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Circuiti risonanti

I circuiti risonanti sono di grande importanza: (a) essi sono impiegati nelle apparecchiature di misura, nei circuiti di comunicazione (filtri passa-banda, oscillatori, sincronizzatori, ...), nei circuiti convertitori da continua a continua, e così via; (b) esso costituisce un esempio del fenomeno fisico generale della risonanza.

Figura 17 Circuito RLC serie pilotato con un generatore sinusoidale.

Noi studieremo in dettaglio il circuito risonante RLC serie, figura 17a, costituito dalla serie di un resistore di resistenza R, di un condensatore di capacità C e di un induttore di induttanza L, alimentato da un generatore di tensione sinusoidale e t =(mFRV ωt . Considerazioni analoghe possono essere svolte per quello RLC parallelo. Si assuma che il resistore, il condensatore e l'induttore siano passivi.

Si consideri il funzionamento in regime sinusoidale del circuito in esame (esso è dissipativo solo se R ≠0); in figura 17b è illustrato il circuito di impedenze corrispondente. Il fasore ,=,meLα rappresentativo della corrente i t = ,mFRV ωt+ α è dato da

,= é(

=

, (118)

dove (=(m è il fasore rappresentativo della tensione del generatore e



 

 −

+

=

&

/ 1 i R

Z&eq , (119)

è l'impedenza equivalente della serie. Il valore massimo della corrente è

,m= (m

R2+ ωL− 1 ωC

  

2 , (120)

e la fase iniziale è

α = −DUFWJ ωL− 1 ωC

  

R

  

. (121)

Si consideri, ora, l'andamento dell'ampiezza della corrente i(t) e della fase iniziale al variare di ω (è possibile concepire un esperimento in cui l'ampiezza del generatore sinusoidale è fissata e la pulsazione, invece, viene cambiata). È immediato verificare che la funzione ,m =,m ω definita dalla (120) tende a zero per ω →0 e ω → ∞ e assume il massimo in corrispondenza della pulsazione caratteristica del circuito ω0 data da (figura 18),

ω0 = 1

LC. (122)

La pulsazione ω0 prende il nome di pulsazione di risonanza del circuito.

Per ω →0 il modulo dell'impedenza =é tende all'infinito perché tende all'infinito il modulo della reattanza del condensatore e per ω → ∞ il modulo di =é tende di nuovo all'infinito perché ora è la reattanza dell'induttore che tende all'infinito. Alla pulsazione di risonanza la parte immaginaria dell'impedenza Z Ý è uguale a zero, perché la reattanza del condensatore è l'opposta di quella dell'induttore, e quindi il modulo di Z Ý assume il valore minimo. Quando la pulsazione del generatore è uguale alla pulsazione di risonanza si dice che il generatore è in risonanza con il

circuito. Si osservi che la pulsazione di risonanza coincide con la frequenza naturale del circuito quando R=0.

Alla risonanza l’ampiezza della corrente vale Im0)= Em

R . (123)

Il valore della corrente alla risonanza è uguale alla corrente che si avrebbe se nel circuito vi fosse solo il resistore. Alla risonanza la tensione del condensatore V C è l'opposto di quella dell'induttore V L,

V C0)+V L(ω0)=0, (124)

e quindi la tensione sul resistore è uguale a quella del generatore. La (124) è conseguenza del fatto che la reattanza dell'induttore è positiva e quella del condensatore è negativa (l'induttore assorbe potenza reattiva e il condensatore la eroga).

ω Em/R

ω0

Im(ω)

0

Figura 18 Diagramma dell'ampiezza

I

m

(

ω

)

.

π/2

0

−π/2

0 ω0 ω

α(ω)

Figura 19 Diagramma della fase α(ω).

L’andamento della fase α(ω) al variare della pulsazione del generatore è illustrato nel diagramma di figura 19. Per ω ≤ ω0 la fase iniziale è positiva, cioè il fasore della corrente è in anticipo rispetto a quello della tensione applicata (prevale il comportamento capacitivo): per ω →0, α → π / 2. Per ω0 ≥ ω la fase iniziale è negativa, cioè il fasore della corrente è in ritardo rispetto a quello della tensione applicata (prevale il comportamento induttivo): per ω → ∞, α → −π/ 2. Per ω0 = ω la corrente è in fase con la tensione applicata, perché l'impedenza equivalente Z Ý ha solo parte reale.

Si consideri la tensione sull'induttore alla risonanza. Essa è data da V L =iE ω0L

R . (125)

Pertanto il valore massimo

V

mL della tensione dell'induttore alla risonanza è

V

mL =

QE

m, (126)

dove

Q0L

R . (127)

Il parametro adimensionale Q prende il nome di fattore di qualità del circuito risonante serie. Esso può essere maggiore o minore di uno, a seconda dei parametri del circuito.

Dalla (126) si ha che in un circuito risonante RLC serie il valore massimo della tensione sull'induttore è più grande del valore massimo della tensione del generatore se il fattore di qualità del circuito è maggiore di uno: in questo circuito c'è “l'amplificazione” del valore massimo della tensione.

Per evidenziare la dipendenza del fasore della corrente dal fattore di qualità e da ω, si consideri la grandezza

H(iω)I

I0 , (128)

dove I0 =Em/ R è il valore massimo dell'ampiezza della corrente. La funzione complessa H(iω) della variabile reale ω è adimensionale e il valore massimo del modulo è uguale a uno. È immediato verificare che

H(iω)= 1

1+i Q[(ω/ω0)(ω0/ω)]. (129)

Posto

A(ω/ω0)= H(iω)

φ(ω/ω0)=arg[ H(iω)] (130)

si ha

A(ω

)

= 1

1+

Q

2

[ (ω /

ω0

)

0

/

ω)]2

,

φ

(ω)

= −arctg{ Q[ (ω

/

ω0

)

0

/

ω

)] }.

