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Chiese e Parrocchie entro la Città

Nel documento CITTÀ . DI GENOVA E SOBBORGHI ANNESSI (pagine 29-66)

Chiesa di San Lorenzo (sita in Piazza del suo nome, Sestiere Molo). Metropolitana fondata nell' anno 260 e forse molti secoli prima; fu consacrata l'anno 1118.

L' Alizeri scrive: « Pochi ignor.:i.no che una chiesa dedicata allo stesso santo esisteva nel luogo ove ora s' innalza la Metropolitana, e venne in fino a noi fama che q nella fosse edificata nel sito che cì iede alloggio al santo Levita (260) allorché insieme a s. Sisto tragittava di Spagna a Roma ... »

« Nulladimeno essa non ci porge notizie di se pri-ma dell' anno 878, quando piacque al Vescovo Sa-batina di traslocarvi dalla Villa Matuziana, (S. R e-mo) le venerate reliquie di s. Romolo; .... l'idea di un progressivo decoro si conferma in noi dal ve-dersi allogato prima del 798 un cle"ro particolare di canonici; e undiri anni appresso traslocata per opera del Vescovo Giovanni 1I di casa Fieschi la sede vescovile, che prima tenevasi fu or delle mura nella basilica dei ss. Apostoli. (J) Verso il 1100 i vonsoli deliberarono di ristorarla, e prima fu man-data ad esecuzione la facciata, che ancora al dì

(1) Che poscia fu chiamata S. Siro dal santo vescovo e si chiamò anche dei dodid Apostoli.

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d'oggi è meravigliosa por sontuosità d' ornamenti, e curiosa pel suo genere rl' architettura. Le me-morie che rimangono, e più ancora lo stile quà e là diverso della fabbrica interna, dimostrano che l' jntero edificio fu compiuto in non breve pro-gresso di tempo. Ma nel 111 non poté essere nei princ1pu e Papa Gela io 11 la consacrava con gran pompa e solenni Li. » Alcune inscrizioni jn ca-ratteri gotici, poste al cli fuori della chiesa danno delle interessanti notizie di storia patria. (1)

In questa chie:.:a sono tuttavia custodite le sa-cre ceneri di s. G. Battista: a proposito di queste, co ·ì ne scrive il chiarissimo storico Giuseppe Gaz-zino: « Nè i genovesi, guerrieri al tempo stesso e commercianti, acquistaronsi poca fama per mili-tari imprese nella prima crociata; e le ceneri di s. G. Batti::sta rinvenu le a l\I1rea città della Licia (1098) nell' .A.sia minore, nonché un vaso (2) da essi acquistato alla presa di Ce ·area (1101), che prima d' ora credevasi e ·sere di smeraldo e come tale veni va preziosamente nel tesoro custodito, glorioso premio furono ùel loro valore. Guglielmo Ernbriaco console genovese (3), detto poscia Capo di Maglio, a

(!) rer le guerl'e civili es;:;a fu iucendiata nel 1296, indi ricostrutta.

(2) Sacl'o catino di smeraldo (si cl'edeva).

(3) Sotto il consolato di Guglielmo Ernbriaco, Guido di Rustico De-Ri o (alcuni dicono De-Rizzo), Ido De C'armandino e Guido Spinola i genovesi ritornarouo in Ge1·usalemme, e dopo molti e lunghi combattimenti

pre-;:;ero Accaron città allora cousiderabile della Giudea, la città di Gibellato detta. Bilbo, come ancora. Tortosa città

denotarsi lui esser da Lanto per espugnnr lnoghi forti, quanto, quel ferreo istrnrncnto per dirot;ca r-rnura; arringò i suoi <ìlF assedio di Gcsarna poco prima di venire alt' assalto: .1nimato o·'·li tosso dalle grida di quelli, slancia i pel primo sovra i ripari, e pre a la città ne riport;:i, un così grande bottino, che ripartitolo, eia cun soldato n'ebbe per sua parte 48 soJdi d'argento e 2 libbrn di pepe.

In onore e memoria di que Lo fatto, >:i as icura che i genovesi adotta sero d'allora in poi per loro

stemma, la croce ros ·a in campo bianco ».

