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5. Test e collaudo

5.1 Verifiche elettriche

5.1.2 Circuito di alimentazione – Unità di testa d’albero

Come specificato nel capitolo 2.1 la parte critica del progetto risiede nell’alimentazione della scheda collocata in testa d’albero.

Nel corso della tesi sono state fatte misure diverse per verificare le tensioni relative alle uscite dei regolatori DC-DC e del regolatore a 3,3V.

Per quanto riguarda il regolatore di ingresso e il circuito MPP le misure effettuate hanno evidenziato la particolare sensibilità del sistema alle regolazioni del trimmer che controlla la tensione di riferimento (RV1 in Figura 65). 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 IN 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 OUT 0,327 0,652 0,977 1,302 1,627 1,952 2,277 2,6 2,957 3,251 0 1 2 3 4 5 6

T

en

si

o

n

e

(V

)

Ingresso "Digitale"

Figura

I test sono stati effettuati collegando il terminale di ingresso V

alimentatore stabilizzato e variando la tensione da 1V fino al valore di 4,5V per verificare la funzionalità step down del dispositivo

Ulteriori misure sono state eseguite sulla cascata dei due regolatori DC misurando il valore di tensione che verrà utilizzato per alimentare i sensori dell’anemometro.

Il test è stato effettuato collegando la scheda all’alimentatore (che consente la visualizzazione di tensione e corrente erogata) e in uscita ad un carico elettronico impostato in modalità a

riportato in Figura 66.

Figura 65 – Schema circuitale DC-DC

I test sono stati effettuati collegando il terminale di ingresso V

alimentatore stabilizzato e variando la tensione da 1V fino al valore di 4,5V nzionalità step down del dispositivo(9).

Ulteriori misure sono state eseguite sulla cascata dei due regolatori DC misurando il valore di tensione che verrà utilizzato per alimentare i sensori

effettuato collegando la scheda all’alimentatore (che consente la visualizzazione di tensione e corrente erogata) e in uscita ad un carico elettronico impostato in modalità a corrente imposta. Lo schema del test è I test sono stati effettuati collegando il terminale di ingresso VIN ad un

alimentatore stabilizzato e variando la tensione da 1V fino al valore di 4,5V

Ulteriori misure sono state eseguite sulla cascata dei due regolatori DC-DC misurando il valore di tensione che verrà utilizzato per alimentare i sensori

effettuato collegando la scheda all’alimentatore (che consente la visualizzazione di tensione e corrente erogata) e in uscita ad un carico . Lo schema del test è

5. TEST E COLLAUDO

Figura 66 – Test di misura VOUT e IOUT

Il test vuole verificare la bontà del progetto per quello che riguarda le sole tensioni e correnti di uscita in quanto, con questi collegamenti, non si tiene di conto dell’effettiva alimentazione a batteria e dell’effetto dei pannelli solari. Sono state effettuate tre misure diverse con correnti di uscita pari a 110 mA, 150 mA e 180mA, le misure sono riportate nelle tabelle successive.

Alimentatore Carico Elettronico

Vin Iin (mA) Vout Iout(mA) 2,5 460 6,44 110 2,6 438 6,44 110 2,7 420 6,44 110 2,8 402 6,44 110 2,9 386 6,44 110 3 373 6,44 110 3,1 360 6,44 110 3,2 345 6,44 110 3,3 331 6,44 110 3,4 318 6,44 110 3,5 307 6,44 110 3,6 297 6,44 110 3,8 280 6,44 110 4 273 6,44 110 4,2 258 6,45 110 4,5 250 6,45 110 4,8 245 6,45 110 Alimentatore Carico Elettronico

Vin Iin (mA) Vout Iout(mA) 3,1 468 6,41 150 3,2 448 6,41 150 3,3 430 6,41 150 3,4 412 6,41 150 3,5 399 6,41 150 3,6 386 6,41 150 3,7 374 6,4 150 3,8 363 6,4 150 3,85 360 6,4 150 3,88 366 6,35 150 3,89 370 6,18 150 3,9 357 5,88 150 3,91 372 6,41 150 3,92 371 6,41 150 4 361 6,42 150 4,1 350 6,42 150 4,3 333 6,42 150

4,4 328 6,42 4,5 324 6,42 4,6 319 6,42 4,7 316 6,42 4,8 317 6,42 Alimentatore Carico Elettronico

Vin Iin (mA) Vout Iout(mA) 3,1 450 5,83 3,2 500 6,16 3,3 481 6,17 3,4 462 6,14 3,5 447 6,13 3,6 434 6,15 3,7 420 6,18 3,8 407 6,14

Con corrente di uscita pari a 110mA non si riscontrano problemi sulla tensione di uscita; con assorbimento maggiore si evidenziano problemi per tensioni di alimentazione intorno a 3,9V e un peggioramento dell’efficienza per tensioni di alimentazioni troppo basse.

