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Lastra marmorea frammentaria, rotta su tutti i lati, levigata sulla fronte, scabra sul lato posteriore; 29x40x7; lett.: 5; rinvenuta in un luogo incerto, nell'area del Campo Marzio meridionale, conservata a Roma, ex X Ripartizione AA.BB.AA. del Comune, magazzini, inv. 4030.

[Salvi]ṣ [dd. nn.] (i. e. dominis nostris duobus)

[Theod]osio et Pḷ[acido Valentiniano Augg. (i. e. Augustis duobus)] [--- basi]ḷicam Piniani quọ[---]

[---] squalore conf ̣[ect- ---]

5 [Caecina] Dẹcịus [Acinatius Albinus, v(ir) c(larissimus)], [praef(ectus) urbi iterum, vice sacra iudicans]

---.

Essendo salvi i Signori nostri Teodosio e Placido Valentiniano, Cecina Decio Acinazio Albino, di rango senatorio, prefetto alla città per la seconda volta, avendo la facoltà di emettere sentenze in vece dell'imperatore, [restaurò?] la basilica di Piniano [---] caduta nella desolazione.

3) Tesserae monumentorum: CIL, XV 7113 = EDR144996; 7114a = EDR145155; 7114b = EDR145157; 7114c = EDR149074, cfr. EDR149073; 7115a = EDR145152; 7115b = EDR145153;

7116a = EDR145686; 7116b = EDR145687; 7116c = EDR145688; 7117 = EDR13960576.

L'identificazione di Caecina Decius Acinatius Albinus con il Flavius Albinus prefetto al pretorio nel 440 e nel 443-449, console nel 444 e patricius nel 446, sostenuta da molti studiosi, può essere a mio parere ribadita grazie ad alcune precisazioni sul dossier documentario preesistente e al supporto di una più recente documentazione77.

76

Per la trascrizione dei numerosi esemplari e per un loro commento rimando al recente ed esaustivo contributo curato da ELVERS 2011, pp. 219-222.

77 PLRE, II, Albinus 7 = PLRE, II, Albinus 10. L'ipotesi era già stata formulata da S

EECK 1883, pp. clxxix-clxxx, poi sostenuta da SUNDWALL 1915, pp. 45-46, nr. 14, ma rimessa in dubbio successivamente dallo stesso SEECK in RE, III, cc. 1865-6. A sostegno di tale identificazione TWYMAN 1970, pp. 497-498; ZECCHINI 1980, p. 66 e id. 1983, p. 144; WEBER 1989, pp. 483-484; ORLANDI 2004, p. 458; contra CHASTAGNOL 1962, p. 274 che identifica il prefetto urbano del 414 e del 426 con il prefetto al pretorio del 430, mentre ritiene possa essere suo figlio l'Albinus prefetto al pretorio nel 440 e poi nel 443-449, console del 444 e infine patricius nel 446. Per una breve rassegna delle diverse posizioni vd. WEBER 1989, p. 472, nt. 1.

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Se si considera, ad esempio, l'asserzione di Rutilio Namaziano che reputa Albino al tempo della prefettura urbana del 414 vitae flore puer, nulla osta di ritenere che egli possa aver iterato la carica, a distanza di dodici anni, nel 426, quando un Albinus p(raefectus) u(rbi) è attestato come destinatario di una costituzione del Codice Teodosiano indirizzata il 30 gennaio. Infatti, intervalli cronologici cospicui tra un incarico e l'altro non costituiscono un caso isolato nel V secolo. Si dovrebbe di conseguenza ricondurre ad una dimenticanza l'assenza del numerale di iterazione per l'incarico di Albino nell'intestazione della lex, che trova confronti per la seconda prefettura urbana di Fausto78.

L'eventualità di attribuire a Cecina Decio Acinazio Albino una seconda prefettura urbana è supportata dal recente rinvenimento di un frammento di lastra marmorea proveniente dal Campo Marzio meridionale: stando alla proposta di restituzione del testo, si evince che un [---] Decius [---] predispose il restauro della [--- basi]ḷicam Piniani quọ [---] / [---] squalore conf ̣[ectam? ---] al tempo degli imperatori Teodosio II e Valentiniano III (tav. III,2)79. Considerando che in quell'arco cronologico tra gli esponenti della famiglia dei Caeionii Decii è noto solo Caecina Decius Acinatius

Albinus ne consegue debba essere lui l'autore dei lavori intrapresi: infatti il terminus post quem

fissato al 23 ottobre del 425, per via della menzione dell'Augusto Valentiniano III, presuppone logicamente l'integrazione dell'avverbio di iterazione nell‟iscrizione, con la conseguenza di circoscriverne gli interventi alla seconda prefettura urbana, in linea con la datazione al 426 che si ricava dalla costituzione.

L'espressione squalore confecta in riferimento alla basilica renderebbe plausibile che l'intervento di ripristino sia avvenuto a seguito della devastazione provocata dal sacco alariciano o, piuttosto e più in generale, che sia stato reso necessario dallo stato di abbandono e di incuria cui furono soggetti gli edifici a partire dalla metà del IV secolo80.