All'altar maggiore ammira ·i la statua in bronzo di N. Signora coJ Bambino, attorniata da AngeJi, avente lo scettro; vol0mlo significare Ja gran l\fa-dre che libera Genova dalle armi del Duca di Sa-voia. È questa lodatissima oper.1. di Gio Batta Bianco, sul disegno dcl Fiasella. li martirio di s.

della Soria, prima appellata Anlarculo, e molte altrn vit-to1·ie riportat·ono. Così scris8e Catfaro negli annali di Genova, (çioè Caffaro di Taschi::rnlone o Gaschifellone, torico guerriero e console del comune; sct·isse gli a n-nali dal 1100 al 1163). Del che sono pl'Ova le donazioni loro fatte da Tancredi principe di Antiochi:i nell'anno 1102. e nell' anuo 1105 da Baldoino I re di Gert'.salemme.

Giacomo d'Oria deputato dal Pubblico, oltl'e quello che aveva scritto dal 1270 sioo al 1280 in compagnia di Oberto Stangone, Marchisio del Cassi110 e Bertolino di Bonifacio, continuò da solo dal 1280 sino al 1294 (lodi Luglio) epoca in cui fece consegna pubblicamente al Podestà di Genova del volume intitolato Il Ca/f'uro, contenente gli annali de ;:;uddetti scrittori e i suoi (co ·ì scrive il Soprani).

Lorenzo (affresco nella volta del coro) di L. Tava-rone. N. S. del Soccorso (cappella a ùe tr.'.1 entrando) edificata per ordine del Doge Matteo Senarega nel 1596. Il Titolare (piccolo dipinto ad oli o) d'autore ignoto. Le due statue che si ' edono ono di Tad-deo Carlone. . 'eba tiano) e lebre dipinto di Fe-derico Barocci. S . aeramento (nella capp8lla del) gli affreschi sono cli G. B. Castello, bergamasco.

1 due Angeli in adorazione, del Gaggino. I fregi dei marmi della cappella di s. G. Battista sono dì Giacomo Della Porta. Le sei ·tatue in marmo nelle nicchie laterali ·ono di Matteo Ci vi tali, e due cl i Andrea Sansovino. Sopra quattro piede ·talli so r-gono 4 colonne di porfido, . sostenenti una volta piatta di marmo lavorato a rabeschi da Nicolò da Corte, lombardo. Sopra di es a, in arca argentea posano le ceneri del Precursore. (1)

(1) Lanfranco di Borhonino della parrncchia di Santo Andrea della porta, (detta anch.e Dalla Porta, per la porta della città che sotto di es a chiesa si fece), il quale di ritorno da quella spedizione di Antiochia (l'anno 1008 o meglio 1097) avendo approdato a Mirea (chi dice Mira) città della Licia insieme ai suoi commilitoni im-possessatosi delle reliquie di S. G. Battista ebbe la glo-ria di portarle in Genova. Questa interessante notizia ho ricavata dalla storia della traslocazione delle Sacre Ceneri di S. G. Battista scritta da Nicolò della Porta, manoscritto pl'ezioso e raro nel quale si contengono al-tre cronache genovesi, eh' io ebbi in pl'estanza dal com-pitissimo Signor Carlo Carrara. Questo scrittore fu a c-cennato ultimamente dal dotto 0av. Padl'e Spotol'no nella Storia letteraria della Liguria, vol. 2 pag. 74, e

29 In questa cattedraJe sono da ammirarsi

mol-nella descrizione della cappella del Precursore così scrive. « Adunqne intorno l'anno 1323 i fratelli Nicolò ed Oberto Campanaro a proprie spese fece1·0 fabbricare una cappella pei· le Sacre Reliquie di S G. Battista conce -dendo anche il propl'Ìo sito per essa, e v' institui1·ono la cappellania per un sacerdote. Per questa genei·osità ot-tennero singolar p1·ivilegio per essi e loro posteri che le figliuole e nuore de.i medesimi potesse1·0 entrare nella cappella, ehe niuna {e11imina per bolla JJOnli{tciet vi può metter piede, (v. lapide) per ivi ricevere la nuziale bene-dizione. E oltre a ciò si concedeva ad essi loi·o dis cen-denti l'onoi·evole prerogativa di tenere una delle chiavi che chiudevano l'arca dove erano, e sono tuttavia,

ripo-. ste le S. Cenel'i. Quantunque demolita in seguito questa

cappella, tali privilegi duraono nella famiglia Camp a-naro e quindi passarono nella nobile famiglia dei Di-Passano, come ho detto per altrn causa a carte 8 nota 2 e 5. firm. Cav. Agostino Calcagnino. »

E non, come scrisse il Gisca1·di, perchè Oberto Passano abbia avuta la gloria di aver condotte le 26 galee in Genova sulle quali erauo le cenel'i del P1·e-cursore.