(131)

Nelle figure 20 e 21 sono illustrate i grafici dell’ampiezza A(ω/ω0) e della fase φ(ω/ω0) al crescere del fattore di qualità. Quanto più alto è il fattore di qualità tanto più stretta è la regione nell'intorno di ω/ω0=1 in cui l'ampiezza A(ω/ω0) è vicina al valore massimo e tanto più brusco è il cambiamento di pendenza della curva della fase iniziale nell'intorno della risonanza.

0 0,2 0,4 0,6 0,8 1

0,8 0,9 1 1,1 1,2

A(ω/ω0)

ω/ω0

Q=5

Q=20

Q=40

Figura 20 Diagramma di A(ω/ω0).

-2

−π/2 -1 -0,5 0 0,5 1 π/2 2

0,8 0,9 1 1,1 1,2

φ(ω/ω

0)

ω/ω0

Q=5

Q=20 Q=40

Figura 21 Diagramma di φ(ω/ω0).

Osservazione

Il fenomeno della risonanza, appena descritto, è dovuto alla presenza nel circuito dell'induttore e del condensatore, cioè di un elemento che assorbe potenza reattiva e di un altro che la eroga. Questo fenomeno non si osserva se nel circuito ci sono soli induttori, ad esempio, in un circuito RL serie. In questo caso il fasore rappresentativo della corrente è

I = E

R+L, (132)

quindi l’ampiezza della corrente vale

I

m

)

=

E

m

R2+ ω2L2

. (133)

L'ampiezza della corrente è una funzione decrescente della pulsazione: essa ha il valore massimo in ω =0,

I

m

(

ω = 0)=

E

m

/ R

, e tende asintoticamente a zero per ω → ∞. A differenza del circuito serie RLC, il modulo dell'impedenza equivalente è una funzione strettamente crescente della pulsazione. Inoltre l'ampiezza della tensione del resistore e l'ampiezza della tensione dell'induttore sono minori dell'ampiezza della tensione del generatore, a differenza di quanto può accadere nel circuito risonante RLC serie.

Il lettore provi a dimostrare che in un circuito costituito da soli induttori (o soli condensatori), resistori e un solo generatore vale la proprietà di non amplificazione per i valori massimi delle correnti e delle tensioni. Si noti che la proprietà di non amplificazione non vale, invece, per i valori istantanei. Infatti, a causa degli sfasamenti, negli istanti di tempo in cui la tensione (o la corrente) dell'unico generatore è zero, le tensioni sugli altri bipoli sono diverse da zero. In questi istanti alcuni elementi conservativi erogano potenza elettrica.

Cosa accade nel circuito RLC serie quando R→0? Quando la resistenza diminuisce l'ampiezza della corrente cresce: alla risonanza essa cresce come 1 / R e quindi diverge per R→0. Per R=0 (circuito LC serie), il circuito è ancora passivo ma non è più dissipativo. Pertanto il circuito LC serie, pilotato con un generatore sinusoidale di tensione, non ha un regime. È facile verificare che l'equazione differenziale per la corrente i(t) del circuito è

d2i dt2 + i

LC= 1 L

de

dt = −ωEm

L sin(ωt). (134)

L'integrale generale della (134) è

i(t )=K cos(ω0t+ β)+ip(t), (135)

dove K e β sono due costanti arbitrarie, che bisogna determinare assegnando le condizioni iniziali e ip(t) è una soluzione particolare della (134).

L'integrale particolare della (134) è una funzione sinusoidale con la stessa pulsazione del forzamento se e solo se ω ≠ ω0. È facile verificare che

ip( t)= Em 2L

ω2− ω02sin (ωt) per ω ≠ ω0 t cos(ω0t) per ω = ω0

 

  (136)

Per ω ≠ ω0 la funzione i(t), descritta dalla (135), è la somma di due funzioni sinusoidali con pulsazioni diverse, e quindi, in generale, è una funzione quasi-periodica che dipende dallo stato iniziale dell'induttore e del condensatore (anche per t→ +∞). Questa funzione è limitata per ogni istante di tempo. Invece per ω = ω0 la (135) è la somma di una funzione sinusoidale ad ampiezza

costante e di una funzione sinusoidale con un’ampiezza che cresce linearmente nel tempo; per t → +∞ l’ampiezza della corrente diverge.

In figura 22 è illustrata la forma d'onda della corrente quando lo stato iniziale dell'induttore è quello di riposo e la tensione iniziale del condensatore è uguale a Em / 2,

i (t)=Em

2L t cos(ω0t) (137)

Quando non ci sono perdite e il generatore di tensione è in risonanza con il circuito, l'azione del generatore è sincrona con l'oscillazione naturale del circuito. Ciò rende possibile un continuo trasferimento di energia dal generatore al circuito. Nel caso illustrato in figura (22) la potenza istantanea erogata dal generatore di tensione è

ˆ p e(t)= Em2

L t[cos(ω0t)]2 ≥0 . (138)

Essa è sempre positiva e la sua ampiezza cresce linearmente nel tempo: l'energia fornita dal generatore è immagazzinata nell'induttore e nel condensatore.

i(t)

0 t

Figura 22 Andamento temporale della corrente i(t) nel circuito risonante LC serie per condizioni iniziali nulle.

Per esercizio, il lettore descriva il fenomeno della risonanza nel circuito RLC parallelo illustrato in figura 23.

Figura 23 Circuito risonante parallelo: j(t)=

J

m

cos(

ωt+ ϕ

)

.

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