Figura 150 150 150 150 150 Carico Elettronico Iout(mA) 180 180 180 180 180 180 180 180 3,85 402 6,17 3,88 403 6,16 3,89 400 5,75 3,9 260 5,35 3,91 250 5,33 3,92 396 5,83 3,93 396 5,83 3,94 396 5,84 4 393 5,94 4,1 389 6,06 4,2 384 6,18 4,3 379 6,28 4,4 374 6,31 4,5 369 6,27 4,6 363 6,29 4,7 359 6,29 4,8 355 6,3

Con corrente di uscita pari a 110mA non si riscontrano problemi sulla tensione di uscita; con assorbimento maggiore si evidenziano problemi per tensioni di alimentazione intorno a 3,9V e un peggioramento dell’efficienza

tensioni di alimentazioni troppo basse.

Figura 67 – Test alimentazione

6,17 180 6,16 180 5,75 180 5,35 180 5,33 180 5,83 180 5,83 180 5,84 180 5,94 180 6,06 180 6,18 180 6,28 180 6,31 180 6,27 180 6,29 180 6,29 180 6,3 180

Con corrente di uscita pari a 110mA non si riscontrano problemi sulla tensione di uscita; con assorbimento maggiore si evidenziano problemi per tensioni di alimentazione intorno a 3,9V e un peggioramento dell’efficienza

5. TEST E COLLAUDO

Una delle ultime misure è stata effettuata con la batteria connessa alla scheda; anche in questo caso non sono state riscontrate anomalie con la tensione di uscita dello step up e con il regolatore a 3,3V utilizzato come alimentazione del modulo ZigBee.

5.1.3 Pannelli solari

Per i pannelli solari ci siamo limitati a verificare le caratteristiche rilevate dai datasheet per cercare di dare una stima sul numero di elementi necessari alla nostra applicazione.

Il test è stato effettuato utilizzando due multimetri, uno per misurare la tensione fornita dal pannello e l’altro per la corrente erogata. Uno schema del test è riportato in Figura 68.

Figura 68 – Misura delle caratteristiche del pannello solare

Le misure sono state effettuate utilizzando tre carichi diversi pari a 200 Ω , 50 Ω e 20 Ω all’esterno in una giornata di sole alle ore 14 circa. I valori misurati sul singolo pannello sono riportati in Tabella 5.

V I (mA) 4,422 4,416 4,412 2,004 2,004 0,694 0,693

Tabella 5 – Pannello solare

Con quattro pannelli in parallelo abbiamo ottenuto risultati migliori con il carico pari a 20 Ω. In questo caso la tensione misurata

una corrente erogata pari a 120,56 mA come evidenziato in

Figura 69

Rispetto alle caratteristiche del datasheet abbiamo ottenuto prestazioni leggermente inferiori ai massimi valori elenca

illuminazione ottimale. I (mA) R (Ω) Potenza (mW) 20,44 200 90,39 20,42 200 90,17 20,41 200 90,05 30,85 50 61,82 30,84 50 61,80 31,72 20 22,01 31,69 20 21,96

Pannello solare – misure di corrente e tensione

Con quattro pannelli in parallelo abbiamo ottenuto risultati migliori con il Ω. In questo caso la tensione misurata è stata di 2,634V con una corrente erogata pari a 120,56 mA come evidenziato in Figura

– Pannelli solari – misura in parallelo

Rispetto alle caratteristiche del datasheet abbiamo ottenuto prestazioni leggermente inferiori ai massimi valori elencati per condizioni di

misure di corrente e tensione

Con quattro pannelli in parallelo abbiamo ottenuto risultati migliori con il è stata di 2,634V con

Figura 69.

misura in parallelo

Rispetto alle caratteristiche del datasheet abbiamo ottenuto prestazioni ti per condizioni di

5. TEST E COLLAUDO

Uno degli ultimi test ha riguardato il collegamento dei pannelli all’unità di testa d’albero completamente montata e provvista di batteria.