Il divieto del yapa Innocenzo VIlI che le donne non possono entrare nella cappella di S. G. Battista, porta la data del 1492 ed è inciso sopra una lastra di mar1110 infissa sul 111 uro tra la suddetta, cappella e quella dedi-cata alla ss. Annun.ziata. È il ::;eguente:

Prohibitvm est p. breve innocenth octavi pctpce, ne qva mvlier sive secvlaris sive religiosa s1Jb excommvnicationis talee sententice hanc capellam scmctissimi prcecvrsoris in -grediatvr, ipsvm avlern breve est apvd acta cvrù:e archie-piscopalis penes petrvm de ripalta notarivm, clie X VI/Il

ma~j ~fCCCCLXXXXJ/.

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tissime altre pitture ed oggetti d'antichità di gran vri.lorn e pregio artistico. (l)

Chiesa di S M. delle Vigne (sita in Piazza di questo nome, Sest. Madd.) Preposi tu r~ e collegiat::t.

Fabbricata fin dai primi tempi che venne in Genova la cattolica fede. Fu rifatta nella grandezza \.:he si veùc da Guido di Carmand ino e Oberto Visconte (degli Spinola) nell'890, e riordinata nel 1680. Ha 6 nobili cappello per parte, tutte cli marmo fregiate;

(1) Fu antichissimo costnme degli italiani e partic o-lannento dei romani di seppellire i morti in piccole cellette o casse di terra cotta, e dovunque dominarono quei popoli ed innalzarono monumenti si t1·ovarono mai sempl'e di quegli l).Vanzi, (come pure se ne rinvennero parecchi ivi). Chiaro dunque apparisce che iu questo me-de$irno dove ora è innalzata la sontuosa e magnifica Cattedrale di S. Lo1·enzo, pel' le :rnddette ragioni, ern anticamonte un assai vasto cimite1·0, e dove esistiwa questo, credo nessuno mi vort'à negare che vi fosse la chiesa, e perciò situata nel mezzo (v. Monumenti religiosi).

" Attaalmente (1896) questa chiesa va subendo impor-tanti mutazioni nella parte edilizia, avendo stabilito il Co-mitato ordioatol'e dei lavori, presieduto dall'Ec. ed Em. A r-ei v. Mai·ch. Reggio, col concorso del .Municipio nelle spese, e offerte di una buona parte di cittadini, ridurla possibil-mente all'origine antica. Ottima cosa in vel'o questa se ne fosse seguito l'esempio; ma sventuratamente per la p1•over-biale noncuranza dei possidenti, non passa giorno elle nou si veggano distruggere opere antichissime cli valore per surrogarvi il moderno e spogliare l'Italia dei mi-gliori quadri antichi pel' spedirli all'estero, tirando co pii_1 ad iotasca1 <JUattrini che a,, el'l.>ue il patrio decoro!. ... "

e du ma sto><i organi (1) nelle parti laterali In 1ue t capp .lle son.vi preziose. tavol.e . ... Leonardo di Domenico Parodi. La Nunziata di G10 Andrea carlone. Ss. Rocco e Gio Battista (statue in marmo) di Daniello Solaro, genovese allievo di Puget. s. Michele di Gregorio Ferrari

Fu chiamata chiesa di Signora delle \ igne, perché fu trovatri, nel 1693 una divota immagine, che tuttavia vi si venera, della B. Vergine che porge un grappolo d'uva al Salvatore bambino. È questa cappella nobilmente incrostata di mar-mo dai valenti architetti Battista e Giovanni Or-solini, con putti di marmo assai leggiadri, sicco-me anche nella statua della B. Vergine. (2)

onvi anche otto tele di distinti autori; quelle rappre'"'entanti fatti di Storia dell' antico e nuovo te tamento sono del Paggi.

