni sempre più estese malgrado il continuo

svol-gersi delle altre attività economiche pubbliche e

dell'at-tività privata.

Quantunque questo aumento sia in parte apparente

per effetto della diminuzione di valore della moneta,

del-l'aumento della popolazione e di altre cause, tuttavia non

si può negare che buona porzione di esso sia reale e

di-penda principalmente dalla maggiore estensione e dalla

maggiore intensità dei bisogni umani, da esagerati concetti

su talune attribuzioni degli enti pubblici, e da cattiva

amministrazione.

Sino a non molto tempo addietro i comuni non

prov-vedevano che a ristrettissimi bisogni, e precisamente ad

una rudimentale viabilità, a lievi esigenze di polizia, a

pochi servizi collettivi di varia natura. Per covrire il

pic-colo fabbisogno che ne scaturiva bastavano le rendite del

patrimonio comunale e pochissimi tributi.

Da poco tempo a questa parte la situazione dei

mu-nicipi è assai diversa.

— 14 —

Per le città moderne, principalmente per le grandi,

la polizia è stata resa molto più ampia e complicata; i

lavori edilizi sono stati fortemente accresciuti anche con

abbellimenti, con eleganza e con lusso; l'istruzione è stata

in varie guise estesa, non solo gratuitamente ma spesso

con somministrazioni a favore degli scolari ;

l'illumina-zione è divenuta sfarzosa.

E poi si è provveduto e si continua sempre più a

provvedere alle acque, ai bagni, ai lavatoi, ai macelli, ai

mercati, e in misura sempre più estesa e crescente ai

ser-vizi d'igiene e di assistenza.

La vita più agitata e più intensa dei tempi nuovi

eccita i comuni, e più ancora i grandi centri, a compiere

nuovi e più complicati incarichi.

La poca esperienza e le qualità non buone di molti

pubblici amministratori, unite allo spirito eccessivamente

democratico e al colorito socialista di molti ambienti,

han-no fatto sì che le amministrazioni comunali non siano

riuscite a resistere alla tendenza di estendere le

attribu-zioni degli enti collettivi e siano state spinte ad una

pro-digalità esagerata, che ha prodotto un fortissimo aumento

nelle spese pubbliche. Tale prodigalità è stata ed è anche

favorita da una certa inclinazione allo sciupio, di cui

sono affetti gli enti democratici elettivi, e che deriva dalla

ingannevole teoria della così detta solidarietà sociale e dalla

erronea credenza che il carico di molte spese pubbliche

si può agevolmente riversare sulle sole classi ricche.

Questa continua e pericolosa progressione delle spese

pubbliche comunali ha generato naturalmente un continuo

aumento dei tributi e (lei debiti, e una diminuzione del

patrimonio attivo dei comuni.

I municipi italiani hanno fortemente subito l'azione

dannosa delle cause anzidette, non sono stati in genere

in-— 15 —

fluenza nociva dell'indirizzo generale della nostra politica

tributaria, la quale non ha seguito una condotta

ade-guata alla ricchezza del paese, e pertanto le nostre finanze

comunali contengono eccessive spese, e sono tutt' altro che

rispondenti ad un perfetto equilibrio tra spese ed entrate

e ad un perfetto equilibrio tra spese e consistenza

econo-mica della Nazione.

I nostri comuni sono soggetti a ordinamenti tributari

uniformi, malgrado la loro diversa struttura, non possono

mutare codesti ordinamenti secondo le particolari

condi-zioni di ogni città, e traggono a stento le loro risorse da

sperequate sovrimposte sui terreni e sui fabbricati e da

dannosi dazi sui consumi.

Tutti gli altri tributi comunali non sono che

secon-dari, accessori e poco produttivi, ai quali i comuni

ricor-rono per ottenere la concessione di eccedere i limiti delle

sovrimposte.

Se allo squilibrio economico generale auzicennato si

aggiunge lo squilibrio particolare della grande

maggio-ranza dei contribuenti, dovuto all' iniqua ripartizione

del-l' intero carico tributario di tutti gli enti pubblici, e

al-l'azione dannosa che le nostre protezioni legali esercitano

sui consumatori, si scorge come non sia eccessivamente

felice la situazione economica delle popolazioni italiane.

*

* *

La ricerca delle cause e degli effetti principali dei

fenomeni finanziari dei comuni, in rapporto a varie

di-sposizioni di legge e a varie condizioni di ambiente in cui

le loro finanze si svolgono o si possono svolgere,

costitui-sce lo scopo di questo lavoro.