Figura 70 – Pannelli solari connessi a unità di testa d’albero

Abbiamo riscontrato un problema quando si connette la batteria al resto del circuito attraverso l’interruttore presente sulla scheda.

Il problema ci è sembrato riferito al circuito MPP che non fa lavorare il pannello nella condizione di massima potenza ma in una condizione vicina al cortocircuito (0,43V e 126,35 mA come evidenziato in Figura 71).

Analizzando le possibili cause del problema abbiamo confrontato il circuito proposto dall’application note della Texas Instruments(10) (vedi capitolo

Nel circuito oggetto della tesi la resistenza R10 è stata erroneamente posta al di fuori della catena di reazione. In questo modo scompare l’effetto sull’amplificazione dell’amplificatore invertente.

Le cause del problema dovrebbero essere oggetto di un’analisi più approfondita nel caso di sviluppi futuri.

Figura 71 - Pannelli solari connessi a unità di testa d’albero – assorbimento di corrente

5. TEST E COLLAUDO

5.2 Verifiche funzionali

Una volta risolte le problematiche elettriche è stato possibile portare avanti alcuni test sulla funzionalità del modulo e verificare lo sviluppo del firmware.

Prima di questo ultimo passaggio è stata verificata la corretta programmazione anche attraverso l’ISP non ufficialmente supportato e il test attraverso un programma fornito dalla casa produttrice sviluppato con la libreria BitCloud.

5.2.1 Bootloader e ISP

Il modulo viene fornito di bootloader precaricato(30) sulla memoria

dell’ATmega1281 e di un software che consente l’invio dei dati attraverso l’interfaccia seriale. Il codice di bootstrap è in grado di programmare sia la memoria flash del microcontrollore che la EEPROM. Il protocollo di comunicazione accetta file nel formato Motorola S-record (SREC).

Per programmare il dispositivo occorre connettere il PC ad un interfaccia seriale; in questo lavoro di tesi è stata utilizzata la scheda di sviluppo Atmel STK500(31) collegata attraverso un convertitore USB-UART ad un PC.

I collegamenti tra la scheda e il modulo sono riportati in Tabella 6.

STK500 Zigbit

RS232_RXD 13 UART_TXD

RS232_TXD 14 UART_RXD

In caso di programmazione attraverso il bootloader occorre prestare attenzione al fatto che il firmware non sovrascriva gli ultimi 2KB di memoria (a partire dall’indirizzo 0xFC00); in questo spazio è infatti inserito

il codice di bootstrap.

Nel caso in cui non sia presente il bootloader, o se viene cancellato, è possibilie ricaricarlo attraverso il file bootloader.hex contenuto nei file

forniti con BitCloud. E’ importante controllare la corretta impostazione dei bit fuse secondo quanto indicato nella guida di utilizzo(30).

Fuse Valore

Brown-out detection disabled [BODLEVEL=111]

JTAG Interface Enabled [JTAGEN=0]

Serial program downloading (SPI) enabled [SPIEN=0]

Boot Flash section size=1024 words Boot start

address=$FC00 [BOOTSZ=10]

Divide clock by 8 internally [CKDIV8=0]

Int. RC Osc.; Start-up time: 6 CK + 65 ms [CKSEL=0010 SUT=01]

Boot Reset vector Enabled (default

address=$0000) [BOOTRST=0]

Tabella 7 – Fuses ATmega1281

Al quale corrispondono i valori 0xFF, 0x9C, 0x62, visualizzabili tramite

AVR Studio 4.

In fase di test il bootloader è stato cancellato e ricaricato attraverso la programmazione ISP le cui connessioni sono state descritte nel paragrafo 3.1.1.

La programmazione è stata effettuata attraverso il software AVR Studio 4 e la connessione con la STK500 o con il programmatore Atmel AVRISP MKII.

5. TEST E COLLAUDO

Abbiamo riscontrato che occorre prestare particolare attenzione alla frequenza utilizzata per l’upload del firmware per non danneggiare i moduli; in particolare abbiamo utilizzato una frequenza di 115,2 kHz.

5.2.2 SerialNet

SerialNet(32) è un’ applicazione specifica sviluppata dal costruttore come

estensione delle API BitCloud. Offre il controllo dello stack attraverso una interfaccia seriale e attraverso i comandi standard AT senza richiedere una programmazione C del dispositivo.