Nella volta gli affreschi sono cli Domenico Piola.

Il coro è tutto dipin~o da Lazzaro Tavarone. Il cro-cifisso (al suo altare). Sua Ss. Madre e s. Giovanni del foraggiano. In questa cappella gli affreschi che erano del Tavarone furono ridipinti ùa un lombardo chiamato Gaggino. La nascita del Salva-tore e l' ascesa al Gal vario sono del Prete :savo-nese (Guidobono). La cappella della Trinità è opera di Giov. Brea. . Eligio di Rernartlo Castello.

(1) Ora non ne ha piì.1 che uno solo dalla parte de-stra entrando.

(2) Altd .afferma che il nome delle Vigne derivò, perchè questa chiesa stava anticamente fuori della cinta della città, e in luogo tutto piantato a viti ... ~

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Chiesa di S. M. Assunta e SS. Fabiano e Sebastiano (sita in Piazza Carignano, Sest. Portoria). Basilica gentilizia principiata il dì. 10 cli marzo dell'anno 1552 per disposizione fatta fino· dal 1481, dal fu Bendinelli Sanli. (1) Nel 1683 poi da Greg·orio XI1I fu eretta in collegiata; nel 1690 fu l'abate di essa c1ecorato c1ella mitra e pastorale da Ales a n-ùro papa VIII ; nel 1705 papa Clemente XI diede ai canonici l'abito che portano di presente;

e per ulLimo la santa memoria di papa Benedetto XIV nel 1742 concedè che servisse di parrocchia ai nobili Sauli discendenti dal fondatore e ministri di essa e loro servitori. Galeazzo Alessi ne fu l' ar-chitetto. Nella facciata della chiesa la statua della B. Vergine recata dagli angeli in cielo e dentro due nicchie laterali altre due statue di Ss. Pietro e Paolo sono fattura di Claudio David Borgognone, che principiò anche quella della Vergine perfezio-nata da poi dal Baratta.

I quadri che ornano le cappelle cli s. Francesco del Guercino. La Vergine r:o' Ss. Carlo e Fra nce-sco sono di Giulio Cesare Procaccino. La Pietà cele-bre dipinto di Luca Cambiaso. B. Alessandro Sauli del Sarzana. S. Maria Egiziaca del Vanni. Ss. Do-menico ed Ignazio di Piola Paolo Gerolamo. S.

Pietro che risana lo Zoppo di Piola Domenico. S.

Biagio opera insigne di Maratta Carlo. Gli otto apostoli, statue in marmo, nella cappella della Ver-gine e del B. Alessandro di Diego Carlone. I 4 dottori della chiesa, statue in istucco, gigantesche

(1) Può dirsi anche Saoli ( v. Banchero ).

33 cl l sndcletto Carlone. Il ma0·nifìco e grandioso or-gano è Cattura cli .Jacopo Henn;:tnn, ge~uita. La .:ua Dr ma egli li;:t impre 'a in una ùellc maggiori canne cli questo re degli i ·trurncntì.

Chiesa e Convento di S. Maria della Consolazione (sita in via della Pace, ora via XX ettemù1·e, sest. S. Vincenzo). Parrocchiale dei PP. Agosti -niani. Nel 1475 cla B. Poggi fu fabbricata in piccole proporzioni, ma fatta questa òemolire dal Pub-blico (l) f'u invece costruLta la presente.

I f1uaclci nelle c.;appelle ono: Il Presepe (La- · vola) di Perino del Vaga. . Tommaso (li V il-lanova ùel Sarzana. La Vergine e S. Gion nni di Orazio F rrari. S. icola da 1 olentino e s.

Lornnzo del Piola Domenico. S. uiovanni da San -f"aconclo, fu bvorato ultiuwmente (1785) da Fran -e sco Narici. L'adorazione dei Magi cli autore Fiammingo. L' Ascenzione di G. Cri to al cielo di Ludovico Drea, La Pietà cli Antonio Semino, San Giovanni entro la caldaia dell' olio ùcl Tavarone.

r el volto della sacristia l'affresco è del Mernni. La Consolata (basso rilievo cli marmo incastrato nella colonna) di Luca della Robbia, proveniente Ll::dla antica chiesa distrutta. Il Ori to morto dipinto sul muro a chiaroscuro, e qui tlall' antica chie a tra-sportato è di Peri no del Vaga; opera che merita lunga considerazione per la rnca sua bontà.

