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Il cicloturismo in Brenta come forma di turismo sostenibile

3 Il Brenta: turismo e territorio

3.5 Il cicloturismo in Brenta come forma di turismo sostenibile

I luoghi di interesse proposti possono essere visti spostandosi in auto ma l’obiettivo della ricerca effettuata e della proposta è che essi vengano raggiunti

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seguendo un adeguato itinerario in bicicletta, nonostante manchi in questo tratto una vera e propria ciclovia. Va però evidenziata l’esistenza di una rete di strade secondarie che potrebbero essere incluse in suggestivi percorsi alternativi per condurre il viaggiatore alla scoperta della natura del territorio stesso, assecondando le considerazioni sulla sostenibilità di cui si è parlato in precedenza 118.

Effettuando un discorso territorialmente più amplio, si rende noto che nel 2011 l’UNWTO ha pubblicato lo studio “Tourism Towards 2030” riguardante il turismo internazionale; secondo le previsioni basate sui dati raccolti dal 1950, entro il 2030 gli arrivi turistici internazionali raggiungeranno gli 1,8 milioni, portando ulteriormente alla luce dei trends che si sono già osservati negli ultimi anni:

• I turisti sono sempre più alla ricerca di siti d’interesse belli e attenti alla cura dell’ambiente;

• Le destinazioni “vecchie” non bastano più e si cercano nuovi luoghi da scoprire;

• Cresce il desiderio di visitare parchi naturali e aree verdi e di osservare la fauna presente;

• L’individuo vuole partecipare attivamente all’esperienza;

• È aumentata la consapevolezza dell’ambiente e del danno che l’uomo ha creato alla Terra nei secoli;

• Molte destinazioni si stanno muovendo per offrire un prodotto turistico sostenibile.

In questo senso il cicloturismo può migliorare molto l’offerta turistica, risparmiando energia, riducendo l’inquinamento, creando nuovi posti di lavoro e sviluppando il turismo sostenibile nelle campagne, dove il traffico minore si presta meglio all’attività; spesso ne migliora anche le condizioni economiche. Per quanto riguarda l’inquinamento vale la pena parlare del fatto che i mezzi di trasporto hanno un grande impatto nella quotidianità dell’individuo, sia a livello

118 Di alcuni di questi percorsi, di itinerari e di punti di interesse parla Mauro Varotto,

docente di Geografia dell’Università di Padova, nel suo libro In bicicletta tra Padova e Bassano. 20 itinerari tra terre e acque (Portogruaro: Ediciclo Ed. 1998).

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ambientale che in termini di salute fisica e mentale. Non si parla solo di aria inquinata ma anche di stress mentale legato al traffico e al rumore. Tuttavia, si continua a scegliere l’auto anche dove l’utilizzo della bicicletta è possibile perché è più veloce e più confortevole.

Alla luce di ciò occorre premettere che se si vuole dare una vera e propria volta al cicloturismo, è necessario che le ciclovie vengano implementate e migliorate; infatti se si vuole “vincere” contro l’utilizzo dell’auto non basta solo l’interesse e la passione di chi la usa ma le strade devono essere sicure e non incutere timore o dubbi riguardo alla sicurezza.

Al fine di comprenderlo meglio è opportuno analizzarne i concetti principali, che sono diversi a seconda della bicicletta dal punto di vista tecnico e della tipologia di vacanza, come ha fatto la regione Veneto in collaborazione con Etifor 119 sulla base di alcuni dati raccolti ed elaborati rispettivamente tra

marzo e giugno 2015 e tra luglio e settembre del medesimo anno 120. In base

alle caratteristiche tecniche del mezzo esistono:

• Slow o leisure bike, ossia quel cicloturismo ricercante i piaceri del viaggio lento, come la natura, il paesaggio, la cultura e l’enogastronomia, da condividere con amici e famigliari;

• Road bike, ovvero la ricerca della componente sportiva nell’esperienza, svolta con bici da ciclismo;

• Mountain bike, cioè l’avventura off-road e la natura come elemento privilegiato svolti in MTB.

In base alla tipologia di vacanza:

119 Etifor è una società fondata all’Università di Padova con lo scopo di offrire

consulenze “green” ad enti e aziende per aiutarli a valorizzare i servizi ed i prodotti della natura; si muove all’interno di tre macro-aree, cioè la gestione responsabile, gli investimenti sostenibili e lo sviluppo locale. Vedi: www.etifor.com

Per quanto riguarda il Brenta in particolare, l’azienda si è mossa in collaborazione con altre associazioni ed istituzioni dell’area del Medio-Brenta per organizzare una campagna di crowdfunding per incoraggiare sia la popolazione locali sia le istituzioni ad impegnarsi per cambiare le condizioni dell’area e migliorarne la gestione al fine di creare il “Parco Fiume Brenta”. Il progetto si chiama LIFE Brenta 2030 ed è finanziato dal programma UE LIFE-Nature and Biodiversity. Vedi: www.etifor.com/it/portfolio/life-brenta-2030/

120 Si veda il report “Veneto in bicicletta. Opportunità per gli operatori turistici” (2015)

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• Cycling holiday, vacanza con pernottamento dove la bici è la ragione del viaggio, organizzata da tour operator specializzati in percorsi in linea o ad anello;

• Holiday cycling, dove l’escursione in bici è importante ma non fondamentale; • Cycle day excursion, un percorso di poche ore svolgibile anche con una bici noleggiata.

Per riassumere si può affermare che fare turismo in bicicletta vuol dire svolgere delle gite di uno o più giorni, durante i quali essa è il mezzo di spostamento fondamentale e il suo utilizzo non costituisce una fatica fisica ma è parte del divertimento stesso.

Come si è detto, la ciclovia del Brenta da Levico a Venezia è molto famosa ma nel tratto tra Bassano e Padova, in particolare nella prima metà di esso, il percorso non è stato molto curato ed è poco chiaro, costituendo una sorta di impedimento per i turisti che scendono dal Trentino Alto-Adige alla prosecuzione del percorso fino alla sua destinazione finale. Come riferito dal Vicesindaco Diego Fabris, referente per i settori Agricoltura, Ambiente e Cultura, durante un colloquio il 4 febbraio 2020, la ciclovia conta in Trentino più di 200 mila passaggi l’anno, motivo per cui vi sono i presupposti per sviluppare un turismo che valorizzi il territorio a sud di Bassano del Grappa, ma che la mancanza di un percorso come quello precedente non permette sviluppi significativi.

Fortunatamente la parziale risoluzione di questo problema è molto vicina in quanto la Provincia di Vicenza ha appena finanziato il progetto per la realizzazione del “L’Anello del Brenta, un percorso cicloturistico di circa 13 chilometri passante per Nove, Pozzoleone, Tezze sul Brenta e Cartigliano, al quale gli omonimi comuni stanno attualmente lavorando; esso partirà da Nove, passerà per l’Oasi di Crosara fino a raggiungere Friola, grazie al cui ponte raggiungerà Tezze sul Brenta e finirà a Cartigliano passando per la sopracitata Villa Morosini Cappello. La mappa sottostante offre una panoramica del percorso, nonostante non sia una versione perfetta a causa dell’impossibilità di vedere l’argine dalle mappe online.

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Al progetto collaborano anche Etifor, che tramite LIFE Brenta 2030 sta cofinanziando la riqualificazione dei pascoli e la semina di tipicità locali e piante autoctone, e Goccia Social Sport, cooperativa che si occupando delle attività ludico-sportive e degli eventi culturali che si svolgono periodicamente a Nove

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