L’applicazione SerialNet fornisce un rapido controllo sulle funzionalità di una rete ZigBee PRO: il dispositivo esegue le richieste provenienti dall’host e fornisce delle risposte che possono essere visualizzate dal PC.

Per i test dell’applicazione abbiamo sfruttato l’interfaccia RS232 di due schede STK collegate attraverso l’USB ad un PC e utilizzando due terminali separati, venivano inviati i comandi e ricevute le risposte.

Figura 73 - SerialNet - Collegamenti Test

Principi del Protocollo

L’applicazione supporta una serie di comandi AT(32) che forniscono il

controllo di diverse funzionalità del modulo ZigBee. I comandi di Read/Write dei registri possono essere usati per accedere ai parametri di configurazione del dispositivo e della rete. Il principio base del protocollo è illustrato in Figura 72.

5. TEST E COLLAUDO

Il dispositivo Host può trasmettere una riga di comando con un prefisso "AT" seguito dal comando o da più comandi che devono essere eseguiti in

sequenza. Dopo l’esecuzione di ciascun comando viene restituita la risposta del modulo in formato ASCII visualizzabile dal terminale avviato sul PC. Il risultato finale della riga di comando viene visualizzato quando sono stati eseguiti tutti i singoli comandi. Nel caso in cui uno dei comandi venga eseguito non correttamente viene interrotta la sequenza e viene visualizzato il codice di ritorno ERROR, in caso contrario viene visualizzato OK.

Configurare la rete

Il primo test è stato la configurazione dei parametri della rete. Uno dei nodi deve avere la funzionalità di coordinatore, l’altro nodo è stato impostato come end device. E’ importante che tutti i nodi abbiano diverso indirizzo esteso (MAC) e diverso indirizzo short (NWK). Il coordinatore può avere indirizzo NWK uguale a zero, mentre gli altri nodi devono averlo diverso.

La sequenza di comandi per il coordinatore è riportato in Tabella 8.

Comando/Risposta Commento

ATX Setta il nodo per trasmettere EVENTI e DATI

all’host

OK

AT+GSN=1 Setta l’indirizzo esteso per il nodo

OK

AT+WPANID=1620 Setta il PAN ID esteso del nodo

OK

AT+WCHMASK=100000 Setta il canale del nodo (in questo esempio

OK

AT+WROLE=0 +WSRC=0 Setta il ruolo di coordinatore e lo short addres

pari a 0x0000

OK

AT+WJOIN Crea la rete

OK Codice di ritorno in caso di creazione della rete

avvenuta con successo

Tabella 8 - Configurazione del coordinatore della rete

E per l’end device nella Tabella 9.

Comando/Risposta Commento

ATX Setta il nodo per trasmettere EVENTI e DATI

all’host

OK

AT+GSN=2 Setta l’indirizzo esteso per il nodo

OK

AT+WPANID=1620 Setta il PAN ID esteso del nodo

OK

AT+WCHMASK=100000 Setta il canale del nodo (in questo esempio

viene settato solo il canale 0x14)

OK

AT+WROLE=2 +WSRC=55 Setta il ruolo di end device e lo short addres

pari a 0x0055

OK

AT+WJOIN Richiesta di collegamento alla rete presente

OK Indicazione di avvenuto collegamento alla rete

5. TEST E COLLAUDO

Il risultato del test è stato catturato con una schermata video sul PC Host. Da notare come il coordinatore venga informato dell’avvenuta connessione da parte di un dispositivo sulla rete.

Figura 75 – SerialNet - Creazione della rete – Schermata video

Per disconnettersi dalla rete si utilizza il comando AT+WLEAVE, anche in

questo caso il coordinatore viene informato dell’evento.

Verifica dello stato della rete e comunicazione base

Una volta creata la rete abbiamo testato la possibilità di comunicazione tra i due moduli

Comando/Risposta Commento

AT+WNWK Richiesta dello stato della rete

OK La risposta affermativa implica che il nodo è

connesso alla rete

AT+WWAIT=3000 OK

ATD55 HELLO OK

Setta un time out di 3 secondi da aspettare per l’input e invia la parola "HELLO" al nodo con short address = 55

Tabella 10 – Verifica dello stato della rete attraverso il coordinatore

In modo simultaneo la parola HELLO apparirà sul terminale connesso al router nella forma di un evento DATI come evidenziato in Tabella 11:

Comando/Risposta Commento DATA

0000,0,5:HELLO

Il dato (5 byte) arriva dal dispositivo con indirizzo 0

Tabella 11 – Verifica dello stato della rete da un terminale router

Sul PC abbiamo visualizzato la corretta comunicazione da entrambi i moduli.

