IL BILDUNGSROMAN SULLO SCHERMO
IV.2. Le ceneri di Angela
L’autobiografia di Frank McCourt ha portato all’autore, oltre al premio Pulitzer, un successo inaspettato e duraturo. A circa due anni dalla sua pubblicazione è cominciata la produzione della versione cinemtografica delle Ceneri di Angela. Dopo ulteriori due anni la versione cinematografica diretta da Alan Parker, nel 1999, è arrivata nei cinema. La storia raccontata da Parker è molto simile a quella dell’opera letteraria. Coerentemente con mezzi espressivi cinematografici le lunghe descrizioni della città e dei vicoli di Limerick vengono sostituite dal regista con una scenografia molto reale e fedele al romanzo, che ben rappresenta la povertà e la desolazione. Si segue la crescita di Frank durante i primi venti anni della sua vita, interpretato da tre attori giovani allo scopo di rappresentarne la crescita fisica, non solo quella mentale. La sceneggiatura mantiene lo stile giovanile del narratore romanzesco, i dialoghi seguono spesso il testo originale e in alcuni casi è presente una voce fuoricampo che legge le parti che nel romanzo spettano al narratore, che nel film è dunque presente attraverso la voce adulta del quarantenne. In questa maniera vengono ben distinte agli occhi dello spettatore le due figure dell’adulto che racconta la sua storia e del personaggio bambino, poi ragazzo, che la vive; non c’è dunque quella incertezza che è presente nel lettore del romanzo. Nel film sono due unità ben distinguibili: una è il narratore, l’altra è il trio degli attori giovani. In più attraverso questa scelta si pone con grande evidenza al centro del film la crescita di Frank, che viene rappresentata con ricchezza di dettagli significativi per comprenderne il processo evolutivo. A prima vista Parker taglia alcune scene del romanzo senza apportare forti modifiche alla vicenda, così da non rendere il film esageratamente lungo,5 anche se
5 Nell’articolo scritto da Parker sul suo sito web sulle Ceneri di Angela dice: «If I had filmed the whole
book people would have been sitting in the movie theatres for eight hours» (http://alanparker.com/film/angelas-ashes/making/).
comunque esso dura poco meno di due ore e mezza. Vi è però una differenza interessante, non secondaria per quanto attiene all’analisi del romanzo che qui è stata condotta, e che varia l’accento generale di tutto il racconto. Parker nella sua interpretazione costruisce tutto il racconto come fosse la preparazione di Frank al suo viaggio verso l’America. Dopo l’introduzione e la presentazione delle condizioni di vita del protagonista, infatti, nel film, anche attraverso i tagli, il regista ottiene che più volte si faccia riferimento al viaggio e che la maggior parte delle azioni di Frank abbiano come obiettivo il ritorno al suo paese di nascita. Così l’apice del film, diversamente da quanto qui sostenuto, diventa la scena in cui Frank prende i soldi della signora Finucane e butta il suo libro dei conti nel fiume Shannon. Questa nel film è una vera e propria doppia liberazione, di Frank, che ha ormai abbastanza soldi per partire, e delle famiglie povere di Limerick che si liberano dell’usuraia. Questo momento assume valore simbolico, è la liberazione dal giogo della povertà. La scena della confessione di Frank a San Francesco nell’adattamento diventa secondaria, meno importante, funge semplicemente da riepilogo della vita di Frank. L’importanza della scena del lancio del libro contabile dell’usuraia nel film è sottolineata non solo dalla sceneggiatura, ma anche dalla colonna sonora (vi è un apice sonoro) e dal fatto che vi compaia la voce del narratore ad accompagnare gli atti del protagonista.
Il romanzo permette al lettore di interpretare le vicende e le motivazioni del protagonista in più modi; il regista Parker, in quanto lettore, ne sceglie uno e forse in questo caso fa sì che lo spettatore abbia meno percorsi interpretativi della vicenda di quanti ne ha il lettore.
Tale selezione dei significati possibili del romanzo è forse agevolata in questo caso, perché, come detto, non c’è una definizione univoca di Bildungsroman, esso è interpretabile come una qualità di un’opera letteraria nella quale devono però essere
presenti alcuni minimi requisiti ormai riconosciuti dalla critica letteraria; ciò implica che spesso, come nel caso delle Ceneri di Angela, un Bildungsroman non si possa definire esclusivamente e solamente come tale. Nel caso in esame questa qualità che rende il romanzo un Bildungsroman non viene mantenuta e rispettata dall’adattamento cinematografico, perché le intenzioni del regista non corrispondono alle intenzioni dello scrittore.
Nei due esempi di adattamenti cinematografici analizzati si vedono due approcci diversi con due risultati diversi, perciò è difficile offrire una conclusione che abbia valore generale. In tutti e due i casi rispetto ai testi di partenza la storia non cambia, i comportamenti dei protagonisti non cambiano, ma il prodotto finale è ben diverso dall’opera originale e questa diversità non è dovuta esclusivamente ai diversi strumenti delle due differenti espressioni artistiche. L’intepretazione diversa, l’approccio diverso e le diverse attitudini dei registi rispetto agli scrittori pongono le medesime storie in un’altra luce. Confrontare un’opera letteraria e il suo adattamento cinematografico solamente per trovare le differenze o le somiglianze è un’operazione inutile, invece bisogna esaminarli con la consapevolezza che le similitudini servono a sottolineare alcuni aspetti specifici della storia, mentre le differenze servono a evidenziare altri aspetti della stessa identica storia.