Ci proponiamo pertanto di studiare i fenomeni

— 1C —

alcuni comuni tipi dell'alta Italia, nelle condizioni

pre-senti in cui essi attuano i loro bilanci. Cerchiamo pure

di studiare taluni fenomeni che si verificano o si possono

verificare se si mutano i termini e le condizioni di questi

bilanci; così poniamo a base del nostro lavoro i bilanci

reali di dieci municipi siciliani, che rappresentano dei tipi

speciali di comuni per numero di abitanti, importanza,

caratteri particolari, ambiente. Per potere stabilire i

ne-cessari confronti mettiamo a fianco di questi bilanci quelli

di tre città fiorenti dell'alta Italia, segnalate, specialmente

qualcuna di esse, per buona condotta economica, e il

com-plesso dei bilanci di tutti i comuni del regno.

A causa del ritardo con cui i municipi fanno i conti

consuntivi siamo costretti a scegliere i preventivi del 1905.

Per taluni comuni dobbiamo avvalerci dei bilanci

ante-riori al 1905, e ciò per mancanza di notizie statistiche

più vicine, o per profittare di alcuni lavori critici su

qual-cuno di essi.

Allo scopo di rendere più facili le comparazioni fra

questi vari bilanci facciamo dei quadri contenenti le

per-centuali d'ogni singola entrata e d'ogni singola spesa

ri-spetto al totale delle entrate effettive e al totale delle

spese effettive, e contenenti le quote individuali delle

en-trate e delle spese rispetto alla popolazione d'ogni comune.

Per mettere in relazione le finanze comunali con la

ricchezza individuale media approssimativa degli abitanti

dei rispettivi comuni crediamo conveniente di stabilire

al-cuni indici di tale ricchezza, dividendo l'imponibile

del-l'imposta sui terreni, di quella sui fabbricati e di quella

sulla ricchezza mobile, e 1' ammontare dei depositi presso

le casse postali di risparmio nell' anno 1905, per tutti gli

abitanti di ogni singolo centro.

Ottenuti questi indici facciamo dei quadri per

fis-sare il rapporto percentuale tra le quote individuali delle

— 17 —

entrate e delle .spese effettive dei comuni presi a studiare

e la ricchezza media approssimativa di ogni rispettivo

abi-tante di ciascun comune.

Occorre appena avvertire che le indicazioni apparenti

di tutti questi bilanci, di tutte queste percentuali e quote

singole, e di tali indici di ricchezza, hanno ini valore,

specialmente questi ultimi, alquanto relativo e non molto

approssimato alla realtà. Ciò deriva principalmente dal

fatto che i bilanci preventivi non danno un fedele

pro-spetto delle entrate e delle spese dell'ente cui si riferiscono,

e dal fatto che i dati relativi agli indici della ricchezza

sono tntt' altro che esatti, senza dire, riguardo a questi

indici, che un medesimo risultato può indicare fenomeni

diversi e anche contradittori.

Per citare qualche esempio in ordine a quest'ultima

osservazione si può dire che un reddito percepito nella

città E viene consumato in tutto o in parte nella città O.

In tal caso 1' indice che si riferisce a B, pur essendo

ap-prossimativamente vero per ciò che concerne la fonte del

reddito, è erroneo rispetto alla potenzialità di consumo di

B. Come pure in una città in cui fioriscano bene le

in-dustrie è molto probabile che i risparmi trovino immediato

investimento nelle floride imprese private e non affluiscano

perciò alla cassa postale, così del pari in un centro in cui

sia molto sviluppata 1' industria bancaria privata può

ac-cadere che i cittadini preferiscano le banche private alle

casse postali, e pertanto gli indici relativi alle casse

po-stali di risparmio possono dare un'idea erronea della

ric-chezza d'una città.

Per conoscere con maggiore approssimazione alla realtà

le condizioni finanziarie dei comuni, e per meglio studiare

i rapporti tra cause ed effetti che queste condizioni

pro-ducono, occorrerebbero notizie e dati statistici meno

impre-cisi di quelli che si possono raccogliere.

