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Lo sviluppo del ciliegio in Slovenia

N. Fajt, E. Komel, I. Kodrič1 nikita.fajt@go.kgzs.si

Kmetijsko gozdarski zavod Nova Gorica, Sadjarski center Bilje (Slovenia)

1

Kmetijsko gozdarski zavod Nova Gorica, Kmetijska svetovalna služba (Slovenia)

Parole chiave: ciliegio, Slovenia, coltivazioni specializzate

Introduzione

Il ciliegio è una specie frutticola, la cui pianta viene largamente e tradizionalmente coltivata in Slovenia. La maggior parte degli impianti si trovano nel litorale sloveno, il quale è situato nel sud-ovest dello Stato. Il ciliegio viene piantato anche nelle altre località fruttifere slovene, le quali sono interessanti soprattutto per la produzione di varietà tardive (fino alla fine del luglio). Nonostante tutti i fattori pedoclimatici adatti non si producono abbastanza ciliegie nemmeno per il nostro uso.

Con lo scopo di aumentare la produzione del ciliegio in Slovenia negli ultimi quindici anni sono stati condotti studi sulle nuove varietà, sui portinnesti deboli e sulle nuove tecnologie (es. una densità dei piantagione maggiore). Con la produzione del ciliegio per il mercato abbiamo cominciato 160 anni fa, quando le città, nell’area della Slovenia di oggi, erano state collegate con la linea ferroviaria. Il che ha reso possibile la vendita del ciliegio per tutte le città dell’Impero Austro-Ungarico, da Vienna a Praga e nelle altre città europee.

Risultati e discussione

La Slovenia è stata un’importante esportatrice di questo frutto fino al 1950, quando l’esportanzione è cominciata a calare. Il ciliegio è diventato di nuovo interessante per la produzione in piccoli impianti familiari nel 1980 e, ancora di più, soprattutto dopo 1993, quando la sperimentazione dei protinnesti Colt e F 12/1 (Smole, 2000) diede buoni risultati. Il rinnovo degli impianti nel periodo dal 1993 al 2002 è aumentato (Fig. 1), mentre dopo il 2002 il rinnovo è di nuovo calato.

Attualmente in Slovenia si contano 120 ha di impianti intensivi di ciliegio e 126.000 alberi in impianti estensivi, con una produzione annua totale di circa 3.100 tonnellate. La produzione del prodotto di qualità per il mercato è variabile a seconda dell’annata, soprattutto nelle annate piovose (Annale di statistica, 2011).

I portinnesti ampiamente usati per la produzione estensiva sono il franco di ciliegio e il magaleppo: predominante tra le forme di allevamento è la piramide (Fig. 2e tab. 1).I risultati ottenuti nella sperimentazione (eseguita dal KGZS-Zavod GO, Centro Frutticolo di Bilje e la Facoltà Biotecnica di Lubiana) degli ultimi quindici anni nelle diverse località slovene (il Collio sloveno, Posavje, Goričko e luoghi circostanti Lubiana) mostrano che nella produzione intensiva i frutticoltori hanno cominciato a usare portinnesti deboli, tra i quali soprattutto la Gisela5. Questo portinnesto è il più usato nella parte centrale della Slovenia perché dà risultati migliori che nel Litorale sloveno. Altri portinnesti usati in impianti intensivi sono anche il Ma x Ma 14, il Weiroot 15, il CAB 6P e il CAB 11E (Registro, 2011) (Fig. 2). I portinnesti deboli vengono piantati solo nei

Fig 1: Il rinnovo degli impianti del ciliegio in Slovenia nel periodo dal 1981 al 2010 (registro MKGP, 2011).

terreni molto fertili con la tecnica di coltivazione intensiva (fertilizzazione foliare, potatura) a cominciare dall’inizio della piantagione (Kodrič, 2008).

Le esigenze del mercato di oggi richedono soprattutto la qualità del frutto: una buona pezzatura, polpa soda e buon gusto. Altre caratteristiche importanti nella sperimentazione, oltre alla qualità del frutto, sono da seguire la precocità della messa a frutto, la tolleranza alle spaccature del frutto, il periodo della fioritura, l’autofertilità e la tolleranza alle malattie diffuse. Nel Centro Frutticolo di Bilje e nell’azienda sperimentale di Brdo, vicino a Lukovica (presso l’Istituto Agrario della Slovenia), negli ultimi 15 anni erano state sperimentate 70 varietà di ciliegio. Nella maggior parte degli impianti (nel 20 %) è presente la varietà Burlat, seguita dal Van (9%) e tra le varietà nuove sono le più rappresentate le varietà Giorgia (6 %), Celeste (4,5 %), Kordia (4 %), Regina (3,7 %), Early Lory (3,4 %) e Vigred (1,76 %), l’unica varietà slovena diffusa negli impianti produttivi (Annale di statistica).