Chiesa di S. Mar·a della Pace (sita in via del

(I) Governo.

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suo nome, ora via XX 8ette11ibre, sest. S. Vincenzo), de' frati minori osservanti. Fn detta anticamente di s. Martino de Vio, sotto quel titolo se n'ha me-moria del 1132. Fu rifabbricata in più ampia for-ma nel 1572.

In detta chiesa sono le seguenti pitture: Mar-tirio di s. Stefano del Leoni.

s.

Francesco di Do-menico Piola. S. Antonio di Giovanni Andrea Ferrari. Presepe di Raffaello Badaracco. Cena Do-mini di autore fiammingo. La tavola della Conce·

zione nel coro è di Stefano Montalto pittore mila-nese. La statua della Concezione e quelle di s.

Antonio e s. Francesco sono opera del Maraggiano (ivi sepolto nel 1741). Nella cappella dedicata al Salvatore, la Madonna è del Sassoferrato. Le statue al dissotto pure del :N.faraggiano. La tavola del Beato, cli Piola Domenico. La tavola con lo sposa-lizio di M. Vergine fatta nel 1523 è di autore Fiorentino. Ivi è pure sotterrato il pittore Fiasella.

Sulla tomba di quest' illustre pittore così si leggeva:

JJ.

o .

JJ!f.

Dominica Fiasellce Sarzanen.

Pictori Celeberrimo Io : Baptista Casonvs Alvmnvs Cognati~sqve Amatissimvs 1' e mors sejvngeret loco qvem vita

sociavit aff ectv:

Proprivni tvrnvlvm· commvnem fecit Obiit anno MDCLXIX octobris

cetatis svce LXXXI.

In questa chiesa é pure sepolto quel David Vaccà nato popolano; pei suoi meriti ascritto alla nobiltà, ecl innalzato poi a Doge della repubblica.

35 ì\ella cappelb dedicata alb Madonna detta del .Monte é una tavola col Beato SLronconio del lV

Iu-lin.1reLto, e un Fregio di pntti dr! Piola Domenico, di cui pure sono le tavole dei Ss. Battista e Pietro cl' Alcantara nelle cappelle che seguono. S. Pa-squ.11e e s. Giovanni da Capistrano, nell' 11ltimo altare, fu cominciata dal Merano e terminata llal nesoaggi suo allievo. Nel convento, in fondo ad uno dei dormitori dei frati, anzi in quello pro-priamente che serve da infermeria (1780) v'ha un s. Francesco del Maraggiano, e quivi è una cella che è stata tramutata in cappella per esservi ap-parsa, nella notte del 25 marzo 1680, al P. Fran-cesco Gaudenzio, la Madonna coll'Arcangelo s . .Mi·

chele, ed averlo istantaneamente guarito. Sono in detta chiesa altresì il corpo di S Eusippo martire ed una mano di s. Elena con alLre preziose re li-quie donate da Zenobia consorte di Gio Andrea Doria e Gio Batta Rivarola.

Soppressa nel 1811 si vide rapire un tesoro Cli tavole attribuite al Luca Leyden (detto Luca di Olanda) e Quintino l\fessis. L' Alizeri ìa chiama disgraziatissima chiesa quanto più fn 'illustre nei tempi andati. L' incostante fortuna elle governa i Sarituari della pietà non meno che i pubblici e privati p::tlagi llelle città d'Italia, rid11sse attu al-mente (1896) questo sontuoso tempio in maga z-zino? ! ! e per una metà distrutto.

Chiesa di Santo Stefano (sita vicino a Porta dell'A1·co, sestiere S. Vincenzo). Già antichissimo Monastero di monache, le quali furono di qui levate

Chiesa di Santo Stefano (sita vicino a Porta dell'A1·co, sestiere S. Vincenzo). Già antichissimo Monastero di monache, le quali furono di qui levate

Nel documento CITTÀ . DI GENOVA E SOBBORGHI ANNESSI (pagine 29-66)

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