— 18 —

Una prima e rilevante inesattezza proviene dal fatto

che i nostri dati positivi derivano da bilanci di previsione

anziché da conti consuntivi. Ora, mentre per le entrate

e per le spese effettive in generale, e per quelle ordinarie

specialmente, si può asserire che le previsioni

corrispon-dono presso a poco agli accertai))enti, potendosi esse

sta-bilire ili base all' ammontare delle singole entrate e delle

singole spese verificatesi negli anni precedenti, non si

può affermare la stessa cosa per le spese effettive

straor-dinarie, alle quali i comuni di solito fanno fronte con

debiti. Accade assai spesso che i mutui non vengano

con-clusi nell'annata in cui sono previsti, e che le relative spese

non vengano perciò eseguite in tale annata, e quindi non

è raro il caso di comuni che riportano per anni ed anni

nei loro bilanci spese autorizzate e mutui da contrarre.

Altra imprecisione deriva dall' irrazionale ed

etero-genea classificazione statistica fornita dai dati raccolti sui

moduli attuali dei bilanci, specie per le spese, le cui

ca-tegorie comprendono servigi diversi che hanno poca o

nessuna affinità tra loro. Basta ricordare per esempio che

nella categoria per la polizia locale ed igiene sono

com-prese opere stradali; e nella sicurezza pubblica e giustizia

sono messe assieme spese per 1' archivio notarile, per il

trasporto dei mentecatti, e per la statistica.

Tutti questi inconvenienti si verificherebbero certo in

minore misura se si potesse procedere in base ai conti

consuntivi degli ultimi anni, ma questi non si possono

avere per lo più che dopo molto tempo della chiusura

dell' esercizio cui si riferiscono, a causa del ritardo col

quale vengono esaminati, discussi e approvati dalle

am-ministrazioni comunali.

I risultati sereni é imparziali, cui le nostre indagini

obbiettive ci condurranno, potranno servire a far

giudica-re i vari istituti finanziari dei quali ci occupegiudica-remo.

— 10 —

I problemi della finanza comunale sono assai difficili

in tutti i paesi, principalmente perchè si tende ad

accre-scere le attribuzioni dei comuni mentre le loro entrate

sono assai ristrette. Queste aumentano, è vero, ma più per

l'aumento dei tributi che per lo sviluppo della ricchezza.

Le modificazioni delle finanze locali esigono

neces-sariamente delle modificazioni nelle finanze dello Stato,

e frattanto è conveniente che Stato e comuni resistano in

giusta misura alle innumerevoli tentazioni di spese, che

dividano tra loro in armonica proporzione equi tributi, e

che vengano più che sia possibile bene amministrati.

* * *

Quanto al metodo che ci proponiamo di adottare non

abbiamo preferenze aprioristiche di sorta. Considerando il

metodo come il mezzo per la scoverta della verità non

esitiamo a servirci di tutto ciò che è in nostro potere

per riuscire a determinare le relazioni costanti tra i

fe-nomeni e le loro cause.

Se queste relazioni derivano da fatti positivi esse sono

ugualmente positive e si verificano tutte le volte che si

ripresentano i fenomeni e le condizioni che vi si

riferisco-no. Se derivano da dati ipotetici si realizzano tutte le

volte che le ipotesi si presentano come fatti reali.

Un metodo del quale procuriamo di servirci più che

sia possibile è quello così detto dell' isolamento dei

feno-meni, per cui si decompone il fenomeno complesso che si

vuole studiare in tanti fenomeni semplici, quanti sono i

principali aspetti isolati che esso può assumere, nelle

varie condizioni di fatto in cui nella realtà si può

svol-gere, e si analizzano ad uno ad uno tali fenomeni nelle

varie combinazioni in cui essi si possono trovare tra loro

e con le circostanze esteriori dalle quali sono circondati.

In questi studi si possono anche stabilire dei dati

ipote-— 20 ipote-—

tici realizzabili, di cui si possono analizzare le

conse-guenze. Tutto ciò per cercar di studiare meglio e più

profondamente il fenomeno complesso e cercar di trovare

quanti più rapporti sia possibile fra le cause operanti

e gli effetti che ne scaturiscono.