Grazie alla recente revisione della particolare categoria di instrumentum costituita dalle tesserae

monumentorum da parte di K. L. Elvers è attualmente possibile attribuire a Caecina Decius Acinatius Albinus undici di questi esemplari con iscrizione Salvis Dominis nostris Albinus fecit81.

78 Cfr. scheda prosopografica nr. 1, p. 14.

79 CIL, VI 40805 = EDR093154. P. Liverani (in LTUR, VI, s.v. basilica Piniani, p. 6 e, più approfonditamente, in

Boreas, 26, 2003, p. 76) ritiene che la basilica Piniani sia stata costruita dal prefetto urbano del 385-387 Valerius

Pinianus (PLRE, I, Pinianus 1) e in seguito restaurata da Caecina Decius Acinatius Albinus. L'edificio di carattere

civile, conosciuto solo da questa iscrizione, doveva trovarsi probabilmente nei pressi del Campo Marzio meridionale.

80 Per iscrizioni che ricordano attività di restauro a seguito di squalor cfr. CIL, VI 1197; 1728a; 1728b; 1786; 1790;

31912; 40807; ILCV 977. Più in generale, sulla terminologia impiegata in questi contesti vd. CURRAN 1994, pp. 46-58.

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ELVERS 2011, pp. 219-222. Si tratta di CIL, XV 7113 = EDR144996; 7114a = EDR145155; 7114b = EDR145157; 7114c = EDR149074, cfr. EDR149073; 7115a = EDR145152; 7115b = EDR145153; 7116a = EDR145686; 7116b = EDR145687; 7116c = EDR145688; 7117 = EDR139605. L'ipotesi di attribuzione era già stata avanzata da TOMASSETTI 1890, c. 527, non condivisa invece da A. CHASTAGNOL 1962, p. 274, nt. 154, che le attribuisce ad un periodo più tardo.

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Tale identificazione consente ora di espungere con certezza l'Albinus 2 riportato nel secondo volume della PLRE esclusivamente per l'assegnazione di tale documentazione.

Queste piccole tabellae presentano tutte il nome di Albinus al nominativo. CIL, XV 7113 ha sul

verso una P di incerto scioglimento che sta forse ad indicare il titolo di p(raefectus); CIL, XV

7114a-b, entrambe senza iscrizioni sul verso; CIL, XV 7114c, dove Albinus è ricordato come iudex

sacrarum cognitionum, prerogativa che gli consentiva di giudicare vice sacra, al posto

dell'imperatore. In tutte le altre (CIL, XV 7115a-b; 7116a-c; 7117) all‟espressione Albinus fecit sul

recto si lega quella Basilius reparavit sul verso (tav. IV,1).

La possibilità di attribuire queste tesserae monumentorum a Caecina Decius Acinatius Albinus e non al Caecina Decius Albinus, suo padre e prefetto urbano del 402, si basa anche sul dato tangibile che il nostro venga ricordato sovente nelle fonti con il nome di Albinus, mentre l'altro con quello di

Decius82. Inoltre la coesistenza nella stessa classe iscritta di un Albinus e di un Basilius rende probabile un rapporto di parentela tra i due: data per certa l'identità di Albinus con Caecina Decius

Acinatius Albinus, si può ipotizzare che il Basilius possa essere Caecina Decius Basilius, console

del 46383, o il figlio di questi e nipote del primo, Caecina Decius Maximus Basilius, console del 48084.

Se tale documentazione ci consente di ricostruire almeno un ramo dei complicati stemmata dei

Caeionii Decii, poi Caecina Decii85, non è sempre chiaro che tipo di incarico sottintendano le

tesserae monumentorum: infatti, per nessuno dei due Basilii è possibile menzionare la prefettura

urbana tra le cariche, mentre in un altro esemplare il primo di questi è ricordato come prefetto al pretorio86. In che veste Albinus compaia nella tesserae non è chiaramente esplicitato, ma il confronto con l'identico formulario adottato nella maggior parte degli esemplari noti per questa classe di instrumentum farebbe pensare che sia sottintesa proprio la carica di prefetto urbano.

Un altro frammento di lastra marmorea, pertinente più probabilmente ad una base di statua resecata, consentirebbe di ipotizzare altre attività edilizie riconducibili ad un membro della famiglia dei

Caeionii Decii, ad un non altrimenti identificato [---iu]s Albinus87, come indicano le sole lettere rimaste sulla pietra. Nell'esiguità delle informazioni ricavabili dal frammento, il dato paleografico sembra far propendere per una datazione al V secolo. Si prospetterebbero quindi tre diverse ipotesi di identificazione: Caecina Decius Albinus, prefetto urbano del 40288, il nostro Caecina Decius

82 E

LVERS 2011, p. 222.

83 PLRE, II, Basilius 11. 84 PLRE, II, Basilius 12. 85

Su alcune recenti proposte in merito all'inserimento di altri personaggi negli stemmata dei Caecina Decii vd. ORLANDI 2000, pp. 89-99, in partic. p. 98.