Dalla tabella 2 è evidente che in Slovenia abbiamo solo 24 ettari sono dotati di impianti di irrigazione, il che rappresenta soltanto un sesto di tutti gli impianti intensivi del ciliegio. La copertura antipioggia è, su un totale di 120 ha di impianti intensivi, diffusa su un’area di soltanto 4 ha di impianti collocati nelle aziende sperimentali (del Centro Frutticolo di Bilje e del Centro Frutticolo di Maribor).

Conclusione

Il ciliegio è una specie con buone prospettive di sviluppo in Slovenia. Con un marketing più organizzato avrebbe tutte le possibilità per incrementare lo sviluppo e aumentare le quantità per il mercato fresco, interno e per l’export..

Bibliografia

Annale di statistica (2011) Dati presi dal registro del MKGP

Kodri I., 2008. Širitev nasadov češenj v Sloveniji in priporočila za obnovo. Zbornik referatov 2. Slovenskega sadjarskega kongresa z mednarodno udeležbo, Krško 31.1.-2.2.2008, ur. Hudina, M., 263-269

Smole, J, 2000. Češnje in višnje pridelovanje in uporaba. Ljubljana, ČZD Kmečki glas: 146 str. Tab. 1: Forme di allevamento (%)

negli impianti intensivi in Slovenia . Fig. 2: I portinnesti (%) per gli

impianti intensivi in Slovenia.

FORME D'ALLEVAMENTO (%) Piramide 42,21 Fusetto 24,23 Vaso classico 20,41 Palmetta 8,20 Solaxe 1,75 Altre 3,20

Tab. 2: Superficie con impianti di irrigazione (ha) e modi di irrigare in

impianti intensivi di ciliegio IRRIGAZIONE ha

Goccia 20,25

Microirrigui 2,32

Spruzzo 1,25

Le risorse naturali del ciliegio nel comprensorio della “Ciliegia di

Celleno” e le conoscenze scientifiche impiegate per una nuova gestione

agro-alimentare del territorio.

Muleo R., Senni S.1, Rastrello F.2, Cristofori V.

muleo@unitus.it

Dipartimento di Produzione Vegetale, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo

1

Dipartimento di Economia Agroforestale e dell’Ambiente Rurale, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo

2

Comitato per la Tutela e la Valorizzazione della “Ciliegia di Celleno”, Celleno (Vt)

Parole chiave: ciliegio, Prodotto Agroalimentare Tradizionale, Lazio

La cerasicoltura nel Lazio è confinata a poche aree, quali la Sabina romana e, nel Viterbese, quelle di Celleno, Sant’Angelo e Roccalvecce. La produzione annuale della provincia di Viterbo è il 25% di quella regionale, e la superficie coltivata interessa terreni declivi collinari. Sia a livello provinciale che regionale esistono interessanti prospettive di mercato, che stanno inducendo i cerasicoltori locali ad ampliare la base produttiva dopo anni di declino. A questa inversione di tendenza ha contribuito anche il riconoscimento dal parte del Mipaaf della Ciliegia di Celleno come PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) e la recente costituzione del “Comitato

per la Tutela e la Valorizzazione della Ciliegia di Celleno” avvenuta nel 2008. Pur tuttavia, in questa area la

coltura del ciliegio è legata a forme di conduzione tradizionali che andrebbero migliorate sia dal punto di vista agronomico sia nella gestione economica del prodotto. Le colture del territorio si basano sulla coltivazione di varietà locali che se migliorate potrebbero contribuire ad un rilancio commerciale della produzione locale, sia come prodotto fresco che trasformato. Sulla base di queste considerazioni è stato quindi avviato un piano di individuazione di cloni e di semenzali delle varietà presenti al fine di selezionare genotipi di queste migliorati e portinnesti idonei alle condizioni pedo-climatiche del territorio, per migliorare il comportamento vegeto- produttivo delle varietà autoctone , contribuendo così al consolidamento della crescita del sistema cerasicolo locale. Tale obiettivo è perseguito coinvolgendo direttamente i produttori locali nella raccolta di semi, da libera impollinazione, e nella valutazione on farm delle caratteristiche del fenotipo, mentre presso i centri di ricerca sono condotti sia la germinazione sia l’analisi dei caratteri. Un’analoga procedura è condotta per l’individuazione di cloni e presso i centri di ricerca ove sono condotte analisi extra situ e molecolari del fenotipo. Questo nuovo approccio alle attività di miglioramento genetico garantisce al singolo produttore la tracciabilità sia dei semenzali sia dei cloni e riduce i tempi di indagine per quanto riguarda l’identificazione del genotipo più idoneo all’ambiente.

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