Le conclusioni cui ci è dato di pervenire rimangono

o si ripresentano identiche nelle identiche condizioni di

cause e di circostanze nelle quali sono state prese, e

mu-tano col mutare di una o di più di tali cause e di tali

circostanze. Queste conclusioni perciò rappresentano

rap-porti costanti tra causa ed effetto, il verificarsi preciso e

l'applicabilità completa dei quali son sempre sottoposti

al verificarsi completo di tutte le condizioni nelle quali

sono stati determinati, e all' assenza assoluta di forze

perturbatrici. Ma è abbastanza noto come il tener conto

di tutti i fattori operanti, il valutare l'intensità dinamica

relativa di ciascuno di essi, e 1' esatto ripetersi di tali

fattori nelle medesime condizioni, con l'assenza completa

delle forze deviati-i ci, tutto ciò, se è possibile nel campo

astratto delle matematiche, o nei ristretti contini d' un

gabinétto di chimica, è addirittura impossibile nell'

am-biente esteso, complicato e mutevole della vita sociale,

soverchiamente agitato da molteplici forze operanti in

varie guise, in molte direzioni, e con intensità diversa

nello stesso tempo e nello stesso luogo. E perciò che si

può solo pervenire a conclusioni approssimativamente vere

e di applicabilità relativa, cioè a dire a leggi condizionali

di tendenza.

Queste leggi condizionali — è bene dichiararlo —

hanno un valore più o meno approssimativo, a causa della

maggiore o minore possibilità d' attuazione dei dati

ipo-tetici posti a base delle indagini.

1 risultati delle indagini sui dati positivi, paragonati

con quelli delle indagini sui dati ipotetici ci danno mezzo

— 21 —

di apprezzare determinati istituti positivi, o di crearne dei

nuovi, se e in quanto i dati assunti come ipotesi siano

realizzabili.

Frattanto, desiderando rimanere in un campo

stret-tamente obbiettivo, facciamo di tutto per evitare

apprez-zamenti personali, lasciando all'arbitrio del lettore le

va-lutazioni sul »Inetti ve.

Lo studio delle cause e degli effetti dei fenomeni

costituisce il lavoro obbiettivo della scienza, ma nello stesso

tempo serve a dare dei precetti ¡ter 1' applicazione delle

verità sci enti fi che nella vita reale, il clic dà luogo all'arte

o alla pratica. Questi precetti scaturiscono chiari dal

la-voro scientifico, poiché se le cause o gli effetti dei

feno-meni sono dannosi, in tal caso conviene evitarli, se sono

favorevoli conviene mantenerli o promuoverli. E così che

la teoria si rende utile alla vita pratica; e pertanto per

vera teoria altro non si può intendere se non lo studio

dei rapporti tra cause ed effetti dei fenomeni, come essi

avvengono di fatto, o come di fatto possono avvenire.

Dopo lo studio di quante più cause e di quanti più

effetti dei fenomeni finanziari sia possibile fare, si può

meglio decidere sulla scelta del fine che si vuole

rag-giungere, e dei mezzi più adatti che a tal line possono

condurre.

Nella pratica avviene sovente che tali scelte siano

determinate da criteri partigiani, anche contro i

suggeri-menti della scienza, ma ciò, che è evidentemente dannoso

per le collettività politiche, non serve che a confermare

sempre più la necessità d'una indagine Scientifica serena

e imparziale che offra a tutti i partiti, a tutte le classi

sociali, le nozioni necessarie per la migliore e più benefica

PARTE PRIMA

C A P O I

Il b i l a n c i o

1. I>ati di fatto — 2. Cause ed effetti.

1. Dati di fatto. — L'amministrazione della maggior parte dei comuni presi a studiare non è proceduta convenientemente, anche in ordine alla compilazione dei bilanci.

Dei bilanci preventivi dei comuni della Sicilia per l'anno 1905 nessuno fu approvato nel tempo stabilito dalla legge, prima cioè che cominciasse 1' esercizio. 11 preventivo di Linguaglossa fu approvato nel 25 febbraio 1905, e gli altri da marzo a novembre dello stesso anno.

I conti consuntivi dei medesimi comuni per il 1904, che dove-vano essere approvati nella primavera del 1905, non avevano ancora riportato l'approvazione alla fine di tale anno, all'infuori di quello di Linyuaglossa che fu approvato nel 27 dicembre 1905.

II consuntivo di Palermo del 1891 venne approvato nel 189G, e nel 1896 trovavansi ancora incompleti in quel comune i consuntivi posteriori al 1891.

Eguali irregolarità si verificano in tutti i nostri comuni, dal mo-mento che nel 1899 si ebbero in Italia soltanto 3532 bilanci appro-vati in tempo debito, mentre 4730 comuni ricorsero all'esercizio prov-visorio. Nel 20 marzo 1888 i comuni che non avevano ancora pre-sentato il conto consuntivo del 1886 erano 1142; e, su 7115 comuni

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