CAPITOLO II: Dar Identità alla Sensibilità Interculturale in preadolescenza
2.5. Child Intercultural Development Inventory (C-IDI):
Verificato che già in pre-adolescenza si è in grado di costruire una propria worldview, e che a partire da essa si manifestano poi tutta una serie di processi di costruzione dell'identità che sarà poi quella dell'adulto, è allora compito della pedagogia iniziare a prendere in considerazione un'educazione interculturale che si rivolga in modo efficace a questa fascia di età, prevenendo così situazioni di conflitto che si creano in modo sempre più marcato nell'adultità. L'idea di creare un' “IDI for Children” nasce proprio in tale prospettiva, come strumento per comprendere le modalità in cui cambia e si manifesta il livello di sensibilità in pre- adolescenza e verificare se i progetti interculturali, che si rivolgono a questa fascia di età, hanno una loro efficacia in tal senso. Il C-IDI pensato per valutare la sensibilità interculturale all'interno della socializzazione primaria, dunque, è importante anche per comprendere quali processi di formazione dell'identità il pre- adolescente sta mettendo in atto, rende così visibile degli orientamenti culturali che vanno a costruire e determinare la sua visione del mondo.
2.5.1. Costruire il C-IDI:
Prima fase: elaborare il linguaggio
Partendo dalla consapevolezza che lo strumento IDI è già stato validato scientificamente, si è deciso di non rivedere la strutturazione globale della costruzione dei 50 items, ma di mantenerli, così da non alterare la corrispondenza fra numero di items e orientamento corrispondente. Fra le tre versioni del test, inoltre, si è scelto di partire dalla seconda, IDI v.2 perché nel report di restituzione è l'unica che mantiene ancora i singoli punteggi che si ottengono nei differenti orientamenti (Fig.19), andando così nello specifico a visualizzare per ciascuna fase a che livello si è nella costruzione della propria sensibilità. Fare questa scelta permette di facilitare il lavoro di ricognizione rispetto all'obiettivo, infatti, si evidenziano, in tal modo, i processi di costruzione della worldview del pre- adolescente. Nella versione attuale (v.3), invece, vengono messe in rilievo solo gli orientamenti non risolti, in cui occorre ancora lavorare, non si ha dunque una visione d'insieme di ciò che rappresenta il continuum della scala verso la competenza interculturale della persona.
Fig. 19. Esempio di report v.2. per la scala R e scala M
Il processo di socializzazione, che vede protagonista il pre-adolescente, trova nel linguaggio sia il contenuto che lo strumento privilegiato che veicola schemi motivazionali e interpretativi che sono istituzionalmente definiti e condivisi, è per tale ragione che per creare una versione IDI adatta occorreva lavorare partendo da esso. Il linguaggio secondo cui sono elaborati gli items si rivolge ad un pubblico adulto, che è già in possesso di un bagaglio esperienziale e conoscitivo di una certa portata. Il pre-adolescente, come si approfondiva precedentemente, inizia il percorso di crescita esperienziale fuori dal gruppo della socializzazione primaria in questa fase ed è dunque necessario adattare gli items ad un linguaggio più consono.
Utilizzare ad esempio, il termine “cultura”, che più volte viene ripetuto, ricopre per il pre-adolescente uno scenario di significato differente rispetto all'adulto andando poi a rendere non veritiero il risultato del test. Per confermare e validare la scelta di modificare il termine “cultura” con un altro più comprensibile, si è chiesto ad un campione di 60 ragazzi, distribuiti fra le ultime classi della primaria e le prime della secondaria, di spiegare cosa per loro significasse tale termine. I più hanno identificato il concetto di “cultura” come l'insieme degli usi e costumi delle popolazioni antiche che avevano studiato. La cultura apparteneva ai popoli Romani, Egizi, Greci ma non veniva considerata nella sua accezione contemporanea. É stato dunque, evidente che andava sostituita con altro, che non per tutti gli items era la stessa parola, infatti a seconda del senso della frase si sostituiva “cultura” con il termine più indicato, una volta come “insieme di valori”, un'altra come “Paese”, un'altra ancora come “tradizioni” e così via. Lavorare sul linguaggio affinché risultasse il più comprensibile possibile senza però modificare il senso degli items è stato il punto di lavoro della prima fase.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di avvicinamento del linguaggio al pre- adolescente:
Esempio 1:
IDI v.2.
Esempio 2:
IDI v.2
C-IDI
2.5.2. Seconda fase: monitorare la somministrazione
Per verificare che le modifiche apportate avessero tenuta, è stato così sottoposto il test ad un campione di dieci ragazzi, tutti della prima classe della secondaria di primo grado. Mentre il campione svolgeva il test in autonomia il ricercatore ha controllato i tempi di esecuzione, stimando così una media di cinquanta minuti, un minuto circa a frase. Al termine è seguita un'intervista non strutturata, a domande aperte in cui si chiedevano le difficoltà incontrare e le incomprensioni nella richiesta. È emerso che occorreva esplicitare ulteriormente il significato di alcuni termini inseriti e che l'accompagnamento vocale alla lettura degli items da parte del ricercatore avrebbe favorito il compito di comprensione dell'intero test. A questo proposito occorre, infatti, rimarcare, come sia importante che avvenga la corretta comprensione degli items affinché il giudizio espresso nella risposta corrisponda il più possibile al pensiero che si ha sulle differenze.
differenti scuole come si vedrà nel capitolo V, in cui cambiano in particolare le modalità di monitorare l'esecuzione del test. Per le classi quarta e quinta della scuola primaria, si sceglie di suddividere il test in due step, ciascuno di 25 items, così da sfruttare meglio la concentrazione dei ragazzi. Nelle classi prime e seconde della secondaria di primo grado si sceglie invece di mantenere un'unica sessione di somministrazione ma in entrambi i casi è il ricercatore a condurre la somministrazione, sarà infatti l'adulto a leggere ad alta voce gli items, aspettare che tutti abbiano risposto per poi proseguire.
Il C-IDI diviene così uno strumento pilota per la valutazione della sensibilità interculturale dei pre-adolescenti, strumento individuale, ma anche dei progetti interculturali che si propongono a tale fascia di età, strumento collettivo. È dal terzo capitolo in poi che la ricerca diviene empirica nel suo autentico significato e si presenterà l'implicazione del C-IDI nelle scuole e in particolare nella valutazione di un progetto interculturale a mediazione artistica. Allo strumento pilota verrà dunque dedicata l'intera sezione del capitolo V.