5. TEST E COLLAUDO

Figura 77 – SerialNet – Comunicazione dati – Schermata video

Comandi remoti

Il comando ATR fornisce un meccanismo per eseguire su un nodo remoto

qualsiasi comando AT supportato. In questo modo si può monitorare e configurare in modo wireless un qualsiasi nodo della rete. Un esempio è riportato in Tabella 12. Comando/Risposta Commento ATR 55,0,S120=3 S121=3 S122=3 OK ATR 55,0,S123=1 S124=1 S125=1 OK ATR 55,0,S130=1 S131=0 S132=1 OK ATR 55,0,S133? S134? S135? 1 0 0 OK

Configura GPIO0, GPIO1, GPIO2 come uscite

Configura GPIO3, GPIO4, GPIO5 come ingress e attiva il pull-up interno

Controlla gli ingressi GPIO3, GPIO4, GPIO5

ATR55,0,+GMI? +GMI:MESHNETICS OK

Richiede il modello e il RSSI da un router

Tabella 12 – Esempio di comando ATR

Per testare questa funzionalità abbiamo utilizzato il comando che richiede la conversione analogico-digitale, dopo aver impostato correttamente l’ADC sul dispositivo remoto.

Configurazione ADC

Il comando che seleziona la configurazione di un particolare pin di A/D ha la seguente sintassi: S100=<valore>.

valore è un numero esadecimale: i 4 bit meno significativi possono essere

usati per abilitare o disabilitare ciascuno dei 4 canali ADC gli altri bit possono essere trascurati.

Se il bit viene impostato a 0 la conversione del corrispondente canale ADC è disabilitata e il pin ADC va in alta impedenza senza pull-up interno. Se il bit viene impostato a 1 allora si abilita il canale. La conversione viene eseguita in modalità singola a 8 bit. Prima di eseguire la richiesta di lettura è necessario abilitare il canale altrimenti non viene restituito nessun valore. Ad esempio ATS100=08 abilita la conversione sul pin AD3

Il comando S<reg>? legge il particolare pin dell’ ADC specificato da reg e

restituisce il valore in formato decimale.

reg corrisponde ai pin AD0..AD3 espressi nel range 101..104.

Abbiamo testato la conversione sul canale 1 dell’ADC e successivamente abbiamo ripetuto la misura da remoto.

5. TEST E COLLAUDO

Nelle varie misure è risultato esserci sempre una piccola variazione tra il valore misurato dal modulo e quello ricevuto da remoto.

Figura 78 – SerialNet – ADC – Schermata video

5.2.3 Firmware

Il firmware è stato testato con le stesse modalità descritte in precedenza; i due moduli sono stati connessi attraverso l’interfaccia RS232 di due schede STK500 al PC.

La scheda “unità di testa d’albero” veniva alimentata tramite la batteria, l’“unità di bordo” è stata alimentata a 6,5V con un alimentatore stabilizzato.

Figura 79

Figura

Il risultato del test evidenzia come il firmware inizializza correttamente i due moduli e successivamente proceda con le conversioni.

In ingresso al canale 1 dell’ADC è stata portata l’alimentazione della batteria pari a 3,8V. Come risultato del condizionamento il convertitore doveva campionare una tensione pari a 1.919V.

– Test del firmware - Schema a blocchi

Figura 80 – Test del firmware

Il risultato del test evidenzia come il firmware inizializza correttamente i due moduli e successivamente proceda con le conversioni.

In ingresso al canale 1 dell’ADC è stata portata l’alimentazione della batteria pari a 3,8V. Come risultato del condizionamento il convertitore doveva campionare una tensione pari a 1.919V.

Schema a blocchi

Il risultato del test evidenzia come il firmware inizializza correttamente i

In ingresso al canale 1 dell’ADC è stata portata l’alimentazione della batteria pari a 3,8V. Come risultato del condizionamento il convertitore

5. TEST E COLLAUDO

Il convertitore è impostato in modalità ad 8 bit e rileva un valore di 148 sulla base di AREF=3,3V; per cui

MNO = 148 ∙256 = 1,9083,3

Nella terza e quarta misurazione è stata campionata la tensione di 3,28V, risultato del condizionamento della tensione di alimentazione pari a 6,5V. In questo caso si ha:

MNO = 254 ∙256 = 3,2743,3

Negli ultimi due casi in ingresso non era presente nessun collegamento e quindi si è campionato 0.

6. Conclusioni

In questo lavoro di tesi è stato sviluppato un progetto di un applicazione wireless low-power che consenta di eliminare il cablaggio di un anemometro, posto sulla cima dell’albero di una imbarcazione a vela.

Per questo motivo sono state progettate le due schede “Unità di testa d’albero” e “Unità di bordo” in modo da consentire lo scambio di dati tra i due moduli e il ricondizionamento del segnale in modo da utilizzare le strumentazioni di bordo già presenti. In questo modo si possono sfruttare elementi che costituiscono il miglior stato dell’arte presente in questo campo come l’ unità centrale di controllo prodotta da B&G.

Il lavoro di tesi ha permesso di affrontare tutte le fasi di un flusso di progettazione di un sistema elettronico: siamo partiti dall’analisi del problema iniziale considerando le grandezze elettriche che hanno fornito le prime specifiche. Successivamente è stata fatta un’analisi sullo stato dell’arte per quello che riguarda le applicazioni di pannelli solari per la ricarica delle batterie e in particolar modo per basse potenze. Una volta individuate le soluzioni circuitali è stata fatta una ricerca dei dispositivi disponibili dai fornitori di componenti e contestualmente è stato iniziato il progetto dello schema circuitale. Abbiamo proseguito con il progetto del PCB realizzato seguendo le specifiche necessarie alla realizzazione materiale delle schede. Una volta realizzate si è proceduto alla saldatura dei componenti e alla successiva verifica della parte elettrica del circuito. Come ultimo sviluppo abbiamo realizzato un firmware che consentisse di verificare

6. CONCLUSIONI

116

Il progetto è arrivato ad una fase intermedia in cui è stato possibile evidenziare la funzionalità complessiva dei circuiti ma non si è ancora arrivati all’analisi completa di tutti gli aspetti di studio.

Durante la fase di test e misura sono state riscontrate alcuni errori di routing risolti semplicemente interrompendo fisicamente le piste su PCB e collegando i componenti attraverso dei fili. Le modifiche da apportare per sviluppi futuri sono riportate nell’appendice E.

Occorre analizzare in maniera approfondita il comportamento della carica della batteria attraverso i pannelli solari e attraverso le soluzioni circuitali proposte in questo elaborato di tesi.

Inoltre è necessario sviluppare il firmware in modo che i dati ricevuti dall’unità di bordo vengano inoltrati, attraverso l’interfaccia I2C, al

convertitore DAC in modo da verificare la corretta rigenerazione del segnale.

Come ultima analisi c’è la necessità di collaudare il sistema a bordo di una imbarcazione per verificare, oltre alla corretta ricostruzione dei segnali, anche il range di trasmissione ZigBee.

In questo senso la scelta del modulo Zigbit prodotto da Atmel si può rivelare indicata in quanto la stessa casa produttrice ne produce altri con la stessa architettura interna, ma con la possibilità di collegare antenne per migliorare la potenza di trasmissione e ricezione. In questo modo si dovrebbero apportare piccole modifiche al progetto e non ci sarebbe la necessità di cambiare il firmware sviluppato.

I successi ottenuti fino a questo punto incoraggiano nello sviluppo del progetto secondo quanto indicato.

Bibliografia

(1) B&G - H3000 Installation Guide - www.bandg.com [Online] (2) SLPB526495 Datasheet - www.kokam.com [Online]

(3) DS2756 datasheet - www.maxim-ic.com [Online]

(4) Zeng, Shicheng e Liu, WeiZeng, Shicheng e Liu, WeiZeng, Shicheng e Liu, WeiZeng, Shicheng e Liu, Wei - Research and implementation of

photovoltaic charging system with maximum power point tracking - 2008. (5) Sanyo Semiconductor -

http://semicon.sanyo.com/en/amorton/index.php [Online]

(6) Rauschenbach, Hans S.Rauschenbach, Hans S.Rauschenbach, Hans S.Rauschenbach, Hans S. ---- Electrical Output of Shadowed Solar Arrays

1971, Vol. ED-18.

(7) Candela, R., et al.Candela, R., et al.Candela, R., et al.Candela, R., et al. ---- Reconfiguration Techniques of Partial Shaded PV

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